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A Nudo
Il centro d’arte contemporanea Palazzo Piacentini ospita A nudo, mostra a cura di Glloria Gradassi che attraverso il lavoro di sedici artisti internazionali indaga aspetti differenti di un tema classico e molto apprezzato dal grande pubblico.
Comunicato stampa
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Artisti:
Nobuyoshi Araki, Maree Azzopardi, Mat Collishaw, Paolo Consorti, Anton Corbijn, Gianluca Cosci, Dubosarsky & Vinogradov, Evergon, Luca Francesconi, Robert Gligorov, Micha Klein, Brigitte Niedermair, Begona Montalban, Dino Pedriali, Stefano Scheda, Santiago Sierra
Il centro d'arte contemporanea Palazzo Piacentini ospita A nudo, mostra a cura di Glloria Gradassi che attraverso il lavoro di sedici artisti internazionali indaga aspetti differenti di un tema classico e molto apprezzato dal grande pubblico.
Diversi per nazionalità, cultura, linguaggi, i sedici artisti in mostra a Palazzo Piacentini, tracciano una visione ampia del tema e delineano una contemporanea antropologia del nudo, affermando nel presente le molteplici potenzialità espressive e i dinamismi narrativi di un'icona portante della tradizione artistica occidentale.
Il corpo nudo, elemento primario d'identità, individuale e collettiva, la parte che rende ogni individuo unico e simile agli altri, appare come un emblematico prisma dalle molteplici sfaccettatture: attraverso esso si intrecciano raccconti multipli sulla contemporaneità con prospettive che coinvolgono la dimensione privata e quella sociale.
Così definitivamente sottratto dopo la body art all'aura del classico e liberato da ogni rischio di appiattimento sul versante banale della citazione, il nudo trova nuovi codici e significazioni nel lavoro di artisti che lo impiegano come materia centrale delle proprie operazioni artistiche.
Robert Gligorov, attraverso il corpo svela trasformazioni biologiche e post-umane che descrivono l'essere umano come materia naturale in perenne evoluzione e trasformazione.
Evergon e Mat Collishaw, differenti per generazione delineano una personale e contemporanea forma di manierismo usando il corpo come elemento centrale di un racconto sulla bellezza.
Nobuyoshi Araki del nudo racconta la sensualità mobiida e prvocatoria. Sole protagoniste femminili al centro di un universo erotico appasionante e denso, in cui la sessualità diviene motivo esistenziale.
Micha Klein e Dubosarsky & Vinogradov immaginano paradisi artificiali dove un'umanità in fuga dal quotidiano si esibisce in atmosfere psichedeliche o da "dèjuner sur l'herbe".
Quelli di Paolo Consorti sono mondi dove l'esercizio di rituali collettivi legati all'esibizione del corpo nudo, mette in scena con ironia la condivisione di bisogni privati e mentali.
Anton Corbijn ci riporta invece con sguardo asciutto al jet-set, al mondo irraggiungibile e perfetto delle celebrities.
All'opposto per Santiago Sierra, il corpo nudo è anonimo, e attraverso il cinico impiego che ne fa nell'opera d'arte giunge a toccare con spirito di denuncia situazioni di squilibrio sociale.
Brigitte Niedermair realizza immagini nelle quali il corpo nudo incarna l'idea di una quasi divina perfezione, come ad indicare attraverso la bellezza una rinnovata via di ascesi spirituale.
Begona Montalbàn usa il corpo nudo annullandolo e scarnificandolo in un bianco assoluto. Le figure monocromatiche recitano un teatro immaginario fatto di espressioni, gesti, posture, e introducono un movimento sottile nella ripetizione ossessiva dei nudi bianchi.
Luca Francesconi nei suoi dialoghi uomo-donna fatti di gesti, contatti e sguardi, racconta la leggerezza e la malinconia di una generazione, la sua, cresciuta sul disincanto.
Stefano Scheda utilizza i corpi come fossero materia plastica, le sue immagini sono vere e proprie sculture, e il nudo, quasi michelangiolesco, è elemento di forte tensione.
Anche Maree Azzopardi fotografa il corpo nudo conferendogli forza scultorea, ma il suo è un racconto in penombra, sottile e portatore di una sensualità al femminile.
Dino Pedriali trova nel nudo la massima espresione della sensualità, una sensualità che va oltre l'aspetto esteriore e che, nell'attimo in cui è fermata sulla pellicola racconta una bellezza oltre la contingenza, classica.
Nel lavoro di Gianluca Cosci il corpo nudo è l'alter ego fotografico messo in rapporto a quello reale. Attraverso scatti lucidi e oggettivi mette a confronto realtà, immagine riprodotta e immagine mentale.
Nobuyoshi Araki, Maree Azzopardi, Mat Collishaw, Paolo Consorti, Anton Corbijn, Gianluca Cosci, Dubosarsky & Vinogradov, Evergon, Luca Francesconi, Robert Gligorov, Micha Klein, Brigitte Niedermair, Begona Montalban, Dino Pedriali, Stefano Scheda, Santiago Sierra
Il centro d'arte contemporanea Palazzo Piacentini ospita A nudo, mostra a cura di Glloria Gradassi che attraverso il lavoro di sedici artisti internazionali indaga aspetti differenti di un tema classico e molto apprezzato dal grande pubblico.
Diversi per nazionalità, cultura, linguaggi, i sedici artisti in mostra a Palazzo Piacentini, tracciano una visione ampia del tema e delineano una contemporanea antropologia del nudo, affermando nel presente le molteplici potenzialità espressive e i dinamismi narrativi di un'icona portante della tradizione artistica occidentale.
Il corpo nudo, elemento primario d'identità, individuale e collettiva, la parte che rende ogni individuo unico e simile agli altri, appare come un emblematico prisma dalle molteplici sfaccettatture: attraverso esso si intrecciano raccconti multipli sulla contemporaneità con prospettive che coinvolgono la dimensione privata e quella sociale.
Così definitivamente sottratto dopo la body art all'aura del classico e liberato da ogni rischio di appiattimento sul versante banale della citazione, il nudo trova nuovi codici e significazioni nel lavoro di artisti che lo impiegano come materia centrale delle proprie operazioni artistiche.
Robert Gligorov, attraverso il corpo svela trasformazioni biologiche e post-umane che descrivono l'essere umano come materia naturale in perenne evoluzione e trasformazione.
Evergon e Mat Collishaw, differenti per generazione delineano una personale e contemporanea forma di manierismo usando il corpo come elemento centrale di un racconto sulla bellezza.
Nobuyoshi Araki del nudo racconta la sensualità mobiida e prvocatoria. Sole protagoniste femminili al centro di un universo erotico appasionante e denso, in cui la sessualità diviene motivo esistenziale.
Micha Klein e Dubosarsky & Vinogradov immaginano paradisi artificiali dove un'umanità in fuga dal quotidiano si esibisce in atmosfere psichedeliche o da "dèjuner sur l'herbe".
Quelli di Paolo Consorti sono mondi dove l'esercizio di rituali collettivi legati all'esibizione del corpo nudo, mette in scena con ironia la condivisione di bisogni privati e mentali.
Anton Corbijn ci riporta invece con sguardo asciutto al jet-set, al mondo irraggiungibile e perfetto delle celebrities.
All'opposto per Santiago Sierra, il corpo nudo è anonimo, e attraverso il cinico impiego che ne fa nell'opera d'arte giunge a toccare con spirito di denuncia situazioni di squilibrio sociale.
Brigitte Niedermair realizza immagini nelle quali il corpo nudo incarna l'idea di una quasi divina perfezione, come ad indicare attraverso la bellezza una rinnovata via di ascesi spirituale.
Begona Montalbàn usa il corpo nudo annullandolo e scarnificandolo in un bianco assoluto. Le figure monocromatiche recitano un teatro immaginario fatto di espressioni, gesti, posture, e introducono un movimento sottile nella ripetizione ossessiva dei nudi bianchi.
Luca Francesconi nei suoi dialoghi uomo-donna fatti di gesti, contatti e sguardi, racconta la leggerezza e la malinconia di una generazione, la sua, cresciuta sul disincanto.
Stefano Scheda utilizza i corpi come fossero materia plastica, le sue immagini sono vere e proprie sculture, e il nudo, quasi michelangiolesco, è elemento di forte tensione.
Anche Maree Azzopardi fotografa il corpo nudo conferendogli forza scultorea, ma il suo è un racconto in penombra, sottile e portatore di una sensualità al femminile.
Dino Pedriali trova nel nudo la massima espresione della sensualità, una sensualità che va oltre l'aspetto esteriore e che, nell'attimo in cui è fermata sulla pellicola racconta una bellezza oltre la contingenza, classica.
Nel lavoro di Gianluca Cosci il corpo nudo è l'alter ego fotografico messo in rapporto a quello reale. Attraverso scatti lucidi e oggettivi mette a confronto realtà, immagine riprodotta e immagine mentale.
11
luglio 2004
A Nudo
Dall'undici luglio al 18 agosto 2004
arte contemporanea
Location
CENTRO D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO PIACENTINI
San Benedetto Del Tronto, Via Del Consolato, (Ascoli Piceno)
San Benedetto Del Tronto, Via Del Consolato, (Ascoli Piceno)
Orario di apertura
martedì/sabato 18/24
Vernissage
11 Luglio 2004, ore 18.30
Curatore