Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
120 Day Volume. Group Spectre with Event
Nella project room della Galleria si potranno vedere opere di:
Roni Horn, Mark Leckey, Francesca Woodman, Marta Pierobon,
Marc Camille Chaimowicz, Enrico David, Andy Warhol.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
A Palazzo Gallery presenta la proiezione straordinaria del film di 12 ore
Out:1 – Spectre – Noli Me Tangere
di Jacques Rivette
All’interno della mostra in esposizione dal titolo:
120 Day Volume. Group Spectre with Event
Lucy McKenzie
Cosey Fanni Tutti
Enrico David
Simon Thompson
Notte Bianca di Brescia
Sabato 2 Ottobre 2010
Dopo 120 Day Volume. Part I. Interior View. Twilight, Intermission: Simon
Thompson, 120 Day Volume. Outdoor view; Bonnie Camplin Projections,
La proiezione del film di 12 ore, verrà presentata in una sala della galleria all’interno
della mostra che potrà essere visitata dalle 18:00 alle 2:00 am.
Nella project room della Galleria si potranno vedere opere di:
Roni Horn, Mark Leckey, Francesca Woodman, Marta Pierobon,
Marc Camille Chaimowicz, Enrico David, Andy Warhol.
Per ulteriori informazioni sul programma, gli artisti e la proiezione, non esitata a
contattare la galleria chiamando 030/3758554 o scrivendoci a art@apalazzo.net
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
Out:1 – Spectre – Noli Me Tangere
di Jacques Rivette
Nel 1970 Rivette realizza Out: 1 che dura di 12 ore e viene proiettato integralmente
una sola volta. Di seguito Rivette riduce a 4 ore nella versione Out: 1 - Spectre. È il
tema del teatro e dei rapporti con la vita, vi si intrecciano le azioni dei componenti
di una troupe teatrale (idea da L’Histoire de Treize di Balzac).
L'avventura cinematografica di Jacques Rivette è un costante ritorno a quel "luogo
supremo in cui il tempo è abolito", di cui ogni film è un'istantanea e un ricordo.
Out 1: Noli me tangere (1971) è, in questo senso, l'opera che in assoluto ne
restituisce il mistero e il fascino, che più di tutte è rimasta e continua a rimanere in
quella dimensione, nella sua persistente e ostinata invisibilità.
Out:1 è permeato da una densa aura di opera classica, in senso benjaminiano: è
unico, mai distribuito, mostrato al pubblico poche volte, desiderato e inseguito
dagli appassionati e dalla critica più curiosa, difficile da guardare per l'assenza
sistematica di qualsiasi agevolazione verso lo spettatore, a partire dalla durata, oltre
dodici ore: come il Graal, comporta fatica nel raggiungerlo e responsabilità nel
possederlo. La presa di coscienza di questa responsabilità, oltre ad un personale
affetto per l'opera, è il motivo principale della nostra proiezione nel contesto della
mostra attuale. Considerate la rarità del film, nonostante la fama mitica di cui gode,
e la conseguente difficoltà di possederne una copia e avere dunque la possibilità
di una visione approfondita e ripetuta, l’occasione che proponiamo è quindi unica.
Out 1: Noli me tangere è il film ideale per avvicinarsi all'arte di Jacques Rivette. Sia
l'amore per la messa in scena di Howard Hawks, sia il fascino esercitato dalle
pellicole di Jean Renoir diventano due veri poli capaci di orientare la struttura
dell'opera. Ciò che accomuna i due autori - così diversi - nel lavoro di Rivette è la
funzione attribuita al regista: non più demiurgo ma spettatore/traghettatore,
attento a cogliere e a riprodurre le dinamiche che si creano nel tournage. Tanto
nelle improvvisazioni dei due gruppi teatrali, quanto nelle scorribande parigine di
Juliet Berto o di Jean-Pierre Léaud, il regista fa di tutto per occultarsi. Lascia che la
trama, sorretta da un filo flebile quanto lo è l'idea di intrigo espressa ne L'histoire des
Treize di Balzac, si dipani attraverso il tempo (che non è accumulo inesausto di
particolari). Come in un'improvvisazione di teatro, si attendono le reazioni tra i
performer. A ciascun attore il compito di creare il proprio personaggio. Noi, come
Rivette, restiamo a guardare. Ora dopo ora, diamo un senso - che è essenzialmente
ritmico - a ciò che accade.
Jacques Rivette nasce a Rouen l'1 marzo del 1928. Studia al liceo classico cittadino
Corneille, ma presto si fa sentire la passione per il cinema; una volta diplomato
prepara da autodidatta l'esame di ammissione all'IDHEC (Institut des Hautes Etudes
Cinématographiques). Nel 1949 gira il suo primo cortometraggio, Aux quatre coins
(20, in 16 mm e a colori), mai distribuito, e nello stesso anno decide di trasferirsi a
Parigi, dove conosce presto i suoi futuri amici e colleghi: "Per fare del cinema non
c'era altra soluzione. Tuttora non c'è altra soluzione. Parigi era una festa [...]
Avevo un tale di Rouen, che ho peraltro subito perso di vista. Mi aveva dato
appuntamento in una libreria di Place Saint Sulpice, che oggi non c'è più. Sono
arrivato a Parigi al mattino. Un amico mi ospitava, ma abitava lontano, in
periferia. Ho dovuto depositare la valigia da lui e tornare a Parigi alle tre del
pomeriggio. Il gestore della libreria era un giovane attore che lo faceva per
campare. Si chiamava Jean Gruault (e una delle sue amiche era Suzanne
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
Schiffman)." Appena giunto a Parigi, Rivette entra dunque in contatto fin da subito
con il mondo dei cinéphiles parigini. L'esame all'IDHEC non avrà un buon esito, e
nemmeno gli studi di Lettere antiche all'Università di Rouen a cui si è iscritto nel
frattempo sono fruttuosi: l'attenzione di Rivette è tutta rivolta alla sua formazione
cinematografica. Il giovane, assieme a Gruault e a Suzanne Schiffman, frequenta
assiduamente i cineclub del quartiere latino, e soprattutto il Chez les Gars du
Ventilateur in rue Danton, diretto dal giovane professore di Lettere Maurice Schérer.
Il cineclub è frequentato da tutti i giovani cinéphiles futuri protagonisti della Nouvelle
Vague, poco per volta Rivette vi conosce François Truffaut, Claude Chabrol e
Jean-Luc Godard: "Sia con Jean-Luc che con François ci siamo conosciuti nei
mesi seguenti. Allo studio Parnasse davano La règle du jeu. Il martedì ci vado,
all'epoca si sapeva che bisognava andarci il martedì: dopo c'era il dibattito. Io
ero con Gruault ed ecco che ti arriva una specie di monellaccio, e Gruault gli
dice: "Toh, hai messo la cravatta oggi?". E lui risponde: "Sì, in onore di Renoir!" Era
François. Credo che sia stata la prima volta che l'ho visto, poi l'ho incontrato alla
Cinémathèque con Jean-Luc. [...] Credo che Jean-Luc facesse finta di laurearsi
per fare contenti i suoi genitori; Suzanne, credo invece che sia arrivata fino alla
fine di una laurea in Estetica o qualcosa del genere." Mentre prosegue il suo
"apprendistato" dietro la macchina da presa (nel 1950 gira La Quadrille, 40' circa,
con Godard come attore principale assieme ad Anne-Marie Cazalis4, e nel 1952
Le Divertissement, anch'esso di 40'), Rivette inizia presto a collaborare con le riviste
di cinema su cui i giovani amici scrivono già da qualche tempo, prima su La
gazette du cinéma, poi dal 1953 sui Cahiers du cinéma5, di cui diventerà
caporedattore nel 1963. Assieme ai compagni frequenta assiduamente la
Cinémathèque, diretta da Henri Langlois, lo Studio 28, il cinema Broadway e la
Pagode. Rivette, come Truffaut (con cui ha un'amicizia molto stretta, tanto che
Bazin li chiamerà "Rivaut et Truffette"), ha un approccio rigoroso e quasi maniacale
al cinema: "compila schede su schede dei film visti, senza omettere nulla, anche i
nomi del cast tecnico". Il suo carattere riservato e silenzioso ma capace di guizzi
sornioni e taglienti, gli fa guadagnare la reputazione scherzosa di "Saint-Just" del
gruppo: "Era piccolo, lo si vedeva appena. Sembrava che non mangiasse.
Quando sorrideva, spariva completamente dietro i suoi denti superbi. Ma ciò non
significa che fosse meno feroce degli altri". "[...] l'essere tagliente corrispondeva
abbastanza al mio carattere dell'epoca, visto che avevo la reputazione, vera o
falsa che fosse, di essere il Saint-Just del gruppo del gruppo, a me piaceva di più
l'idea di essere un po' l'eminenza grigia, piuttosto che Saint-Just e tutto sommato
Saint-Just era l'eminenza grigia di Robespierre." Argomentazione lucida, logica
esplicativa, uso delle immagini, giudizi tranchant ? sottolineati dall'espressione
"couper dans le vif" accompagnata dal gesto della mano destra che di taglio va
decisa sul palmo dell'altra ? fanno di Rivette il Saint-Just, l'eminenza grigia del
gruppo [...] Come gli altri, Rivette ama il cinema, ma a differenza loro non perde
una proiezione.
Nel 1956 l'autore firma il suo primo mediometraggio, Le coup du Berger (35 mm,
30') scritto a sei mani assieme a Chabrol, che collabora alla produzione, e Charles
Bitsch, che ne cura anche la fotografia; assistente alla regia è Jean-Marie Straub.
Dal punto di vista produttivo il film è un esempio brillante della "cooperatività"
auspicata dai giovani esordienti della Nouvelle Vague, di cui Rivette è uno dei più
accesi sostenitori (è lui ad avere l'idea della Cinéastes associés). L'anno successivo,
inoltre, l'autore compare come attore in Le Beau Serge, opera d'esordio di Chabrol.
Nel 1958 Rivette approda al suo primo lungometraggio, Paris nous appartient (35
mm, 140', poi ridotto a 120' per la distribuzione in provincia), scritto nel 1957 in
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
collaborazione con Jean Gruault e prodotto da Claude Chabrol (AJYM) e François
Truffaut (Les Films du Carrosse): vi appaiono molti amici, fra cui Chabrol, Brialy,
Demy e Godard ? che in occhiali scuri e con piglio sfacciato e polemico interpreta
praticamente se stesso. L'iter produttivo del film è travagliato; i fondi arrivano a
singhiozzo, e l'opera uscirà a Parigi solamente nel 1961. Labirintico e percorso da
uno spirito leggero e giocoso, Paris nous appartient contiene già molti accenni alle
riflessioni che il regista svilupperà con più attenzione nei film immediatamente
successivi: la metropoli tramutata in un dedalo di inseguimenti e incastri, il
nonsense, il complotto, l'ironico farsi beffe della logica narrativa, il fiume debordante
di citazioni più o meno implicite (agli stilemi del cinema noir, alla letteratura, al
teatro, alla politica internazionale, alla vita metropolitana dei giovani parigini).
Nel 1970 realizza Out:1, una saga della durata di dodici ore, proiettato
integralmente solo una volta; la successiva edizione è ridotta a quattro ore. La
pratica della doppia edizione, prima cinematografica e poi televisiva, diventa
sempre più comune. Si delinea il tema del teatro e dei suoi rapporti con la vita, con
le azioni dei componenti di una troupe teatrale pedinate costantemente anche al
di fuori delle prove, laddove il personaggio torna a essere attore-artista prima di
essere uomo. È un'idea balzachiana (da L'histoire des treizes) e Rivette,
appassionato di letteratura francese del XIX secolo, la sposa in pieno.
Nel 1974 gira il film Céline et Julie vont en bateau, ispirato ad Alice nel paese delle
meraviglie. Duelle e Noroît del 1976 sono film sul rapporto tra sogno e fiaba insieme
ad una riflessione sul linguaggio cinematografico e sulla potenzialità comunicativa
del cinema che continua con il film Merry-go-round del 1977. Rivette propone di
opera in opera un cinema sospeso, liquido, ostico ma al tempo stesso terribilmente
affascinante: la donna è spesso il centro di storie che hanno la perfezione
geometrica e stilistica del triangolo equilatero.
Ambienta nella Parigi dei suoi primi film Le pont du nord (1981) e Paris s'en va
(1981). In L'amour par terre (1983) con Jane Birkin e Geraldine Chaplin, ambientato
in una villa liberty, sono protagoniste di una ipotetica recita e di un dibattito
sull'amore.
Ne La bella scontrosa (1991), di nuovo distribuito sia in versione integrale di quattro
ore sia in versione accorciata a due, Emanuelle Béart diventa simbolo e
celebrazione di una monade femminile imperscrutabile e ignota all'universo
maschile.
Dopo il doppio bel film sulla figura di Giovanna d'Arco (Giovanna d'Arco - Parte I:
Le battaglie e Giovanna d'Arco - Parte I: Le prigioni, rispettivamente del 1993 e del
1994), ritroviamo ancora Emanuelle Béart in Storia di Marie e Julienne, uscito in
Italia nell'estate del 1993 e, a torto, ignorato dal pubblico. Un amore impossibile,
fatale e necessario sospeso nella dimensione del sogno. Opera di un autore
maturo ancora in grado di stupire. Nel 2007 esce La duchessa di Langeais. Rivette
si confronta con la letteratura e, partendo da Balzac, restituisce al cinema la
dimensione e i tempi della lettura insieme al lento stillicidio della passione amorosa
grazie anche alla magistrale interpretazione dello scomparso Guillaume Depardieu.
Nel 2009 ritorna al cinema con Questione di punti di vista presentato al Festival di
Venezia.
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
A Palazzo Gallery presenta la proiezione straordinaria del film di 12 ore
Out:1 – Spectre – Noli Me Tangere
di Jacques Rivette
All’interno della mostra in esposizione dal titolo:
120 Day Volume. Group Spectre with Event
Lucy McKenzie
Cosey Fanni Tutti
Enrico David
Simon Thompson
Notte Bianca di Brescia
Sabato 2 Ottobre 2010
Dopo 120 Day Volume. Part I. Interior View. Twilight, Intermission: Simon
Thompson, 120 Day Volume. Outdoor view; Bonnie Camplin Projections,
La proiezione del film di 12 ore, verrà presentata in una sala della galleria all’interno
della mostra che potrà essere visitata dalle 18:00 alle 2:00 am.
Nella project room della Galleria si potranno vedere opere di:
Roni Horn, Mark Leckey, Francesca Woodman, Marta Pierobon,
Marc Camille Chaimowicz, Enrico David, Andy Warhol.
Per ulteriori informazioni sul programma, gli artisti e la proiezione, non esitata a
contattare la galleria chiamando 030/3758554 o scrivendoci a art@apalazzo.net
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
Out:1 – Spectre – Noli Me Tangere
di Jacques Rivette
Nel 1970 Rivette realizza Out: 1 che dura di 12 ore e viene proiettato integralmente
una sola volta. Di seguito Rivette riduce a 4 ore nella versione Out: 1 - Spectre. È il
tema del teatro e dei rapporti con la vita, vi si intrecciano le azioni dei componenti
di una troupe teatrale (idea da L’Histoire de Treize di Balzac).
L'avventura cinematografica di Jacques Rivette è un costante ritorno a quel "luogo
supremo in cui il tempo è abolito", di cui ogni film è un'istantanea e un ricordo.
Out 1: Noli me tangere (1971) è, in questo senso, l'opera che in assoluto ne
restituisce il mistero e il fascino, che più di tutte è rimasta e continua a rimanere in
quella dimensione, nella sua persistente e ostinata invisibilità.
Out:1 è permeato da una densa aura di opera classica, in senso benjaminiano: è
unico, mai distribuito, mostrato al pubblico poche volte, desiderato e inseguito
dagli appassionati e dalla critica più curiosa, difficile da guardare per l'assenza
sistematica di qualsiasi agevolazione verso lo spettatore, a partire dalla durata, oltre
dodici ore: come il Graal, comporta fatica nel raggiungerlo e responsabilità nel
possederlo. La presa di coscienza di questa responsabilità, oltre ad un personale
affetto per l'opera, è il motivo principale della nostra proiezione nel contesto della
mostra attuale. Considerate la rarità del film, nonostante la fama mitica di cui gode,
e la conseguente difficoltà di possederne una copia e avere dunque la possibilità
di una visione approfondita e ripetuta, l’occasione che proponiamo è quindi unica.
Out 1: Noli me tangere è il film ideale per avvicinarsi all'arte di Jacques Rivette. Sia
l'amore per la messa in scena di Howard Hawks, sia il fascino esercitato dalle
pellicole di Jean Renoir diventano due veri poli capaci di orientare la struttura
dell'opera. Ciò che accomuna i due autori - così diversi - nel lavoro di Rivette è la
funzione attribuita al regista: non più demiurgo ma spettatore/traghettatore,
attento a cogliere e a riprodurre le dinamiche che si creano nel tournage. Tanto
nelle improvvisazioni dei due gruppi teatrali, quanto nelle scorribande parigine di
Juliet Berto o di Jean-Pierre Léaud, il regista fa di tutto per occultarsi. Lascia che la
trama, sorretta da un filo flebile quanto lo è l'idea di intrigo espressa ne L'histoire des
Treize di Balzac, si dipani attraverso il tempo (che non è accumulo inesausto di
particolari). Come in un'improvvisazione di teatro, si attendono le reazioni tra i
performer. A ciascun attore il compito di creare il proprio personaggio. Noi, come
Rivette, restiamo a guardare. Ora dopo ora, diamo un senso - che è essenzialmente
ritmico - a ciò che accade.
Jacques Rivette nasce a Rouen l'1 marzo del 1928. Studia al liceo classico cittadino
Corneille, ma presto si fa sentire la passione per il cinema; una volta diplomato
prepara da autodidatta l'esame di ammissione all'IDHEC (Institut des Hautes Etudes
Cinématographiques). Nel 1949 gira il suo primo cortometraggio, Aux quatre coins
(20, in 16 mm e a colori), mai distribuito, e nello stesso anno decide di trasferirsi a
Parigi, dove conosce presto i suoi futuri amici e colleghi: "Per fare del cinema non
c'era altra soluzione. Tuttora non c'è altra soluzione. Parigi era una festa [...]
Avevo un tale di Rouen, che ho peraltro subito perso di vista. Mi aveva dato
appuntamento in una libreria di Place Saint Sulpice, che oggi non c'è più. Sono
arrivato a Parigi al mattino. Un amico mi ospitava, ma abitava lontano, in
periferia. Ho dovuto depositare la valigia da lui e tornare a Parigi alle tre del
pomeriggio. Il gestore della libreria era un giovane attore che lo faceva per
campare. Si chiamava Jean Gruault (e una delle sue amiche era Suzanne
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
Schiffman)." Appena giunto a Parigi, Rivette entra dunque in contatto fin da subito
con il mondo dei cinéphiles parigini. L'esame all'IDHEC non avrà un buon esito, e
nemmeno gli studi di Lettere antiche all'Università di Rouen a cui si è iscritto nel
frattempo sono fruttuosi: l'attenzione di Rivette è tutta rivolta alla sua formazione
cinematografica. Il giovane, assieme a Gruault e a Suzanne Schiffman, frequenta
assiduamente i cineclub del quartiere latino, e soprattutto il Chez les Gars du
Ventilateur in rue Danton, diretto dal giovane professore di Lettere Maurice Schérer.
Il cineclub è frequentato da tutti i giovani cinéphiles futuri protagonisti della Nouvelle
Vague, poco per volta Rivette vi conosce François Truffaut, Claude Chabrol e
Jean-Luc Godard: "Sia con Jean-Luc che con François ci siamo conosciuti nei
mesi seguenti. Allo studio Parnasse davano La règle du jeu. Il martedì ci vado,
all'epoca si sapeva che bisognava andarci il martedì: dopo c'era il dibattito. Io
ero con Gruault ed ecco che ti arriva una specie di monellaccio, e Gruault gli
dice: "Toh, hai messo la cravatta oggi?". E lui risponde: "Sì, in onore di Renoir!" Era
François. Credo che sia stata la prima volta che l'ho visto, poi l'ho incontrato alla
Cinémathèque con Jean-Luc. [...] Credo che Jean-Luc facesse finta di laurearsi
per fare contenti i suoi genitori; Suzanne, credo invece che sia arrivata fino alla
fine di una laurea in Estetica o qualcosa del genere." Mentre prosegue il suo
"apprendistato" dietro la macchina da presa (nel 1950 gira La Quadrille, 40' circa,
con Godard come attore principale assieme ad Anne-Marie Cazalis4, e nel 1952
Le Divertissement, anch'esso di 40'), Rivette inizia presto a collaborare con le riviste
di cinema su cui i giovani amici scrivono già da qualche tempo, prima su La
gazette du cinéma, poi dal 1953 sui Cahiers du cinéma5, di cui diventerà
caporedattore nel 1963. Assieme ai compagni frequenta assiduamente la
Cinémathèque, diretta da Henri Langlois, lo Studio 28, il cinema Broadway e la
Pagode. Rivette, come Truffaut (con cui ha un'amicizia molto stretta, tanto che
Bazin li chiamerà "Rivaut et Truffette"), ha un approccio rigoroso e quasi maniacale
al cinema: "compila schede su schede dei film visti, senza omettere nulla, anche i
nomi del cast tecnico". Il suo carattere riservato e silenzioso ma capace di guizzi
sornioni e taglienti, gli fa guadagnare la reputazione scherzosa di "Saint-Just" del
gruppo: "Era piccolo, lo si vedeva appena. Sembrava che non mangiasse.
Quando sorrideva, spariva completamente dietro i suoi denti superbi. Ma ciò non
significa che fosse meno feroce degli altri". "[...] l'essere tagliente corrispondeva
abbastanza al mio carattere dell'epoca, visto che avevo la reputazione, vera o
falsa che fosse, di essere il Saint-Just del gruppo del gruppo, a me piaceva di più
l'idea di essere un po' l'eminenza grigia, piuttosto che Saint-Just e tutto sommato
Saint-Just era l'eminenza grigia di Robespierre." Argomentazione lucida, logica
esplicativa, uso delle immagini, giudizi tranchant ? sottolineati dall'espressione
"couper dans le vif" accompagnata dal gesto della mano destra che di taglio va
decisa sul palmo dell'altra ? fanno di Rivette il Saint-Just, l'eminenza grigia del
gruppo [...] Come gli altri, Rivette ama il cinema, ma a differenza loro non perde
una proiezione.
Nel 1956 l'autore firma il suo primo mediometraggio, Le coup du Berger (35 mm,
30') scritto a sei mani assieme a Chabrol, che collabora alla produzione, e Charles
Bitsch, che ne cura anche la fotografia; assistente alla regia è Jean-Marie Straub.
Dal punto di vista produttivo il film è un esempio brillante della "cooperatività"
auspicata dai giovani esordienti della Nouvelle Vague, di cui Rivette è uno dei più
accesi sostenitori (è lui ad avere l'idea della Cinéastes associés). L'anno successivo,
inoltre, l'autore compare come attore in Le Beau Serge, opera d'esordio di Chabrol.
Nel 1958 Rivette approda al suo primo lungometraggio, Paris nous appartient (35
mm, 140', poi ridotto a 120' per la distribuzione in provincia), scritto nel 1957 in
A Palazzo Gallery
GALLERIA BERSI SERLINI MIGLIORATI RUSCONI SRL
PIAZZA TEBALDO BRUSATO 35 - 25100 BRESCIA – ITALIA
C.F./P.I.: IT 02964800987 / www.apalazzo.net
collaborazione con Jean Gruault e prodotto da Claude Chabrol (AJYM) e François
Truffaut (Les Films du Carrosse): vi appaiono molti amici, fra cui Chabrol, Brialy,
Demy e Godard ? che in occhiali scuri e con piglio sfacciato e polemico interpreta
praticamente se stesso. L'iter produttivo del film è travagliato; i fondi arrivano a
singhiozzo, e l'opera uscirà a Parigi solamente nel 1961. Labirintico e percorso da
uno spirito leggero e giocoso, Paris nous appartient contiene già molti accenni alle
riflessioni che il regista svilupperà con più attenzione nei film immediatamente
successivi: la metropoli tramutata in un dedalo di inseguimenti e incastri, il
nonsense, il complotto, l'ironico farsi beffe della logica narrativa, il fiume debordante
di citazioni più o meno implicite (agli stilemi del cinema noir, alla letteratura, al
teatro, alla politica internazionale, alla vita metropolitana dei giovani parigini).
Nel 1970 realizza Out:1, una saga della durata di dodici ore, proiettato
integralmente solo una volta; la successiva edizione è ridotta a quattro ore. La
pratica della doppia edizione, prima cinematografica e poi televisiva, diventa
sempre più comune. Si delinea il tema del teatro e dei suoi rapporti con la vita, con
le azioni dei componenti di una troupe teatrale pedinate costantemente anche al
di fuori delle prove, laddove il personaggio torna a essere attore-artista prima di
essere uomo. È un'idea balzachiana (da L'histoire des treizes) e Rivette,
appassionato di letteratura francese del XIX secolo, la sposa in pieno.
Nel 1974 gira il film Céline et Julie vont en bateau, ispirato ad Alice nel paese delle
meraviglie. Duelle e Noroît del 1976 sono film sul rapporto tra sogno e fiaba insieme
ad una riflessione sul linguaggio cinematografico e sulla potenzialità comunicativa
del cinema che continua con il film Merry-go-round del 1977. Rivette propone di
opera in opera un cinema sospeso, liquido, ostico ma al tempo stesso terribilmente
affascinante: la donna è spesso il centro di storie che hanno la perfezione
geometrica e stilistica del triangolo equilatero.
Ambienta nella Parigi dei suoi primi film Le pont du nord (1981) e Paris s'en va
(1981). In L'amour par terre (1983) con Jane Birkin e Geraldine Chaplin, ambientato
in una villa liberty, sono protagoniste di una ipotetica recita e di un dibattito
sull'amore.
Ne La bella scontrosa (1991), di nuovo distribuito sia in versione integrale di quattro
ore sia in versione accorciata a due, Emanuelle Béart diventa simbolo e
celebrazione di una monade femminile imperscrutabile e ignota all'universo
maschile.
Dopo il doppio bel film sulla figura di Giovanna d'Arco (Giovanna d'Arco - Parte I:
Le battaglie e Giovanna d'Arco - Parte I: Le prigioni, rispettivamente del 1993 e del
1994), ritroviamo ancora Emanuelle Béart in Storia di Marie e Julienne, uscito in
Italia nell'estate del 1993 e, a torto, ignorato dal pubblico. Un amore impossibile,
fatale e necessario sospeso nella dimensione del sogno. Opera di un autore
maturo ancora in grado di stupire. Nel 2007 esce La duchessa di Langeais. Rivette
si confronta con la letteratura e, partendo da Balzac, restituisce al cinema la
dimensione e i tempi della lettura insieme al lento stillicidio della passione amorosa
grazie anche alla magistrale interpretazione dello scomparso Guillaume Depardieu.
Nel 2009 ritorna al cinema con Questione di punti di vista presentato al Festival di
Venezia.
02
ottobre 2010
120 Day Volume. Group Spectre with Event
Dal 02 ottobre al 02 novembre 2010
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
A PALAZZO GALLERY
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 35, (Brescia)
Brescia, Piazza Tebaldo Brusato, 35, (Brescia)
Vernissage
2 Ottobre 2010, ore 18
Autore