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A che gioco giochiamo?
Giochi di percorso da tavolo, congegni meccanici e biliardini 1700-1900 dalla raccolta Piersanti
Comunicato stampa
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Sabato 31 marzo, alle ore 18, verrà inaugurata alla Rocca di Dozza la mostra A che gioco giochiamo? Giochi di percorso da tavolo, congegni meccanici e biliardini dalla Raccolta Piersanti, a cura di Eugenio Riccòmini.
La rassegna, organizzata dalla Fondazione Dozza Città d’Arte con il Comune di Dozza, propone oltre duecento giochi italiani, francesi, inglesi, americani dalla fine del 1700 alla fine del 1900.
Una sezione è dedicata ai giochi da tavolo che hanno come archetipo il Gioco dell’Oca, citato da Molière ne L’Avaro, praticato da Rousseau, giocato dai Delfini di Francia, come il futuro Re Luigi XIII. In mostra sono esposti antichi esemplari, quali un “Jeu de l’Oie” francese di fine ottocento e i coevi: “Il dilettevole gioco dell’Oca”, “Il vero gioco siracusano dell’Oca”, “Il nuovo piacevole gioco del pela il Chiù”, il “Giuoco del tesoro della famiglia”. Al gioco dell’oca classico, completamente governato dalla casuale combinazione dei dadi, si affiancano le varianti didattiche incentrate sulla geografia, la storia, la politica, lo sport, la pubblicità:“Il dirigibile Norge”, “La conquista dell’Abissinia” del 1935, il “Giro d’Italia” del 1950, “La corsa al Polo – Lanificio Marzotto” del 1934.
L’altra sezione espositiva raccoglie circa cinquanta pezzi: sono giochi, in parte azionati da congegni manuali e meccanici - Jeu de Cascade (Francia fine ‘800), Gara di Nuoto (Inghilterra 1900), Santa Claus (USA 1880), Gioco della Rana (Italia 1900) – e biliardini, fra i quali un antenato settecentesco del “flipper” racchiuso in un pregiato tavolo apribile, un bowling in cuoio da circolo inglese di metà ottocento e un biliardino a stecca da villa del 1820.
“Tutto ciò ricerca e colleziona Piergiuseppe Piersanti, – spiega il sindaco di Dozza, Antonio Borghi – questa sua passione lo ha indotto a raccogliere negli anni rari e curiosi attrezzi da gioco che conserva con cura museale. Ora, per un paio di mesi questi pregiati oggetti potranno essere ammirati dai visitatori della Rocca di Dozza, che lo scorso anno con la mostra “Réclame” ebbero l’opportunità di apprezzare i manifesti pubblicitari raccolti da Piersanti.” Le due mostre hanno lo stesso sapore, le lega il gusto del collezionista, la sua passione per oggetti che hanno fatto parte del vissuto quotidiano di tante generazioni, anche a noi prossime, ma che oggi ci appaiono lontani. Scrive nel catalogo di presentazione della mostra Eugenio Riccomini: “Sono giochi che inducono a virtù oggi assai poco praticate, come la pazienza, l’attenzione, l’arte di star fermi, e d’aver fiducia nella sorte. Sono giochi, insomma, che fanno ormai parte della storia. E neppure, direi, d’una storia da considerarsi minore: visto che attorno a quei percorsi s’è assiepato tanto tempo di tante persone come noi; e che i loro inventori vi hanno profuso un’ammirevole dose d’ingegno, e talora perfino di bellezza.”
La rassegna, organizzata dalla Fondazione Dozza Città d’Arte con il Comune di Dozza, propone oltre duecento giochi italiani, francesi, inglesi, americani dalla fine del 1700 alla fine del 1900.
Una sezione è dedicata ai giochi da tavolo che hanno come archetipo il Gioco dell’Oca, citato da Molière ne L’Avaro, praticato da Rousseau, giocato dai Delfini di Francia, come il futuro Re Luigi XIII. In mostra sono esposti antichi esemplari, quali un “Jeu de l’Oie” francese di fine ottocento e i coevi: “Il dilettevole gioco dell’Oca”, “Il vero gioco siracusano dell’Oca”, “Il nuovo piacevole gioco del pela il Chiù”, il “Giuoco del tesoro della famiglia”. Al gioco dell’oca classico, completamente governato dalla casuale combinazione dei dadi, si affiancano le varianti didattiche incentrate sulla geografia, la storia, la politica, lo sport, la pubblicità:“Il dirigibile Norge”, “La conquista dell’Abissinia” del 1935, il “Giro d’Italia” del 1950, “La corsa al Polo – Lanificio Marzotto” del 1934.
L’altra sezione espositiva raccoglie circa cinquanta pezzi: sono giochi, in parte azionati da congegni manuali e meccanici - Jeu de Cascade (Francia fine ‘800), Gara di Nuoto (Inghilterra 1900), Santa Claus (USA 1880), Gioco della Rana (Italia 1900) – e biliardini, fra i quali un antenato settecentesco del “flipper” racchiuso in un pregiato tavolo apribile, un bowling in cuoio da circolo inglese di metà ottocento e un biliardino a stecca da villa del 1820.
“Tutto ciò ricerca e colleziona Piergiuseppe Piersanti, – spiega il sindaco di Dozza, Antonio Borghi – questa sua passione lo ha indotto a raccogliere negli anni rari e curiosi attrezzi da gioco che conserva con cura museale. Ora, per un paio di mesi questi pregiati oggetti potranno essere ammirati dai visitatori della Rocca di Dozza, che lo scorso anno con la mostra “Réclame” ebbero l’opportunità di apprezzare i manifesti pubblicitari raccolti da Piersanti.” Le due mostre hanno lo stesso sapore, le lega il gusto del collezionista, la sua passione per oggetti che hanno fatto parte del vissuto quotidiano di tante generazioni, anche a noi prossime, ma che oggi ci appaiono lontani. Scrive nel catalogo di presentazione della mostra Eugenio Riccomini: “Sono giochi che inducono a virtù oggi assai poco praticate, come la pazienza, l’attenzione, l’arte di star fermi, e d’aver fiducia nella sorte. Sono giochi, insomma, che fanno ormai parte della storia. E neppure, direi, d’una storia da considerarsi minore: visto che attorno a quei percorsi s’è assiepato tanto tempo di tante persone come noi; e che i loro inventori vi hanno profuso un’ammirevole dose d’ingegno, e talora perfino di bellezza.”
31
marzo 2007
A che gioco giochiamo?
Dal 31 marzo al 30 aprile 2007
Location
ROCCA SFORZESCA – PINACOTECA
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 10-12,30 e 15-18,30; domenica e festivi 10-13 e 15-19,30
Vernissage
31 Marzo 2007, ore 18
Curatore