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52 Biennale. Padiglione croato
Il Ministero della Cultura croato presenta l’artista Ivana Franke il cui progetto Latency si confronta e relaziona con lo spazio progettato da Carlo Scarpa negli anni Sessanta
Comunicato stampa
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In occasione della 52. Biennale d’Arte di Venezia la Repubblica di Croazia ha l'onore di presentare l'installazione site specific di Ivana Franke “Latency”, ideata per il magnifico ambiente dell'Area Carlo Scarpa nella sede della Fondazione Querini Stampalia. Selezionata da Željko Kipke e grazie al supporto organizzativo del Museo d'arte moderna e contemporanea di Fiume e alla guida del curatore Branko Franceschi, Ivana Franke ha inteso sottolineare in un'unica visione corale la luce, il suono e le architetture, per far risaltare l'originale approccio con cui Carlo Scarpa, nel suo capolavoro, ha saputo intrecciare tre elementi: il canale, le architetture e il giardino. La visione creativa di Ivana Franke coglie tutte le caratteristiche dell'Area Scarpa: dalla sapiente combinazione tra acqua, pietra e vegetazione al dialogo con la rappresentazione poetica dell’acqua alta, che spinge lo sguardo oltre il marmo, trattato in modo magistrale, fino a farlo posare sul verde rigoglioso del giardino interno.
Ivana Franke (Zagreb 1973) si è diplomata nel 1997 al Dipartimento di Grafica dell'Accademia di Belle Arti di Zagabria. Appartiene a quella generazione di artisti che, con l'uso dell'arte installativa, ha ammorbidito e raffinato i rigidi sviluppi locali dell'arte monocroma e della geometria astratta degli anni Cinquanta e Sessanta. Le acromatiche invenzioni spaziali di Ivana Franke, realizzate con i materiali poveri e semplici della produzione industriale, inserite nelle vive geometrie scarpiane e immerse in un diffuso chiaro di luna incanteranno gli spettatori. Il semplice atto di accendere le luci delle sue installazioni trasformerà l'invisibile nel visibile, l'amorfo nel definito, il semplice nel magico. Il metodo della Franke sottolinea il dato ontologico dell'illimitato potenziale dei materiali poveri che deliberatamente sceglie. L'obiettivo principale dell'estetica minimalista della Franke, nel suo entrare e camminare intorno all'installazione, è costantemente basato sui toni bianchi che, illuminati in maniera irregolare da particolari raggi di luce, si animano in arcobaleni.
Ivana Franke ha mutuato il modello grafico della gestione degli spazi dagli artisti che negli anni Sessanta si incontravano alle esposizioni delle Nove tendencije/Nuove Tendenze zagabresi. I modernisti europei avevano allora contagiato il mondo intero con il loro ottimismo e la grande fede nella forza risanatrice dell’architettura. Non è quindi strano che Ivana Franke, avendo assimilato l’ottica modernista, abbia al contempo acquisito la parte più importante di quella strategia – la fede nell’architettura che guarisce, provoca, cambia la percezione e il contesto sociale. Anche se i suoi interventi nei musei, nei cortili dei palazzi da esposizione o negli spazi pubblici sono leggeri e discreti, a prima vista di natura formale, apportano sempre risultati nuovi e costruttivi. (Željko Kipke)
Ivana Franke vive e lavora a Zagabria. Tra le tante istituzioni, ha presentato le sue opere al Museo di Arte Contemporanea a Zagabria, al Drawing Center, al P.S.1 di New York e alla 9. Esposizione Internazionale di Architettura di Venezia.
Parteciperà all’esposizione “Arte Contemporanea Croata” nel Lalit Kala Academy, New Delhi, 2007 e alla 3. International Art Biennale di Pechino, 2008.
__________________________________
On the occasion of the 52nd Venice Biennial, the Republic of Croatia is proud to present Ivana Franke’s site specific installation for the grand design of Area Scarpa at Palazzo Querini Stampalia. Selected by Željko Kipke, organised by the Museum of Modern and Contemporary Art in Rijeka and curated by Branko Franceschi, Ivana Franke’s site specific installation comprises light, sound and objects aiming to emphasize fragile and subtle interpretation of three Venetian trademarks: canals, architecture and interior gardens, interlocking within Carlo Scarpa’s masterpiece. Franke’s vision includes all of the Area Scarpa’s characteristics, from visual and spatial interaction of water, stone and grass, to more poetic rendering of uncontrollable aqua alta sweeping over the defined stonework artistry towards the lush greenery of courtyard.
Born in Zagreb in 1973 and graduating from the Graphic Department of the Academy of Fine Arts in Zagreb in 1997, Ivana Franke comes from the generation of artists who, thanks to the inclusion of ambiental installation art features, softened and refined the local tradition of hard-edged, monochromatic abstract geometry art from the 50s and 60s. Thus, Ivana Franke’s achromatic spatial interventions, assembled from cheap, transparent, prefabricated materials and structured in geometric three-dimensional grid immersed in milky colourless light, generate enchanting effect to spectator’s senses. Turning rigid to soft, invisible to visible, amorphous to defined, plain to magical by simple turning on of the electric bulb, Franke’s method underlines ontological fact of infinite potential of the deliberately restricted scope of components. Her primary and comprehensive walk-in or walk-around application of minimalist aesthetics is consistently based on whitish tones that occasionally, under certain angle of glance or ray of light, sparkle in rainbows.
She borrowed a model of graphic behaviour in space from the artists who, during the 1960s, gathered around New Tendencies exhibitions. At those times European modernists' optimism and intense faith in a healing power of architecture spread throughout the world. Hence, it is not strange that Ivana Franke, adopting onetime modernist optics, simultaneously embraced that strategy's more important part – confidence in architecture that heals and provokes, that transforms both perception and social context. Though her interventions in museums, exhibition venues’ courtyards and public spaces are mild and unobtrusive, and demonstrate formal nature when taken on face value, it is impossible to exclude the above-mentioned options. No doubt, the latter should be added up by a ritual nature of Franke's ambients as well as by their refined provocation. (Željko Kipke)
Ivana Franke lives and works in Zagreb. Among other prominent venues, she has presented her work at the Museum of Contemporary Art, Zagreb, The Drawing Center and P.S.1, New York, and 9th International Architecture Exhibition, Venice. Her upcoming exhibitions include the Contemporary Croatian Art exhibition in Lalit Kala Academy, New Delhi, 2007 and The Third Beijing International Art Biennale, 2008.
Ivana Franke (Zagreb 1973) si è diplomata nel 1997 al Dipartimento di Grafica dell'Accademia di Belle Arti di Zagabria. Appartiene a quella generazione di artisti che, con l'uso dell'arte installativa, ha ammorbidito e raffinato i rigidi sviluppi locali dell'arte monocroma e della geometria astratta degli anni Cinquanta e Sessanta. Le acromatiche invenzioni spaziali di Ivana Franke, realizzate con i materiali poveri e semplici della produzione industriale, inserite nelle vive geometrie scarpiane e immerse in un diffuso chiaro di luna incanteranno gli spettatori. Il semplice atto di accendere le luci delle sue installazioni trasformerà l'invisibile nel visibile, l'amorfo nel definito, il semplice nel magico. Il metodo della Franke sottolinea il dato ontologico dell'illimitato potenziale dei materiali poveri che deliberatamente sceglie. L'obiettivo principale dell'estetica minimalista della Franke, nel suo entrare e camminare intorno all'installazione, è costantemente basato sui toni bianchi che, illuminati in maniera irregolare da particolari raggi di luce, si animano in arcobaleni.
Ivana Franke ha mutuato il modello grafico della gestione degli spazi dagli artisti che negli anni Sessanta si incontravano alle esposizioni delle Nove tendencije/Nuove Tendenze zagabresi. I modernisti europei avevano allora contagiato il mondo intero con il loro ottimismo e la grande fede nella forza risanatrice dell’architettura. Non è quindi strano che Ivana Franke, avendo assimilato l’ottica modernista, abbia al contempo acquisito la parte più importante di quella strategia – la fede nell’architettura che guarisce, provoca, cambia la percezione e il contesto sociale. Anche se i suoi interventi nei musei, nei cortili dei palazzi da esposizione o negli spazi pubblici sono leggeri e discreti, a prima vista di natura formale, apportano sempre risultati nuovi e costruttivi. (Željko Kipke)
Ivana Franke vive e lavora a Zagabria. Tra le tante istituzioni, ha presentato le sue opere al Museo di Arte Contemporanea a Zagabria, al Drawing Center, al P.S.1 di New York e alla 9. Esposizione Internazionale di Architettura di Venezia.
Parteciperà all’esposizione “Arte Contemporanea Croata” nel Lalit Kala Academy, New Delhi, 2007 e alla 3. International Art Biennale di Pechino, 2008.
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On the occasion of the 52nd Venice Biennial, the Republic of Croatia is proud to present Ivana Franke’s site specific installation for the grand design of Area Scarpa at Palazzo Querini Stampalia. Selected by Željko Kipke, organised by the Museum of Modern and Contemporary Art in Rijeka and curated by Branko Franceschi, Ivana Franke’s site specific installation comprises light, sound and objects aiming to emphasize fragile and subtle interpretation of three Venetian trademarks: canals, architecture and interior gardens, interlocking within Carlo Scarpa’s masterpiece. Franke’s vision includes all of the Area Scarpa’s characteristics, from visual and spatial interaction of water, stone and grass, to more poetic rendering of uncontrollable aqua alta sweeping over the defined stonework artistry towards the lush greenery of courtyard.
Born in Zagreb in 1973 and graduating from the Graphic Department of the Academy of Fine Arts in Zagreb in 1997, Ivana Franke comes from the generation of artists who, thanks to the inclusion of ambiental installation art features, softened and refined the local tradition of hard-edged, monochromatic abstract geometry art from the 50s and 60s. Thus, Ivana Franke’s achromatic spatial interventions, assembled from cheap, transparent, prefabricated materials and structured in geometric three-dimensional grid immersed in milky colourless light, generate enchanting effect to spectator’s senses. Turning rigid to soft, invisible to visible, amorphous to defined, plain to magical by simple turning on of the electric bulb, Franke’s method underlines ontological fact of infinite potential of the deliberately restricted scope of components. Her primary and comprehensive walk-in or walk-around application of minimalist aesthetics is consistently based on whitish tones that occasionally, under certain angle of glance or ray of light, sparkle in rainbows.
She borrowed a model of graphic behaviour in space from the artists who, during the 1960s, gathered around New Tendencies exhibitions. At those times European modernists' optimism and intense faith in a healing power of architecture spread throughout the world. Hence, it is not strange that Ivana Franke, adopting onetime modernist optics, simultaneously embraced that strategy's more important part – confidence in architecture that heals and provokes, that transforms both perception and social context. Though her interventions in museums, exhibition venues’ courtyards and public spaces are mild and unobtrusive, and demonstrate formal nature when taken on face value, it is impossible to exclude the above-mentioned options. No doubt, the latter should be added up by a ritual nature of Franke's ambients as well as by their refined provocation. (Željko Kipke)
Ivana Franke lives and works in Zagreb. Among other prominent venues, she has presented her work at the Museum of Contemporary Art, Zagreb, The Drawing Center and P.S.1, New York, and 9th International Architecture Exhibition, Venice. Her upcoming exhibitions include the Contemporary Croatian Art exhibition in Lalit Kala Academy, New Delhi, 2007 and The Third Beijing International Art Biennale, 2008.
09
giugno 2007
52 Biennale. Padiglione croato
Dal 09 giugno al 21 novembre 2007
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Venezia, Campo Santa Maria Formosa, 5252, (Venezia)
Orario di apertura
Daily 10.00 - 18.00
Fri, Sat 10.00 – 22.00
Mondays closed
Vernissage
9 Giugno 2007, ore 18.30
Sito web
www.mmsu.hr
Autore
Curatore