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52 Biennale Arte Eventi Collaterali – Adi da Samraj
Per gran parte degli ultimi dieci anni, ilguru, newyorchese di nascita, ora residente nelle Fiji, ha esplorato nuove forme di tecnologia digitale per produrre complesse e sofisticate immagini che incarnano i suoi insegnamenti religiosi e filosofici
Comunicato stampa
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“Transcendental Realism. The Art of Adi Da Samraj”, a cura di Achille Bonito Oliva, presenta le opere del leader spirituale, noto sia come artista esperto che come studioso. Per gran parte degli ultimi dieci anni, il guru, newyorchese di nascita e ora residente nelle Fiji, ha esplorato nuove forme di tecnologia digitale per produrre complesse e sofisticate immagini che incarnano i suoi insegnamenti religiosi e filosofici. Il suo "Realismo Trascendentale" è una coinvolgente rassegna di immagini enormi, colorate con audacia e strutturate vigorosamente.
Adi Da Samraj ha fondato un nuovo uso della geometria, come campo prolifico di una ragione irregolare che ama sviluppare asimmetricamente i propri principi, adottando la sorpresa e l’emozione. Ma questi due elementi non sono contraddittori col principio progettuale, semmai lo rafforzano mediante un impiego pragmatico e non preventivo della geometria descrittiva. Non a caso l’artista passa continuamente dalla bidimensionalità del progetto all’esecuzione tridimensionale della forma, dal bianco e nero dell’idea all’articolazione policromatica.
A dimostrazione che l’idea ingenera un processo creativo non puramente dimostrativo ma fecondante e fecondo. Infatti la forma finale, bidimensionale o tridimensionale propone una realtà visiva non astratta ma concreta, pulsante sotto lo sguardo analitico ed emozionante dello spettatore. Il principio di una ragione asimmetrica regge l’opera di Adi Da Samraj che formalizza l’irregolarità come principio creativo. In questo senso la forma non si esaurisce nell’idea, in quanto non esiste fredda specularità tra progetto ed esecuzione. L’opera porta con sé la possibilità di una asimmetria accettata ed assimilata nel progetto, in quanto partecipante della mentalità dell’arte moderna e della concezione del mondo che ci circonda, fatto di imprevisti e di sorprese.
La classicità di Adi Da Samraj consiste proprio in questo nell’aver accettato senza scandalo il caso intelligente della vita, la disponibilità dell’universo. L’arte diventa il luogo dove l’artista formalizza tali principi, inglobandoli nell’opera attraversata da una geometria giocata sull’asimmetria che produce dinamica e non staticità. Infatti l’artista lavora sempre su famiglie di opere, in quanto derivanti da matrici capaci di moltiplicarsi in forme complementari ma differenti. In tal modo il concetto di progettualità viene investito di un nuovo senso, in quanto non rimanda più ad un momento di superbia precisione, ma semmai di verifica aperta, seppure pilotata da un metodo costruito mediante la pratica e l’esercizio esecutivo. Il metodo rimanda naturalmente ad un bisogno di un parametro costante e progressivo, ancorato ad una coscienza storica del contesto dominato dal principio della tecnica. La tecnologia sviluppa processi produttivi, ancorati sulla standardizzazione, l’oggettività e la neutralità. Principi costitutivi di una diversa fertilità rispetto a quella costruita sulla tradizionale idea iper- soggettiva della differenza.
Qui abbiamo immagini digitali, figure, cubi, piramidi ed altre forme geometriche prodotte al computer, che costituiscono il figurativo della nostra epoca abitata dalla tecnologia tesa alla smaterializzazione ed alla astrazione dei corpi. Ma l’arte tende invece a rendere evidenti le forme, a dare corpo anche alla geometria. Infatti le forme di Adi Da Samraj, bidimensionali o tridimensionali, sono sempre concrete realtà linguistiche, affermazioni di un ordine mentale mai repressivo e chiuso ma germinante ed imprevedibile. In ogni caso le forme germinano e si moltiplicano con improvvise angolazioni che dispiegano le potenzialità di un nuovo erotismo geometrico. Queste forme sono sempre di una monumentalità domestica, che non allude alla prepotenza o alla retorica della scultura. Questo vuol dire non voler produrre una convenzionale guerra alle forme esistenti nella realtà, semmai realizzare un campo linguistico di analisi e sintesi. L’analisi è prodotta dalle possibilità di verifica sulla germinazione di queste famiglie di forme e la sintesi della forza delicata dell’insieme che si dispiega sotto i nostri occhi. La germinazione della geometria asimmetrica di Adi Da Samraj produce anche la delega esecutiva dell’opera che apre la propria possibilità di esistere completamente alla solidarietà del sociale. In tal modo l’arte riprende il suo antico statuto di lavoro concreto. La collaborazione designa la valenza etica di Adi Da Samraj che sceglie specificamente e selettivamente i suoi collaboratori in maniera che il campo di sensibilità ideativa corrisponde a quello esecutivo. La forma è la mistica dell’arte e le opere di Adi Da Samraj, luoghi di confluenza dove pensare ed agire, progetto e realizzazione si intrecciano concretamente per fondare un sistema produttivo non soltanto di forme ma anche di comportamenti sociali.
Achille Bonito Oliva
Le mie immagini intendono descrivere la realtà così com’è e come appare nell’ambito della percezione naturale come costruzione di forze forgianti primarie. La mia arte dell’immagine non ha dunque una base prettamente “soggettiva” o, viceversa, “oggettiva”. Le immagini che creo e realizzo coincidono sempre tacitamente e completamente con la realtà così come, ed è per questo che ho definito il mio processo dell’arte dell’immagine realismo trascendente.
Adi Da Samraj
Adi Da Samraj ha fondato un nuovo uso della geometria, come campo prolifico di una ragione irregolare che ama sviluppare asimmetricamente i propri principi, adottando la sorpresa e l’emozione. Ma questi due elementi non sono contraddittori col principio progettuale, semmai lo rafforzano mediante un impiego pragmatico e non preventivo della geometria descrittiva. Non a caso l’artista passa continuamente dalla bidimensionalità del progetto all’esecuzione tridimensionale della forma, dal bianco e nero dell’idea all’articolazione policromatica.
A dimostrazione che l’idea ingenera un processo creativo non puramente dimostrativo ma fecondante e fecondo. Infatti la forma finale, bidimensionale o tridimensionale propone una realtà visiva non astratta ma concreta, pulsante sotto lo sguardo analitico ed emozionante dello spettatore. Il principio di una ragione asimmetrica regge l’opera di Adi Da Samraj che formalizza l’irregolarità come principio creativo. In questo senso la forma non si esaurisce nell’idea, in quanto non esiste fredda specularità tra progetto ed esecuzione. L’opera porta con sé la possibilità di una asimmetria accettata ed assimilata nel progetto, in quanto partecipante della mentalità dell’arte moderna e della concezione del mondo che ci circonda, fatto di imprevisti e di sorprese.
La classicità di Adi Da Samraj consiste proprio in questo nell’aver accettato senza scandalo il caso intelligente della vita, la disponibilità dell’universo. L’arte diventa il luogo dove l’artista formalizza tali principi, inglobandoli nell’opera attraversata da una geometria giocata sull’asimmetria che produce dinamica e non staticità. Infatti l’artista lavora sempre su famiglie di opere, in quanto derivanti da matrici capaci di moltiplicarsi in forme complementari ma differenti. In tal modo il concetto di progettualità viene investito di un nuovo senso, in quanto non rimanda più ad un momento di superbia precisione, ma semmai di verifica aperta, seppure pilotata da un metodo costruito mediante la pratica e l’esercizio esecutivo. Il metodo rimanda naturalmente ad un bisogno di un parametro costante e progressivo, ancorato ad una coscienza storica del contesto dominato dal principio della tecnica. La tecnologia sviluppa processi produttivi, ancorati sulla standardizzazione, l’oggettività e la neutralità. Principi costitutivi di una diversa fertilità rispetto a quella costruita sulla tradizionale idea iper- soggettiva della differenza.
Qui abbiamo immagini digitali, figure, cubi, piramidi ed altre forme geometriche prodotte al computer, che costituiscono il figurativo della nostra epoca abitata dalla tecnologia tesa alla smaterializzazione ed alla astrazione dei corpi. Ma l’arte tende invece a rendere evidenti le forme, a dare corpo anche alla geometria. Infatti le forme di Adi Da Samraj, bidimensionali o tridimensionali, sono sempre concrete realtà linguistiche, affermazioni di un ordine mentale mai repressivo e chiuso ma germinante ed imprevedibile. In ogni caso le forme germinano e si moltiplicano con improvvise angolazioni che dispiegano le potenzialità di un nuovo erotismo geometrico. Queste forme sono sempre di una monumentalità domestica, che non allude alla prepotenza o alla retorica della scultura. Questo vuol dire non voler produrre una convenzionale guerra alle forme esistenti nella realtà, semmai realizzare un campo linguistico di analisi e sintesi. L’analisi è prodotta dalle possibilità di verifica sulla germinazione di queste famiglie di forme e la sintesi della forza delicata dell’insieme che si dispiega sotto i nostri occhi. La germinazione della geometria asimmetrica di Adi Da Samraj produce anche la delega esecutiva dell’opera che apre la propria possibilità di esistere completamente alla solidarietà del sociale. In tal modo l’arte riprende il suo antico statuto di lavoro concreto. La collaborazione designa la valenza etica di Adi Da Samraj che sceglie specificamente e selettivamente i suoi collaboratori in maniera che il campo di sensibilità ideativa corrisponde a quello esecutivo. La forma è la mistica dell’arte e le opere di Adi Da Samraj, luoghi di confluenza dove pensare ed agire, progetto e realizzazione si intrecciano concretamente per fondare un sistema produttivo non soltanto di forme ma anche di comportamenti sociali.
Achille Bonito Oliva
Le mie immagini intendono descrivere la realtà così com’è e come appare nell’ambito della percezione naturale come costruzione di forze forgianti primarie. La mia arte dell’immagine non ha dunque una base prettamente “soggettiva” o, viceversa, “oggettiva”. Le immagini che creo e realizzo coincidono sempre tacitamente e completamente con la realtà così come, ed è per questo che ho definito il mio processo dell’arte dell’immagine realismo trascendente.
Adi Da Samraj
09
giugno 2007
52 Biennale Arte Eventi Collaterali – Adi da Samraj
Dal 09 giugno al 21 novembre 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PALAZZO DOLFIN BOLLANI
Venezia, Castello, 3647, (Venezia)
Venezia, Castello, 3647, (Venezia)
Orario di apertura
10-18 (chiuso il lunedì)
Vernissage
9 Giugno 2007, ore 17 con performance
Sito web
www.adidabiennale.org
Ufficio stampa
ARTE COMMUNICATIONS
Autore
Curatore