Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
1° aprile
La collettiva 1° aprile è un raccordo di tecniche e visioni di artisti tra loro differenti, riuniti sotto il segno di un misterioso nume tutelare.
Il messaggio è racchiuso nell’interazione trasversale e ironica delle opere.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
1° aprile
Boris Achour, Jimmie Durham, Christelle Familiari, Matteo Fato, Justin Lowe, Shay Frisch Peri, Paride Petrei, Sergio Sarra, Luca Vitone
Inaugurazione mercoledì 1 aprile 2009 h 18,30.
La collettiva 1° aprile è un raccordo di tecniche e visioni di artisti tra loro differenti, riuniti sotto il segno di un misterioso nume tutelare.
Il messaggio è racchiuso nell'interazione trasversale e ironica delle opere.
Dalle stalagmiti in resina iridescente di Boris Achour che, innalzandosi dal basso verso l'alto, ricercano la verticalità, agli archetipi primigeni delle installazioni di Jimmie Durham, dove animali totemici e simboli arcaici si confondono, in un mondo alterato da sostanze nocive.
Christelle Familiari gioca nei suoi video col movimento e la sovrapposizione dell'immagine, palesando l'invisibilità del corpo. L'effetto di sorpresa che ne deriva ben si riallaccia all'immobilità ironica delle opere di Justin Lowe, dove l’equivoco creato dagli oggetti spinge a percepire inedite figure.
Ciò che non è presente impone la sua forma allo spazio, inscenando una nuova percezione. Come nelle nuvole di Matteo Fato, il cui movimento in china, dato da grandi pennelli cinesi, richiama le rotazioni dell'installazione di Paride Petrei, in cui la velocità spazio-temporale agisce sull'ipofisi umana, evocando il concetto di immortalità del corpo.
Shay Frisch Peri elabora effetti di luce verticalizzati, generati da geometrie a incastro formate da prese elettriche.
Sergio Sarra dà vita a visioni gemellari attualizzando, nei vetri attraversati dal chiarore del neon posto a terra, il concetto di doppio.
Duplici anche i cannocchiali di Luca Vitone che, escludendo però lo sguardo del pubblico, impongono l'impossibilità di una visione comune.
Tornano insistenti elementi quali l'immobilità, l'invisibilità, il disegno, la verticalità, l'ironia e l'immortalità che sussurrano, come un messaggio tra adepti, l'enigma di questa mostra: il 1° aprile 1947 nasceva ad Ancona Gino De Dominicis.
Boris Achour, Jimmie Durham, Christelle Familiari, Matteo Fato, Justin Lowe, Shay Frisch Peri, Paride Petrei, Sergio Sarra, Luca Vitone
Inaugurazione mercoledì 1 aprile 2009 h 18,30.
La collettiva 1° aprile è un raccordo di tecniche e visioni di artisti tra loro differenti, riuniti sotto il segno di un misterioso nume tutelare.
Il messaggio è racchiuso nell'interazione trasversale e ironica delle opere.
Dalle stalagmiti in resina iridescente di Boris Achour che, innalzandosi dal basso verso l'alto, ricercano la verticalità, agli archetipi primigeni delle installazioni di Jimmie Durham, dove animali totemici e simboli arcaici si confondono, in un mondo alterato da sostanze nocive.
Christelle Familiari gioca nei suoi video col movimento e la sovrapposizione dell'immagine, palesando l'invisibilità del corpo. L'effetto di sorpresa che ne deriva ben si riallaccia all'immobilità ironica delle opere di Justin Lowe, dove l’equivoco creato dagli oggetti spinge a percepire inedite figure.
Ciò che non è presente impone la sua forma allo spazio, inscenando una nuova percezione. Come nelle nuvole di Matteo Fato, il cui movimento in china, dato da grandi pennelli cinesi, richiama le rotazioni dell'installazione di Paride Petrei, in cui la velocità spazio-temporale agisce sull'ipofisi umana, evocando il concetto di immortalità del corpo.
Shay Frisch Peri elabora effetti di luce verticalizzati, generati da geometrie a incastro formate da prese elettriche.
Sergio Sarra dà vita a visioni gemellari attualizzando, nei vetri attraversati dal chiarore del neon posto a terra, il concetto di doppio.
Duplici anche i cannocchiali di Luca Vitone che, escludendo però lo sguardo del pubblico, impongono l'impossibilità di una visione comune.
Tornano insistenti elementi quali l'immobilità, l'invisibilità, il disegno, la verticalità, l'ironia e l'immortalità che sussurrano, come un messaggio tra adepti, l'enigma di questa mostra: il 1° aprile 1947 nasceva ad Ancona Gino De Dominicis.
01
aprile 2009
1° aprile
Dal primo al 20 aprile 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CESARE MANZO
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-20; sabato 15,30-19
Vernissage
1 Aprile 2009, h 18,30
Autore