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Tutti conosciamo i Talking Heads ma, questa volta, a far sentire la loro voce saranno altre teste, sempre attive, costantemente al lavoro, anche in questo anno terribile. E lo faranno il primo maggio, nella giornata simbolo dei lavoratori, attraverso “The Working Heads, resistenza creativa!”, una maratona di 7 ore presentata da Display e dedicata ai professionisti dello spettacolo, creativi, artisti, ballerini, attori, registi e maestranze. Sostenuta da Glo e in.HR, “The Working Heads” racconterà le storie che attraversano il mondo dell’arte e dello spettacolo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia: secondo un recentissimo rapporto di Ernst & Young, i ricavi di entertainment e cultura sono crollati del 31% rispetto al 2019, persino più del turismo, che ha perso il 27%. Una percentuale che vale circa 200 miliardi di euro in meno sul giro d’affari.
«Questo impensabile periodo ci ha tolto tante cose, ma ci ha anche dato tempo per ripensarle», ha commentato Michele Franzese, direttore di Scai comunicazione, l’agenzia che ha ideato Display. «È in corso una rivisitazione di tutto ciò che è spettacolo, attraverso spunti creativi nati dall’immobilismo e coadiuvati dal digitale; è tempo di sfruttare il sorgere di nuove idee e di saper reinventare il rapporto con il pubblico per allinearlo al necessario cambiamento già in marcia persino nelle arti più antiche, quali la recitazione e lo spettacolo dal vivo».
Dunque, l’importante è resistere e, in questo atto, in questa predisposizione d’animo, il richiamo esplicito è alla serie tv The Walking Dead, in cui i sopravvissuti a un’apocalisse tentano di sopravvivere a tutti i costi. The Working Heads, allora, porterà le voci delle memoria ma anche i nuovi sguardi, per delineare questo periodo che ha sconvolto lo spettacolo dal vivo e ogni arte performativa, ascoltando dalla viva voce dei protagonisti del cinema, del teatro, della danza, della musica, quali strategie di resistenza sono state messe a punto, quali modalità di produzione e di fruizione sono state immaginate. Come hanno fatto? Come si sono mossi in questo lungo anno di fermo? Cosa hanno inventato per resistere? In quali “luoghi” si sono rifugiati per continuare a produrre e distribuire la loro arte? Insomma, di cose da dire le Working Heads ne avranno tante.
«Un primo maggio alternativo quello proposto da “The Working Heads” il cui scopo è lanciare dal palco virtuale un messaggio di civica “resistenza creativa”», spiegano dall’organizzazione.«Una riflessione collettiva che abbraccia personaggi noti e meno noti, tutti protagonisti della call lanciata da The Working Heads che chiama a raccolto artisti italiani per raccontare le proprie idee e i progetti sviluppati durante la pandemia, quando solo apparentemente era tutto fermo. In pochi giorni raccolte oltre 200 risposte: le 10 idee reputate migliori verranno esposte dagli ideatori sul palco del 1 maggio», continuano.