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51 Biennale. U.S. Virgin Islands Council on the Arts – Cornelia Kubler Kavanagh
Nutro la speranza che le sculture presentate a Venezia, anche solo per il loro spirito di ricerca e la loro presenza imponente, siano in armonia con queste parole: “le invenzioni artistiche trasformano la sensibilità umana”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Commissari: Betty L. Mahoney, Lorraine L. Berry
Curatore: Paolo De Grandis
Artista: Cornelia Kubler Kavanagh
Organizzazione: Virgin Islands Council on the Arts
Co-organizzazione: Arte Communications
“Supponiamo che la nostra idea di arte possa essere estesa a comprendere, oltre alle belle cose poetiche e superflue di questo mondo, tutti i manufatti umani in genere, dagli strumenti di lavoro alle scritture. Da questa prospettiva, l’universo di tutte le cose create dall’uomo coincide naturalmente con la storia dell’arte”. Questo è il prologo di The Shape of Time (La Forma del Tempo), scritto nel 1962 da mio padre: George Kubler. Le mie sculture della serie The Shape of Time sono la diretta evoluzione della sua teoria secondo cui le opere d’arte rappresentano culture ed interculture che agiscono da marcatori significativi nella storia della civiltà umana.
“Le opere d’arte sono ingressi che il visitatore può varcare per accostarsi allo spazio del pittore, o al ritmo del poeta, per esplorare qualsiasi ambito fertile modellato dall’artista”. Attraverso il piccolo arco romanico dell'opera GATEWAY, gli spettatori possono osservare un ambiente a cupola che simboleggia lo spazio sacro. Questa apertura, mette in relazione lo spazio reale e lo spazio immaginato della struttura artistica.
CHACMOOL rappresenta invece la mia interpretazione delle divinità distese Toltec-Maya che hanno ispirato le figure sdraiate di Henry Moore. Oltrepassando i limiti di genere, CHACMOOL si adagia semplicemente su braccia massicce che formano un arco moresco stilizzato, in contrasto con gli archi di GATEWAY. Seguendo le orme di Henry Moore, il Chacmool mi ha infatti spinta a riattivare una “sequenza formale”.
PENUMBRA, come un occhio spigoloso e sfaccettato, simboleggia lo spazio “tra il presente ed il futuro, dove incombono le ombre confuse di eventi possibili” e, a differenza delle altre sculture della serie The Shape of Time, i cui modelli sono stati scolpiti nelle Isole Vergini, è stata plasmata con una inedita struttura interna per poter avvicinare gli spettatori alla difficoltà di riconoscere una nuova coscienza.
Infine, per materializzare il concetto sotteso in “aevum” di S. Tommaso d’Aquino - i.e. “percorso temporale delle anime umane e degli altri esseri divini … sospesi, tra il tempo e l'eternità” - ho mutuato da una cultura estinta l’idea di scolpire un recipiente a doppia camera simile ai canopi utilizzati dagli etruschi per contenere le ceneri del defunto. Dato che le idee espresse in The Shape of Time modellano il mio lavoro, ho esteso ulteriormente il concetto di “tempo ed eternità” forgiando AEVUM II che, in contrasto con la forma chiusa del primo AEVUM, dischiude le estremità per catturare la luce e irradiarla verso l’“infinito”.
Nutro la speranza che le sculture presentate a Venezia, anche solo per il loro spirito di ricerca e la loro presenza imponente, siano in armonia con queste parole: “le invenzioni artistiche trasformano la sensibilità umana”.
Testo a cura di Cornelia Kubler Kavanagh
Curatore: Paolo De Grandis
Artista: Cornelia Kubler Kavanagh
Organizzazione: Virgin Islands Council on the Arts
Co-organizzazione: Arte Communications
“Supponiamo che la nostra idea di arte possa essere estesa a comprendere, oltre alle belle cose poetiche e superflue di questo mondo, tutti i manufatti umani in genere, dagli strumenti di lavoro alle scritture. Da questa prospettiva, l’universo di tutte le cose create dall’uomo coincide naturalmente con la storia dell’arte”. Questo è il prologo di The Shape of Time (La Forma del Tempo), scritto nel 1962 da mio padre: George Kubler. Le mie sculture della serie The Shape of Time sono la diretta evoluzione della sua teoria secondo cui le opere d’arte rappresentano culture ed interculture che agiscono da marcatori significativi nella storia della civiltà umana.
“Le opere d’arte sono ingressi che il visitatore può varcare per accostarsi allo spazio del pittore, o al ritmo del poeta, per esplorare qualsiasi ambito fertile modellato dall’artista”. Attraverso il piccolo arco romanico dell'opera GATEWAY, gli spettatori possono osservare un ambiente a cupola che simboleggia lo spazio sacro. Questa apertura, mette in relazione lo spazio reale e lo spazio immaginato della struttura artistica.
CHACMOOL rappresenta invece la mia interpretazione delle divinità distese Toltec-Maya che hanno ispirato le figure sdraiate di Henry Moore. Oltrepassando i limiti di genere, CHACMOOL si adagia semplicemente su braccia massicce che formano un arco moresco stilizzato, in contrasto con gli archi di GATEWAY. Seguendo le orme di Henry Moore, il Chacmool mi ha infatti spinta a riattivare una “sequenza formale”.
PENUMBRA, come un occhio spigoloso e sfaccettato, simboleggia lo spazio “tra il presente ed il futuro, dove incombono le ombre confuse di eventi possibili” e, a differenza delle altre sculture della serie The Shape of Time, i cui modelli sono stati scolpiti nelle Isole Vergini, è stata plasmata con una inedita struttura interna per poter avvicinare gli spettatori alla difficoltà di riconoscere una nuova coscienza.
Infine, per materializzare il concetto sotteso in “aevum” di S. Tommaso d’Aquino - i.e. “percorso temporale delle anime umane e degli altri esseri divini … sospesi, tra il tempo e l'eternità” - ho mutuato da una cultura estinta l’idea di scolpire un recipiente a doppia camera simile ai canopi utilizzati dagli etruschi per contenere le ceneri del defunto. Dato che le idee espresse in The Shape of Time modellano il mio lavoro, ho esteso ulteriormente il concetto di “tempo ed eternità” forgiando AEVUM II che, in contrasto con la forma chiusa del primo AEVUM, dischiude le estremità per catturare la luce e irradiarla verso l’“infinito”.
Nutro la speranza che le sculture presentate a Venezia, anche solo per il loro spirito di ricerca e la loro presenza imponente, siano in armonia con queste parole: “le invenzioni artistiche trasformano la sensibilità umana”.
Testo a cura di Cornelia Kubler Kavanagh
11
giugno 2005
51 Biennale. U.S. Virgin Islands Council on the Arts – Cornelia Kubler Kavanagh
Dall'undici giugno al 06 novembre 2005
arte contemporanea
Location
INFO POINT ARTE COMMUNICATIONS
Venezia, Riva San Biagio, 2145, (Venezia)
Venezia, Riva San Biagio, 2145, (Venezia)
Orario di apertura
10.00 – 18.00, chiuso il lunedì (escluso lunedì 13 giugno 2005)
Vernissage
11 Giugno 2005, ore 17
Sito web
www.corneliakavanagh.com
Autore
Curatore