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51 Biennale. Padiglione Italia – L’esperienza dell’arte
L’esposizione che avrà luogo nel Padiglione Italia non vuol essere letta come un discorso fine a se stesso sull’arte dei nostri giorni, bensì come un campo aperto a pratiche distinte entro cui si possa realizzare il desiderio di scambiare esperienze, idee, riflessioni, e anche di provocarle
Comunicato stampa
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L'esposizione che avrà luogo nel Padiglione Italia non vuol essere letta come un discorso fine a se stesso sull'arte dei nostri giorni, bensì come un campo aperto a pratiche distinte entro cui si possa realizzare il desiderio di scambiare esperienze, idee, riflessioni, e anche di provocarle. Mi piacerebbe che il labirintico percorso dell'arte fosse vissuto non come una storia compiuta ma come un processo definito in termini di relazione tra soggetti, forme, idee, spazi diversi, assomigliando esso più a un centro di sperimentazione che a un cumulo di certezze.
In tal senso, vorrei che l'esposizione parlasse di intensità, non di categorie. Mi piacerebbe, inoltre, che non fosse storicistica né lineare, ma che mostrasse la relazione esistente fra artisti di generazioni distinte che discutono e lavorano a idee specifiche dell'arte e della vita attuale, stringendo così un legame fra atteggiamenti simili per intensità e qualità ossessiva. Mi propongo, insomma, un'esposizione che non miri solo al concetto o a una visualizzazione gratificante, ma che sia ricca di riflessione e piacere. Cerco di esporre quei temi che inquietano e preoccupano la società attuale e che gli artisti esprimono in modo così reale, poetico e, in molti casi, visionario.
Mi interessano le idee che appaiono come un ammasso di resti, frammenti, sbozzi e tentativi; le opere che permettono allo spettatore di ricreare la propria esperienza estetica; gli artisti capaci di rinnovare la nostra facoltà d'immaginare diversi modi di abitare il mondo e di creare emozioni.
Al contrario, non cerco un'esposizione che, in termini di quote di partecipazione da tutti i paesi e i continenti, proponga un modello falso di universalità, poiché ho deciso di lavorare con alcuni autori, i quali, nella mia lunga traiettoria artistica, sono stati compagni di viaggio. E sommare a questa lista molti altri nomi; giovani che mi accompagneranno in una simile esperienza.
Gli artisti di oggi non condividono uno stile, bensì un tentativo di costruire mondi estetici personali, di stabilire necessità formali proprie, di fabbricarsi una nuova realtà; accettando così la sfida di produrre un'arte che abbia senso nel nuovo contesto che si è delineato a seguito degli avvenimenti degli ultimi quattro anni.
Nell'arte degli ultimi dieci anni è estremamente difficile rintracciare una dottrina artistica o uno stile formale dominante, in palese contrasto con l'apprensione costante per gli effetti della globalizzazione o del multiculturalismo. Gli artisti stabiliscono il senso e l'utilità della propria ragion d'essere e la sopravvivenza del gesto artistico in un mondo dominato dai media, nel quale la realtà pare non manifestarsi fuori dalla rappresentazione.
Intitolando la presente esposizione L'Esperienza dell'Arte, volevo rendere partecipi i visitatori di alcuni temi che gli artisti affrontano ogni giorno nelle proprie opere:
- la nostalgia come sentimento di perdita di un passato irrecuperabile, espressa tramite un linguaggio metaforico;
- il corpo e la sua ridefinizione, l'introduzione della frammentazione, della dissoluzione e anche della morte;
- il potere, la dominazione e la violenza nella quotidianità di ciascun individuo;
- la critica sociopolitica d'attualità attraverso l'ironia;
- l'utilizzo delle immagini, dei film e delle narrazioni passate come un archivio immenso grazie a cui realizzare operazioni multiple di ridefinizione e appropriazione.
Affrontando tutte queste tematiche implicate nel gesto creativo e che fuoriescono dall'ambito strettamente artistico, intendo segnalare la presenza del consueto nella diversità, affinchè lo spettatore ammetta le qualità di ciò che è inaspettato e insolito e abbandoni la propria riluttanza all'idea di Piacere nell'arte contemporanea.
María de Corral
Febbraio 2005
In tal senso, vorrei che l'esposizione parlasse di intensità, non di categorie. Mi piacerebbe, inoltre, che non fosse storicistica né lineare, ma che mostrasse la relazione esistente fra artisti di generazioni distinte che discutono e lavorano a idee specifiche dell'arte e della vita attuale, stringendo così un legame fra atteggiamenti simili per intensità e qualità ossessiva. Mi propongo, insomma, un'esposizione che non miri solo al concetto o a una visualizzazione gratificante, ma che sia ricca di riflessione e piacere. Cerco di esporre quei temi che inquietano e preoccupano la società attuale e che gli artisti esprimono in modo così reale, poetico e, in molti casi, visionario.
Mi interessano le idee che appaiono come un ammasso di resti, frammenti, sbozzi e tentativi; le opere che permettono allo spettatore di ricreare la propria esperienza estetica; gli artisti capaci di rinnovare la nostra facoltà d'immaginare diversi modi di abitare il mondo e di creare emozioni.
Al contrario, non cerco un'esposizione che, in termini di quote di partecipazione da tutti i paesi e i continenti, proponga un modello falso di universalità, poiché ho deciso di lavorare con alcuni autori, i quali, nella mia lunga traiettoria artistica, sono stati compagni di viaggio. E sommare a questa lista molti altri nomi; giovani che mi accompagneranno in una simile esperienza.
Gli artisti di oggi non condividono uno stile, bensì un tentativo di costruire mondi estetici personali, di stabilire necessità formali proprie, di fabbricarsi una nuova realtà; accettando così la sfida di produrre un'arte che abbia senso nel nuovo contesto che si è delineato a seguito degli avvenimenti degli ultimi quattro anni.
Nell'arte degli ultimi dieci anni è estremamente difficile rintracciare una dottrina artistica o uno stile formale dominante, in palese contrasto con l'apprensione costante per gli effetti della globalizzazione o del multiculturalismo. Gli artisti stabiliscono il senso e l'utilità della propria ragion d'essere e la sopravvivenza del gesto artistico in un mondo dominato dai media, nel quale la realtà pare non manifestarsi fuori dalla rappresentazione.
Intitolando la presente esposizione L'Esperienza dell'Arte, volevo rendere partecipi i visitatori di alcuni temi che gli artisti affrontano ogni giorno nelle proprie opere:
- la nostalgia come sentimento di perdita di un passato irrecuperabile, espressa tramite un linguaggio metaforico;
- il corpo e la sua ridefinizione, l'introduzione della frammentazione, della dissoluzione e anche della morte;
- il potere, la dominazione e la violenza nella quotidianità di ciascun individuo;
- la critica sociopolitica d'attualità attraverso l'ironia;
- l'utilizzo delle immagini, dei film e delle narrazioni passate come un archivio immenso grazie a cui realizzare operazioni multiple di ridefinizione e appropriazione.
Affrontando tutte queste tematiche implicate nel gesto creativo e che fuoriescono dall'ambito strettamente artistico, intendo segnalare la presenza del consueto nella diversità, affinchè lo spettatore ammetta le qualità di ciò che è inaspettato e insolito e abbandoni la propria riluttanza all'idea di Piacere nell'arte contemporanea.
María de Corral
Febbraio 2005
10
giugno 2005
51 Biennale. Padiglione Italia – L’esperienza dell’arte
Dal 10 giugno al 06 novembre 2005
arte contemporanea
Location
GIARDINI DI CASTELLO
Venezia, Fondamenta Dell'Arsenale, (VENEZIA)
Venezia, Fondamenta Dell'Arsenale, (VENEZIA)
Editore
MARSILIO
Autore
Curatore