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51 Biennale. Padiglione sloveno – Vadim Fiskin
Questo progetto è l’omaggio dell’artista ad Albert Einstein e ai cento anni della Teoria della Relatività
Comunicato stampa
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REPUBBLICA DI SLOVENIA
Another Day
Vadim Fiškin
Commissario: Zdenka Badovinac. Commissario aggiunto: Igor Zabel
Sede: Galleria A+A San Marco 3073 (San Samuele)
www.aplusa.it
Vadim Fiškin (1965), artista nato in Russia, rappresentava la Russia alla Biennale di Venezia dieci anni fa. Da allora ha intessuto legami professionali e personali così forti in Slovenia tanto da stabilirvisi ed ora è considerato un artista sloveno. La sua presenza a Lubiana contribuisce significativamente a espandere il campo d’indagine dell’arte contemporanea in terra slovena.
Fiškin è stato uno dei principali protagonisti dell’arte moscovita negli anni ’90 del novecento. Il suo debutto artistico risale agli anni ’80, quando era membro del “The World Champions group” e si dedicava a progetti dell’avanguardia russa. In seguito i suoi lavori hanno iniziato ad esplorare nuove possibilità espressive grazie ad un originale approccio alle nuove tecnologie.
Eppure Fiškin non è un artista che lavora in modo peculiare sui “media” o sull’uso della “tecnologia”, men che meno la sua ricerca si basa su spettacolari effetti scenici ottenuti con i nuovi mezzi tecnologici. Al contrario egli crede che la tecnologia sia un mezzo per inverare le sue poetiche, ironiche e anche assurde visioni. Per dirla con Inke Arns, “Vadim Fiškin constructs machines (media) which produce the metaphysical.” Sono tipiche di Fiškin una maniera cosmica di pensare e una palpabile connessione con le attuali ricerche scientifiche. La sua arte unisce i temi dell’utopia, della cosmogonia e dell’aeronautica, una personale poetica, una radicale e autocritica attitudine alla pratica artistica e ai (suoi) relativi contenuti sociali.
Per Manifesta 1 a Rotterdam, nel 1996, ha trasmesso via wireless il battito del suo cuore al Museum Boymans-van Beuningen, dove aveva luogo l’esposizione.
Il progetto “What’s on the other side?” (la versione “širina 14º25'12''E, dolžina 46º03'11''N” è parte della collezione internazionale Arteast 2000+) fa riferimento ad una specifica ricerca scientifica: con vari significati l’artista ha visualizzato gli antipodi di particolari luoghi della terra.
Fiškin ha collaborato in modo continuativo con Mateja Bučar nel campo della danza contemporanea, tanto da sviluppare un forte interesse nell’indagine della relazione artista-spettatore.
Nel 1995 la sua personale alla Mala galerija, intitolata “One-man show”, era concepita per il pubblico: Fiškin mostrò il suo lavoro in sequenza automatica (slide show) affrontando lo spettatore con domande specifiche che gli erano poste dal curatore Victor Misiano.
Il progetto interattivo “dedicated”, realizzato tre anni dopo alla Knoll Gallery di Vienna e alla Kapelica Gallery di Lubiana, era letteralmente dedicato allo spettatore. Altri lavori incentrati su questo discorso sono “Ognjegraf” (2000) e “Snow_Show” (2000).
Di recente Fiškin si è confrontato con la questione del tempo, delle stagioni, con il paradosso della relatività dello spazio-tempo e con gli ambienti virtuali.
Il progetto “Another Speedy Day”, sviluppato per la Biennale di Venezia 2005, segue questa linea di ricerca.
“Another Speedy Day” si basa sul tradizionale studio della relazione tra spazio e tempo. Il lavoro verte su di una ricerca condotta sul viaggio nello spazio e nel tempo aderendo alla teoria della relatività (il paradosso dell’orologio o il “paradosso dei gemelli”). Il paradosso dei gemelli di Einstein dimostra che dei gemelli, dopo un periodo di tempo passato in sistemi differenti (ad esempio uno sulla terra e l’altro in un ipotetico razzo che viaggia alla velocità di 10 km al secondo, ossia più lentamente della velocità della luce) avrebbero età differenti. Eppure nessuno dei due sarebbe più giovane.
“Another Speedy Day” unisce il sapere enciclopedico e l’immaginazione visionaria, suscita le reazioni psicologiche ed emotive dello spettatore che può sperimentare il trascorrere di un giorno di 24 ore in 12 minuti.
Questo progetto è l’omaggio dell’artista ad Albert Einstein e ai cento anni della Teoria della Relatività.
© Originariamente la prima versione del progetto era stata commissionata da: Comune di Milano, Cultura e Musei and Fondazione Cosmit Eventi, per il Salone Internazionale del Mobile ed Euroluce. Era stata prodotta da: Change Performing Arts per la mostra Imagining Prometheus, Milano, Aprile 2003.
Light design: A.J. Weissbard
Commissario: Zdenka Badovinac
Assistente commissario: Igor Zabel
Coordinamento: Aurora Fonda, Galleria A+A
Produzione: Moderna galerija / Museum of Modern Art, Lubiana
Organizzazione: Nives Zalokar, Tomaž Kučer
Relazioni esterne: Adela Železnik
Another Day
Vadim Fiškin
Commissario: Zdenka Badovinac. Commissario aggiunto: Igor Zabel
Sede: Galleria A+A San Marco 3073 (San Samuele)
www.aplusa.it
Vadim Fiškin (1965), artista nato in Russia, rappresentava la Russia alla Biennale di Venezia dieci anni fa. Da allora ha intessuto legami professionali e personali così forti in Slovenia tanto da stabilirvisi ed ora è considerato un artista sloveno. La sua presenza a Lubiana contribuisce significativamente a espandere il campo d’indagine dell’arte contemporanea in terra slovena.
Fiškin è stato uno dei principali protagonisti dell’arte moscovita negli anni ’90 del novecento. Il suo debutto artistico risale agli anni ’80, quando era membro del “The World Champions group” e si dedicava a progetti dell’avanguardia russa. In seguito i suoi lavori hanno iniziato ad esplorare nuove possibilità espressive grazie ad un originale approccio alle nuove tecnologie.
Eppure Fiškin non è un artista che lavora in modo peculiare sui “media” o sull’uso della “tecnologia”, men che meno la sua ricerca si basa su spettacolari effetti scenici ottenuti con i nuovi mezzi tecnologici. Al contrario egli crede che la tecnologia sia un mezzo per inverare le sue poetiche, ironiche e anche assurde visioni. Per dirla con Inke Arns, “Vadim Fiškin constructs machines (media) which produce the metaphysical.” Sono tipiche di Fiškin una maniera cosmica di pensare e una palpabile connessione con le attuali ricerche scientifiche. La sua arte unisce i temi dell’utopia, della cosmogonia e dell’aeronautica, una personale poetica, una radicale e autocritica attitudine alla pratica artistica e ai (suoi) relativi contenuti sociali.
Per Manifesta 1 a Rotterdam, nel 1996, ha trasmesso via wireless il battito del suo cuore al Museum Boymans-van Beuningen, dove aveva luogo l’esposizione.
Il progetto “What’s on the other side?” (la versione “širina 14º25'12''E, dolžina 46º03'11''N” è parte della collezione internazionale Arteast 2000+) fa riferimento ad una specifica ricerca scientifica: con vari significati l’artista ha visualizzato gli antipodi di particolari luoghi della terra.
Fiškin ha collaborato in modo continuativo con Mateja Bučar nel campo della danza contemporanea, tanto da sviluppare un forte interesse nell’indagine della relazione artista-spettatore.
Nel 1995 la sua personale alla Mala galerija, intitolata “One-man show”, era concepita per il pubblico: Fiškin mostrò il suo lavoro in sequenza automatica (slide show) affrontando lo spettatore con domande specifiche che gli erano poste dal curatore Victor Misiano.
Il progetto interattivo “dedicated”, realizzato tre anni dopo alla Knoll Gallery di Vienna e alla Kapelica Gallery di Lubiana, era letteralmente dedicato allo spettatore. Altri lavori incentrati su questo discorso sono “Ognjegraf” (2000) e “Snow_Show” (2000).
Di recente Fiškin si è confrontato con la questione del tempo, delle stagioni, con il paradosso della relatività dello spazio-tempo e con gli ambienti virtuali.
Il progetto “Another Speedy Day”, sviluppato per la Biennale di Venezia 2005, segue questa linea di ricerca.
“Another Speedy Day” si basa sul tradizionale studio della relazione tra spazio e tempo. Il lavoro verte su di una ricerca condotta sul viaggio nello spazio e nel tempo aderendo alla teoria della relatività (il paradosso dell’orologio o il “paradosso dei gemelli”). Il paradosso dei gemelli di Einstein dimostra che dei gemelli, dopo un periodo di tempo passato in sistemi differenti (ad esempio uno sulla terra e l’altro in un ipotetico razzo che viaggia alla velocità di 10 km al secondo, ossia più lentamente della velocità della luce) avrebbero età differenti. Eppure nessuno dei due sarebbe più giovane.
“Another Speedy Day” unisce il sapere enciclopedico e l’immaginazione visionaria, suscita le reazioni psicologiche ed emotive dello spettatore che può sperimentare il trascorrere di un giorno di 24 ore in 12 minuti.
Questo progetto è l’omaggio dell’artista ad Albert Einstein e ai cento anni della Teoria della Relatività.
© Originariamente la prima versione del progetto era stata commissionata da: Comune di Milano, Cultura e Musei and Fondazione Cosmit Eventi, per il Salone Internazionale del Mobile ed Euroluce. Era stata prodotta da: Change Performing Arts per la mostra Imagining Prometheus, Milano, Aprile 2003.
Light design: A.J. Weissbard
Commissario: Zdenka Badovinac
Assistente commissario: Igor Zabel
Coordinamento: Aurora Fonda, Galleria A+A
Produzione: Moderna galerija / Museum of Modern Art, Lubiana
Organizzazione: Nives Zalokar, Tomaž Kučer
Relazioni esterne: Adela Železnik
10
giugno 2005
51 Biennale. Padiglione sloveno – Vadim Fiskin
Dal 10 giugno al 06 novembre 2005
arte contemporanea
Location
A PLUS A GALLERY
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Venezia, Calle Malipiero (San Marco), 3073, (Venezia)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 11-14 e 15-18
Vernissage
10 Giugno 2005, ore 18,30
Autore
Curatore