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5×5 fuoristrada
L’ironia del titolo, “5×5 fuoristrada”, si riferisce all’ecletticità delle poetiche dei dipinti e delle sculture che vengono presentati allo Spazio Guicciardini di Milano. Ogni opera, al di là dell’imitazione formale dell’esistente, mostra in realtà la purezza d’un gesto e anche l’affermazione solitaria ed anarchica d’una libertà artistica conquistata e indiscussa.
Comunicato stampa
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L’ironia del titolo, “5x5 fuoristrada”, si riferisce all’ecletticità delle poetiche dei dipinti e delle sculture che vengono presentati allo Spazio Guicciardini di Milano: come le linee che solcano nette la superficie d’un cerchio dorato di Clelia Cortemiglia, l’intreccio dei materiali che vanno oltre la funzionalità cui sarebbero destinati di Francesco Barbato, la vastità della superficie sui cui si dispiegano le cromie dell’opera di Loredana Raciti, le orme dei gesti modellanti di Pier Francesco Mastroberti e la perizia poetica di Vittorio Emanuele.
Ogni opera, al di là dell’imitazione formale dell’esistente, mostra in realtà la purezza d’un gesto e anche l’affermazione solitaria ed anarchica d’una libertà artistica conquistata e indiscussa.
Quelli esposti sono tutti artisti di professionalità ed esperienza consolidata e sono qui riuniti per rappresentare un percorso espressivo che va dalla purezza solitaria d’una retta alla seduzione dell’immagine riconoscibile e densa di senso.
Ecco allora Clelia Cortemiglia, artista di fama internazionale e dalla eclettica tecnica espressiva che va dalla pittura, all’affresco e alla vetrata. Suo maestro, oltre che grande amico, è stato Lucio Fontana.
Quindi Francesco Barbato, artista dal multiforme interesse per le nuove culture che lo spinge a conoscere imprevedibili espressioni artistiche e culturali. Questo gli permette di innestare nella sua arte luci e suggestioni provenienti da tutto il mondo.
Si prosegue con Loredana Raciti che accoglie in sé il nomadismo culturale caratterizzante la nostra epoca. Il suo percorso d’arte prende avvio dalle opere del ciclo neodada-surrealista continuando nel 2002 con la sequenza degli oggetti in fuga. È il ciclo del “metropolismo” (1998-2002), ideato e codificato da Achille Bonito Oliva, ad imporla definitivamente alla ribalta dell’arte.
Ed ancora Pier Francesco Mastroberti pittore, scultore e vignettista. Ha dispiegato la sua versatilità e le sue doti nel campo dell’arte, passando dalla pittura figurativa, alla grafica acquerellata, alle vignette e alle caricature. Poi la scultura: gessi, terracotta, tufo e bronzo. Negli ultimi anni ha partecipato, con lusinghieri successi di critica, ad esposizioni internazionali a Parigi ed in Costa Azzurra.
La rassegna si conclude con Vittorio Emanuele: un artista che inizia a dipingere giovanissimo. La sua formazione prosegue con lo studio della teoria del campo, della scienza della visione e dello studio delle scale cromatiche, oltre alla frequentazione dei più antichi ricettari del dipingere. È stato docente di calcografia presso la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, e in diverse Scuole Civiche e Centri Culturali.
Ogni opera, al di là dell’imitazione formale dell’esistente, mostra in realtà la purezza d’un gesto e anche l’affermazione solitaria ed anarchica d’una libertà artistica conquistata e indiscussa.
Quelli esposti sono tutti artisti di professionalità ed esperienza consolidata e sono qui riuniti per rappresentare un percorso espressivo che va dalla purezza solitaria d’una retta alla seduzione dell’immagine riconoscibile e densa di senso.
Ecco allora Clelia Cortemiglia, artista di fama internazionale e dalla eclettica tecnica espressiva che va dalla pittura, all’affresco e alla vetrata. Suo maestro, oltre che grande amico, è stato Lucio Fontana.
Quindi Francesco Barbato, artista dal multiforme interesse per le nuove culture che lo spinge a conoscere imprevedibili espressioni artistiche e culturali. Questo gli permette di innestare nella sua arte luci e suggestioni provenienti da tutto il mondo.
Si prosegue con Loredana Raciti che accoglie in sé il nomadismo culturale caratterizzante la nostra epoca. Il suo percorso d’arte prende avvio dalle opere del ciclo neodada-surrealista continuando nel 2002 con la sequenza degli oggetti in fuga. È il ciclo del “metropolismo” (1998-2002), ideato e codificato da Achille Bonito Oliva, ad imporla definitivamente alla ribalta dell’arte.
Ed ancora Pier Francesco Mastroberti pittore, scultore e vignettista. Ha dispiegato la sua versatilità e le sue doti nel campo dell’arte, passando dalla pittura figurativa, alla grafica acquerellata, alle vignette e alle caricature. Poi la scultura: gessi, terracotta, tufo e bronzo. Negli ultimi anni ha partecipato, con lusinghieri successi di critica, ad esposizioni internazionali a Parigi ed in Costa Azzurra.
La rassegna si conclude con Vittorio Emanuele: un artista che inizia a dipingere giovanissimo. La sua formazione prosegue con lo studio della teoria del campo, della scienza della visione e dello studio delle scale cromatiche, oltre alla frequentazione dei più antichi ricettari del dipingere. È stato docente di calcografia presso la Scuola Superiore d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, e in diverse Scuole Civiche e Centri Culturali.
21
gennaio 2009
5×5 fuoristrada
Dal 21 gennaio al 13 febbraio 2009
arte contemporanea
Location
SPAZIO GUICCIARDINI
Milano, Via Francesco Guicciardini, 6, (Milano)
Milano, Via Francesco Guicciardini, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì, 9.30-12.30/14.30-18.30; sabato e festivi chiuso
Vernissage
21 Gennaio 2009, ore 18
Sito web
www.provincia.milano.it/cultura
Ufficio stampa
ARTIST'SERVICE SNC
Autore
Curatore