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1KM / Raimond Wouda, Céline Clanet, Jan Stradtmann
Un Grand Tour contemporaneo attraverso i luoghi dell’anima e della memoria, del lavoro e del tempo libero. Un viaggio ideale e metaforico tra tensione e distrazione. Un resoconto antropologico e sociale costituito da ipotesi e percorsi attraverso i quali leggere i cambiamenti della società.
Comunicato stampa
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Il gioco per l’uomo occupa lo spazio speciale di un'oasi di felicità nella sua ordinaria tensione verso la vita. Il gioco è l'atto simbolico della rappresentazione del senso del mondo. Un fenomeno dell'esistenza in buona parte indecifrabile, sfuggente alla polivocità delle sue maschere, delle sue nemesi, delle sue infinite riproduzioni seriali.
Il gioco favorisce quella chiarezza di senso che rimane ancora in buona parte enigmatica per la nostra ragione. In apparenza veniamo trasposti in una dimensione fantastica, come sospesa nel tempo e nello spazio, tra estasi e rapimento. Il potere di seduzione che deriva dal gioco ci meraviglia sempre. In che modo può un fenomeno della vita così pervaso di irrealtà e fantasia, affascinarci, commuoverci e colpirci a tal punto da esserne rapiti?
Il gioco favorisce inedite strategie di interfaccia tra contesto ambientale e cittadino, tra architettura ed eventi, incrementando soluzioni creative nei contesti indeterminati e conflittuali della contemporaneità. Nella trama porosa di un territorio discontinuo e pulviscolare, negli spazi pubblici, nelle aree di frangia liminali a rischio vandalismo, il carattere espansivo e immediato del gioco cerca di mettersi in relazione con i comportamenti singoli senza intaccare la libertà degli individui stessi.
Lontani da una lettura totalizzante e omnicomprensiva del paesaggio italiano, i fotografi Raimond Wouda (Olanda), Céline Clanet (Francia) e Jan Stradtmann (Germania) hanno definito la loro interpretazione della mutazione in atto. Un racconto con modalità impreviste attraverso la varietà del belpaese tra storia, innovazione e mediocrità. Un Grand Tour contemporaneo attraverso i luoghi dell’anima e della memoria, del lavoro e del tempo libero. Un viaggio ideale e metaforico tra tensione e distrazione. Un resoconto antropologico e sociale costituito da ipotesi e percorsi attraverso i quali leggere i cambiamenti della società e provare a comprendere le trasformazioni future.
La formula della committenza privata che utilizza la fotografia trova in questo ambito una precisa opportunità. L’indagine fotografica apre a nuovi scenari di discussione e confronto. Un progressivo riequilibrio dei rapporti e delle distanze tra economia mutante e dinamiche collettive. Un paesaggio culturale che trae origine nel contesto storico e naturale che continua a veicolare valore, bellezza, identità.
Gianpaolo Arena
Il gioco favorisce quella chiarezza di senso che rimane ancora in buona parte enigmatica per la nostra ragione. In apparenza veniamo trasposti in una dimensione fantastica, come sospesa nel tempo e nello spazio, tra estasi e rapimento. Il potere di seduzione che deriva dal gioco ci meraviglia sempre. In che modo può un fenomeno della vita così pervaso di irrealtà e fantasia, affascinarci, commuoverci e colpirci a tal punto da esserne rapiti?
Il gioco favorisce inedite strategie di interfaccia tra contesto ambientale e cittadino, tra architettura ed eventi, incrementando soluzioni creative nei contesti indeterminati e conflittuali della contemporaneità. Nella trama porosa di un territorio discontinuo e pulviscolare, negli spazi pubblici, nelle aree di frangia liminali a rischio vandalismo, il carattere espansivo e immediato del gioco cerca di mettersi in relazione con i comportamenti singoli senza intaccare la libertà degli individui stessi.
Lontani da una lettura totalizzante e omnicomprensiva del paesaggio italiano, i fotografi Raimond Wouda (Olanda), Céline Clanet (Francia) e Jan Stradtmann (Germania) hanno definito la loro interpretazione della mutazione in atto. Un racconto con modalità impreviste attraverso la varietà del belpaese tra storia, innovazione e mediocrità. Un Grand Tour contemporaneo attraverso i luoghi dell’anima e della memoria, del lavoro e del tempo libero. Un viaggio ideale e metaforico tra tensione e distrazione. Un resoconto antropologico e sociale costituito da ipotesi e percorsi attraverso i quali leggere i cambiamenti della società e provare a comprendere le trasformazioni future.
La formula della committenza privata che utilizza la fotografia trova in questo ambito una precisa opportunità. L’indagine fotografica apre a nuovi scenari di discussione e confronto. Un progressivo riequilibrio dei rapporti e delle distanze tra economia mutante e dinamiche collettive. Un paesaggio culturale che trae origine nel contesto storico e naturale che continua a veicolare valore, bellezza, identità.
Gianpaolo Arena
08
aprile 2017
1KM / Raimond Wouda, Céline Clanet, Jan Stradtmann
Dall'otto aprile al 07 maggio 2017
fotografia
Location
TRA – CA’ DEI RICCHI
Treviso, Vicolo Barberia, (Treviso)
Treviso, Vicolo Barberia, (Treviso)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 15.30-19.30
domenica 15.30-19.30
Vernissage
8 Aprile 2017, ore 18.30
Autore
Curatore