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“…”
dei significanti e dei mezzi espressivi di essa. In occasione del primo appuntamento legato al progetto “zonaviagenova”, lo spazio Vault presenta la mostra “…” che vede coinvolti l’artista francese Rachel Morellet ( Francia, 1975. Vive e lavora a Vinci) insieme a Julien Lavigne (Francia, 1980. Vive e lavora a Parigi), in un dialogo con le opere del nonno François Morellet( Cholet, 1926, dove vive e lavora) e dello zio Florent Morellet ( Francia, 1953. Vive e lavora a New York).
Comunicato stampa
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dei significanti e dei mezzi espressivi di essa. In occasione del primo appuntamento legato al progetto “zonaviagenova”, lo spazio Vault presenta la mostra “…” che vede coinvolti l’artista francese Rachel Morellet ( Francia, 1975. Vive e lavora a Vinci) insieme a Julien Lavigne (Francia, 1980. Vive e lavora a Parigi), in un dialogo con le opere del nonno François Morellet( Cholet, 1926, dove vive e lavora) e dello zio Florent Morellet ( Francia, 1953. Vive e lavora a New York).
Il titolo, ironico ed enigmatico, sintetizza e sottolinea l’atipicità del confronto di lavori tra loro così differenti e difficilmente iscrivibili in una definizione, ma allo stesso tempo riuniti sotto l’egida di un cognome così importante che ha saputo tramandare di generazione in generazione il germe della creatività.
E’ uno sguardo sullo sviluppo di un ’operare artistico che, attraverso l’indagine microscopica di un universo familiare, può essere generalizzato a quello che avviene nel più vasto macrocosmo dell’evoluzione dell’arte contemporanea, di quelle che sono le proprie influenze, i cambiamenti
I lavori di François, opere che abbracciano i decenni ’70 e ’80 fino ad arrivare a produzioni più recenti, testimoniano la costante ricerca di un rigore spaziale e matematico da applicare all’arte attraverso un sintetismo compositivo che tende alla ricerca di una rappresentazione neutrale ( π èparpillant ). In queste opere, dai titoli complessi ma molto spesso pervasi da una profonda ironia che contrasta con l’apparente asetticità dei contenuti, prende forma uno spazio costruito e programmato da uno studio matematico-scientifico che va oltre a una poetica prettamente legata ad un’estetica tangibile. Vengono impiegati materiali inconsueti, deviati dalle loro originarie funzioni spesso connesse al mondo dell’industria (Reinforced concrete), e manipolati da nuove regole scientifiche elaborate e rese visibili per lo spettatore.
Nel lavoro di Florent invece l’interesse si sposta sul concetto di mutamento, riproducendo ossessivamente i cambiamenti spaziali dei tessuti urbani a cui apparteniamo; città familiari che evolvono in maniera tale da assomigliare ad esseri viventi, che si destrutturano sotto i nostri piedi senza che ce ne rendiamo conto. Queste nuove rappresentazioni partono talvolta dal reale per arrivare al plausibile ( Rome sur mer ) ma anche in quei casi in cui derivano totalmente dall’immaginazione ( Forbidden cities ) sono riprodotte da un’ occhio attento da cartografo, come se davvero fossero visibili e misurabili pur nella loro immaterialità. Infine l’opera di Rachel, che propone una serie di lavori realizzati con il supporto del fotografo francese Julien. Si tratta di indagini simboliche su stati d’animo personali ma altrettanto universali. Nel lavoro Scribbled papers, concepito e realizzato con Julien, emerge una parodizzazione di certi lati tipicamente femminili quale la vulnerabilità e le false sicurezze derivate dagli oggetti che conducono inevitabilmente ad uno stato di auto-soffocamento. Contemporaneamente, con il lavoro intitolato Wedding, propone una riflessione su come l’individuo possa altresì relazionarsi in modo profondo con altre persone, soprattutto focalizzando l’attenzione sul concetto di coppia, che esaspera e allo stesso tempo sintetizza al meglio i rapporti e le relazioni interpersonali. Attraverso questa performance che avrà luogo durante l’inaugurazione della mostra e che sarà costantemente documentata ed in seguito elaborata fotograficamente da Julien, verrà palesato il punto di vista dell’autrice e sottoposto in modo ironico come spunto di riflessione agli spettatori.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
"lo stesso giorno, per zonaviagenova inaugurano :
SC17: home sapiens magazine: hecce home
INTERNO8: jacopo jenna: in/visible a cura di Matteo Innocenti
STUDIO MDT : J’aiperdu l’habitude del’imaginer, testo critico di Irene Balzani
MAGAZZINO 1b: Michael Höpfner - Antonio RovaldiShorakkopoch, a cura di Davide Ferri
Il titolo, ironico ed enigmatico, sintetizza e sottolinea l’atipicità del confronto di lavori tra loro così differenti e difficilmente iscrivibili in una definizione, ma allo stesso tempo riuniti sotto l’egida di un cognome così importante che ha saputo tramandare di generazione in generazione il germe della creatività.
E’ uno sguardo sullo sviluppo di un ’operare artistico che, attraverso l’indagine microscopica di un universo familiare, può essere generalizzato a quello che avviene nel più vasto macrocosmo dell’evoluzione dell’arte contemporanea, di quelle che sono le proprie influenze, i cambiamenti
I lavori di François, opere che abbracciano i decenni ’70 e ’80 fino ad arrivare a produzioni più recenti, testimoniano la costante ricerca di un rigore spaziale e matematico da applicare all’arte attraverso un sintetismo compositivo che tende alla ricerca di una rappresentazione neutrale ( π èparpillant ). In queste opere, dai titoli complessi ma molto spesso pervasi da una profonda ironia che contrasta con l’apparente asetticità dei contenuti, prende forma uno spazio costruito e programmato da uno studio matematico-scientifico che va oltre a una poetica prettamente legata ad un’estetica tangibile. Vengono impiegati materiali inconsueti, deviati dalle loro originarie funzioni spesso connesse al mondo dell’industria (Reinforced concrete), e manipolati da nuove regole scientifiche elaborate e rese visibili per lo spettatore.
Nel lavoro di Florent invece l’interesse si sposta sul concetto di mutamento, riproducendo ossessivamente i cambiamenti spaziali dei tessuti urbani a cui apparteniamo; città familiari che evolvono in maniera tale da assomigliare ad esseri viventi, che si destrutturano sotto i nostri piedi senza che ce ne rendiamo conto. Queste nuove rappresentazioni partono talvolta dal reale per arrivare al plausibile ( Rome sur mer ) ma anche in quei casi in cui derivano totalmente dall’immaginazione ( Forbidden cities ) sono riprodotte da un’ occhio attento da cartografo, come se davvero fossero visibili e misurabili pur nella loro immaterialità. Infine l’opera di Rachel, che propone una serie di lavori realizzati con il supporto del fotografo francese Julien. Si tratta di indagini simboliche su stati d’animo personali ma altrettanto universali. Nel lavoro Scribbled papers, concepito e realizzato con Julien, emerge una parodizzazione di certi lati tipicamente femminili quale la vulnerabilità e le false sicurezze derivate dagli oggetti che conducono inevitabilmente ad uno stato di auto-soffocamento. Contemporaneamente, con il lavoro intitolato Wedding, propone una riflessione su come l’individuo possa altresì relazionarsi in modo profondo con altre persone, soprattutto focalizzando l’attenzione sul concetto di coppia, che esaspera e allo stesso tempo sintetizza al meglio i rapporti e le relazioni interpersonali. Attraverso questa performance che avrà luogo durante l’inaugurazione della mostra e che sarà costantemente documentata ed in seguito elaborata fotograficamente da Julien, verrà palesato il punto di vista dell’autrice e sottoposto in modo ironico come spunto di riflessione agli spettatori.
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"lo stesso giorno, per zonaviagenova inaugurano :
SC17: home sapiens magazine: hecce home
INTERNO8: jacopo jenna: in/visible a cura di Matteo Innocenti
STUDIO MDT : J’aiperdu l’habitude del’imaginer, testo critico di Irene Balzani
MAGAZZINO 1b: Michael Höpfner - Antonio RovaldiShorakkopoch, a cura di Davide Ferri
22
giugno 2010
“…”
Dal 22 giugno al 07 settembre 2010
arte contemporanea
Location
VAULT
Prato, Via Genova, 17/15, (Prato)
Prato, Via Genova, 17/15, (Prato)
Vernissage
22 Giugno 2010, ore 19
Autore