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A tree doesn’t fall far from the mountain
La mostra A tree doesn’t fall far from the mountain -L’albero non cade lontano dalla montagna- è figlia di un progetto più ampio, nato nella primavera del 2022, costituito da Foto e Video realizzate in Slovenia Occidentale.
Comunicato stampa
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La mostra A tree doesn’t fall far from the mountain -L’albero non cade lontano dalla montagna- è figlia di un progetto più ampio, nato nella primavera del 2022, in un mondo ancora molto scosso dalla pandemia di Covid 19 e in un momento storico in cui i due artisti vivevano un periodo particolarmente travagliato a causa di vicissitudini personali.
Franco G. Livera e Jatun Risba lavorano insieme già dal 2019, esplorando e soffermandosi su due principali filoni di ricerca: da una parte la malattia e la guarigione fisica, la malattia mentale, la morte, dall’altra la relazione tra essere umano, natura e storia.
Ed è su quest’ultima esplorazione che si impernia il lavoro avviato nel 2022, quando Franco si reca in Slovenia da Jatun, e iniziano a lavorare ad un progetto filmico, una serie di lungometraggi d'arte sperimentali che vedono come set la sorgente carsica irregolare del torrente Lijak, nella Slovenia occidentale, secca per la maggior parte dell'anno, ma improvvisamente carica -e pericolosa- dopo gli acquazzoni. Lijak, vicino alla Valle dell'Isonzo, non è soltanto un luogo in cui la natura è dirompente, ma è anche carico di una storia amara, in quanto scelto come sito del fronte isontino della prima guerra mondiale, quindi un posto che ha visto il sangue e la morte di 1.700.000 soldati.
I 4 film realizzati dal duo artistico, e di cui in mostra si possono ammirare i trailer, sono il frutto di un viaggio introspettivo, che pone l’essere umano e la natura in una relazione intima e di totale fiducia; nessuna sceneggiatura alla base, ma un esclusivo abbandono all’ambiente circostante, con i propri elementi naturali, suoni, colori, odori e, come si evince dalle immagini, una forte componente tattile, di cui Jatun, spesso presente nelle scene, pare non riuscire a fare a meno.
Nascono da questa immersione totale una serie di immagini, tanto nei video quanto nelle fotografie di questa mostra, in cui il corpo di Jatun appare in perfetto equilibrio con la natura che lo accoglie e la pelle lattea come quella di una Madonna rinascimentale si scorge tra il verde prepotente della natura selvaggia, talvolta quasi invisibile, in altri casi protagonista della scena, in un gioco di esplorazione che, in alcuni scatti, trasuda voluttà.
Tutte azioni, tanto nei movimenti quanto nel cogliere gli stessi attraverso la fotografia, radicate nel flusso d'improvvisazione e che lasciano le forze della natura libere di parlare e prendere il sopravvento.
La mostra A tree doesn't fall far from the mountain è un invito a immergersi in un'esperienza visiva profonda e introspettiva, un viaggio attraverso paesaggi selvaggi e l'intimo mondo dell'anima, attraverso un percorso di guarigione e rinascita, alla scoperta di un legame indissolubile tra l'uomo e la natura.
Le 11 immagini stampate su d-bond, presentate per la prima volta al pubblico in questa esposizione, sono frutto di un lungo processo creativo e di una profonda connessione con il territorio, e ci rivelano una bellezza selvaggia e misteriosa. I paesaggi nativi, catturati con una lente poetica, ci parlano di cicli naturali, di rinascita e di resilienza. La natura, in tutta la sua potenza e fragilità, diventa il rifugio ideale per l'anima ferita e un luogo di profonda riflessione.
Il racconto di un presente che si intreccia con il passato in cui la protagonista, un essere semi-mitico, si muove in un paesaggio che è al tempo stesso luogo di memoria e di speranza. Attraverso le sue peregrinazioni, si esplorano le ferite ancora aperte di un popolo martoriato dalla guerra e si cerca di trovare un senso di appartenenza e di connessione con la terra.
L'approccio degli artisti è sperimentale e non convenzionale. L'improvvisazione, il flusso della natura e la forza delle immagini conducono l’osservatore in un viaggio onirico e sensoriale. La bellezza delle immagini si alterna a momenti di cruda realtà, invitandoci a riflettere sulla complessità del nostro mondo e sulla necessità di trovare un nuovo equilibrio tra l'uomo e l'ambiente.
Franco G. Livera e Jatun Risba lavorano insieme già dal 2019, esplorando e soffermandosi su due principali filoni di ricerca: da una parte la malattia e la guarigione fisica, la malattia mentale, la morte, dall’altra la relazione tra essere umano, natura e storia.
Ed è su quest’ultima esplorazione che si impernia il lavoro avviato nel 2022, quando Franco si reca in Slovenia da Jatun, e iniziano a lavorare ad un progetto filmico, una serie di lungometraggi d'arte sperimentali che vedono come set la sorgente carsica irregolare del torrente Lijak, nella Slovenia occidentale, secca per la maggior parte dell'anno, ma improvvisamente carica -e pericolosa- dopo gli acquazzoni. Lijak, vicino alla Valle dell'Isonzo, non è soltanto un luogo in cui la natura è dirompente, ma è anche carico di una storia amara, in quanto scelto come sito del fronte isontino della prima guerra mondiale, quindi un posto che ha visto il sangue e la morte di 1.700.000 soldati.
I 4 film realizzati dal duo artistico, e di cui in mostra si possono ammirare i trailer, sono il frutto di un viaggio introspettivo, che pone l’essere umano e la natura in una relazione intima e di totale fiducia; nessuna sceneggiatura alla base, ma un esclusivo abbandono all’ambiente circostante, con i propri elementi naturali, suoni, colori, odori e, come si evince dalle immagini, una forte componente tattile, di cui Jatun, spesso presente nelle scene, pare non riuscire a fare a meno.
Nascono da questa immersione totale una serie di immagini, tanto nei video quanto nelle fotografie di questa mostra, in cui il corpo di Jatun appare in perfetto equilibrio con la natura che lo accoglie e la pelle lattea come quella di una Madonna rinascimentale si scorge tra il verde prepotente della natura selvaggia, talvolta quasi invisibile, in altri casi protagonista della scena, in un gioco di esplorazione che, in alcuni scatti, trasuda voluttà.
Tutte azioni, tanto nei movimenti quanto nel cogliere gli stessi attraverso la fotografia, radicate nel flusso d'improvvisazione e che lasciano le forze della natura libere di parlare e prendere il sopravvento.
La mostra A tree doesn't fall far from the mountain è un invito a immergersi in un'esperienza visiva profonda e introspettiva, un viaggio attraverso paesaggi selvaggi e l'intimo mondo dell'anima, attraverso un percorso di guarigione e rinascita, alla scoperta di un legame indissolubile tra l'uomo e la natura.
Le 11 immagini stampate su d-bond, presentate per la prima volta al pubblico in questa esposizione, sono frutto di un lungo processo creativo e di una profonda connessione con il territorio, e ci rivelano una bellezza selvaggia e misteriosa. I paesaggi nativi, catturati con una lente poetica, ci parlano di cicli naturali, di rinascita e di resilienza. La natura, in tutta la sua potenza e fragilità, diventa il rifugio ideale per l'anima ferita e un luogo di profonda riflessione.
Il racconto di un presente che si intreccia con il passato in cui la protagonista, un essere semi-mitico, si muove in un paesaggio che è al tempo stesso luogo di memoria e di speranza. Attraverso le sue peregrinazioni, si esplorano le ferite ancora aperte di un popolo martoriato dalla guerra e si cerca di trovare un senso di appartenenza e di connessione con la terra.
L'approccio degli artisti è sperimentale e non convenzionale. L'improvvisazione, il flusso della natura e la forza delle immagini conducono l’osservatore in un viaggio onirico e sensoriale. La bellezza delle immagini si alterna a momenti di cruda realtà, invitandoci a riflettere sulla complessità del nostro mondo e sulla necessità di trovare un nuovo equilibrio tra l'uomo e l'ambiente.
28
agosto 2024
A tree doesn’t fall far from the mountain
Dal 28 agosto al 28 settembre 2024
arte contemporanea
Location
GIGI RIGLIACO GALLERY
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedi a sabato 10.30-12.30 e 17.30-20
Vernissage
28 Agosto 2024, 20
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico