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1° Residency Open Studios
Le giornate saranno dedicate agli open studios alla presenza degli artisti, al termine del periodo di residenza. Sarà possibile scoprire le opere frutto dell’esperienza vissuta nel contesto domestico della sede del progetto e indagare la poetica e la ricerca di ciascuno in relazione agli spazi.
Comunicato stampa
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C.F. Contemporary Fire è lieta di annunciare il primo dei tre periodi di residenza a cura di Caterina Fondelli che si svolgeranno nell’estate 2022. Il ciclo iniziale comprenderà gli artisti Ludovica Anversa; Luca Ceccherini; Justine Neuberger; Paolo Pretolani e Adelisa Selimbasic e avrà luogo dal 23 giugno al 15 luglio 2022.
Le giornate di Sabato 16 e Domenica 17 luglio 2022 saranno dedicate agli open studios alla presenza degli artisti dalle ore 15 alle 21 presso Via Francesca sud, 115 a Poggio Tempesti, Cerreto Guidi (FI).
Sarà possibile scoprire le opere frutto dell’esperienza vissuta nel contesto domestico della sede del progetto e avere un confronto diretto con gli autori, in modo da indagare la poetica e la ricerca di ciascuno in relazione agli spazi che li hanno ospitati.
La prima edizione di residenze di C.F. Contemporary Fire, che si succederanno in tre appuntamenti tra giugno e ottobre 2022, ruota attorno al concetto di honor system, tipico dei paesi britannici, in cui il mutuo scambio e la fiducia fra individui dettano le regole di convivenza sociale e comunitaria. L’idea delle residenze localizzate in un luogo tuttora vissuto da un nucleo familiare, nasce con l’intento di generare incessanti scambi e confronti, sia fra persone, che con l’ambiente naturale circostante, ricco di esemplari vegetali e animali. Il dialogo perpetuo intessuto con le innumerevoli variabili e guidato insieme alla curatrice, consentirà l’interiorizzazione di suggestioni e spunti nell’ottica di un flusso creativo che impatti sul lungo periodo la pratica dei protagonisti coinvolti.
Tutti i percorsi del periodo estivo 2022, saranno caratterizzati da una vita comunitaria in piccoli gruppi di artisti, perché il concetto di condivisione sia portato al massimo su ogni livello: artistico; quotidiano; ambientale, nella piena sostenibilità e nel rispetto di ognuno di tali elementi, in un’atmosfera votata al conseguimento di uno stato di armonia.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione SINERGY GROUP S.A.S. di E. Neri, G. Ammannati, E. Fiumalbi e C. e POLISPORTIVA DILETTANTISTICA OMEGA.
Contatti
info.contemporaryfire@gmail.com
+39 3349874881
Per raggiungerci
43°45'26.4"N 10°49'23.1"E
È sempre possibile organizzare uno studio visit su appuntamento con gli artisti. Per informazioni scriveteci o contattateci.
Caterina Fondelli (1991, San Miniato) è una curatrice di arte contemporanea di base in Toscana. Dopo la laurea in Lingue, letterature e culture artistiche europee, si dedica alla mediazione culturale in istituzioni di prestigio a Londra. Tornata in Italia, ottiene un master in Contemporary Art Markets presso NABA, Milano, collaborando prima da assistente e poi come organizzatrice di mostre per gallerie d’arte contemporanea. Scrive per alcune pubblicazioni del settore e recentemente ha iniziato a dedicarsi alla curatela indipendente, a seguito di un corso in pratiche curatoriali presso la School for Curatorial Studies di Venezia.
Ludovica Anversa (1996, Milano. Vive e lavora a Milano, Italia) si forma presso NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) a Milano. Ponendosi in una dimensione liminale della figurazione, la pittura di Anversa sfugge a una narrazione determinata, generando immagini visivamente instabili e stratificate. I corpi ibridi e le forme organiche che popolano il suo immaginario sembrano avere la qualità transitoria di un’allucinazione ed emergono dalla superficie traslucida dei suoi dipinti in continua tensione tra sensuale e disturbante, lasciando lo sguardo in un limbo di ambiguità. Elementi umani, animali e vegetali sono presenze contraddittorie e metamorfiche che convivono simultaneamente e, contaminandosi senza annientarsi, svelano una complessità sotterranea di forme viscerali e frammentate che persistono ad un livello più profondo, come un ricordo inconscio. L’immagine è così messa in discussione attraverso le sua memoria e i suoi resti: un’immagine in potenza che si manifesta attraverso il suo essere negata, vulnerabile e non esplicita, impronta di una presenza ormai assente ma ancora percepibile.
Nel 2020 ha preso parte al programma di residenza di Palazzo Monti (Brescia, Italia) e Manifattura Tabacchi (Firenze, Italia). Ha esposto il suo lavoro in mostre presso gallerie e fondazioni, tra le quali: “Oh I love Barbie, but I think she's gotten really bad... She's so suburban now”, New Galerie, Parigi, Francia (2022); “Cadavre exquis”, Galleria Massimo Minini, Brescia, Italia (2022); “Les Danses Nocturnes”, curata da EastContemporary, Spread Museum, Entreveaux, Francia (2021); “The Wall Project No.10”, a cura di Artoday, Art Noble, Milano, Italia (2021); “Basta”, a cura di Edoardo Monti, Palazzo Monti, Brescia, Italia (2021); “L’Armonia”, a cura di Sergio Risaliti, Manifattura Tabacchi, Firenze, Italia, (2021); “Transatlantico”, a cura di Edoardo Monti, Mana Contemporary, Jersey City, Stati Uniti (2020); “Atomi”, Galleria Giorgio Galotti, Milano, Italia (2020); “INCONTRO #18 The Ultimate Boon”, a cura di Adrian Paci e Gianni Caravaggio, Fondazione Adolfo Pini, Milano, Italia (2018); “INCONTRO #14 The Call to Adventure”, a cura di Adrian Paci e Gianni Caravaggio, Fondazione Adolfo Pini, Milano, Italia (2018). Nel 2021 è stata la vincitrice del Premio Francesco Fabbri (Pieve di Soligo).
Luca Ceccherini (1993, Arezzo. Vive e lavora a Torino, Italia) ha studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Venezia. Il lavoro di Ceccherini tratta narrazioni e simboli che fanno parte del nostro substrato culturale, siano essi riferimenti alla prima pittura di paesaggio, simbologie medievali o scene di caccia. L'immagine di partenza contiene sempre una carica letterale e iconica densa di senso, implicitamente riconosciuta dallo spettatore. Durante il processo pittorico la figurazione perde molti dei suoi connotati espliciti, la visione si sfuma, alla ricerca di un punto di vista più completo, in grado di osservarne l'insieme totale. L'elemento naturale, come la mimetizzazione del sottobosco o della caccia, diventa "l'inganno" stesso di una pittura che ambisce a mostrare e concedere la figura solo con il tempo. Le forme della natura nascondono e partecipano all'immagine, sono l'espediente che permette lo smarrimento della struttura precedente, dando ampio respiro a nuove e possibili implicazioni visive. La pratica pittorica diviene man mano la protagonista assoluta della scena, diventando un unico con l'immagine stessa. L'opera funge da contenitore per altre possibilità simboliche, e in essa l'intuizione e la scoperta sono gli elementi fondamentali, quelli che permettono all'osservatore di darsi il tempo necessario per assorbire l'immagine e addentrarsi nei nuovi possibili rimandi di senso.
Espone in gallerie e istituzioni come: “Afterwork#2”, Societè Interludio, Torino, Italia (2022); “6 Pittori”, Casa Casorati, Pavarolo, Torino, Italia (2021); “WHERE TO NOW?”, progetto collettivo a cura di Estuario Project Space, Prato, Italia (2019); “Esperantina Pingendi”, Galleria del Teatro Quattro Settembre, Teresina, stato del Piaui, Brasile (2018); “Sentieri di Carda”, Palazzo Giorgi, Poppi, Arezzo, Italia (2017); “Rosss-Opera”, a cura di Adriano Bimbi, Scarperia e San Piero, Firenze, Italia (2017); “Forme e Colori. Accademie di Carrara e Firenze. Due scuole a confronto”, a cura di Adriano Bimbi e Franco Franchi, Fornace Pasquinucci, Capraia e Limite, Firenze, Italia (2016); “Maestri e allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze”, Lyceum club, Firenze, Italia (2016).
Justine Neuberger (1993, Brooklyn, New York. Vive e lavora a New York, Stati Uniti d'America) si laurea in Storia dell’Arte e Studio Art presso l’Oberlin College nel 2015 e consegue un Master all’Hunter College nel 2019. Neuberger realizza dipinti narrativi in cui personaggi in miniatura, sia per le loro dimensioni che per il fatto che molte delle figure sono bambini, giocano / mettono in atto il desiderio e il potere. Le opere sono sature e carnevalesche, le linee morbide, le figure hanno i capelli ricci, prendendo in prestito tecniche pittoriche dall'arte rinascimentale e popolare, sovvertendo la resistenza alla tradizione per il bene del progresso. Tali richiami al folklore e la scala in miniatura della rappresentazione, esprimono un desiderio impossibile di conoscenza del mondo, di poter accarezzare la possibilità di utopia fornita dalle fiabe, che offrono conclusione, stabilità e virtù.
Il suo lavoro è stato incluso in mostre personali e collettive come: “Blue Paintings”, 15 Orient Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2022); “Firmament of Time”, Clima Gallery, Milano, Italia (2021); bi-personale con Vijay Masharani, MiArt, Milano, Italia (2021); “The Frog Show”, Real Pain, New York, NY, Stati Uniti (2021); “Free Fall”, Shoot the Lobster, Los Angeles, CA, Stati Uniti (2021); “Night Shift”, 17 Essex Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2020); “Green World”, 15 Orient Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2019); “Sweet Ice”, Acid Art Space, New York, NY, Stati Uniti (2017).
Paolo Pretolani (1991, Assisi. Vive e lavora a Venezia, Italia) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia dove si specializza in Pittura e di cui continua a seguirne le attività propedeutiche come “Workshop: Laboratorio Aperto” presso il Capannone 35 a Forte Marghera, ed “ExtraOrdinario” presso Vulcano Agency, Marghera, in veste di Tutor di Laboratorio, sia interno che esterno.
La base delle questioni pittoriche di Pretolani si trova nella visione, nell’osservazione come atto creativo, nella pittura come esercizio e opera dello sguardo. L’atto del dipingere ha quindi la valenza di una pratica primariamente concettuale in quanto riflette su se stessa, sui meccanismi percettivi e i procedimenti tecnici che la connotano, i suoi archetipi, codici e feticci, spostando il focus dal soggetto dell’immagine dipinta alla pittura come soggetto del quadro.
Dal 2015 è membro del Collettivo di Artisti Fondazione Malutta con cui realizza diversi progetti espositivi, seminari e residenze, come: “La Torre Maluttona + Mercato babelico”, Monitor Gallery, Roma, Italia (2018); “Collezione Malutta and Black Market”, Monitor Gallery, Roma, Italia (2017); “La Costruzione di un Errore”, Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia, Italia (2017), fra le altre.
Nel 2018/2019 è Assegnatario di uno Studio d’Artista presso la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, dove vince anche il Primo Premio alla 102esima “Collettiva Giovani Artisti” nel 2019, è vincitore anche della Graphic Cover della 103esima edizione, ed è chiamato a realizzare un'opera inedita site-specific all’interno della stessa collettiva nel 2020.
Fra le mostre personali e collettive a cui ha partecipato ricordiamo: "Sono proprio io, ma diventato pazzo", Marina Bastianello Gallery, Mestre, Italia (2021); “Venice Time Case” a cura di Luca Massimo Barbero (2021); “Stasi Frenetica”, GAM, Torino, Italia (2020); “By The Way, A proposito della Giovane Pittura Italiana” a cura di Francesco Annarumma, Galleria Annarumma, Napoli, Italia (2020); "Together We Stand” a cura di Michela Rizzo, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia (2020); “Il Disegno Politico Italiano”, a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti, AplusA Gallery, Venezia, Italia (2019); “Opera Viva”, a cura di Amerigo Nutolo, Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, Italia (2019).
Adelisa Selimbasic (1996, Germania. Vive e lavora a Milano, Italia) è un’artista italo-bosniaca, . laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e ha partecipato a vari workshop come Forte Marghera, curato da Carlo Di Raco e Montagne De Venise, con l’artista Yona Friedman.
Nella sua pittura Selimbasic cerca di dare una percezione del corpo non convenzionale e riconosce come l’unico perfetto sia il proprio; all’interno dei propri lavori l’artista infatti porta lo spettatore ad accettare la sensualità femminile, non necessariamente provocante, senza essere quindi per forza oggetto di fantasie sessuali. La società risulta incentrata sull’estetica e questo in Bosnia, paese d’origine dell’artista, è un problema effettivo. L’utilizzo del corpo femminile (ma, anche quello maschile), che viene fatto nelle comunicazioni, riporta ad una questione molto attuale sulla costante costruzione di una rappresentazione culturale del femminile. Tutta la popolazione è continuamente stimolata dall’immagine, che fa da interlocutore non solo di elementi estetici, ma anche per incanalare informazioni e valori da adottare come modelli, che successivamente vengono spettacolarizzati. L’aumento delle storpiature della realtà attraverso i social porta ad incrementare la nostra visione collettiva della realtà, che, nella visione dell’artista, arriva ad essere pericolosa, in quanto porta a idee e desideri comuni di idealizzazione del corpo. Attraverso un’ironia velata l’artista cerca di esprimere una coscienza più aperta e meno giudicante.
L’artista espone in mostre personali e collettive tra cui: “Love Crush”, a cura di Clara Scola, Anonima Kunsthalle, Varese, Italia (2022); “Siamo sempre stati qui”, Gare82 gallery, Brescia, Italia (2022); “Break-in. Temporal displacement”, a cura di Arnold Braho, The Address gallery, Brescia, Italia (2022); “Non ci incontreremo mai così giovani”, a cura di Luca Zuccala, Galleria IPERCUBO, STATE OF_, Milano, Italia (2021); “O castelos dos destinos cruzados”, Galeria Dinamo, a cura di Giulio Verago, Porto, Portogallo (2021); “Extraordinario”, curata da Daniele Capra e Nico Covre, Vega Vulcano srl, Mestre, Italia (2021).
Selimbasic ha ottenuto vari riconoscimenti come: The Sunny Art Prize; Combat Prize; Arte Laguna Prize ed il Carnello Prize, fra gli altri. La sua opera è inclusa in collezioni fra le quali: Ernesto Esposito; Soho House Roma; Collezione Ettore Rossetta.
Le giornate di Sabato 16 e Domenica 17 luglio 2022 saranno dedicate agli open studios alla presenza degli artisti dalle ore 15 alle 21 presso Via Francesca sud, 115 a Poggio Tempesti, Cerreto Guidi (FI).
Sarà possibile scoprire le opere frutto dell’esperienza vissuta nel contesto domestico della sede del progetto e avere un confronto diretto con gli autori, in modo da indagare la poetica e la ricerca di ciascuno in relazione agli spazi che li hanno ospitati.
La prima edizione di residenze di C.F. Contemporary Fire, che si succederanno in tre appuntamenti tra giugno e ottobre 2022, ruota attorno al concetto di honor system, tipico dei paesi britannici, in cui il mutuo scambio e la fiducia fra individui dettano le regole di convivenza sociale e comunitaria. L’idea delle residenze localizzate in un luogo tuttora vissuto da un nucleo familiare, nasce con l’intento di generare incessanti scambi e confronti, sia fra persone, che con l’ambiente naturale circostante, ricco di esemplari vegetali e animali. Il dialogo perpetuo intessuto con le innumerevoli variabili e guidato insieme alla curatrice, consentirà l’interiorizzazione di suggestioni e spunti nell’ottica di un flusso creativo che impatti sul lungo periodo la pratica dei protagonisti coinvolti.
Tutti i percorsi del periodo estivo 2022, saranno caratterizzati da una vita comunitaria in piccoli gruppi di artisti, perché il concetto di condivisione sia portato al massimo su ogni livello: artistico; quotidiano; ambientale, nella piena sostenibilità e nel rispetto di ognuno di tali elementi, in un’atmosfera votata al conseguimento di uno stato di armonia.
Si ringrazia per la preziosa collaborazione SINERGY GROUP S.A.S. di E. Neri, G. Ammannati, E. Fiumalbi e C. e POLISPORTIVA DILETTANTISTICA OMEGA.
Contatti
info.contemporaryfire@gmail.com
+39 3349874881
Per raggiungerci
43°45'26.4"N 10°49'23.1"E
È sempre possibile organizzare uno studio visit su appuntamento con gli artisti. Per informazioni scriveteci o contattateci.
Caterina Fondelli (1991, San Miniato) è una curatrice di arte contemporanea di base in Toscana. Dopo la laurea in Lingue, letterature e culture artistiche europee, si dedica alla mediazione culturale in istituzioni di prestigio a Londra. Tornata in Italia, ottiene un master in Contemporary Art Markets presso NABA, Milano, collaborando prima da assistente e poi come organizzatrice di mostre per gallerie d’arte contemporanea. Scrive per alcune pubblicazioni del settore e recentemente ha iniziato a dedicarsi alla curatela indipendente, a seguito di un corso in pratiche curatoriali presso la School for Curatorial Studies di Venezia.
Ludovica Anversa (1996, Milano. Vive e lavora a Milano, Italia) si forma presso NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) a Milano. Ponendosi in una dimensione liminale della figurazione, la pittura di Anversa sfugge a una narrazione determinata, generando immagini visivamente instabili e stratificate. I corpi ibridi e le forme organiche che popolano il suo immaginario sembrano avere la qualità transitoria di un’allucinazione ed emergono dalla superficie traslucida dei suoi dipinti in continua tensione tra sensuale e disturbante, lasciando lo sguardo in un limbo di ambiguità. Elementi umani, animali e vegetali sono presenze contraddittorie e metamorfiche che convivono simultaneamente e, contaminandosi senza annientarsi, svelano una complessità sotterranea di forme viscerali e frammentate che persistono ad un livello più profondo, come un ricordo inconscio. L’immagine è così messa in discussione attraverso le sua memoria e i suoi resti: un’immagine in potenza che si manifesta attraverso il suo essere negata, vulnerabile e non esplicita, impronta di una presenza ormai assente ma ancora percepibile.
Nel 2020 ha preso parte al programma di residenza di Palazzo Monti (Brescia, Italia) e Manifattura Tabacchi (Firenze, Italia). Ha esposto il suo lavoro in mostre presso gallerie e fondazioni, tra le quali: “Oh I love Barbie, but I think she's gotten really bad... She's so suburban now”, New Galerie, Parigi, Francia (2022); “Cadavre exquis”, Galleria Massimo Minini, Brescia, Italia (2022); “Les Danses Nocturnes”, curata da EastContemporary, Spread Museum, Entreveaux, Francia (2021); “The Wall Project No.10”, a cura di Artoday, Art Noble, Milano, Italia (2021); “Basta”, a cura di Edoardo Monti, Palazzo Monti, Brescia, Italia (2021); “L’Armonia”, a cura di Sergio Risaliti, Manifattura Tabacchi, Firenze, Italia, (2021); “Transatlantico”, a cura di Edoardo Monti, Mana Contemporary, Jersey City, Stati Uniti (2020); “Atomi”, Galleria Giorgio Galotti, Milano, Italia (2020); “INCONTRO #18 The Ultimate Boon”, a cura di Adrian Paci e Gianni Caravaggio, Fondazione Adolfo Pini, Milano, Italia (2018); “INCONTRO #14 The Call to Adventure”, a cura di Adrian Paci e Gianni Caravaggio, Fondazione Adolfo Pini, Milano, Italia (2018). Nel 2021 è stata la vincitrice del Premio Francesco Fabbri (Pieve di Soligo).
Luca Ceccherini (1993, Arezzo. Vive e lavora a Torino, Italia) ha studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Venezia. Il lavoro di Ceccherini tratta narrazioni e simboli che fanno parte del nostro substrato culturale, siano essi riferimenti alla prima pittura di paesaggio, simbologie medievali o scene di caccia. L'immagine di partenza contiene sempre una carica letterale e iconica densa di senso, implicitamente riconosciuta dallo spettatore. Durante il processo pittorico la figurazione perde molti dei suoi connotati espliciti, la visione si sfuma, alla ricerca di un punto di vista più completo, in grado di osservarne l'insieme totale. L'elemento naturale, come la mimetizzazione del sottobosco o della caccia, diventa "l'inganno" stesso di una pittura che ambisce a mostrare e concedere la figura solo con il tempo. Le forme della natura nascondono e partecipano all'immagine, sono l'espediente che permette lo smarrimento della struttura precedente, dando ampio respiro a nuove e possibili implicazioni visive. La pratica pittorica diviene man mano la protagonista assoluta della scena, diventando un unico con l'immagine stessa. L'opera funge da contenitore per altre possibilità simboliche, e in essa l'intuizione e la scoperta sono gli elementi fondamentali, quelli che permettono all'osservatore di darsi il tempo necessario per assorbire l'immagine e addentrarsi nei nuovi possibili rimandi di senso.
Espone in gallerie e istituzioni come: “Afterwork#2”, Societè Interludio, Torino, Italia (2022); “6 Pittori”, Casa Casorati, Pavarolo, Torino, Italia (2021); “WHERE TO NOW?”, progetto collettivo a cura di Estuario Project Space, Prato, Italia (2019); “Esperantina Pingendi”, Galleria del Teatro Quattro Settembre, Teresina, stato del Piaui, Brasile (2018); “Sentieri di Carda”, Palazzo Giorgi, Poppi, Arezzo, Italia (2017); “Rosss-Opera”, a cura di Adriano Bimbi, Scarperia e San Piero, Firenze, Italia (2017); “Forme e Colori. Accademie di Carrara e Firenze. Due scuole a confronto”, a cura di Adriano Bimbi e Franco Franchi, Fornace Pasquinucci, Capraia e Limite, Firenze, Italia (2016); “Maestri e allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze”, Lyceum club, Firenze, Italia (2016).
Justine Neuberger (1993, Brooklyn, New York. Vive e lavora a New York, Stati Uniti d'America) si laurea in Storia dell’Arte e Studio Art presso l’Oberlin College nel 2015 e consegue un Master all’Hunter College nel 2019. Neuberger realizza dipinti narrativi in cui personaggi in miniatura, sia per le loro dimensioni che per il fatto che molte delle figure sono bambini, giocano / mettono in atto il desiderio e il potere. Le opere sono sature e carnevalesche, le linee morbide, le figure hanno i capelli ricci, prendendo in prestito tecniche pittoriche dall'arte rinascimentale e popolare, sovvertendo la resistenza alla tradizione per il bene del progresso. Tali richiami al folklore e la scala in miniatura della rappresentazione, esprimono un desiderio impossibile di conoscenza del mondo, di poter accarezzare la possibilità di utopia fornita dalle fiabe, che offrono conclusione, stabilità e virtù.
Il suo lavoro è stato incluso in mostre personali e collettive come: “Blue Paintings”, 15 Orient Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2022); “Firmament of Time”, Clima Gallery, Milano, Italia (2021); bi-personale con Vijay Masharani, MiArt, Milano, Italia (2021); “The Frog Show”, Real Pain, New York, NY, Stati Uniti (2021); “Free Fall”, Shoot the Lobster, Los Angeles, CA, Stati Uniti (2021); “Night Shift”, 17 Essex Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2020); “Green World”, 15 Orient Gallery, New York, NY, Stati Uniti (2019); “Sweet Ice”, Acid Art Space, New York, NY, Stati Uniti (2017).
Paolo Pretolani (1991, Assisi. Vive e lavora a Venezia, Italia) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia dove si specializza in Pittura e di cui continua a seguirne le attività propedeutiche come “Workshop: Laboratorio Aperto” presso il Capannone 35 a Forte Marghera, ed “ExtraOrdinario” presso Vulcano Agency, Marghera, in veste di Tutor di Laboratorio, sia interno che esterno.
La base delle questioni pittoriche di Pretolani si trova nella visione, nell’osservazione come atto creativo, nella pittura come esercizio e opera dello sguardo. L’atto del dipingere ha quindi la valenza di una pratica primariamente concettuale in quanto riflette su se stessa, sui meccanismi percettivi e i procedimenti tecnici che la connotano, i suoi archetipi, codici e feticci, spostando il focus dal soggetto dell’immagine dipinta alla pittura come soggetto del quadro.
Dal 2015 è membro del Collettivo di Artisti Fondazione Malutta con cui realizza diversi progetti espositivi, seminari e residenze, come: “La Torre Maluttona + Mercato babelico”, Monitor Gallery, Roma, Italia (2018); “Collezione Malutta and Black Market”, Monitor Gallery, Roma, Italia (2017); “La Costruzione di un Errore”, Teatrino di Palazzo Grassi, Venezia, Italia (2017), fra le altre.
Nel 2018/2019 è Assegnatario di uno Studio d’Artista presso la Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia, dove vince anche il Primo Premio alla 102esima “Collettiva Giovani Artisti” nel 2019, è vincitore anche della Graphic Cover della 103esima edizione, ed è chiamato a realizzare un'opera inedita site-specific all’interno della stessa collettiva nel 2020.
Fra le mostre personali e collettive a cui ha partecipato ricordiamo: "Sono proprio io, ma diventato pazzo", Marina Bastianello Gallery, Mestre, Italia (2021); “Venice Time Case” a cura di Luca Massimo Barbero (2021); “Stasi Frenetica”, GAM, Torino, Italia (2020); “By The Way, A proposito della Giovane Pittura Italiana” a cura di Francesco Annarumma, Galleria Annarumma, Napoli, Italia (2020); "Together We Stand” a cura di Michela Rizzo, Galleria Michela Rizzo, Venezia, Italia (2020); “Il Disegno Politico Italiano”, a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti, AplusA Gallery, Venezia, Italia (2019); “Opera Viva”, a cura di Amerigo Nutolo, Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, Italia (2019).
Adelisa Selimbasic (1996, Germania. Vive e lavora a Milano, Italia) è un’artista italo-bosniaca, . laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e ha partecipato a vari workshop come Forte Marghera, curato da Carlo Di Raco e Montagne De Venise, con l’artista Yona Friedman.
Nella sua pittura Selimbasic cerca di dare una percezione del corpo non convenzionale e riconosce come l’unico perfetto sia il proprio; all’interno dei propri lavori l’artista infatti porta lo spettatore ad accettare la sensualità femminile, non necessariamente provocante, senza essere quindi per forza oggetto di fantasie sessuali. La società risulta incentrata sull’estetica e questo in Bosnia, paese d’origine dell’artista, è un problema effettivo. L’utilizzo del corpo femminile (ma, anche quello maschile), che viene fatto nelle comunicazioni, riporta ad una questione molto attuale sulla costante costruzione di una rappresentazione culturale del femminile. Tutta la popolazione è continuamente stimolata dall’immagine, che fa da interlocutore non solo di elementi estetici, ma anche per incanalare informazioni e valori da adottare come modelli, che successivamente vengono spettacolarizzati. L’aumento delle storpiature della realtà attraverso i social porta ad incrementare la nostra visione collettiva della realtà, che, nella visione dell’artista, arriva ad essere pericolosa, in quanto porta a idee e desideri comuni di idealizzazione del corpo. Attraverso un’ironia velata l’artista cerca di esprimere una coscienza più aperta e meno giudicante.
L’artista espone in mostre personali e collettive tra cui: “Love Crush”, a cura di Clara Scola, Anonima Kunsthalle, Varese, Italia (2022); “Siamo sempre stati qui”, Gare82 gallery, Brescia, Italia (2022); “Break-in. Temporal displacement”, a cura di Arnold Braho, The Address gallery, Brescia, Italia (2022); “Non ci incontreremo mai così giovani”, a cura di Luca Zuccala, Galleria IPERCUBO, STATE OF_, Milano, Italia (2021); “O castelos dos destinos cruzados”, Galeria Dinamo, a cura di Giulio Verago, Porto, Portogallo (2021); “Extraordinario”, curata da Daniele Capra e Nico Covre, Vega Vulcano srl, Mestre, Italia (2021).
Selimbasic ha ottenuto vari riconoscimenti come: The Sunny Art Prize; Combat Prize; Arte Laguna Prize ed il Carnello Prize, fra gli altri. La sua opera è inclusa in collezioni fra le quali: Ernesto Esposito; Soho House Roma; Collezione Ettore Rossetta.
16
luglio 2022
1° Residency Open Studios
Dal 16 al 17 luglio 2022
arte contemporanea
Location
C.F. Contemporary Fire
Fornace, Via Francesca Sud Poggio Tempesti, 115, (FI)
Fornace, Via Francesca Sud Poggio Tempesti, 115, (FI)
Orario di apertura
Sabato 16 e domenica 17 luglio 2022
dalle 15 alle 21
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