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1905-2005. L’estetica della velocità. “Poesia” e universo futuribile
Dal mito della macchina all’uomo dinamico nelle opere dei maestri del Futurismo
Comunicato stampa
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L’Università dell’Insubria - in collaborazione con il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, il Comune e la Provincia di Varese – organizza, in occasione dei cento anni dalla nascita della rivista “Poesia” (fondata nel 1904 da Filippo Tommaso Marinetti e uscita per la prima volta nel gennaio del 1905), una serie di eventi seminariali ed espositivi volti a celebrare la figura del teorico del Futurismo e ad approfondire aspetti inediti della sua poliedrica attività.
Previsti per il mese di settembre, i seminari saranno dedicati alla connessione fra Futurismo e scienza, alle intuizioni straordinarie contenute nella “Ricostruzione futurista dell’universo” e, ancora, al rapporto fra la storia di Varese e il mito della velocità. Previsti per i mesi di ottobre e novembre, gli eventi espositivi intendono, invece, presentare al pubblico un nucleo cospicuo di documenti originali futuristi, legati all’esperienza specifica della rivista “Poesia”, alle pubblicazioni (in prima edizione) firmate dai vari protagonisti del movimento (da Palazzeschi a Soffici a Depero a Sant’Elia) e alla divulgazione stessa delle teorie futuriste attraverso i più celebri manifesti, i volantini e gli inserti dei giornali dell’epoca. Si tratta, nel complesso, di un centinaio di volumi e di una settantina di affiche acquisiti recentemente dall’Università e presentati al pubblico per la prima volta.
La mostra propriamente iconografica prevede l’esposizione di circa settanta opere - fra pittura, grafica e disegni - cui spetta il compito di chiudere idealmente il percorso di studio avviato dai seminari proponendo un tema classico della ricerca futurista, quello della velocità, legato da un lato allo spirito di “Poesia”, dall’altro alla storia stessa del territorio varesino (segnato per esempio dall’attività dell’Aermacchi, protagonista dell’industria aeronautica italiana sin dal 1913).
Analizzando il primo appello che Filippo Tommaso Marinetti lanciò, nel febbraio del 1909, attraverso le pagine del giornale francese Le F**aro, accanto “all’amore del pericolo” al “movimento aggressivo”, alla “lotta” e alla “ribellione”, Marinetti celebra “una nuova bellezza” di cui – dice- il mondo s’è arricchito agli esordi della modernità. È “la bellezza della velocità”. Identificata ora con un’automobile da corsa, ora con i convogli di un treno proiettato lungo i binari e, ancora, con i piroscafi e gli aeroplani, “la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta”.
Il mito della rapidità, della prontezza, dello “scatto” viene - insomma - identificato con tutte le diavolerie meccaniche figlie della nuova epoca, che suggeriscono al fondatore del Futurismo un immaginario ricchissimo di temi. Soggetti utili ad esaltare il dinamismo della vita moderna e attorno ai quali si svilupparono le prime ricerche figurative di autori del calibro di Umberto Boccioni (con un’opera come Filari d’alberi del 1908), Luigi Russolo (con I Lampi del 1909-10) o Aroldo Bonzagni (con la sua splendida Locomotiva in corsa del 1911-12). Partendo da opere d’impianto
ancora divisionista l’esposizione analizzerà dunque immagini che preannuncino i soggetti futuristi degli anni Dieci, dove la composizione dinamica, il moltiplicarsi dei punti di fuga e la pennellata libera da ogni schematismo sembrano profetizzare le novità tematiche e formali della prima avanguardia italiana del Novecento.
L’entusiasmo per la velocità, per i nuovi mezzi di trasporto, per la “vita accelerata”, rappresentano le visioni di un mondo nuovo. Di un universo futuribile. Ecco allora opere sintomatiche come Il treno partorito dal sole di Fortunato Depero (conservato presso la Fondazione La Ghironda di Bologna) o Linee di velocità+forma+rumore di Giacomo Balla, prestato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma o, ancora, Forze ascensionali di Gerardo Dottori (dalla collezione dei Musei Civici di Brescia).
Accanto a un percorso iconografico tradizionale - compreso, dunque, fra le prove degli esordi e gli epiloghi significativi del Secondo Futurismo – l’attenzione si focalizzerà sulle diverse interpretazioni del concetto di velocità. Da un lato sulla sua accezione puramente dinamica, con una carrellata di immagini dedicate ai soggetti classici del volo, della ferrovia, dell’automobile e via dicendo; dall’altro lato sul valore “mentale” dell’idea di velocità, che si concretizza in visioni deformate, dove i vortici luminosi, le tensioni fra le linee-forza, le figure che si scompongono e ricompongono sono le soluzioni linguistiche ideali per la resa di sensazioni, di emozioni.
Diviso in quattro sezioni tematiche - dedicate all’iconografia della macchina, a quella dell’atleta, al concetto di dinamismo e al rapporto fra città e velocità - il percorso della mostra copre un periodo di tempo compreso fra il 1910 e il 1935, e ricostruisce per tappe l’opera dei grandi protagonisti del movimento, dai maestri fondatori ai portavoce dell’aeropittura. Fra i tanti nomi presenti, spiccano quelli di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Mario Sironi, Luigi Russolo, Roberto Baldessari, Benedetta, Felix Delmarle, Renato Di Bosso, Nicola Djulgheroff, Tato e Mino Rosso.
Le celebrazioni per il centenario della nascita di “Poesia” saranno corredate da un catalogo generale edito da Insubria University Press. Il catalogo, diviso per sezioni, comprenderà la presentazione di tutto il materiale documentario con schede tecniche delle edizioni esposte e dei diversi manifesti presentati. Per la sezione iconografica sono previsti testi dei curatori (Chiara Gatti e Francesco Tedeschi) e interventi critici di Ester Coen e Elena Pontiggia, oltre alle schede scientifiche di tutte le opere in mostra, a cura di Patrizia Foglia, e ai consueti apparati bio e bibliografici.
Previsti per il mese di settembre, i seminari saranno dedicati alla connessione fra Futurismo e scienza, alle intuizioni straordinarie contenute nella “Ricostruzione futurista dell’universo” e, ancora, al rapporto fra la storia di Varese e il mito della velocità. Previsti per i mesi di ottobre e novembre, gli eventi espositivi intendono, invece, presentare al pubblico un nucleo cospicuo di documenti originali futuristi, legati all’esperienza specifica della rivista “Poesia”, alle pubblicazioni (in prima edizione) firmate dai vari protagonisti del movimento (da Palazzeschi a Soffici a Depero a Sant’Elia) e alla divulgazione stessa delle teorie futuriste attraverso i più celebri manifesti, i volantini e gli inserti dei giornali dell’epoca. Si tratta, nel complesso, di un centinaio di volumi e di una settantina di affiche acquisiti recentemente dall’Università e presentati al pubblico per la prima volta.
La mostra propriamente iconografica prevede l’esposizione di circa settanta opere - fra pittura, grafica e disegni - cui spetta il compito di chiudere idealmente il percorso di studio avviato dai seminari proponendo un tema classico della ricerca futurista, quello della velocità, legato da un lato allo spirito di “Poesia”, dall’altro alla storia stessa del territorio varesino (segnato per esempio dall’attività dell’Aermacchi, protagonista dell’industria aeronautica italiana sin dal 1913).
Analizzando il primo appello che Filippo Tommaso Marinetti lanciò, nel febbraio del 1909, attraverso le pagine del giornale francese Le F**aro, accanto “all’amore del pericolo” al “movimento aggressivo”, alla “lotta” e alla “ribellione”, Marinetti celebra “una nuova bellezza” di cui – dice- il mondo s’è arricchito agli esordi della modernità. È “la bellezza della velocità”. Identificata ora con un’automobile da corsa, ora con i convogli di un treno proiettato lungo i binari e, ancora, con i piroscafi e gli aeroplani, “la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta”.
Il mito della rapidità, della prontezza, dello “scatto” viene - insomma - identificato con tutte le diavolerie meccaniche figlie della nuova epoca, che suggeriscono al fondatore del Futurismo un immaginario ricchissimo di temi. Soggetti utili ad esaltare il dinamismo della vita moderna e attorno ai quali si svilupparono le prime ricerche figurative di autori del calibro di Umberto Boccioni (con un’opera come Filari d’alberi del 1908), Luigi Russolo (con I Lampi del 1909-10) o Aroldo Bonzagni (con la sua splendida Locomotiva in corsa del 1911-12). Partendo da opere d’impianto
ancora divisionista l’esposizione analizzerà dunque immagini che preannuncino i soggetti futuristi degli anni Dieci, dove la composizione dinamica, il moltiplicarsi dei punti di fuga e la pennellata libera da ogni schematismo sembrano profetizzare le novità tematiche e formali della prima avanguardia italiana del Novecento.
L’entusiasmo per la velocità, per i nuovi mezzi di trasporto, per la “vita accelerata”, rappresentano le visioni di un mondo nuovo. Di un universo futuribile. Ecco allora opere sintomatiche come Il treno partorito dal sole di Fortunato Depero (conservato presso la Fondazione La Ghironda di Bologna) o Linee di velocità+forma+rumore di Giacomo Balla, prestato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma o, ancora, Forze ascensionali di Gerardo Dottori (dalla collezione dei Musei Civici di Brescia).
Accanto a un percorso iconografico tradizionale - compreso, dunque, fra le prove degli esordi e gli epiloghi significativi del Secondo Futurismo – l’attenzione si focalizzerà sulle diverse interpretazioni del concetto di velocità. Da un lato sulla sua accezione puramente dinamica, con una carrellata di immagini dedicate ai soggetti classici del volo, della ferrovia, dell’automobile e via dicendo; dall’altro lato sul valore “mentale” dell’idea di velocità, che si concretizza in visioni deformate, dove i vortici luminosi, le tensioni fra le linee-forza, le figure che si scompongono e ricompongono sono le soluzioni linguistiche ideali per la resa di sensazioni, di emozioni.
Diviso in quattro sezioni tematiche - dedicate all’iconografia della macchina, a quella dell’atleta, al concetto di dinamismo e al rapporto fra città e velocità - il percorso della mostra copre un periodo di tempo compreso fra il 1910 e il 1935, e ricostruisce per tappe l’opera dei grandi protagonisti del movimento, dai maestri fondatori ai portavoce dell’aeropittura. Fra i tanti nomi presenti, spiccano quelli di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Mario Sironi, Luigi Russolo, Roberto Baldessari, Benedetta, Felix Delmarle, Renato Di Bosso, Nicola Djulgheroff, Tato e Mino Rosso.
Le celebrazioni per il centenario della nascita di “Poesia” saranno corredate da un catalogo generale edito da Insubria University Press. Il catalogo, diviso per sezioni, comprenderà la presentazione di tutto il materiale documentario con schede tecniche delle edizioni esposte e dei diversi manifesti presentati. Per la sezione iconografica sono previsti testi dei curatori (Chiara Gatti e Francesco Tedeschi) e interventi critici di Ester Coen e Elena Pontiggia, oltre alle schede scientifiche di tutte le opere in mostra, a cura di Patrizia Foglia, e ai consueti apparati bio e bibliografici.
30
settembre 2005
1905-2005. L’estetica della velocità. “Poesia” e universo futuribile
Dal 30 settembre al 27 novembre 2005
arte moderna e contemporanea
Location
VILLA PANZA
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Varese, Piazza Litta, 1, (Varese)
Orario di apertura
10–18 (tutti i giorni escluso i lunedì non festivi). Ultimo ingresso ore 17.30
Editore
IUP - INSUBRIA UNIVERSITY PRESS
Ufficio stampa
METAMUSA
Autore
Curatore