Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
50/cinquanta – Betty Bee
Il luogo cinema si trasforma. Gli spazi abitualmente destinati a mettere in comunicazione una sala con l’altra, da semplici luoghi di passaggio divengono anch’essi luoghi di visione, di sguardo, di scambio, di proposta.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il luogo cinema si trasforma. Gli spazi abitualmente destinati a mettere in comunicazione una sala con l’altra, da semplici luoghi di passaggio divengono anch’essi luoghi di visione, di sguardo, di scambio, di proposta. Strano incontro tra una realtà associativa no-profit ed una inequivocabilmente commerciale, 50/cinquanta nasce dalla collaborazione tra CODICE EAN, Associazione per l’arte contemporanea di Napoli, e ZORBA, società di gestione del Multicinema Corallo di Torre del Greco. Il tentativo quello di avvicinare due pubblici: quello del cinema e quello dell’arte contemporanea. Ma anche di proporre fuori dal centro eventi che riducano le distanze culturali tra città e periferia. Obiettivo finale la creazione di una nuova collezione di arte contemporanea, inizialmente privata, ma, che, ci si augura divenga, alla fine del lungo percorso appena iniziato, nuova concreta stabile opportunità per la collettività.
Otto gli appuntamenti previsti per il 2005, artisti invitati: Angelo Ricciardi, Nello Teodori, Betty Bee, Antonio Picardi, Coco Gordon, Gabriele Di Matteo, Vincenzo Rusciano, Antonio Izzo.
Ciò che Betty Bee ha creato site specific per il Multicinema Corallo, risponde a una lettura perversamente inquieta. Quante volte avrà desiderato di andare al cinema da bambina, con gli occhi trasognati di chi vuole, almeno per due ore, vivere nella dimensione della fiaba, allontanando la cruda realtà? Quante volte avrà dovuto rinunciare, perché le emergenze erano altre, iniziando così la lunga sequenza di scelte e privazioni che la vita le ha imposto?
Betty Bee artista, donna. Sono questi due aspetti, spesso sovrapposti e fraintesi, che s’impadroniscono di lei. Il candore di Betty si scontra col falso ed esagerato esporsi, provocare, azzardare fino al limite. Ciò che si manifesta in pittura, in video, in fotografia, contraddice la forza, la determinazione apparente di un individuo dalle profonde voragini interiori, che ha continue richieste d’attenzione e interiorità. Ma che profondità hanno raggiunto, nel corpo di Betty, gli abbandoni, le omissioni, le assenze, gli sfinimenti? L’amore dato, donato, mai corrisposto, genera una forma di essiccamento interiore: non conosce più l’ansia dell’attesa, della “corrispondenza d’amorosi sensi”. Betty Bee si denuda per mortificarsi, si traveste per disorientarsi. L’arte è il mezzo più immediato per dar vita ai mostri del passato, per esorcizzarli, per continuare a convivere con la loro essenziale violenza. La Sindrome di Stoccolma costringe la vittima a fidarsi esclusivamente del proprio carceriere-carnefice. E’ ciò che è successo a Betty Bee. Ancora oggi, crede di essere stata la causa del male che l’ha travolta. Se il lavoro è per lei una forma di purificazione, tutto ciò che produce è un atto di genuflessione, di penitenza. E’ il canto di una creatura sola, che ha imparato a contare solo su se stessa. Ma è anche la dimostrazione che ogni opera è la visualizzazione di un intimo colloquio: è lei che chiede, è lei che risponde. Le domande sono quelle che scaturiscono dal cuore ormai blindato. Le risposte sono per immagini: a volte superficiali, nette, colorate, perfino leziose e incantevoli, altre volte sono torbide, dubbiose, profonde, soffocanti, come le atmosfere che riesce a creare.
E’ per questo che l’artista ha deciso di effettuare un’ultima svendita. Le opere che oggi produce non hanno più un valore di mercato, hanno solo un prezzo d’amore. Betty Bee chiede al pubblico, al collezionista, di adottare un’opera, nutrendola ogni giorno per un anno. E’ solo a queste condizioni che Betty Bee cede definitivamente in proprietà il proprio lavoro. Possedere un’opera di Betty, (possedere Betty è la stessa cosa) significa entrare in una sorta di gestazione, un continuo atto d’amore verso la vita.
Simona Barucco
courtesy Changing Role, Napoli
Otto gli appuntamenti previsti per il 2005, artisti invitati: Angelo Ricciardi, Nello Teodori, Betty Bee, Antonio Picardi, Coco Gordon, Gabriele Di Matteo, Vincenzo Rusciano, Antonio Izzo.
Ciò che Betty Bee ha creato site specific per il Multicinema Corallo, risponde a una lettura perversamente inquieta. Quante volte avrà desiderato di andare al cinema da bambina, con gli occhi trasognati di chi vuole, almeno per due ore, vivere nella dimensione della fiaba, allontanando la cruda realtà? Quante volte avrà dovuto rinunciare, perché le emergenze erano altre, iniziando così la lunga sequenza di scelte e privazioni che la vita le ha imposto?
Betty Bee artista, donna. Sono questi due aspetti, spesso sovrapposti e fraintesi, che s’impadroniscono di lei. Il candore di Betty si scontra col falso ed esagerato esporsi, provocare, azzardare fino al limite. Ciò che si manifesta in pittura, in video, in fotografia, contraddice la forza, la determinazione apparente di un individuo dalle profonde voragini interiori, che ha continue richieste d’attenzione e interiorità. Ma che profondità hanno raggiunto, nel corpo di Betty, gli abbandoni, le omissioni, le assenze, gli sfinimenti? L’amore dato, donato, mai corrisposto, genera una forma di essiccamento interiore: non conosce più l’ansia dell’attesa, della “corrispondenza d’amorosi sensi”. Betty Bee si denuda per mortificarsi, si traveste per disorientarsi. L’arte è il mezzo più immediato per dar vita ai mostri del passato, per esorcizzarli, per continuare a convivere con la loro essenziale violenza. La Sindrome di Stoccolma costringe la vittima a fidarsi esclusivamente del proprio carceriere-carnefice. E’ ciò che è successo a Betty Bee. Ancora oggi, crede di essere stata la causa del male che l’ha travolta. Se il lavoro è per lei una forma di purificazione, tutto ciò che produce è un atto di genuflessione, di penitenza. E’ il canto di una creatura sola, che ha imparato a contare solo su se stessa. Ma è anche la dimostrazione che ogni opera è la visualizzazione di un intimo colloquio: è lei che chiede, è lei che risponde. Le domande sono quelle che scaturiscono dal cuore ormai blindato. Le risposte sono per immagini: a volte superficiali, nette, colorate, perfino leziose e incantevoli, altre volte sono torbide, dubbiose, profonde, soffocanti, come le atmosfere che riesce a creare.
E’ per questo che l’artista ha deciso di effettuare un’ultima svendita. Le opere che oggi produce non hanno più un valore di mercato, hanno solo un prezzo d’amore. Betty Bee chiede al pubblico, al collezionista, di adottare un’opera, nutrendola ogni giorno per un anno. E’ solo a queste condizioni che Betty Bee cede definitivamente in proprietà il proprio lavoro. Possedere un’opera di Betty, (possedere Betty è la stessa cosa) significa entrare in una sorta di gestazione, un continuo atto d’amore verso la vita.
Simona Barucco
courtesy Changing Role, Napoli
17
marzo 2005
50/cinquanta – Betty Bee
Dal 17 marzo al 12 aprile 2005
arte contemporanea
Location
MULTICINEMA CORALLO
Torre Del Greco, Viale Villa Comunale, 13, (NAPOLI)
Torre Del Greco, Viale Villa Comunale, 13, (NAPOLI)
Orario di apertura
orari cinema
Vernissage
17 Marzo 2005, ore 19
Autore
Curatore