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57. Biennale – Padiglione neozelandese: Lisa Reihana
La Nuova Zelanda presenta l’artista multi‐mediale Lisa Reihana alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
Comunicato stampa
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La Nuova Zelanda presenta l’artista multi-‐mediale Lisa Reihana alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
Lisa Reihana: Emissaries presenta l’esteso video panoramico dell’artista in Pursuit of Venus [infected], 2015–17, insieme a opere fotografiche e scultoree. L’esposizione si terrà alle Tese dell’Isolotto, uno dei più vecchi e grandi capannoni navali dell’Arsenale. Questa è la prima volta che il padiglione della Nuova Zelanda sarà collocato all’interno dell’area espositiva della Biennale.
Il lavoro tecnicamente ambizioso e dalle sfumature poetiche di Lisa Reihana (1964– ) ricorre a racconti romanzati, testimonianze storiche, mitologia e assonanze per manipolare le nozioni di verità, genere e modi di rappresentazione. In Lisa Reihana: Emissaries, curata da Rhana Devenport, lo sguardo imperialistico è restituito con una piega indagatrice. L’esposizione mira a liberarsi dagli ideali e dalla filosofia dell’Illuminismo, dallo slancio coloniale e dal distante ma penetrante sguardo del potere e del desiderio.
in Pursuit of Venus [infected], 2015—17, 2015–17 è una re-‐immaginazione cinematografica del ciclo francese di pannelli dipinti su carta Les Sauvages de la Mer Pacifique, 1804–05, anche conosciuto come “I viaggi del Capitano Cook”. Due secoli più tardi – e quasi 250 anni dopo i viaggi che li hanno ispirati – Reihana utilizza complesse tecnologie audiovisive del XXI secolo per animare le scene dei pannelli con narrazioni di incontri reali e fantastici in un’impresa culturale di rivalorizzazione e re-‐immaginazione: l’artista riscrive questa fantasia del Pacifico propria dell’Europa per suggerire una storia più complessa.
Questo panorama video dall’ampia scala popolato da personaggi dell’Aotearoa Nuova Zelanda, del Pacifico e dell’Europa crea un’esperienza coinvolgente e ipnotizzante. Reihana colloca la morte di Cook alle Hawaii come il momento drammatico di rottura. Questa e altre storie sono messe in scena all’interno di un mondo di immagini e di suoni senza fine dove il tempo è ciclico. Un accompagnamento sonoro che combina scene riprese dal vivo, il ticchettio di un orologio originale utilizzato nei viaggi di Cook, e rare registrazioni di taonga pūoro (strumenti musicali Māori) che Cook raccolse esalta lo sviluppo emotivo dell’opera.
Il titolo in Pursuit of Venus [infected] fa un chiaro riferimento al “Punto di Vista” o PdV dell’artista [N.d.T. in inglese Point of View, PoV]. La parola “Venere” allude invece alla missione scientifica internazionale per misurare i cieli documentando il transito di Venere nel 1769 al fine di determinare la distanza tra la Terra e il Sole. Si fanno
citazioni indirette anche alle idee arcadiche dei Mari del Sud, con Bougainville che chiamò Tahiti “Nuova Citera” con riferimento al luogo di nascita della dea dell’amore. L’“infezione” si rivela attraverso gli ostacoli tipici di un incontro nel momento in cui le popolazioni del Pacifico e i marinai, artisti, scienziati e astronomi inglesi condividono questo luogo amplificato fantastico.
Una costellazione di cinque Tubi Prospettici scultorei presenta trasparenze che fanno riferimento al PdV (Punto di Vista) dello spettatore e conducono letteralmente lo sguardo verso alcuni momenti associati a in Pursuit of Venus [infected]. Sono presenti una statuetta della Baia di Nootka che rappresenta un antenato dell’emisfero settentrionale, il biglietto da visita che il tahitiano Omai usava presentare a Londra, un importante copricapo delle Isole Cook indossato da un performer anziano di Rarotonga, una bussola universale del XVIII secolo per seguire le fasi della colonizzazione, e la frase dell’artista “Perché noi veniamo dal Futuro”. Queste parole alludono alla concezione Māori e del Pacifico del tempo (Tā Vā) dove il passato, il presente e il futuro sono rappresentati nello stesso momento.
Due emissari racchiudono in Pursuit of Venus [infected]. Alla fine dell’esibizione si trova Joseph Banks, l’ambizioso naturalista ed esploratore inglese che fu una figura emissaria per lo sviluppo della conoscenza nel XVIII secolo, mentre all’entrata si può incontrare il tahitiano Chief Mourner con i suoi elaborati costumi che dirige rituali tradizionali di passaggio tra la vita e la morte.
Catalogo di accompagnamento
Un catalogo di 144 pagine a colori disponibile in formato cartaceo e digitale accompagnerà Lisa Reihana: Emissaries. Questa pubblicazione includerà testi di Rhana Devenport, Witi Ihimaera, Anne Salmond, Nikos Papastergiadis, Jens Hoffmann, Megan Tamati-‐Quennell, Vivienne Webb, Keith Moore e Andrew Clifford, insieme a una conversazione con Lisa Reihana e Brook Andrew. Il catalogo è disponibile nella libreria della Auckland Art Gallery: https://shop.aucklandartgallery.com/collections/books
Lisa Reihana: Emissaries presenta l’esteso video panoramico dell’artista in Pursuit of Venus [infected], 2015–17, insieme a opere fotografiche e scultoree. L’esposizione si terrà alle Tese dell’Isolotto, uno dei più vecchi e grandi capannoni navali dell’Arsenale. Questa è la prima volta che il padiglione della Nuova Zelanda sarà collocato all’interno dell’area espositiva della Biennale.
Il lavoro tecnicamente ambizioso e dalle sfumature poetiche di Lisa Reihana (1964– ) ricorre a racconti romanzati, testimonianze storiche, mitologia e assonanze per manipolare le nozioni di verità, genere e modi di rappresentazione. In Lisa Reihana: Emissaries, curata da Rhana Devenport, lo sguardo imperialistico è restituito con una piega indagatrice. L’esposizione mira a liberarsi dagli ideali e dalla filosofia dell’Illuminismo, dallo slancio coloniale e dal distante ma penetrante sguardo del potere e del desiderio.
in Pursuit of Venus [infected], 2015—17, 2015–17 è una re-‐immaginazione cinematografica del ciclo francese di pannelli dipinti su carta Les Sauvages de la Mer Pacifique, 1804–05, anche conosciuto come “I viaggi del Capitano Cook”. Due secoli più tardi – e quasi 250 anni dopo i viaggi che li hanno ispirati – Reihana utilizza complesse tecnologie audiovisive del XXI secolo per animare le scene dei pannelli con narrazioni di incontri reali e fantastici in un’impresa culturale di rivalorizzazione e re-‐immaginazione: l’artista riscrive questa fantasia del Pacifico propria dell’Europa per suggerire una storia più complessa.
Questo panorama video dall’ampia scala popolato da personaggi dell’Aotearoa Nuova Zelanda, del Pacifico e dell’Europa crea un’esperienza coinvolgente e ipnotizzante. Reihana colloca la morte di Cook alle Hawaii come il momento drammatico di rottura. Questa e altre storie sono messe in scena all’interno di un mondo di immagini e di suoni senza fine dove il tempo è ciclico. Un accompagnamento sonoro che combina scene riprese dal vivo, il ticchettio di un orologio originale utilizzato nei viaggi di Cook, e rare registrazioni di taonga pūoro (strumenti musicali Māori) che Cook raccolse esalta lo sviluppo emotivo dell’opera.
Il titolo in Pursuit of Venus [infected] fa un chiaro riferimento al “Punto di Vista” o PdV dell’artista [N.d.T. in inglese Point of View, PoV]. La parola “Venere” allude invece alla missione scientifica internazionale per misurare i cieli documentando il transito di Venere nel 1769 al fine di determinare la distanza tra la Terra e il Sole. Si fanno
citazioni indirette anche alle idee arcadiche dei Mari del Sud, con Bougainville che chiamò Tahiti “Nuova Citera” con riferimento al luogo di nascita della dea dell’amore. L’“infezione” si rivela attraverso gli ostacoli tipici di un incontro nel momento in cui le popolazioni del Pacifico e i marinai, artisti, scienziati e astronomi inglesi condividono questo luogo amplificato fantastico.
Una costellazione di cinque Tubi Prospettici scultorei presenta trasparenze che fanno riferimento al PdV (Punto di Vista) dello spettatore e conducono letteralmente lo sguardo verso alcuni momenti associati a in Pursuit of Venus [infected]. Sono presenti una statuetta della Baia di Nootka che rappresenta un antenato dell’emisfero settentrionale, il biglietto da visita che il tahitiano Omai usava presentare a Londra, un importante copricapo delle Isole Cook indossato da un performer anziano di Rarotonga, una bussola universale del XVIII secolo per seguire le fasi della colonizzazione, e la frase dell’artista “Perché noi veniamo dal Futuro”. Queste parole alludono alla concezione Māori e del Pacifico del tempo (Tā Vā) dove il passato, il presente e il futuro sono rappresentati nello stesso momento.
Due emissari racchiudono in Pursuit of Venus [infected]. Alla fine dell’esibizione si trova Joseph Banks, l’ambizioso naturalista ed esploratore inglese che fu una figura emissaria per lo sviluppo della conoscenza nel XVIII secolo, mentre all’entrata si può incontrare il tahitiano Chief Mourner con i suoi elaborati costumi che dirige rituali tradizionali di passaggio tra la vita e la morte.
Catalogo di accompagnamento
Un catalogo di 144 pagine a colori disponibile in formato cartaceo e digitale accompagnerà Lisa Reihana: Emissaries. Questa pubblicazione includerà testi di Rhana Devenport, Witi Ihimaera, Anne Salmond, Nikos Papastergiadis, Jens Hoffmann, Megan Tamati-‐Quennell, Vivienne Webb, Keith Moore e Andrew Clifford, insieme a una conversazione con Lisa Reihana e Brook Andrew. Il catalogo è disponibile nella libreria della Auckland Art Gallery: https://shop.aucklandartgallery.com/collections/books
10
maggio 2017
57. Biennale – Padiglione neozelandese: Lisa Reihana
Dal 10 maggio al 26 novembre 2017
arte contemporanea
Location
ARSENALE
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Venezia, Campo Della Tana (Castello), (Venezia)
Autore
Curatore