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A-zone
una selezione di lavori tra pittura, fotografia e video installazione che sfrutteranno integralmente le “zone” espositive del cinema
Comunicato stampa
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Inaugura venerdi 2 dicembre 2005 alle ore 21:00, presso l’ UGC Ciné Cité Parco Leonardo di Fiumicino (Roma), la mostra A-ZONE curata da Massimo Rosa in cui gli artisti Damiano Calì, Claudio Di Carlo, Daniela Papadia, Giuseppe Rado e Sandro Taliani, esibendo una selezione dei propri lavori tra pittura, fotografia e video installazione, sfrutteranno integralmente le “zone” espositive del cinema.
Un ennesimo esperimento contemporaneo di decontestualizzazione dell’immagine artistica. Assistiamo sempre più frequentemente negli ultimi anni a fughe dai consueti spazi espositivi per inserirsi in contesti di quotidianità con la ferma volontà di far vivere il “prodotto” artistico anche a chi non ha molta occasione di farlo per i più disparati motivi; vuoi per la pigrizia culturale che contraddistingue un periodo storico come quello che stiamo vivendo, vuoi per la scarsità dell’ informazione, a volte veicolata solo in canali non facilmente accessibili al grande pubblico, vuoi per il timore reverenziale che in un certo senso l’arte provoca nel “non addetto ai lavori”.
L’immagine del passante col barattolone del popcorn in mano intento ad entrare in una sala cinematografica e, poco prima di entrarvi, soffermarsi ad ammirare un’opera d’arte interrogandosi sul suo significato era troppo ghiotta ed accattivante per non essere colta al volo dagli artisti. Ognuno di loro, a modo suo, ruba quell’ attimo allo spettatore esaltando ancor di più il suo ruolo di osservatore e sviluppando in lui, ancor prima dell’ingresso in sala, un atteggiamento critico.
Damiano Calì ci offre uno spaccato di contemporaneità in cui l’illusione sembra farla da padrona su tutto ma senza mai abbandonare radici forti nella realtà. La velatura digitale che egli stende sulle sue opere gli consente di approdare a situazioni a volte illusorie, a volte utopiche o completamente irreali partendo da un dato oggettivo e reale: appunto la fotografia. Non mancano alti riferimenti alla storia dell’arte sia nell’ elegante aspetto formale dell’opera sia nelle tematiche da lui affrontate.
Sanguigno ed immediato è Claudio Di Carlo. Niente illusione o sogno. Fisicità, passione ed immediatezza. La sua pittura arriva immediatamente e prepotentemente nell’occhio, nella testa e nel cuore del fruitore come oggi ci arrivano allo stesso modo milioni di immagini dai video e dalle riviste. Ma al contrario di alcune immagini, a volte difficili o scomode da osservare, le sue risultano essere piacevolmente invadenti.
Fisicamente sospesa sopra le teste dei visitatori sarà la video installazione di Daniela Papadia. Ma lo sarà anche concettualmente. Un’entità inserita in un “non luogo” senza tempo e senza spazio, ciclicamente potrà stimolare l’occhio dell’osservatore producendo in lui una tensione emotiva provocata dal contrasto tra flusso e stasi, identità e molteplicità.
Saranno invece gli sguardi delle affascinanti Ani-Me di Giuseppe Rado, recentemente premiate con la targa d’oro per la fotografia in occasione del Premio Arte 2005, figure femminili che prendono vita dal mondo dei fumetti e delle animazioni giapponesi ad accompagnare i passanti con fare accattivante e malinconico allo stesso tempo.
Infine scopriamo i dipinti di Sandro Taliani che continuano a porci domande, a volte anche inquietanti ma sicuramente pertinenti, sulla nostra quotidianità. I suoi personaggi sono persone comuni immersi in un mare di dubbi e perplessità che contraddistinguono il viaggio dell’uomo a cavallo della sua vita. Volti immersi in uno schermo televisivo, passivi e dubitativi, si interrogano su cosa rimarrà della loro essenza. Probabilmente un paio di scarpe usate.
Un ennesimo esperimento contemporaneo di decontestualizzazione dell’immagine artistica. Assistiamo sempre più frequentemente negli ultimi anni a fughe dai consueti spazi espositivi per inserirsi in contesti di quotidianità con la ferma volontà di far vivere il “prodotto” artistico anche a chi non ha molta occasione di farlo per i più disparati motivi; vuoi per la pigrizia culturale che contraddistingue un periodo storico come quello che stiamo vivendo, vuoi per la scarsità dell’ informazione, a volte veicolata solo in canali non facilmente accessibili al grande pubblico, vuoi per il timore reverenziale che in un certo senso l’arte provoca nel “non addetto ai lavori”.
L’immagine del passante col barattolone del popcorn in mano intento ad entrare in una sala cinematografica e, poco prima di entrarvi, soffermarsi ad ammirare un’opera d’arte interrogandosi sul suo significato era troppo ghiotta ed accattivante per non essere colta al volo dagli artisti. Ognuno di loro, a modo suo, ruba quell’ attimo allo spettatore esaltando ancor di più il suo ruolo di osservatore e sviluppando in lui, ancor prima dell’ingresso in sala, un atteggiamento critico.
Damiano Calì ci offre uno spaccato di contemporaneità in cui l’illusione sembra farla da padrona su tutto ma senza mai abbandonare radici forti nella realtà. La velatura digitale che egli stende sulle sue opere gli consente di approdare a situazioni a volte illusorie, a volte utopiche o completamente irreali partendo da un dato oggettivo e reale: appunto la fotografia. Non mancano alti riferimenti alla storia dell’arte sia nell’ elegante aspetto formale dell’opera sia nelle tematiche da lui affrontate.
Sanguigno ed immediato è Claudio Di Carlo. Niente illusione o sogno. Fisicità, passione ed immediatezza. La sua pittura arriva immediatamente e prepotentemente nell’occhio, nella testa e nel cuore del fruitore come oggi ci arrivano allo stesso modo milioni di immagini dai video e dalle riviste. Ma al contrario di alcune immagini, a volte difficili o scomode da osservare, le sue risultano essere piacevolmente invadenti.
Fisicamente sospesa sopra le teste dei visitatori sarà la video installazione di Daniela Papadia. Ma lo sarà anche concettualmente. Un’entità inserita in un “non luogo” senza tempo e senza spazio, ciclicamente potrà stimolare l’occhio dell’osservatore producendo in lui una tensione emotiva provocata dal contrasto tra flusso e stasi, identità e molteplicità.
Saranno invece gli sguardi delle affascinanti Ani-Me di Giuseppe Rado, recentemente premiate con la targa d’oro per la fotografia in occasione del Premio Arte 2005, figure femminili che prendono vita dal mondo dei fumetti e delle animazioni giapponesi ad accompagnare i passanti con fare accattivante e malinconico allo stesso tempo.
Infine scopriamo i dipinti di Sandro Taliani che continuano a porci domande, a volte anche inquietanti ma sicuramente pertinenti, sulla nostra quotidianità. I suoi personaggi sono persone comuni immersi in un mare di dubbi e perplessità che contraddistinguono il viaggio dell’uomo a cavallo della sua vita. Volti immersi in uno schermo televisivo, passivi e dubitativi, si interrogano su cosa rimarrà della loro essenza. Probabilmente un paio di scarpe usate.
02
dicembre 2005
A-zone
Dal 02 al 30 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
UGC CINE’ CITE’ PARCO LEONARDO
Fiumicino, Via Portuense, 2000, (Roma)
Fiumicino, Via Portuense, 2000, (Roma)
Orario di apertura
lun/ven 16:50/23:00
sab 16:50/01
dom 14:50/23:00
Vernissage
2 Dicembre 2005, ore 21
Autore
Curatore