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51 Biennale. Padiglione marocchino
Fouad Bellamine, Mohamed Bennati Moa, Fathiya Tahiri
Comunicato stampa
Segnala l'evento
MAROCCO
Fouad Bellamine, Mohamed Bennati Moa, Fathiya Tahiri
Commissario: Tajeddine Baddou. Curatore: Paolo De Grandis
Sede: Chiesa di Santa Maria della Pietà, Castello 3701 (Riva degli Schiavoni)
www.artecommunications.com
Commissario: Tajeddine Baddou
Curatore: Paolo De Grandis
Artisti: Fouad Bellamine, Mohamed Bennani MOA, Fathiya Tahiri
Organizzazione: Arte Communications
Sotto l'Alto Patrocinio di Sua Maestà Mohammed VI, Re del Marocco
Nell'intreccio tra apporti, corrispondenze e influenze, la Biennale di Venezia diviene stimolo e catalizzatore per un fecondo e, quanto mai urgente dialogo tra popoli, pertanto, la prima partecipazione del Marocco, in un processo di confronto con il proprio passato e di re-invenzione, appare di significativa importanza.
Il Marocco è un paese dove coesistono tradizioni fortemente locali ed una grande spinta al cambiamento dunque, il recupero di stili, modelli e tematiche facenti parte del bagaglio culturale acquisito deve essere inteso come un naturale momento di riflessione e punto di partenza per una rinnovata crescita espressiva. La molteplicità dell’arte visiva di questo paese fornisce importanti stimoli al formarsi di una nuova visione del contatto culturale che tratta le specificità storiche e territoriali non come dati inviolabili, ma come prodotto di una costante rivalutazione del concetto di identità.
L'arte di Fouad Bellamine, Mohamed Bennani MOA e Fathiya Tahiri, va intesa come momento cardine dell'istinto di creazione. L'accavallamento dei ricordi e quindi di una sorta di nomadismo intellettuale, permette la creazione dell'atto artistico non scevro, però, dal libero ingresso dell'immaginazione e dell'istinto. Tale recupero, può esprimersi in modi diversi sia che si tratti di una semplice evocazione sia che si tratti di citazioni testuali dell'immaginario tradizionale.
Quella di Fouad Bellamine è una pittura fieramente espressa, elegia e riverbero di memorie e di stati d'animo. Lo stile è autonomo, caratterizzato da un processo di astrazione geometrica a partire da forme frequenti e simboliche come le architetture del mondo islamico. Il tratto, laddove emerge, è grave e violento ma le campiture di colore si uniscono o si isolano in forme plastiche di immediata leggibilità.
Nell'opera di Mohamed Bennani MOA, c'è la natura, il cielo, il mare che cambia colore e forma continuamente che ossida e corrode, la luce accecante che vibra e muta; c'è la sospensione del silenzio e dell'atmosfera, la polvere del deserto che si sente nell'aria e nelle cose. Le tele sono campiture scandite con largo pulsare di rosso, blu e ocra. Il gesto di fare arte, si manifesta con pennellate energiche, con colore materico, accrochage, graffi, per scalfire i segni convenzionali dell’estetica superficiale, per svelarne valori più puri, celati.
Fathiya Tahiri è un'artista che da anni sperimenta in maniera pluridirezionale le potenzialità delle diverse forme espressive, dall'architettura alla scultura, forgiando anche le materie più preziose, fino ad arrivare alla classicità della pittura. La sua arte, vitale e generosa, riformula un’iconografia astratta, un vocabolario di segni che si compongono secondo strane leggi sintattiche: un’iconografia animata dalla materia pittorica stesa con vigore e cadenzata da repentini cangiantismi.
Il lavoro di questi artisti è dunque il frutto di una mediazione compiuta tra la cultura e gli eventi di una civiltà contemporanea considerati alla lente di una profonda sensibilità della storia.
Fouad Bellamine, Mohamed Bennati Moa, Fathiya Tahiri
Commissario: Tajeddine Baddou. Curatore: Paolo De Grandis
Sede: Chiesa di Santa Maria della Pietà, Castello 3701 (Riva degli Schiavoni)
www.artecommunications.com
Commissario: Tajeddine Baddou
Curatore: Paolo De Grandis
Artisti: Fouad Bellamine, Mohamed Bennani MOA, Fathiya Tahiri
Organizzazione: Arte Communications
Sotto l'Alto Patrocinio di Sua Maestà Mohammed VI, Re del Marocco
Nell'intreccio tra apporti, corrispondenze e influenze, la Biennale di Venezia diviene stimolo e catalizzatore per un fecondo e, quanto mai urgente dialogo tra popoli, pertanto, la prima partecipazione del Marocco, in un processo di confronto con il proprio passato e di re-invenzione, appare di significativa importanza.
Il Marocco è un paese dove coesistono tradizioni fortemente locali ed una grande spinta al cambiamento dunque, il recupero di stili, modelli e tematiche facenti parte del bagaglio culturale acquisito deve essere inteso come un naturale momento di riflessione e punto di partenza per una rinnovata crescita espressiva. La molteplicità dell’arte visiva di questo paese fornisce importanti stimoli al formarsi di una nuova visione del contatto culturale che tratta le specificità storiche e territoriali non come dati inviolabili, ma come prodotto di una costante rivalutazione del concetto di identità.
L'arte di Fouad Bellamine, Mohamed Bennani MOA e Fathiya Tahiri, va intesa come momento cardine dell'istinto di creazione. L'accavallamento dei ricordi e quindi di una sorta di nomadismo intellettuale, permette la creazione dell'atto artistico non scevro, però, dal libero ingresso dell'immaginazione e dell'istinto. Tale recupero, può esprimersi in modi diversi sia che si tratti di una semplice evocazione sia che si tratti di citazioni testuali dell'immaginario tradizionale.
Quella di Fouad Bellamine è una pittura fieramente espressa, elegia e riverbero di memorie e di stati d'animo. Lo stile è autonomo, caratterizzato da un processo di astrazione geometrica a partire da forme frequenti e simboliche come le architetture del mondo islamico. Il tratto, laddove emerge, è grave e violento ma le campiture di colore si uniscono o si isolano in forme plastiche di immediata leggibilità.
Nell'opera di Mohamed Bennani MOA, c'è la natura, il cielo, il mare che cambia colore e forma continuamente che ossida e corrode, la luce accecante che vibra e muta; c'è la sospensione del silenzio e dell'atmosfera, la polvere del deserto che si sente nell'aria e nelle cose. Le tele sono campiture scandite con largo pulsare di rosso, blu e ocra. Il gesto di fare arte, si manifesta con pennellate energiche, con colore materico, accrochage, graffi, per scalfire i segni convenzionali dell’estetica superficiale, per svelarne valori più puri, celati.
Fathiya Tahiri è un'artista che da anni sperimenta in maniera pluridirezionale le potenzialità delle diverse forme espressive, dall'architettura alla scultura, forgiando anche le materie più preziose, fino ad arrivare alla classicità della pittura. La sua arte, vitale e generosa, riformula un’iconografia astratta, un vocabolario di segni che si compongono secondo strane leggi sintattiche: un’iconografia animata dalla materia pittorica stesa con vigore e cadenzata da repentini cangiantismi.
Il lavoro di questi artisti è dunque il frutto di una mediazione compiuta tra la cultura e gli eventi di una civiltà contemporanea considerati alla lente di una profonda sensibilità della storia.
11
giugno 2005
51 Biennale. Padiglione marocchino
Dall'undici giugno al 06 novembre 2005
arte contemporanea
Location
CHIESA E ISTITUTO DI SANTA MARIA DELLA PIETA’
Venezia, Castello, 3703a, (Venezia)
Venezia, Castello, 3703a, (Venezia)
Orario di apertura
10.00 – 18.00, chiuso il lunedì (escluso lunedì 13 giugno 2005)
Vernissage
11 Giugno 2005, ore 19
Autore
Curatore