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A Campus Point – Enrico Savi
La rassegna d’arte contemporanea A Campus Point …, a cura di Francesca Brambilla, segna il secondo appuntamento della stagione con una personale dell’artista Enrico Savi.
Comunicato stampa
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La rassegna d’arte contemporanea A Campus Point …, a cura di Francesca Brambilla, segna il secondo appuntamento della stagione con una personale dell’artista Enrico Savi.
L’inaugurazione prevista per il 6 maggio alle ore 19.00 si svolgerà nella sala vetrata del centro di ricerca del Politecnico di Milano in via Ghislanzoni 24 – Lecco, luogo intimo dalle dimensioni inusuali, le cui pareti di vetro, metafora di accessibilità, invitano a vivere lo spazio in modo diretto e accogliente.
Campus Point si reinventa e si veste da spazio espositivo aperto, insolito e giocoso e per ospitare un ciclo di esposizioni dedicate a nuove realtà del panorama artistico contemporaneo. Uno spazio altro per incontrare l’arte in modo nuovo e informale.
Enrico Savi, dopo le recenti esposizioni a Milano, Arezzo e Venezia, presenta in questo suggestivo contesto alcuni lavori di grande formato. La sua ricerca, basata essenzialmente sull’interpretazione dei diversi lati che compongono una stessa realtà, si sviluppa attraverso una tecnica fotografica del tutto personale. Le opere, stampate in tre esemplari (dal piccolo al grande formato), sono realizzate con una macchina fotografica Holga. Impressionando più volte uno stesso frame di pellicola, ed avanzando manualmente al fotogramma successivo, senza alcun tipo di post produzione, Savi ottiene effetti compositivi molto particolari di più immagini su uno stesso negativo. Questo consente di approfondire tematiche complesse, quasi di “sfondare” la bidimensionalità dell’opera riportata su carta fotografica, alla ricerca di diverse prospettive e diverse angolazioni all’interno della stessa opera.
“Chiudi l’occhio destro” disse il vecchio, “e fissa quelle costruzioni. Adesso chiudi l’occhio sinistro e fissa lo stesso punto. Cosa ne dici? Le costruzioni sono le stesse, eppure le vedi da due angoli diversi... Noi abbiamo due visioni particolari che riusciamo a sintetizzare in un unica immagine.”
“Si”, risposi io, “un po’ come due lati di uno stesso carattere. Sono sempre presenti entrambi, e nessuno sovrasta l’altro ma entrambi formano la nostra identità! Certo - aggiunsi - quando i due particolari sono troppo distanti o in contrasto tra loro, nascono delle patologie”.
“Si... - replicò il vecchio - l’occhio si adatta sempre a ciò che lo circonda, recepisce e non interpreta, si adatta alla luce, alla temperatura, ai colori; registra quello che vede... Non lotta l’occhio, tantomeno con il suo simile. L’unica cosa che può fare per reagire è far cadere una lacrima, e in questo modo nascondere dietro una coltre di nebbia quello che non vorrebbe vedere. Ormai la tecnologia crea o modifica il mondo a piacimento. Forse sono vecchio, ma il sapore di una pellicola, la capacità di fissare in un istante la visione dell’occhio, ecco... nulla è più reale e poetico del vero, bisogna solo saperlo cogliere! Riuscire a dare con un particolare la visione dell’insieme, o con un dettaglio spiegare un immagine complessa, ma sapere cogliere questo in un istante e fissarlo per l’eternità... questa è la sfida!”
“Hai visto queste foto? Il procedimento è quello di de-costruire un edificio e ricostruirlo in una stessa immagine, di offrire due lati di uno stesso oggetto, come l’occhio impercettibilmente è abituato a fare. L’occhio non sta fermo in un punto, ma in millesimi di secondo è abituato a vedere e analizzare tutto quello che lo circonda. La macchina fotografica di Enrico lavora a millesimi di secondi più volte sullo stesso fotogramma. Lavora su quello che lui vede in quell’istante, nell’istante precedente e nell’istante successivo. Ci offre una visione completa, sia dal punto di vista spaziale che temporale.”
Il vecchio chiuse gli occhi, cercando di ricordarsi cosa voleva dire vedere... ormai per lui le immagini erano un ricordo, ma un ricordo che nessuno potrà mai cancellare. [dalla presentazione di Federico Rui in catalogo, Galleria Pittura Italiana, 2007]
Si ringraziano gli sponsor dell’iniziativa: Ato SpA e Electro Adda Group SpA che hanno condiviso con il Politecnico di Milano lo spirito del progetto, riconoscendone l’importanza e l’impegno per la promozione dell’arte e della cultura sul territorio.
L’inaugurazione prevista per il 6 maggio alle ore 19.00 si svolgerà nella sala vetrata del centro di ricerca del Politecnico di Milano in via Ghislanzoni 24 – Lecco, luogo intimo dalle dimensioni inusuali, le cui pareti di vetro, metafora di accessibilità, invitano a vivere lo spazio in modo diretto e accogliente.
Campus Point si reinventa e si veste da spazio espositivo aperto, insolito e giocoso e per ospitare un ciclo di esposizioni dedicate a nuove realtà del panorama artistico contemporaneo. Uno spazio altro per incontrare l’arte in modo nuovo e informale.
Enrico Savi, dopo le recenti esposizioni a Milano, Arezzo e Venezia, presenta in questo suggestivo contesto alcuni lavori di grande formato. La sua ricerca, basata essenzialmente sull’interpretazione dei diversi lati che compongono una stessa realtà, si sviluppa attraverso una tecnica fotografica del tutto personale. Le opere, stampate in tre esemplari (dal piccolo al grande formato), sono realizzate con una macchina fotografica Holga. Impressionando più volte uno stesso frame di pellicola, ed avanzando manualmente al fotogramma successivo, senza alcun tipo di post produzione, Savi ottiene effetti compositivi molto particolari di più immagini su uno stesso negativo. Questo consente di approfondire tematiche complesse, quasi di “sfondare” la bidimensionalità dell’opera riportata su carta fotografica, alla ricerca di diverse prospettive e diverse angolazioni all’interno della stessa opera.
“Chiudi l’occhio destro” disse il vecchio, “e fissa quelle costruzioni. Adesso chiudi l’occhio sinistro e fissa lo stesso punto. Cosa ne dici? Le costruzioni sono le stesse, eppure le vedi da due angoli diversi... Noi abbiamo due visioni particolari che riusciamo a sintetizzare in un unica immagine.”
“Si”, risposi io, “un po’ come due lati di uno stesso carattere. Sono sempre presenti entrambi, e nessuno sovrasta l’altro ma entrambi formano la nostra identità! Certo - aggiunsi - quando i due particolari sono troppo distanti o in contrasto tra loro, nascono delle patologie”.
“Si... - replicò il vecchio - l’occhio si adatta sempre a ciò che lo circonda, recepisce e non interpreta, si adatta alla luce, alla temperatura, ai colori; registra quello che vede... Non lotta l’occhio, tantomeno con il suo simile. L’unica cosa che può fare per reagire è far cadere una lacrima, e in questo modo nascondere dietro una coltre di nebbia quello che non vorrebbe vedere. Ormai la tecnologia crea o modifica il mondo a piacimento. Forse sono vecchio, ma il sapore di una pellicola, la capacità di fissare in un istante la visione dell’occhio, ecco... nulla è più reale e poetico del vero, bisogna solo saperlo cogliere! Riuscire a dare con un particolare la visione dell’insieme, o con un dettaglio spiegare un immagine complessa, ma sapere cogliere questo in un istante e fissarlo per l’eternità... questa è la sfida!”
“Hai visto queste foto? Il procedimento è quello di de-costruire un edificio e ricostruirlo in una stessa immagine, di offrire due lati di uno stesso oggetto, come l’occhio impercettibilmente è abituato a fare. L’occhio non sta fermo in un punto, ma in millesimi di secondo è abituato a vedere e analizzare tutto quello che lo circonda. La macchina fotografica di Enrico lavora a millesimi di secondi più volte sullo stesso fotogramma. Lavora su quello che lui vede in quell’istante, nell’istante precedente e nell’istante successivo. Ci offre una visione completa, sia dal punto di vista spaziale che temporale.”
Il vecchio chiuse gli occhi, cercando di ricordarsi cosa voleva dire vedere... ormai per lui le immagini erano un ricordo, ma un ricordo che nessuno potrà mai cancellare. [dalla presentazione di Federico Rui in catalogo, Galleria Pittura Italiana, 2007]
Si ringraziano gli sponsor dell’iniziativa: Ato SpA e Electro Adda Group SpA che hanno condiviso con il Politecnico di Milano lo spirito del progetto, riconoscendone l’importanza e l’impegno per la promozione dell’arte e della cultura sul territorio.
06
maggio 2009
A Campus Point – Enrico Savi
Dal 06 al 28 maggio 2009
fotografia
Location
CAMPUS POINT – POLITECNICO
Lecco, Via Marco D'oggiono, 18/a, (Lecco)
Lecco, Via Marco D'oggiono, 18/a, (Lecco)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 13.00 alle 19.00 - chiuso il sabato e la domenica.
Su prenotazione tutte le mattine dal lunedì al venerdì
Vernissage
6 Maggio 2009, ore 19 nella sala vetrata ingresso di Campus Point, centro di ricerca del Politecnico di Milano in via Ghislanzoni 24 – Lecco. Introduzione alla mostra a cura di Ferruccio Favaron.
Sito web
www.campuspoint.polimi.it/index.php
Autore
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