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8×8 64 When Form Becomes Idea. 7 artisti per Mario Schifano: Il Puma
Dopo Schifano tutti si sono dovuti confrontare con Schifano. C’è chi ha proceduto accogliendo in pieno la sua lezione e chi, invece, si è mosso rifiutandola.
Comunicato stampa
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La mostra, curata dagli stessi galleristi, vuole essere un omaggio corale all’opera di Mario Schifano. In esposizione, oltre ad otto opere di Schifano, i lavori di sette artisti Andrea Aquilanti, Davide D’Elia, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Andrea Marescalchi, Roberto Pietrosanti, Piero Pizzi Cannella che esporranno otto opere ciascuno, sessantaquattro in tutto.
Tutte inedite le opere che Piero Pizzi Cannella ha realizzato per l’occasione, con un esplicito richiamo ad un elemento formale schifaniano reinterpretato e attualizzato. Inedita anche la selezione di carte di Giuseppe Gallo dipinte all’inizio degli anni Ottanta. Gianni Dessì presenta tre opere inedite e realizzate appositamente per la mostra, che sono “l’immagine” stessa di Schifano, oltre a cinque carte inedite del ’78.
Andrea Marescalchi ha realizzato sette nuovi lavori che riflettono sull’esplosiva vitalità di Schifano e uno che rielabora il suo gioco di casualità al contempo pop e zen. I lavori sulle muffe, indagini su processi biologici attivi o inermi, che Davide D’Elia ha composto per la galleria si inseriscono a pieno titolo in quest’omaggio, mentre Roberto Pietrosanti ha scelto di esporre otto carte, partecipando alla mostra in una logica di dialettica oppositiva rispetto alla poetica schifaniana.
Gli otto Schifano in mostra vogliono essere emblematici della sua intera parabola creativa, partendo da un Monocromo del ’61, fino a Leptis Magna del ’91.
Il giorno dell’inaugurazione, inoltre, verranno diffuse le note del primo ed unico album, dedicato a, realizzato da Mario Schifano nel ’67 con il suo gruppo “Le stelle di Mario Schifano” che costituisce l’esempio più importante di musica psichedelica italiana.
Come spiegano Matteo Boetti e Andrea Bizzarro: “Individuiamo in Schifano uno snodo fondamentale tra tradizione ed innovazione. Nella sua opera la memoria di quanto appena avvenuto nell’ambito della Scuola Romana, nel senso di un utilizzo espressivo del colore, riaffiora in certe sue sgocciolature di pittura che ci riportano a quelle dei tetti di Mafai e a certi toni forti, a certe fughe oniriche di Scipione e pure a quella maniera di narrazione fitta che ha animato tanti racconti di Gadda.
Eppure, allo stesso tempo, c’è un balzo in avanti come quello di un “Puma” (così Parise chiamava Schifano) e dalla memoria si passa alla visione di un universo nuovo che va ben oltre le poetiche cosiddette “pop”, che abitualmente gli si attribuiscono, sfiorando addirittura quelle concettuali.
L’immagine, un frammento di realtà, in senso iconico, in lui è sempre presente, ma poi la velocità d’esecuzione derivante dal suo furor esistenziale unita all’uso espressionista e tonale del colore, trascende quella realtà guardata, accedendo alla sfera del concetto, ma attraverso i mezzi propri della pittura e la forma diventa idea.
Dopo Schifano tutti si sono dovuti confrontare con Schifano. E allora c’è chi ha proceduto accogliendo in pieno la sua lezione e chi, invece, si è mosso rifiutandola”.
Il titolo scelto per questa seconda mostra di Bibo’s Place, strizza l’occhio a 7x7 49…77 riquadri per 7 artisti, con cui Matteo Boetti ha inaugurato AutoriMessa, il suo primo spazio espositivo, il cui ventennale cade proprio quest’anno.
Tutte inedite le opere che Piero Pizzi Cannella ha realizzato per l’occasione, con un esplicito richiamo ad un elemento formale schifaniano reinterpretato e attualizzato. Inedita anche la selezione di carte di Giuseppe Gallo dipinte all’inizio degli anni Ottanta. Gianni Dessì presenta tre opere inedite e realizzate appositamente per la mostra, che sono “l’immagine” stessa di Schifano, oltre a cinque carte inedite del ’78.
Andrea Marescalchi ha realizzato sette nuovi lavori che riflettono sull’esplosiva vitalità di Schifano e uno che rielabora il suo gioco di casualità al contempo pop e zen. I lavori sulle muffe, indagini su processi biologici attivi o inermi, che Davide D’Elia ha composto per la galleria si inseriscono a pieno titolo in quest’omaggio, mentre Roberto Pietrosanti ha scelto di esporre otto carte, partecipando alla mostra in una logica di dialettica oppositiva rispetto alla poetica schifaniana.
Gli otto Schifano in mostra vogliono essere emblematici della sua intera parabola creativa, partendo da un Monocromo del ’61, fino a Leptis Magna del ’91.
Il giorno dell’inaugurazione, inoltre, verranno diffuse le note del primo ed unico album, dedicato a, realizzato da Mario Schifano nel ’67 con il suo gruppo “Le stelle di Mario Schifano” che costituisce l’esempio più importante di musica psichedelica italiana.
Come spiegano Matteo Boetti e Andrea Bizzarro: “Individuiamo in Schifano uno snodo fondamentale tra tradizione ed innovazione. Nella sua opera la memoria di quanto appena avvenuto nell’ambito della Scuola Romana, nel senso di un utilizzo espressivo del colore, riaffiora in certe sue sgocciolature di pittura che ci riportano a quelle dei tetti di Mafai e a certi toni forti, a certe fughe oniriche di Scipione e pure a quella maniera di narrazione fitta che ha animato tanti racconti di Gadda.
Eppure, allo stesso tempo, c’è un balzo in avanti come quello di un “Puma” (così Parise chiamava Schifano) e dalla memoria si passa alla visione di un universo nuovo che va ben oltre le poetiche cosiddette “pop”, che abitualmente gli si attribuiscono, sfiorando addirittura quelle concettuali.
L’immagine, un frammento di realtà, in senso iconico, in lui è sempre presente, ma poi la velocità d’esecuzione derivante dal suo furor esistenziale unita all’uso espressionista e tonale del colore, trascende quella realtà guardata, accedendo alla sfera del concetto, ma attraverso i mezzi propri della pittura e la forma diventa idea.
Dopo Schifano tutti si sono dovuti confrontare con Schifano. E allora c’è chi ha proceduto accogliendo in pieno la sua lezione e chi, invece, si è mosso rifiutandola”.
Il titolo scelto per questa seconda mostra di Bibo’s Place, strizza l’occhio a 7x7 49…77 riquadri per 7 artisti, con cui Matteo Boetti ha inaugurato AutoriMessa, il suo primo spazio espositivo, il cui ventennale cade proprio quest’anno.
05
ottobre 2013
8×8 64 When Form Becomes Idea. 7 artisti per Mario Schifano: Il Puma
Dal 05 ottobre 2013 all'undici gennaio 2014
arte contemporanea
Location
BIBO’S PLACE – PALAZZO PENSI
Todi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 7, (Perugia)
Todi, Piazza Giuseppe Garibaldi, 7, (Perugia)
Orario di apertura
sempre su appuntamento (contattare il 335.8420442)
mercoledì 15.30 - 19.00
giovedì, venerdì 15.30 - 20.00
sabato, domenica 10.30 - 13.00 | 16.00 - 20.00
Vernissage
5 Ottobre 2013, dalle ore 12
Autore
Curatore