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1800-1950. Vedute di Milano e dintorni
un’eccezionale rassegna di paesaggi di Milano e di quei luoghi che tra il 1800 e il 1950 entrano a far parte a pieno titolo della vita della città
Comunicato stampa
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La SILBERNAGL Antichità dopo le mostre di vedute lombarde e non del 1990, presenta a distanza di quindici anni, nella sua sede milanese di Via Borgospesso, un’eccezionale rassegna di paesaggi di Milano e di quei luoghi che tra il 1800 e il 1950 entrano a far parte a pieno titolo della vita della città: la campagna, amata e coltivata dalla nobiltà milanese, che dall’Inghilterra in modo particolare eredita verso l’agricoltura un senso capitalistico; i laghi, che proprio nel corso dell’Ottocento assumono il senso di siti dove si consuma un vero e proprio otium estivo e non; la montagna, meta delle prime escursioni alpinistiche.
La vita milanese dunque, con le sue profondissime trasformazioni nel corso del lungo periodo considerato, è al centro della mostra, per la quale è stato redatto un esauriente catalogo a cura di Raffaella Silbernagl.
Le opere in esposizione sono 35, tra incisioni e maggior parte olii, oltre alla presenza di un grande modello in legno del Duomo di Milano, dell’inizio dell’800, realizzato secondo quella che fu la facciata scelta da Amati e Zanoja sotto il segno gotico elaborato da Carlo Buzzi.
In rassegna si potranno ammirare rappresentazioni del Duomo di Milano, iniziato nel 1385 e concluso per decreto regio tra il 1805 e il 1814, e considerato dai milanesi, anche grazie al revival gotico, tipico del romanticismo, “opera mirabile”, simbolo di riscatto, di unità civile e di identità nazionale; dei bastioni, che da passeggiata per gentiluomini si trasforma a via principale della città; di San Babila, che negli anni 70-80 dell’Ottocento perde, come altre chiese, la sua facciata barocca; della chiesa di San Celso in corso Italia, che in epoca appena antecedente al grande boom edilizio post-unitario, che sancì la prima grande espansione architettonica della città, si trovava in periferia; di Piazza Vetra dipinta con le sue case colorate, come fosse un mercato; dei Navigli, che in nome della modernità subiscono definitivamente la loro copertura e interramento nel 1930, facendo perdere a Milano la sua vocazione di città d’acqua, lascito romano portato avanti nell’epoca dei comuni e in epoca viscontea e sforzesca. E mentre la Milano postbellica si presenta come la città del passeggio frettoloso e dei caffè, crescono le “smanie per la villeggiatura” e i laghi di Como e del varesotto, la montagna e la campagna lombarda, ed in seguito, la vicina Liguria, sono ancora i luoghi prediletti per il fine settimana, vero e proprio punto fermo del vivere urbano d’élite, oggi forse più che allora teso a trovare nella natura, o al di fuori della propria città, una quiete dei sensi.
Fra gli autori di questo straordinario viaggio, che ci conducono per le vie di Milano, nelle piazze, a sostare nelle chiese o nei caffè, o a prendere e partire, seppure per poco tempo, al di fuori dell’usuale contesto cittadino, compaiono artisti che oggi si stanno riscoprendo, o anche nomi conosciuti per le loro grandi capacità pittoriche e comunicative. In testa Giovanni Segantini, che ridà memoria a posti cancellati, quali i navigli, Giuseppe Bisi, che ci disarma rappresentando una tempesta; Carlo e Giuseppe Canella, abile vedutista nel rendere le prospettive degli scorci urbani monumentali l’uno, paesaggista che apprende l’arte di imitare la natura viaggiando l’altro; Achille Dovera, interprete acuto e sensibile della poesia del lago; Giovan Battista Lelli, Federico Moja e altri ancora.
La vita milanese dunque, con le sue profondissime trasformazioni nel corso del lungo periodo considerato, è al centro della mostra, per la quale è stato redatto un esauriente catalogo a cura di Raffaella Silbernagl.
Le opere in esposizione sono 35, tra incisioni e maggior parte olii, oltre alla presenza di un grande modello in legno del Duomo di Milano, dell’inizio dell’800, realizzato secondo quella che fu la facciata scelta da Amati e Zanoja sotto il segno gotico elaborato da Carlo Buzzi.
In rassegna si potranno ammirare rappresentazioni del Duomo di Milano, iniziato nel 1385 e concluso per decreto regio tra il 1805 e il 1814, e considerato dai milanesi, anche grazie al revival gotico, tipico del romanticismo, “opera mirabile”, simbolo di riscatto, di unità civile e di identità nazionale; dei bastioni, che da passeggiata per gentiluomini si trasforma a via principale della città; di San Babila, che negli anni 70-80 dell’Ottocento perde, come altre chiese, la sua facciata barocca; della chiesa di San Celso in corso Italia, che in epoca appena antecedente al grande boom edilizio post-unitario, che sancì la prima grande espansione architettonica della città, si trovava in periferia; di Piazza Vetra dipinta con le sue case colorate, come fosse un mercato; dei Navigli, che in nome della modernità subiscono definitivamente la loro copertura e interramento nel 1930, facendo perdere a Milano la sua vocazione di città d’acqua, lascito romano portato avanti nell’epoca dei comuni e in epoca viscontea e sforzesca. E mentre la Milano postbellica si presenta come la città del passeggio frettoloso e dei caffè, crescono le “smanie per la villeggiatura” e i laghi di Como e del varesotto, la montagna e la campagna lombarda, ed in seguito, la vicina Liguria, sono ancora i luoghi prediletti per il fine settimana, vero e proprio punto fermo del vivere urbano d’élite, oggi forse più che allora teso a trovare nella natura, o al di fuori della propria città, una quiete dei sensi.
Fra gli autori di questo straordinario viaggio, che ci conducono per le vie di Milano, nelle piazze, a sostare nelle chiese o nei caffè, o a prendere e partire, seppure per poco tempo, al di fuori dell’usuale contesto cittadino, compaiono artisti che oggi si stanno riscoprendo, o anche nomi conosciuti per le loro grandi capacità pittoriche e comunicative. In testa Giovanni Segantini, che ridà memoria a posti cancellati, quali i navigli, Giuseppe Bisi, che ci disarma rappresentando una tempesta; Carlo e Giuseppe Canella, abile vedutista nel rendere le prospettive degli scorci urbani monumentali l’uno, paesaggista che apprende l’arte di imitare la natura viaggiando l’altro; Achille Dovera, interprete acuto e sensibile della poesia del lago; Giovan Battista Lelli, Federico Moja e altri ancora.
25
ottobre 2005
1800-1950. Vedute di Milano e dintorni
Dal 25 ottobre al 26 novembre 2005
arte moderna
Location
SILBERNAGL
Milano, Via Borgospesso, 4, (Milano)
Milano, Via Borgospesso, 4, (Milano)
Orario di apertura
da mart. a sab. 10.30-13 e 14-19, lun. 15-19
Vernissage
25 Ottobre 2005, ore 17-22
Ufficio stampa
VISIONI D'ARTISTA
Autore
Curatore