Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
54. Biennale di Venezia. Padiglione Danese
dispari&dispari project ha prodotto l’installazione ‘Pavilion for Revolutionary Free Speech’ dell’artista Tedesco Thomas Kilpper che sarà presentata il 2 giugno alle ore 15.00 in occasione della cerimonia inaugurale del Padiglione Danese alla 54° Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
dispari&dispari project ha prodotto l'installazione 'Pavilion for Revolutionary Free Speech' dell’artista Tedesco Thomas Kilpper che sarà presentata il 2 giugno alle ore 15.00 in occasione della cerimonia inaugurale del Padiglione Danese alla 54° Biennale di Venezia.
Il lavoro di Thomas Kilpper ha costantemente indagato il rapporto tra storia, politica, attualità, sfera pubblica e memoria collettiva. Spesso ha creato grandi e laboriosi interventi site-specific, installazioni e incisioni sul pavimento, con i quali l'artista mira ad evidenziare controverse questioni politiche e storiche. Per SPEECH MATTERS, Kilpper ha realizzato Pavilion for Revolutionary Free Speech (2011), una struttura aperta costruita sopra e al di là del giardino privato del Padiglione Danese. Questo ambizioso progetto è stato creato dall'artista con un team di ingegneri, falegnami e costruttori, prevalentemente utilizzando legno e materiali rimasti dalla scorsa edizione della Biennale di Architettura 2010. La struttura lo-fi e altamente piacevole al tatto di Kilpper, può essere vista come para-padiglione o anti-palazzo, una estensione di forma che contrasta con il più "ufficiale" edificio permanente del Padiglione danese, che si diffonde nei giardini della Biennale come una struttura autonoma, ma anche una sorta di parassita. E' allo stesso tempo una zona di rifugio, ospitalità e l'interazione sociale, ma anche uno spazio di dialogo con una diverse funzioni e contenuti artistici. Come parte del suo padiglione, Kilpper ha anche configurato Speakers 'Corner, una piattaforma aperta, un balcone a 2,60 metri di altezza, dove prenderanno atto alcune performance appositamente commissionata (per il Padiglione danese), nonché un programma di conferenze e manifestazioni promosse dalla artista. Ogni visitatore che desiderano impegnarsi in un atto di libertà di parola può anche usare Speakers Corner, con l'aiuto di un megafono fuori misura realizzato in metallo con rottami di automobili. Il padiglione di Kilpper contiene anche una ricchezza di informazioni visive e testuali in forma di xilografie, collegate ai recenti casi di libertà di parola negata. Come tale può essere visto come una scultura sociale, uno spazio politico, e una piattaforma per l'esercizio della libertà di parola, programmata o improvvisata. Il lavoro riflette la diversità di pensiero e di emancipazione rivoluzionaria della libertà di parola, ma anche l'abuso sempre più problematico della espressione, in nome della libertà e della democrazia.
Per maggiori informazioni visita: www.dispariedispari.org / www.danish-pavilion.org
//////////////
dispari&dispari project, has produced the installation 'Pavilion for Revolutionary Free Speech' of the German artist Thomas Kilpper which will be presented on June 2 at 3.00 pm at the opening ceremony of the Danish Pavilion at the 54th Venice Biennale.
Thomas Kilpper’s work has consistently investigated the relationship between history, politics, current affairs, the public sphere and collective memory. Often creating large site-specific and labour- intensive interventions, installations and floor carvings, the artist seeks to highlight contentious political and historical issues. For SPEECH MATTERS, Kilpper has realised the Pavilion for Revolutionary Free Speech (2011), an open structure built in, and beyond, the private garden of the Danish Pavilion. This ambitious project was created by the artist with a team of engineers, carpenters and builders, predominantly by using wood and material left over from the last edition of the Architecture Biennale in 2010. Kilpper’s lo-fi and highly tactile structure can be seen as a para-pavilion, or anti-palazzo, that both forms an extension of, and counteracts the more “official” permanent buildings of the Danish Pavilion, spreading into the gardens of the Biennale as an autonomous structure but also a kind of parasite. It is at once an area of refuge, hospitality and social interaction, but also a discursive space with a distinct function and artistic content. As part of his pavilion, Kilpper has also configured Speakers’ Corner, an open platform-cum-balcony, 2.60 metres in height, where specially commissioned performances (for the Danish Pavilion), as well as a programme of lectures and events instigated by the artist will take place. Any visitor wishing to engage in a free speech act can also use Speakers’ Corner, with the aid of an outsized megaphone made of scrap car metal. Kilpper’s pavilion also contains a wealth of visual and textual information in the form of woodcuts, related to recent contested freedom of speech cases. As such it can be seen as a social sculpture, a political space, and a platform for the exercise of free speech, whether planned or improvised. The work reflects the diversity of emancipatory thinking and revolutionary free speech, but also the increasingly problematic abuse of speech in the name of freedom and democracy.
Il lavoro di Thomas Kilpper ha costantemente indagato il rapporto tra storia, politica, attualità, sfera pubblica e memoria collettiva. Spesso ha creato grandi e laboriosi interventi site-specific, installazioni e incisioni sul pavimento, con i quali l'artista mira ad evidenziare controverse questioni politiche e storiche. Per SPEECH MATTERS, Kilpper ha realizzato Pavilion for Revolutionary Free Speech (2011), una struttura aperta costruita sopra e al di là del giardino privato del Padiglione Danese. Questo ambizioso progetto è stato creato dall'artista con un team di ingegneri, falegnami e costruttori, prevalentemente utilizzando legno e materiali rimasti dalla scorsa edizione della Biennale di Architettura 2010. La struttura lo-fi e altamente piacevole al tatto di Kilpper, può essere vista come para-padiglione o anti-palazzo, una estensione di forma che contrasta con il più "ufficiale" edificio permanente del Padiglione danese, che si diffonde nei giardini della Biennale come una struttura autonoma, ma anche una sorta di parassita. E' allo stesso tempo una zona di rifugio, ospitalità e l'interazione sociale, ma anche uno spazio di dialogo con una diverse funzioni e contenuti artistici. Come parte del suo padiglione, Kilpper ha anche configurato Speakers 'Corner, una piattaforma aperta, un balcone a 2,60 metri di altezza, dove prenderanno atto alcune performance appositamente commissionata (per il Padiglione danese), nonché un programma di conferenze e manifestazioni promosse dalla artista. Ogni visitatore che desiderano impegnarsi in un atto di libertà di parola può anche usare Speakers Corner, con l'aiuto di un megafono fuori misura realizzato in metallo con rottami di automobili. Il padiglione di Kilpper contiene anche una ricchezza di informazioni visive e testuali in forma di xilografie, collegate ai recenti casi di libertà di parola negata. Come tale può essere visto come una scultura sociale, uno spazio politico, e una piattaforma per l'esercizio della libertà di parola, programmata o improvvisata. Il lavoro riflette la diversità di pensiero e di emancipazione rivoluzionaria della libertà di parola, ma anche l'abuso sempre più problematico della espressione, in nome della libertà e della democrazia.
Per maggiori informazioni visita: www.dispariedispari.org / www.danish-pavilion.org
//////////////
dispari&dispari project, has produced the installation 'Pavilion for Revolutionary Free Speech' of the German artist Thomas Kilpper which will be presented on June 2 at 3.00 pm at the opening ceremony of the Danish Pavilion at the 54th Venice Biennale.
Thomas Kilpper’s work has consistently investigated the relationship between history, politics, current affairs, the public sphere and collective memory. Often creating large site-specific and labour- intensive interventions, installations and floor carvings, the artist seeks to highlight contentious political and historical issues. For SPEECH MATTERS, Kilpper has realised the Pavilion for Revolutionary Free Speech (2011), an open structure built in, and beyond, the private garden of the Danish Pavilion. This ambitious project was created by the artist with a team of engineers, carpenters and builders, predominantly by using wood and material left over from the last edition of the Architecture Biennale in 2010. Kilpper’s lo-fi and highly tactile structure can be seen as a para-pavilion, or anti-palazzo, that both forms an extension of, and counteracts the more “official” permanent buildings of the Danish Pavilion, spreading into the gardens of the Biennale as an autonomous structure but also a kind of parasite. It is at once an area of refuge, hospitality and social interaction, but also a discursive space with a distinct function and artistic content. As part of his pavilion, Kilpper has also configured Speakers’ Corner, an open platform-cum-balcony, 2.60 metres in height, where specially commissioned performances (for the Danish Pavilion), as well as a programme of lectures and events instigated by the artist will take place. Any visitor wishing to engage in a free speech act can also use Speakers’ Corner, with the aid of an outsized megaphone made of scrap car metal. Kilpper’s pavilion also contains a wealth of visual and textual information in the form of woodcuts, related to recent contested freedom of speech cases. As such it can be seen as a social sculpture, a political space, and a platform for the exercise of free speech, whether planned or improvised. The work reflects the diversity of emancipatory thinking and revolutionary free speech, but also the increasingly problematic abuse of speech in the name of freedom and democracy.
02
giugno 2011
54. Biennale di Venezia. Padiglione Danese
Dal 02 giugno al 27 novembre 2011
arte contemporanea
Location
ARSENALE
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Vernissage
2 Giugno 2011, h 15
Sito web
www.danish-pavilion.org
Autore
Curatore