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#12 Giornata del contemporaneo
In occasione della Giornata del ContemporaneO, il Rossini Art Site di Briosco ha il piacere di ospitare una tavola rotonda alla quale avranno modo di partecipare alcuni degli artisti che hanno contribuito alla creazione e allo sviluppo della collezione del parco.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Alberto De Braud, Antonio Ievolella e Franz Stahler avranno l’occasione di confrontarsi e raccontare le vicende che li hanno portati a conoscere l'imprenditore e mecenate Alberto Rossini, in un dialogo aperto col pubblico, che sarà poi accompagnato in una visita unica tra le opere del parco, con la spiegazione di chi queste opere le ha concepite ed installate. La giornata sarà anche l'occasione per gli artisti coinvolti di presentare alcune nuove opere, che saranno installate presso il pavilion del Rossini Art Site.
Alberto De Braud, (nato a Milano nel 1959 dove vive e lavora).
Le opere di Alberto De Braud colgono riferimenti quotidiani dal respiro simbolico e vitale, enfatizzandone la dimensione ludica. L’artista è affascinato dalla molteplicità degli oggetti, che nelle sue sculture non perdono occasione di accumularsi e disporsi in sequenze, più o meno ordinate. Le forme, che vengono così messe in scena, evocano sensazioni di fragilità e leggerezza e sono caratterizzate da un costante senso di equilibrio precario e da un’ironica visione della realtà, perennemente in bilico.
Antonio Ievolella, (nato a Benevento nel 1952, dal 1972 vive e lavora a Padova).
Le sculture di Ievolella sono senza tempo, risvegliano memorie ataviche ricche di religiosità, di spiritualità, di archetipi concettuali che conservano il sapore della storia. Le forme che indaga alludono alle cose più semplici, perfino banali, ma è come se fossero viste con gli occhi e lo stupore di un bambino. L’artista si pone costantemente in bilico: tra l’arcaico e il minimale, tra il barbarico e il colto, tra il materico e il concettuale, tra memoria strutturalista e arte povera, tra il senso di contaminazione e di smarrimento e la ricerca di una nuova forma e di una nuova sensibilità. La fisicità è senza dubbio la chiave di lettura delle opere di Ievolella. Non c’è tecnologia, ma il sapiente lavoro delle mani, che continuano, a dispetto di seducenti e troppo facili metodologie operative, a piegare la materia, dura al sentimento dell’artista. Non traspare mai alcuna forma di compiacimento che possa distrarre dal progetto iniziale e lo scenario che si apre ai nostri occhi è il risultato di un’autentica, intensa fatica.
Franz Stahler, (nato nel 1956 a Niederzeuzheim in Germania, vive e lavora principalmente in Italia).
Stähler avvia la propria ricerca artistica approcciandosi alla ceramica, un materiale di facile lavorazione che permette all’artista di modellare direttamente le forme, stimolando l’intento creativo attraverso un contatto essenziale con la natura e la terra. Il limite di questa tecnica consiste per l’artista nella necessità di cottura dei manufatti per cui le dimensioni del forno ostacolano quelle dell’opera finita; per ovviare a tale inconveniente Stähler è costretto ad allargare propri confini, rivolgendo la sua attenzione ad altri materiali, sempre di natura povera, spesso perfino di recupero, comunque profondamente legati alla terra, come il ferro, il legno, il vetro o il mattone, frequentemente accostati fra loro. È dunque facile intuire come le opere così prodotte assorbano gran parte del loro significato iconico dalla scelta dei materiali, derivante da una prudente selezione delle risorse in un mondo dominato da eccessi e rifiuti. Compiendo una sintesi tra forma, struttura e materia, l’artista giunge a rovesciare la fruizione dell’oggetto: così dall’incontro tra la preziosità della materia prima e la funzionalità simbolica delle forme, Stähler investe propone un recupero di valori e un nuovo sguardo verso le cose. Le forme a cui l’artista rivolge la sua attenzione sono quelle della natura: riconosce la purezza di alcuni profili, di alcune strutture prodotte dall’uomo su imitazione delle forme della natura e le riporta in seno a questa, servendosi di manufatti storici manipolati e reinventati in maniera sottilmente lirica.
Alberto De Braud, (nato a Milano nel 1959 dove vive e lavora).
Le opere di Alberto De Braud colgono riferimenti quotidiani dal respiro simbolico e vitale, enfatizzandone la dimensione ludica. L’artista è affascinato dalla molteplicità degli oggetti, che nelle sue sculture non perdono occasione di accumularsi e disporsi in sequenze, più o meno ordinate. Le forme, che vengono così messe in scena, evocano sensazioni di fragilità e leggerezza e sono caratterizzate da un costante senso di equilibrio precario e da un’ironica visione della realtà, perennemente in bilico.
Antonio Ievolella, (nato a Benevento nel 1952, dal 1972 vive e lavora a Padova).
Le sculture di Ievolella sono senza tempo, risvegliano memorie ataviche ricche di religiosità, di spiritualità, di archetipi concettuali che conservano il sapore della storia. Le forme che indaga alludono alle cose più semplici, perfino banali, ma è come se fossero viste con gli occhi e lo stupore di un bambino. L’artista si pone costantemente in bilico: tra l’arcaico e il minimale, tra il barbarico e il colto, tra il materico e il concettuale, tra memoria strutturalista e arte povera, tra il senso di contaminazione e di smarrimento e la ricerca di una nuova forma e di una nuova sensibilità. La fisicità è senza dubbio la chiave di lettura delle opere di Ievolella. Non c’è tecnologia, ma il sapiente lavoro delle mani, che continuano, a dispetto di seducenti e troppo facili metodologie operative, a piegare la materia, dura al sentimento dell’artista. Non traspare mai alcuna forma di compiacimento che possa distrarre dal progetto iniziale e lo scenario che si apre ai nostri occhi è il risultato di un’autentica, intensa fatica.
Franz Stahler, (nato nel 1956 a Niederzeuzheim in Germania, vive e lavora principalmente in Italia).
Stähler avvia la propria ricerca artistica approcciandosi alla ceramica, un materiale di facile lavorazione che permette all’artista di modellare direttamente le forme, stimolando l’intento creativo attraverso un contatto essenziale con la natura e la terra. Il limite di questa tecnica consiste per l’artista nella necessità di cottura dei manufatti per cui le dimensioni del forno ostacolano quelle dell’opera finita; per ovviare a tale inconveniente Stähler è costretto ad allargare propri confini, rivolgendo la sua attenzione ad altri materiali, sempre di natura povera, spesso perfino di recupero, comunque profondamente legati alla terra, come il ferro, il legno, il vetro o il mattone, frequentemente accostati fra loro. È dunque facile intuire come le opere così prodotte assorbano gran parte del loro significato iconico dalla scelta dei materiali, derivante da una prudente selezione delle risorse in un mondo dominato da eccessi e rifiuti. Compiendo una sintesi tra forma, struttura e materia, l’artista giunge a rovesciare la fruizione dell’oggetto: così dall’incontro tra la preziosità della materia prima e la funzionalità simbolica delle forme, Stähler investe propone un recupero di valori e un nuovo sguardo verso le cose. Le forme a cui l’artista rivolge la sua attenzione sono quelle della natura: riconosce la purezza di alcuni profili, di alcune strutture prodotte dall’uomo su imitazione delle forme della natura e le riporta in seno a questa, servendosi di manufatti storici manipolati e reinventati in maniera sottilmente lirica.
15
ottobre 2016
#12 Giornata del contemporaneo
15 ottobre 2016
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
FONDAZIONE PIETRO E ALBERTO ROSSINI
Briosco, Via Col Del Frejus, 3, (Monza E Brianza)
Briosco, Via Col Del Frejus, 3, (Monza E Brianza)
Biglietti
previo accredito: info@rossiniartsite.com
Orario di apertura
Dalle 15.30 alle 17.30
Vernissage
15 Ottobre 2016, ore 15.00
Autore