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53. Biennale – Padiglione italo-latino americano – IILA
Il titolo del Padiglione dell’America Latina-IILA, seguendo la tematica generale della 53. Esposizione Internazionale d’Arte del 2009 – “Fare Mondi/Making Worlds”, sarà “Mundus Novus – Arte Contemporáneo de América Latina”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Padiglione dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA), seguendo la tematica della
53. Esposizione Internazionale d'Arte del 2009 - "Fare Mondi/Making Worlds",
affronta il tema "Mundus Novus - Arte Contemporáneo de América Latina".
La curatrice Irma Arestizábal è mancata all'improvviso alla metà di maggio.
Considerata una delle massime esperte al mondo di arte latinoamericana, è
stata curatrice del Padiglione dell'America Latina IILA dal 2003 al 2009. Nata a
Bahía Blanca, in Argentina, il 10 aprile 1940, aveva lavorato come critica d'arte,
curatrice indipendente, professoressa titolare di Arte Latinoamericana
Contemporanea all'Università di Buenos Aires, ha ricoperto la carica di
Segretario Culturale dell'IILA dal 2003 al 2007. Negli ultimi tempi stava inoltre
lavorando alla creazione della mediateca dell'IILA.
A lei viene dedicato questo Padiglione che ha voluto fortemente e ha curato con
la consueta dedizione e passione selezionando un gruppo di artisti di grande
valore che hanno saputo interpretare il tema con forza e poesia.
E come scrive la curatrice in catalogo: "Gli artisti che creano dall'America Latina
lo fanno tenendo sempre ben presente la storia, l'ambiente, il mondo vegetale e
quello animale della loro terra, le città, così particolari, dove regna il "caos" e
dove gli edifici neoclassici convivono con la foresta fittissima, dove tutto ciò che
è "neo" (neo-gotico, neo-romanico) non costituisce più un atto volto al recupero
della propria nazionalità ma uno status symbol. Accanto alla propria storia è
presente anche la storia mondiale. Le credenze, gli dei, le religioni
precolombiane e il cattolicesimo imposto dal conquistatore costituiscono
anch'essi degli spunti per nuove opere, mentre numerose creazioni racchiudono
in sé tic, vizi sociali e problemi socio-politici".
Il Padiglione occupa 700 mq all'interno delle Artiglierie dell'Arsenale, uno degli
spazi più prestigiosi che da anni, assieme ai Giardini, costituisce il centro delle
attività espositive d'arte e di architettura de La Biennale di Venezia.
Seguendo le direttive del Direttore del Settore Arti Visive, Daniel Birnbaum, il
Padiglione non sará diviso in sezioni, ma si presenterà come un'unica mostra in
cui diversi temi si intrecciano in una unità organica e articolata e dove le opere
dialogano fra loro e lo spazio stesso.
La mostra Mundus Novus - Arte Contemporanea dell'America Latina, organizzata
dall'Istituto Italo-Latino Americano, è stata pensata attentamente per mettere in
mostra le diverse modalità in cui gli artisti latinoamericani inventano e
reinventano il proprio mondo, elaborando le proprie tradizioni e le diverse
influenze di cui tali modalità si nutrono, per dare corpo a opere che oggi pongono
più domande che risposte e inseriscono paradossi laddove a volte taluni hanno
creduto di trovare conclusioni e certezze.
All'esposizione parteciperanno quest'anno artisti provenienti da Bolivia,
Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Perù e
Repubblica Dominicana.
Alberto Baraya (Colombia) da diverso tempo lavora al progetto El Herbario de
Plantas Artificiales, work in progress che rielabora i viaggi scientifici dei secoli
XVIII e XIX. Per la 53. Esposizione Internazionale d'Arte Baraya crea una
Expedición a Venecia, affiancando fiori e piante di vetro di Murano alle imitazioni
made in China che si trovano nelle zone turistiche della città lagunare.
Fernando Falconi (Ecuador) nella sua installazione Olimpo fa sua la figura del
vulcano Chimborazo, emblema geografico e storico americano. Davanti al video
lo spettatore vede i ghiacci eterni sciogliersi (come tante verità e affermazioni)
nel lago che si estende ai piedi del colosso.
Gli Dei di nuovi mondi sono rappresentati nel Kukulcan di Darío Escobar
(Guatemala). Seguendo la sua linea di ricerca sullaricontestualizzazione
dell'oggetto, Escobar costruisce la coda di un Quetzalcoatl rosso, il mitico
serpente piumato, con copertoni di biciclette.
Luna de Papel (Yo creo como hablo) di Paul Ramírez Jonas (Honduras), oltre a
farci pensare alla luna e ai suoi quarti calanti, diversi nell'emisfero sud, ci parla
del recupero della parola, in questo caso una frase - Io creo come parlo -
ABRACADABRA, come ricostruzione concettuale dell'immagine. Ramírez Jonas è
convinto che leggere sia un atto di libertà, ma qui, con il pezzo che espone, più
che leggere presenta testi da leggere.
La nube di Ramsés Larzábal (Cuba) costituisce una prova della vocazione
costruttiva dell'arte latinoamericana.
Vocazione costruttiva che guida tutta la produzione di Luis Roldán (Colombia),
che evoca una dimensione lirica ed esistenziale della vita urbana nella sua
opera, costituita quasi esclusivamente da frammenti.
Un'altra visione della città latinoamericana è presente nelle nuove città di Carlos
Garaicoa (Cuba), che gioca con l'architettura come fosse un biografo di un luogo,
costruendo città di cera, di luce, di mattoni e di carta.
I mondi popolati da rari esemplari e da razze diverse si riflettono nei Mutantes di
Raquel Paiewonsky (Rep. Dominicana), che fondono elementi della vita urbana,
stereotipi di genere, la natura, la spiritualità e i nostri istinti.
I colori delle piante, degli uccelli e dei cieli del nuovo continente donano una
diversa colorazione a pitture e tessuti, come sperimentiamo nell'opera di
Federico Herrero (Costa Rica) che, in un tripudio di gesti e tinte, colora gli spazi
in cui opera, a seconda dei propri sentimenti.
Gastón Ugalde (Bolivia), utilizzando i ponchos Aymara e Inca, crea uno stupendo
insieme di colori, trame e orditi che parla del sincretismo culturale, di tesori
propri e conquistati.
Lo spazio "nuovo" del tromp l'oeil di Nils Nova (El Salvador) utilizza la fotografia
come un mezzo che costruisce la realtà/finzione. In quest'opera Nova sfida la
prospettiva classica, cambiando la visione e le proporzioni dello spazio del
Padiglione latinoamericano, che è proiettato quasi all'infinito.
Lo stesso spazio e le opere del Padiglione si riflettono nel dipinto di Sandra
Gamarra (Perù), che mostra i sogni, le idee e i progetti dei nostri artisti
riassumendo nella sua tela i nuovi mondi creati in questo spazio dell'Arsenale.
Il Padiglione dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) pubblicherà un catalogo con
testi di Irma Arestizábal, Paolo Bruni (Segretario Generale IILA), Patricia
Rivadeneira (Segretario Culturale IILA)
Con il contributo speciale di:
Centro Cultural del Banco Interamericano de Desarrollo (BID),
Washington
MACIA - Museo d'Arte Contemporanea Italiana In America, San José de Costa
Rica
PINTA, the Modern and Contemporary Latin American Art Fair, New York, Londra
Illy Caffè
SEACEX
AECID
La Colección Jumex
Galería Carlos Woods
53. Esposizione Internazionale d'Arte del 2009 - "Fare Mondi/Making Worlds",
affronta il tema "Mundus Novus - Arte Contemporáneo de América Latina".
La curatrice Irma Arestizábal è mancata all'improvviso alla metà di maggio.
Considerata una delle massime esperte al mondo di arte latinoamericana, è
stata curatrice del Padiglione dell'America Latina IILA dal 2003 al 2009. Nata a
Bahía Blanca, in Argentina, il 10 aprile 1940, aveva lavorato come critica d'arte,
curatrice indipendente, professoressa titolare di Arte Latinoamericana
Contemporanea all'Università di Buenos Aires, ha ricoperto la carica di
Segretario Culturale dell'IILA dal 2003 al 2007. Negli ultimi tempi stava inoltre
lavorando alla creazione della mediateca dell'IILA.
A lei viene dedicato questo Padiglione che ha voluto fortemente e ha curato con
la consueta dedizione e passione selezionando un gruppo di artisti di grande
valore che hanno saputo interpretare il tema con forza e poesia.
E come scrive la curatrice in catalogo: "Gli artisti che creano dall'America Latina
lo fanno tenendo sempre ben presente la storia, l'ambiente, il mondo vegetale e
quello animale della loro terra, le città, così particolari, dove regna il "caos" e
dove gli edifici neoclassici convivono con la foresta fittissima, dove tutto ciò che
è "neo" (neo-gotico, neo-romanico) non costituisce più un atto volto al recupero
della propria nazionalità ma uno status symbol. Accanto alla propria storia è
presente anche la storia mondiale. Le credenze, gli dei, le religioni
precolombiane e il cattolicesimo imposto dal conquistatore costituiscono
anch'essi degli spunti per nuove opere, mentre numerose creazioni racchiudono
in sé tic, vizi sociali e problemi socio-politici".
Il Padiglione occupa 700 mq all'interno delle Artiglierie dell'Arsenale, uno degli
spazi più prestigiosi che da anni, assieme ai Giardini, costituisce il centro delle
attività espositive d'arte e di architettura de La Biennale di Venezia.
Seguendo le direttive del Direttore del Settore Arti Visive, Daniel Birnbaum, il
Padiglione non sará diviso in sezioni, ma si presenterà come un'unica mostra in
cui diversi temi si intrecciano in una unità organica e articolata e dove le opere
dialogano fra loro e lo spazio stesso.
La mostra Mundus Novus - Arte Contemporanea dell'America Latina, organizzata
dall'Istituto Italo-Latino Americano, è stata pensata attentamente per mettere in
mostra le diverse modalità in cui gli artisti latinoamericani inventano e
reinventano il proprio mondo, elaborando le proprie tradizioni e le diverse
influenze di cui tali modalità si nutrono, per dare corpo a opere che oggi pongono
più domande che risposte e inseriscono paradossi laddove a volte taluni hanno
creduto di trovare conclusioni e certezze.
All'esposizione parteciperanno quest'anno artisti provenienti da Bolivia,
Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Perù e
Repubblica Dominicana.
Alberto Baraya (Colombia) da diverso tempo lavora al progetto El Herbario de
Plantas Artificiales, work in progress che rielabora i viaggi scientifici dei secoli
XVIII e XIX. Per la 53. Esposizione Internazionale d'Arte Baraya crea una
Expedición a Venecia, affiancando fiori e piante di vetro di Murano alle imitazioni
made in China che si trovano nelle zone turistiche della città lagunare.
Fernando Falconi (Ecuador) nella sua installazione Olimpo fa sua la figura del
vulcano Chimborazo, emblema geografico e storico americano. Davanti al video
lo spettatore vede i ghiacci eterni sciogliersi (come tante verità e affermazioni)
nel lago che si estende ai piedi del colosso.
Gli Dei di nuovi mondi sono rappresentati nel Kukulcan di Darío Escobar
(Guatemala). Seguendo la sua linea di ricerca sullaricontestualizzazione
dell'oggetto, Escobar costruisce la coda di un Quetzalcoatl rosso, il mitico
serpente piumato, con copertoni di biciclette.
Luna de Papel (Yo creo como hablo) di Paul Ramírez Jonas (Honduras), oltre a
farci pensare alla luna e ai suoi quarti calanti, diversi nell'emisfero sud, ci parla
del recupero della parola, in questo caso una frase - Io creo come parlo -
ABRACADABRA, come ricostruzione concettuale dell'immagine. Ramírez Jonas è
convinto che leggere sia un atto di libertà, ma qui, con il pezzo che espone, più
che leggere presenta testi da leggere.
La nube di Ramsés Larzábal (Cuba) costituisce una prova della vocazione
costruttiva dell'arte latinoamericana.
Vocazione costruttiva che guida tutta la produzione di Luis Roldán (Colombia),
che evoca una dimensione lirica ed esistenziale della vita urbana nella sua
opera, costituita quasi esclusivamente da frammenti.
Un'altra visione della città latinoamericana è presente nelle nuove città di Carlos
Garaicoa (Cuba), che gioca con l'architettura come fosse un biografo di un luogo,
costruendo città di cera, di luce, di mattoni e di carta.
I mondi popolati da rari esemplari e da razze diverse si riflettono nei Mutantes di
Raquel Paiewonsky (Rep. Dominicana), che fondono elementi della vita urbana,
stereotipi di genere, la natura, la spiritualità e i nostri istinti.
I colori delle piante, degli uccelli e dei cieli del nuovo continente donano una
diversa colorazione a pitture e tessuti, come sperimentiamo nell'opera di
Federico Herrero (Costa Rica) che, in un tripudio di gesti e tinte, colora gli spazi
in cui opera, a seconda dei propri sentimenti.
Gastón Ugalde (Bolivia), utilizzando i ponchos Aymara e Inca, crea uno stupendo
insieme di colori, trame e orditi che parla del sincretismo culturale, di tesori
propri e conquistati.
Lo spazio "nuovo" del tromp l'oeil di Nils Nova (El Salvador) utilizza la fotografia
come un mezzo che costruisce la realtà/finzione. In quest'opera Nova sfida la
prospettiva classica, cambiando la visione e le proporzioni dello spazio del
Padiglione latinoamericano, che è proiettato quasi all'infinito.
Lo stesso spazio e le opere del Padiglione si riflettono nel dipinto di Sandra
Gamarra (Perù), che mostra i sogni, le idee e i progetti dei nostri artisti
riassumendo nella sua tela i nuovi mondi creati in questo spazio dell'Arsenale.
Il Padiglione dell'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) pubblicherà un catalogo con
testi di Irma Arestizábal, Paolo Bruni (Segretario Generale IILA), Patricia
Rivadeneira (Segretario Culturale IILA)
Con il contributo speciale di:
Centro Cultural del Banco Interamericano de Desarrollo (BID),
Washington
MACIA - Museo d'Arte Contemporanea Italiana In America, San José de Costa
Rica
PINTA, the Modern and Contemporary Latin American Art Fair, New York, Londra
Illy Caffè
SEACEX
AECID
La Colección Jumex
Galería Carlos Woods
05
giugno 2009
53. Biennale – Padiglione italo-latino americano – IILA
Dal 05 giugno al 22 novembre 2009
arte contemporanea
Location
ARSENALE
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Orario di apertura
ore 10-18
Vernissage
5 Giugno 2009, ore 18.30
Sito web
www.iila.org
Ufficio stampa
NOVELLA MIRRI
Ufficio stampa
MARIA BONMASSAR
Autore
Curatore