La rigenerazione di Milano parte dai quartieri ai bordi della città. «Da quell’anello in stile barriera corallina che ne delimita il confine», scrivevano nel 2010 gli psicogeografi Gianni Biondillo e Michele Monina, a spasso lungo il periplo delle tangenziali milanesi per riscoprire, come dei veri flâneurs, luoghi spesso dimenticati, di «ballardiana suggestione». Anche LaCittàIntorno – il programma triennale promosso da Fondazione Cariplo per un intervento partecipativo sul territorio – metterà il suburbano Quartiere Adriano al centro di una nuova geografia, il 23 e 24 novembre 2019.
La periferia «riscrive la sua narrativa, non più definita nella lontananza da un centro», sostiene Luigi Regalia, Project Manager della cooperativa sociale Proges, impegnata nel progetto. Quartiere dormitorio nato zoppo nei primi anni Novanta, attorno a uno scavo imponente per un supermercato Esselunga, Adriano è ora ricco di spazi verdi, soprattutto nella parte vecchia, intorno ai capannoni dismessi della Magneti Marelli, oltre a essere abitato da giovani famiglie con figli.
Adriano Community Days è una festa aperta a tutta Milano, per celebrare il quartiere e la sua comunità. Molti saranno gli eventi, diffusi tra l’Adriano Community Center, esperimento di conversione di una residenza sanitaria per anziani a luogo permeabile alla cittadinanza, a opera di Shifton, generatore di innovazione e impatto sociale, e varie altre sedi, come case private, negozi, bar, palestre, officine e sedi di associazioni. Tutti gratuiti, inclusivi e promossi dal basso. Il quartiere Adriano potrà così rinascere (speriamo!) appoggiandosi a un hub polivalente, l’Adriano Community Center, aggregativo, solidale e a tutela della comunità. Cuore pulsante dell’intera operazione trasformativa.
Sabato, 23 novembre, inaugura il suo auditorium, con un programma di danza, fotografia, cinema e teatro. “In/Finito” è un progetto che coniuga le micro performance della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto con la fotografia estetizzante e suggestiva di Toni Thorimbert.
Prossima fermata via Padova. Storie di Migranti del ‘900 è Il prezioso documentario di Giulia Ciniselli che racconta una porzione di periferia milanese, quella tra piazzale Loreto e Cascina Gobba, il Naviglio Martesana e via Palmanova, attraverso le parole dei suoi abitanti. «Milano cambia ogni giorno; via Padova è un animale che vive», dice un anziano signore che di Milano ama anche il degrado.
Il Teatro Officina, con lo spettacolo Restare umani, propone uno speciale menù à la carte: da Calamandrei a Pasolini, dai morti sul lavoro ai nuovi ecologismi, fino alla strage della scuola di Gorla del 1944. Del resto, questo format di teatro e musica con cappello, per la regia di Massimo de Vita, è fiorito proprio nei luoghi più insoliti: cortili, marciapiedi, angoli delle piazze.
Gli Adriano Community Days, per tutto il week end, offriranno laboratori d’arte, come quello di serigrafia di quartiere a cura dell’artista Sarah Edith, sessioni di yoga e di jogging mattutino – CorriAdriano – concerti e talk letterari. Tra questi, La metropoli e i suoi margini, a cura della rivista di cultura militante La Balena Bianca, che incrocia discorsi sulle periferie, sulla gentrificazione imperversante e sulle utopie urbanistiche.
E poi, lezioni. Il rapper di Pioltello Jack The Smoker insegnerà scrittura in rima, beat e linguaggio di strada ai giovani. Per il Quartiere Adriano «fuggito dal buio notturno, è tempo di veder sorgere l’alba».
Per informazioni sul programma completo, potete cliccare qui.
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