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9a BIENNALE DELL’IMMAGINE: Trasformazioni
Quattro giovani artisti riuniti a rappresentare il senso del cambiamento attraverso immagini che sono innanzitutto testimonianza di un passaggio
Comunicato stampa
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Quattro giovani artisti riuniti a rappresentare il senso del cambiamento attraverso immagini che sono innanzitutto testimonianza di un passaggio. Il tema Trasformazioni inteso – seppur in visioni estremamente individuali – come movimento, deviazione e necessità: l’evoluzione del paesaggio, dell’habitat, di architettura urbana e industriale, il progresso cui l’uomo ha sottoposto materiali e strutture.
Ramona Banfi (“Wrong or Not”) affronta il tema dal punto di vista della materia, in una duplice e antitetica prospettiva: il confronto critico tra stato grezzo e textures, tra origine e crescita, tra unicità e standardizzazione in un’ottica che aspira all’equilibrio tra conservazione e globalizzazione nella cura del territorio.
Il progetto di Tommaso Donati (“Reincarnazione”) verte sull’idea di trasferire sui materiali un’impronta vitale nel contrasto tra luogo sacro e natura incontaminata, in esiti che rimandano all’arte astratta: il risultato di una percezione visiva a traslare il reale da staticità immobile a pulsazione, una catarsi degli oggetti in senso metaforico.
Marta Malinverni nelle sue immagini (“Pulvis es”) pone l’accento sull’impatto dello sviluppo industriale e dell’opera dell’uomo sull’ambiente e sul concetto di assimilazione di tale cambiamento nello scenario complesso e suggestivo dell’ex cementificio della Saceba: il fabbricato come emblema di un passato che ha condizionato lo spazio circostante.
La serie di opere di Laura Morosoli (“Berlin”) ci consegna una visione attenta e introspettiva delle mutazioni di una Berlino in continua evoluzione: i contrasti chiaroscurali si allineano all’antinomia tra vecchio e nuovo, tra un presente che rincorre
il passato per superarlo a grandi passi, seguendo angolazioni in cui lo sguardo si posa su zone urbane di passaggio trasformate in estensioni allegoriche. Le loro riflessioni sono cariche di domande e prive di giudizi. Ci forniscono una visione oggettiva necessaria a cogliere i segni di un progresso inevitabile ma forse diversamente gestibile. E l’attenzione alle trasformazioni del paesaggio rivela soprattutto un’ansia che non è preoccupazione, ma interrogativo su ciò che NOI siamo diventati. Come se le tracce della sostanza rimasta fossero la carta d’identità dell’etica
che ci distingue.
Ramona Banfi (“Wrong or Not”) affronta il tema dal punto di vista della materia, in una duplice e antitetica prospettiva: il confronto critico tra stato grezzo e textures, tra origine e crescita, tra unicità e standardizzazione in un’ottica che aspira all’equilibrio tra conservazione e globalizzazione nella cura del territorio.
Il progetto di Tommaso Donati (“Reincarnazione”) verte sull’idea di trasferire sui materiali un’impronta vitale nel contrasto tra luogo sacro e natura incontaminata, in esiti che rimandano all’arte astratta: il risultato di una percezione visiva a traslare il reale da staticità immobile a pulsazione, una catarsi degli oggetti in senso metaforico.
Marta Malinverni nelle sue immagini (“Pulvis es”) pone l’accento sull’impatto dello sviluppo industriale e dell’opera dell’uomo sull’ambiente e sul concetto di assimilazione di tale cambiamento nello scenario complesso e suggestivo dell’ex cementificio della Saceba: il fabbricato come emblema di un passato che ha condizionato lo spazio circostante.
La serie di opere di Laura Morosoli (“Berlin”) ci consegna una visione attenta e introspettiva delle mutazioni di una Berlino in continua evoluzione: i contrasti chiaroscurali si allineano all’antinomia tra vecchio e nuovo, tra un presente che rincorre
il passato per superarlo a grandi passi, seguendo angolazioni in cui lo sguardo si posa su zone urbane di passaggio trasformate in estensioni allegoriche. Le loro riflessioni sono cariche di domande e prive di giudizi. Ci forniscono una visione oggettiva necessaria a cogliere i segni di un progresso inevitabile ma forse diversamente gestibile. E l’attenzione alle trasformazioni del paesaggio rivela soprattutto un’ansia che non è preoccupazione, ma interrogativo su ciò che NOI siamo diventati. Come se le tracce della sostanza rimasta fossero la carta d’identità dell’etica
che ci distingue.
12
ottobre 2014
9a BIENNALE DELL’IMMAGINE: Trasformazioni
Dal 12 ottobre al 22 novembre 2014
fotografia
Location
GALLERIA MOSAICO
Chiasso, Via Emilio Bossi, 32, (Mendrisio)
Chiasso, Via Emilio Bossi, 32, (Mendrisio)
Orario di apertura
dal martedì al sabato, ore 15-18 e su appuntamento telefonando al +41(0)79 446 83 09. Domenica, lunedì e festivi chiuso. Apertura straordinaria domenica 2 novembre
Vernissage
12 Ottobre 2014, ore 15
Autore
Curatore