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53. Biennale – Jef Geys
Il progetto di Jef Geys rappresenta il Belgio alla Biennale di Venezia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’opera presentata da Jef Geys per la Biennale di Venezia consta di un progetto totalmente nuovo dal titolo
“Quadra Medicinale”. Il progetto per la mostra si presenta come una sfaccettata indagine interdisciplinare
con piani, inventari, descrizioni, fotografie e disegni, alla quale si aggiunge una edizione speciale del
Kempens Informatieblad, il bollettino d’informazione dell’autore. Geys ha voluto valersi della piattaforma
internazionale che gli offre la Biennale di Venezia per realizzare uno dei suoi ambiziosi progetti di
collaborazione e di inchiesta.
Jef Geys parte dal concetto di ‘terroir’, che intende una più grande affinità con la nozione di biotopo che con
quella di territorio. Per quanto riguarda motivi e strutture, Geys continua a lavorare sugli elementi che
determinano il suo operato degli ultimi quattro decenni e che vengono esposti nel relativo bollettino. ‘Quadra
Medicinale’ nasce da un’inchiesta fondamentale che egli ha fatto svolgere da quattro conoscenti che vivono
o lavorano in altrettante metropoli – Villeurbanne, New York, Mosca e Bruxelles. Questi collaboratori hanno
tracciato un quadrante di un chilometro quadrato e hanno cercato dentro questo spazio dodici piante che
crescono per la strada, per poter identificare le componenti essenziali del loro ambiente di vita immediato. Il
risultato è un inventario di piante comuni, di cosiddette ‘erbacce’, che spesso sono piante commestibili o
medicinali con proprietà uniche.
Nel padiglione vengono presentate fotografie delle piante nel loro biotopo e la descrizione delle loro
caratteristiche; un erbario di piante essiccate e la descrizione scientifica delle loro proprietà. Inoltre viene
indicato sulle cartine delle quattro comunità urbane il luogo dove le piante sono riperibili. Infine Jef Geys
realizza grandi disegni, quale trasposizione e traduzione grafica ed artistica delle forme di ogni pianta.
Complessivamente la presentazione tende a dimostrare che delle piante che vengono comunemente
considerate come elementi naturali importuni, diventano per chi le studia una fonte inaspettata di sapere e di
piacere estetico. La presentazione è altresì un prontuario per tutti coloro che sono senza mezzi e lottano per
sopravvivere in una metropoli.
Il progetto viene accompagnato da un numero speciale del Kempens Informatieblad, che dà un panorama di
53 progetti realizzati da Geys dalla fine degli anni 50. Il bollettino documenta il suo interesse per i rapporti
tra forme ‘inferiori’ di natura e civiltà e forme complesse o discipline raffinate come scienza ed arte.
Contiene inoltre una vasta documentazione sul nuovo progetto, insieme al testo concettuale dell’artista e un
commento del curatore.
Dopo la scomparsa del Kempens Informatieblad, foglio locale distribuito porta a porta, Jef Geys decide nel
1971 di riprendere la testata. Da allora pubblica una edizione speciale per ognuna delle sue mostre.
Per la Biennale voleva far stampare 150 000 esemplari ‘commestibili’ per distribuirli a Venezia, nell’intento
di concretizzare letteralmente il paradigma delle scienze umane che ‘conoscenza vale nutrimento’ e di
comprovare lo slogan ‘cradle to cradle’ che ‘i rifiuti sono fonte di cibo’.
I principi di tecnologia e di design auspicati dal movimento ‘cradle to cradle’ per promuovere l’applicazione
di processi biodegradabili ai metodi di produzione non sono ancora sufficientemente sviluppati per
permettere sinora la realizzazione di un ‘giornale commestibile’.
Nato nel 1934 a Leopoldsburg (Belgio), Jef Geys ha concepito tutta la sua opera come un progetto in
evoluzione che combina atteggiamento concettuale, attività didattica e sperimentazione formale. Sin
dall’inizio il suo operato si è sempre opposto al mercantilismo nell’arte e all’istituzionalizzazione.
Nella sua attività Geys associa una indipendenza radicale ad un approccio insolito di creatività collettiva,
spesso generata con la partecipazione del suo immediato vicinato.
Fino al 1989 insegna Estetica Positiva in una scuola di Balen. Negli anni 60 si mette a schedare
sistematicamente le possibilità del processo di apprendimento, sfruttando al massimo la sua posizione
d’insegnante. La scuola di Balen diventa una specie di laboratorio (sul piano educativo ed artistico) di
diverse attività che uniscono fattori sociali, politici ed estetici. Molte opere di Geys si riferiscono al concetto
di terroir nel senso di biotopo e spesso ricorrono a rappresentazioni tipiche della vita quotidiana. Tra le sue
opere più note vanno segnalati i ‘sacchettini di semi’. Ogni anno dipinge fiori stupendi che vengono
raffigurati su sacchettini di semi con il loro nome comune e scientifico. Trasforma una galleria d’arte in un
negozio di spezie. Pianta cavoletti di Bruxelles su una discarica. Nel 1988 scrive una lettera a Chirac con la
richiesta di trasformare un giardino di Parigi in un orto. La sua partecipazione alla Biennale di Venezia è una
tappa ulteriore del suo cammino creativo.
Le sue opere sono state esposte nel mondo intero, tra l’altro “Archive Fever”, ICP, New York, USA (2008);
“Deep Comedy”, Marfa, USA (2007); Documenta 11, Kassel, Germania (2002); Orchard Gallery, New York,
USA (2007); IAC Villeurbanne, Francia (2007); Pori Art Museum, Pori, Finlandia (2005); Van
Abbemuseum, Eindhoven, Paesi Bassi (2004); Kunsthalle Lophem, Loppem, Belgio (2003); Kunstverein
Munchen, Germania (2001); Le Collège – Frac Champagne-Ardenne, Francia (1995); Witte de With,
Rotterdam, Paesi Bassi (1993); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, Belgio (1992); e Sao Paulo Biennal,
Brasile (1991).
“Quadra Medicinale”. Il progetto per la mostra si presenta come una sfaccettata indagine interdisciplinare
con piani, inventari, descrizioni, fotografie e disegni, alla quale si aggiunge una edizione speciale del
Kempens Informatieblad, il bollettino d’informazione dell’autore. Geys ha voluto valersi della piattaforma
internazionale che gli offre la Biennale di Venezia per realizzare uno dei suoi ambiziosi progetti di
collaborazione e di inchiesta.
Jef Geys parte dal concetto di ‘terroir’, che intende una più grande affinità con la nozione di biotopo che con
quella di territorio. Per quanto riguarda motivi e strutture, Geys continua a lavorare sugli elementi che
determinano il suo operato degli ultimi quattro decenni e che vengono esposti nel relativo bollettino. ‘Quadra
Medicinale’ nasce da un’inchiesta fondamentale che egli ha fatto svolgere da quattro conoscenti che vivono
o lavorano in altrettante metropoli – Villeurbanne, New York, Mosca e Bruxelles. Questi collaboratori hanno
tracciato un quadrante di un chilometro quadrato e hanno cercato dentro questo spazio dodici piante che
crescono per la strada, per poter identificare le componenti essenziali del loro ambiente di vita immediato. Il
risultato è un inventario di piante comuni, di cosiddette ‘erbacce’, che spesso sono piante commestibili o
medicinali con proprietà uniche.
Nel padiglione vengono presentate fotografie delle piante nel loro biotopo e la descrizione delle loro
caratteristiche; un erbario di piante essiccate e la descrizione scientifica delle loro proprietà. Inoltre viene
indicato sulle cartine delle quattro comunità urbane il luogo dove le piante sono riperibili. Infine Jef Geys
realizza grandi disegni, quale trasposizione e traduzione grafica ed artistica delle forme di ogni pianta.
Complessivamente la presentazione tende a dimostrare che delle piante che vengono comunemente
considerate come elementi naturali importuni, diventano per chi le studia una fonte inaspettata di sapere e di
piacere estetico. La presentazione è altresì un prontuario per tutti coloro che sono senza mezzi e lottano per
sopravvivere in una metropoli.
Il progetto viene accompagnato da un numero speciale del Kempens Informatieblad, che dà un panorama di
53 progetti realizzati da Geys dalla fine degli anni 50. Il bollettino documenta il suo interesse per i rapporti
tra forme ‘inferiori’ di natura e civiltà e forme complesse o discipline raffinate come scienza ed arte.
Contiene inoltre una vasta documentazione sul nuovo progetto, insieme al testo concettuale dell’artista e un
commento del curatore.
Dopo la scomparsa del Kempens Informatieblad, foglio locale distribuito porta a porta, Jef Geys decide nel
1971 di riprendere la testata. Da allora pubblica una edizione speciale per ognuna delle sue mostre.
Per la Biennale voleva far stampare 150 000 esemplari ‘commestibili’ per distribuirli a Venezia, nell’intento
di concretizzare letteralmente il paradigma delle scienze umane che ‘conoscenza vale nutrimento’ e di
comprovare lo slogan ‘cradle to cradle’ che ‘i rifiuti sono fonte di cibo’.
I principi di tecnologia e di design auspicati dal movimento ‘cradle to cradle’ per promuovere l’applicazione
di processi biodegradabili ai metodi di produzione non sono ancora sufficientemente sviluppati per
permettere sinora la realizzazione di un ‘giornale commestibile’.
Nato nel 1934 a Leopoldsburg (Belgio), Jef Geys ha concepito tutta la sua opera come un progetto in
evoluzione che combina atteggiamento concettuale, attività didattica e sperimentazione formale. Sin
dall’inizio il suo operato si è sempre opposto al mercantilismo nell’arte e all’istituzionalizzazione.
Nella sua attività Geys associa una indipendenza radicale ad un approccio insolito di creatività collettiva,
spesso generata con la partecipazione del suo immediato vicinato.
Fino al 1989 insegna Estetica Positiva in una scuola di Balen. Negli anni 60 si mette a schedare
sistematicamente le possibilità del processo di apprendimento, sfruttando al massimo la sua posizione
d’insegnante. La scuola di Balen diventa una specie di laboratorio (sul piano educativo ed artistico) di
diverse attività che uniscono fattori sociali, politici ed estetici. Molte opere di Geys si riferiscono al concetto
di terroir nel senso di biotopo e spesso ricorrono a rappresentazioni tipiche della vita quotidiana. Tra le sue
opere più note vanno segnalati i ‘sacchettini di semi’. Ogni anno dipinge fiori stupendi che vengono
raffigurati su sacchettini di semi con il loro nome comune e scientifico. Trasforma una galleria d’arte in un
negozio di spezie. Pianta cavoletti di Bruxelles su una discarica. Nel 1988 scrive una lettera a Chirac con la
richiesta di trasformare un giardino di Parigi in un orto. La sua partecipazione alla Biennale di Venezia è una
tappa ulteriore del suo cammino creativo.
Le sue opere sono state esposte nel mondo intero, tra l’altro “Archive Fever”, ICP, New York, USA (2008);
“Deep Comedy”, Marfa, USA (2007); Documenta 11, Kassel, Germania (2002); Orchard Gallery, New York,
USA (2007); IAC Villeurbanne, Francia (2007); Pori Art Museum, Pori, Finlandia (2005); Van
Abbemuseum, Eindhoven, Paesi Bassi (2004); Kunsthalle Lophem, Loppem, Belgio (2003); Kunstverein
Munchen, Germania (2001); Le Collège – Frac Champagne-Ardenne, Francia (1995); Witte de With,
Rotterdam, Paesi Bassi (1993); Palais des Beaux-Arts, Bruxelles, Belgio (1992); e Sao Paulo Biennal,
Brasile (1991).
06
giugno 2009
53. Biennale – Jef Geys
Dal 06 giugno al 22 novembre 2009
arte contemporanea
Location
GIARDINI DI CASTELLO – PADIGLIONE BELGA
Venezia, Fondamenta dell'Arsenale, (Venezia)
Venezia, Fondamenta dell'Arsenale, (Venezia)
Biglietti
intero € 18; ridotto € 15
Orario di apertura
10-18, chiuso il lunedì
Sito web
www.wiels.org/site2/page.php?node_id=101&
Autore
Curatore