Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
AAR!
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si ringrazia l'Associazione Colombo Italiana - ASCI per la sua
collaborazione per l'ideazione e realizzazione della mostra AAR!
Ambasciata della Repubblica di Colombia in Italia
Consolato Generale della Repubblica di Colombia a Roma
Presentata dagli artisti:
Andrés Gallo, Rubén Martínez, Gianni Pezzotti
Artista invitato José Miguel Ramírez León
19 Dicembre 2008, Ora 18:00
Via S. Sebastianello, 9 III piano, Roma
Gianni Pezzotti ( Medellìn, 1 Ottobre 1971)
Ingegnere in Controllo con dottorato di
ricerca in Ingegneria dei sistemi Sensoriali ed
Apprendimento della Università “Tor
Vergata”.
Attualmente vive e lavora a Roma, presso
l'istituto di Cristallografia del Consiglio
Nazionale delle Ricerche – CNR. Inoltre al suo
suo curriculum di materia Scientifica conta
con 4 mostre collettive nell'area del arte
concettuale. g.pezzotti@biosensor.it
Ruben Martinez(El Banco 21 Dicembre 1971)
Si diploma alla Scuola Superiore d'Arti
Plastiche a Maracaibo Venezuela, Studia
Archeologia e Storia dell'Arte a Roma
1998/2000, Diploma di Laurea in pittura nel
2005 all'Accademia di Belle Arti di Roma.
Attualmente vive e lavora a Roma. Nel suo
Curriculum conta con più di 26 mostre
collettive al estero e principalmente in Italia e
2 personali. castelsanme@hotmail.it
www.gruppo-romano.eu
José Miguel Ramírez León ( Bogota 1954)
Autodicta, Attualmente ospite nel carcere
romano di Rebibbia, testimone di un
percorso controverso e che ha trovato
attraverso l’impegno nel disegno e lo studio
dell’arte, la volontà di ricostruirsi una nuova
vita su sani valori sociali.
Amarillo, Azul, Rojo, questi sono i tre colori del vessillo nazionale della Colombia,
un omaggio alla loro terra d’origine che i tre artisti in mostra hanno concretizzato
con questo progetto espositivo dei loro lavori, nella sensibilità artistica che li
distingue in una cifra espressiva diversa l’uno dall’altro.
Essi scompongono, frantumano, sezionano l’oggetto-idea nella singolarità del
pensiero, per collocarlo in un nuovo contesto più consono alle personali
necessità intellettuali e dialettiche.
Come psicoterapeuti non desiderano sclerotizzare, ma liberare la visione di una
nuova realtà come se l’elemento creativo proveniente da un satori, venisse
trasformato nella sua stanza mentale in opera e presentato al pubblico.
Andres Gallo, come un pellegrino dell’analisi dinamica combatte la propria
coscienza, mettendo in risalto con la sua arte la solitudine umana per denunciare
l’avvenuta nascita di un mondo “moderno” realizzato sull’assenza dell’Uomo. Nei
suoi dipinti l’esistenza umana già invisibile, viene annientata tra distruzione da
parte della natura che si ribella e dall’inquinamento e deperimento del territorio
di costruzioni industriali ormai abbandonate. Il rapporto tra tempo e realtà
occorre all’artista per definire il proprio livello critico di consapevolezza, affinché
il suo codice espressivo sia adatto a proclamare con purezza d’animo la vacuità
dell’esistenza umana sensibilizzando gli astanti a migliorarne la qualità.
Gianni Pezzotti, addestrato dalla sua formazione culturale a scomporre e
ricomporre attraverso analisi diversificate, e mai oppresso dal significato
baroccheggiante del piegare e dispiegare, questo giovane ingegnere di robotica
mostra, nelle sue peculiarità espressive nell’arte visiva, il disaggregarsi dei vuoti e
dei pieni atto a raggiungere un possibile equilibrio tra le due formulazioni dello
spazio quando il gesto umano partecipante viene storicizzato nell’object d’artist.
Nei suoi lavori persiste un’ambiguità spazio-temporale dove le stesse opere
sembrano trovarsi, con i loro dinamismi cinetici, casualmente in quel luogo come
vittime di un congegno eventualista che lascia all’azione esterna, umana e/o
naturale, cambiarne posto, estetica o luogo. Opere, che appartenenti
all’intelletto, involontariamente vivono l’ambito dell’interazione e si includono
nell’esperienza dello spazio-luogo utilizzando la memoria stanziale; opere che
lasciano all’individuo-monade presente la possibilità di intervenire sulla valenza
della realtà attraverso la percossa emozionale di una gestualità meccanocinetica.
Ruben Martinez, dopo aver esorcizzato il suo lontano legame creativo con la
forma modulare che oggi dispiega senza condizionamenti nello spazio a definire
controlli nell’aria, prosegue nella ricerca della presenza del “perché” nello spirito
umano. Nella ricerca del significante, della soluzione ad ogni domanda
esistenziale, nel tentativo di ritrovare il deus ex machina, ha scomposto il modulo
coercitivo tramutandolo in un vortice di linee curvate che, avendo origine da una
sconosciuta energia, osano a ricomporsi in una possibile forma astrale dalla
quale si sviluppa, nell’attesa dell’immagine, l’archetipico segno della ricerca di un
tratto essenziale, testimone nella percezione del profondo significato
dell’esistenza. Nell’arte di Ruben esiste il cercare, nella percezione
metadimensionale di un accentuato cromatismo, le risposte alla superficialità dei
massimi sistemi terreni.
Il sottile latente criticismo presente in questi artisti, pur mosso da un pensiero
idealista sulla realtà sociale, è contenuto e controllato dalla convinzione che si
possa riemergere ad una nuova coscienza e che l’Arte possa partecipare nella
società alle complesse problematiche di oggi, nel proteggere l’essere di domani
dalla precarietà della vita, dalla perdita di valori come reciprocità e fratellanza, dal
deleterio sfruttamento delle risorse umane e del pianeta Terra.
12 Dicembre 2008 Giorgio Fiume
Andrés Gallo ( Popayán, 1979 )
Studia nell'Atelier del maestro Fabio Daza,
Cali, Colombia. Si diploma all'Accademia di
Belle Arti di Roma.
Attualmente vive a Roma. Ha partecipato in
numerose manifestazioni collettive
principalmente in diverse città italiane. A
Roma partecipa, tra le altre, a Codice 01 al
Chiostro del Bramante, Spazi Aperti
all’Accademia di Romania a Roma e
Artecnologia al Castel Sant’Angelo. Nel 2008
è selezionato finalista al concorso indetto
dalla Fondazione Alinari di Firenze.
Alterna l’attività artistica al disegno di siti
web
collaborazione per l'ideazione e realizzazione della mostra AAR!
Ambasciata della Repubblica di Colombia in Italia
Consolato Generale della Repubblica di Colombia a Roma
Presentata dagli artisti:
Andrés Gallo, Rubén Martínez, Gianni Pezzotti
Artista invitato José Miguel Ramírez León
19 Dicembre 2008, Ora 18:00
Via S. Sebastianello, 9 III piano, Roma
Gianni Pezzotti ( Medellìn, 1 Ottobre 1971)
Ingegnere in Controllo con dottorato di
ricerca in Ingegneria dei sistemi Sensoriali ed
Apprendimento della Università “Tor
Vergata”.
Attualmente vive e lavora a Roma, presso
l'istituto di Cristallografia del Consiglio
Nazionale delle Ricerche – CNR. Inoltre al suo
suo curriculum di materia Scientifica conta
con 4 mostre collettive nell'area del arte
concettuale. g.pezzotti@biosensor.it
Ruben Martinez(El Banco 21 Dicembre 1971)
Si diploma alla Scuola Superiore d'Arti
Plastiche a Maracaibo Venezuela, Studia
Archeologia e Storia dell'Arte a Roma
1998/2000, Diploma di Laurea in pittura nel
2005 all'Accademia di Belle Arti di Roma.
Attualmente vive e lavora a Roma. Nel suo
Curriculum conta con più di 26 mostre
collettive al estero e principalmente in Italia e
2 personali. castelsanme@hotmail.it
www.gruppo-romano.eu
José Miguel Ramírez León ( Bogota 1954)
Autodicta, Attualmente ospite nel carcere
romano di Rebibbia, testimone di un
percorso controverso e che ha trovato
attraverso l’impegno nel disegno e lo studio
dell’arte, la volontà di ricostruirsi una nuova
vita su sani valori sociali.
Amarillo, Azul, Rojo, questi sono i tre colori del vessillo nazionale della Colombia,
un omaggio alla loro terra d’origine che i tre artisti in mostra hanno concretizzato
con questo progetto espositivo dei loro lavori, nella sensibilità artistica che li
distingue in una cifra espressiva diversa l’uno dall’altro.
Essi scompongono, frantumano, sezionano l’oggetto-idea nella singolarità del
pensiero, per collocarlo in un nuovo contesto più consono alle personali
necessità intellettuali e dialettiche.
Come psicoterapeuti non desiderano sclerotizzare, ma liberare la visione di una
nuova realtà come se l’elemento creativo proveniente da un satori, venisse
trasformato nella sua stanza mentale in opera e presentato al pubblico.
Andres Gallo, come un pellegrino dell’analisi dinamica combatte la propria
coscienza, mettendo in risalto con la sua arte la solitudine umana per denunciare
l’avvenuta nascita di un mondo “moderno” realizzato sull’assenza dell’Uomo. Nei
suoi dipinti l’esistenza umana già invisibile, viene annientata tra distruzione da
parte della natura che si ribella e dall’inquinamento e deperimento del territorio
di costruzioni industriali ormai abbandonate. Il rapporto tra tempo e realtà
occorre all’artista per definire il proprio livello critico di consapevolezza, affinché
il suo codice espressivo sia adatto a proclamare con purezza d’animo la vacuità
dell’esistenza umana sensibilizzando gli astanti a migliorarne la qualità.
Gianni Pezzotti, addestrato dalla sua formazione culturale a scomporre e
ricomporre attraverso analisi diversificate, e mai oppresso dal significato
baroccheggiante del piegare e dispiegare, questo giovane ingegnere di robotica
mostra, nelle sue peculiarità espressive nell’arte visiva, il disaggregarsi dei vuoti e
dei pieni atto a raggiungere un possibile equilibrio tra le due formulazioni dello
spazio quando il gesto umano partecipante viene storicizzato nell’object d’artist.
Nei suoi lavori persiste un’ambiguità spazio-temporale dove le stesse opere
sembrano trovarsi, con i loro dinamismi cinetici, casualmente in quel luogo come
vittime di un congegno eventualista che lascia all’azione esterna, umana e/o
naturale, cambiarne posto, estetica o luogo. Opere, che appartenenti
all’intelletto, involontariamente vivono l’ambito dell’interazione e si includono
nell’esperienza dello spazio-luogo utilizzando la memoria stanziale; opere che
lasciano all’individuo-monade presente la possibilità di intervenire sulla valenza
della realtà attraverso la percossa emozionale di una gestualità meccanocinetica.
Ruben Martinez, dopo aver esorcizzato il suo lontano legame creativo con la
forma modulare che oggi dispiega senza condizionamenti nello spazio a definire
controlli nell’aria, prosegue nella ricerca della presenza del “perché” nello spirito
umano. Nella ricerca del significante, della soluzione ad ogni domanda
esistenziale, nel tentativo di ritrovare il deus ex machina, ha scomposto il modulo
coercitivo tramutandolo in un vortice di linee curvate che, avendo origine da una
sconosciuta energia, osano a ricomporsi in una possibile forma astrale dalla
quale si sviluppa, nell’attesa dell’immagine, l’archetipico segno della ricerca di un
tratto essenziale, testimone nella percezione del profondo significato
dell’esistenza. Nell’arte di Ruben esiste il cercare, nella percezione
metadimensionale di un accentuato cromatismo, le risposte alla superficialità dei
massimi sistemi terreni.
Il sottile latente criticismo presente in questi artisti, pur mosso da un pensiero
idealista sulla realtà sociale, è contenuto e controllato dalla convinzione che si
possa riemergere ad una nuova coscienza e che l’Arte possa partecipare nella
società alle complesse problematiche di oggi, nel proteggere l’essere di domani
dalla precarietà della vita, dalla perdita di valori come reciprocità e fratellanza, dal
deleterio sfruttamento delle risorse umane e del pianeta Terra.
12 Dicembre 2008 Giorgio Fiume
Andrés Gallo ( Popayán, 1979 )
Studia nell'Atelier del maestro Fabio Daza,
Cali, Colombia. Si diploma all'Accademia di
Belle Arti di Roma.
Attualmente vive a Roma. Ha partecipato in
numerose manifestazioni collettive
principalmente in diverse città italiane. A
Roma partecipa, tra le altre, a Codice 01 al
Chiostro del Bramante, Spazi Aperti
all’Accademia di Romania a Roma e
Artecnologia al Castel Sant’Angelo. Nel 2008
è selezionato finalista al concorso indetto
dalla Fondazione Alinari di Firenze.
Alterna l’attività artistica al disegno di siti
web
19
dicembre 2008
AAR!
Dal 19 dicembre 2008 al 19 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CONSOLATO GENERALE DELLA REPUBBLICA DI COLOMBIA
Roma, Via Di San Sebastianello, 9, (Roma)
Roma, Via Di San Sebastianello, 9, (Roma)
Vernissage
19 Dicembre 2008, ore 18
Autore