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Abele Vadacca – Il ritratto del duca Fulco Tommaso Gallarati Scotti
Nel corso del 2018 nei Giardini di Villa Melzi a Bellagio, sotto la storica serra (“orangerie”) , l’artista Abele Vadacca, allievo di illustri maestri del ‘900 si è dedicato alla realizzazione di un’opera che ispira e merita ispirazione: il ritratto del Duca Tommaso Fulco Gallarati Scotti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Inaugurazione Sabato 6 aprile 2019, in forma privata,
Apertura al pubblico a partire dal primo pomeriggio in
concomitanza con “La giornata delle Camelie”
L’opera rimarrà nei giardini a far parte della
collezione permanente della Fam. Gallarati Scotti.
L’opera si inizia per volere degli attuali proprietari della Villa, la Fam. Gallarati Scotti e parte con lo studio storico della documentazione riferita e scritta dal Duca oltre che da un’attenta ricerca fotografica.
I documenti rimangono solo la prima parte dell’indagine e la ricerca introspettiva , più affascinante, si basa sul racconto della famiglia , delle persone che lo hanno conosciuto.
La fase di studio ha impegnato l’artista per circa un anno, e delinea una analisi morfologica attenta e basata su una valutazione psicologica e biografica che ha richiesto, data la levatura del soggetto e la ricchezza intellettuale, diversi mesi.
Sono stati osservati gli scritti del Duca, intervistate le persone ancora viventi che ne avevano memoria e che lo ricordavano assiduo frequentatore della villa in diversi periodi della sua vita .
Tutta la fase creativa si è svolta nella villa , questo ha permesso all’artista di “vivere” nell’ambiente tanto amato dal Duca , di percepire la stessa influenza creativa che solo un un luogo così unico può concedere , d’avvicinarsi alla sua stessa emozione, come in un salto temporale.
L’intervento artistico parte da studi preliminari a disegno , riportati poi in un modello in argilla.
Una volta condiviso il modello in argilla con la Committenza , secondo antica tradizione da bottega d’arte, attraverso la tecnica della ‘puntatura’ il modello è stato riportato su marmo per essere poi finito a regola d’arte.
La scultura ripropone delle dimensioni leggermente superiori al naturale così come da tradizione
classica e l’inganno è alla base delle forme che plasticamente acquisiscono espressività.
La modifica delle forme avviene a seconda della materia, le rifrazioni dei cristalli marmorei esigono
un particolare approccio tecnico che definisce il volume a seconda dell’effetto scelto.
Il marmo selezionato è un bianco apuano. Il blocco di partenza da cui è stata selezionata la
parte migliore era di più di 11 q.li.
La sinergia e la condivisione degli eventi personali della famiglia Gallarati Scotti, riportata dal nipote
Principe Fulco Gallarati Scotti ha permesso di definire un quadro molto approfondito del personaggio .
Diplomatico , intellettuale, che ha contribuito a infondere alto valore di ideologia all’Italia , una
nazione che il Duca rappresenta all’estero come ambasciatore prima in Spagna poi in
Inghilterra .
Una nazione che lui ama e che non vuole lasciare anche quando si vede costretto a raggiungere la Svizzera.
Ha circa 66 quando si alza nell’incantevole proprietà di Bellagio che sa di dover lasciare , il futuro
è ignoto; questo è il momento che viene fissato nel marmo dallo scultore, lo sguardo di un
uomo che guarda al suo destino con il cuore rivolto ai luoghi che ama . La storia lo sostiene e le capacità di quest’uomo diplomatico e lungimirante gli consentiranno un rapido rientro in patria, finite le vicissitudini del ‘conflitto mondiale.’
È in questo momento che l’artista lo coglie , fissandolo nell’eterno , uno sguardo che penetra
i massicci delle prealpi e guarda verso la sua obbligata meta, ma lo sguardo volge anche, di sfuggita, verso il luogo che è la sua casa la villa Melzi, l’Italia . Certo che non sarà
un’addio ma un arrivederci ma con nel cuore le ansie e le sofferenze di un periodo così instabile
e cruento in cui ogni ideologia diviene strumento di rivendicazione .
L’emozione espressiva dell’opera deve raggiungere il cuore dell’osservatore , la presenza del
personaggio narrato diviene presente e tangibile.
La scelta dello scultore è stata difficile perché ha dovuto coniugare gli stilemi personali per l’armonioso
inserimento nella villa che ha un’impostazione neoclassica pura .
La scelta stilistica della base è un richiamo evidente al neoclassicismo che domina nel complesso
architettonico e dei giardini.
L’impostazione voluta dalla Committenza fa si che l’opera si inserisce a completare la già
preziosissima collezione di sculture presenti nei giardini di Villa Melzi, fermando nel tempo l’immagine di quest’uomo che tanto rese all’Italia , il Duca Tommaso Fulco Gallarati Scotti .
L’esperienza creativa nella Villa e la conoscenza di Tommaso Fulco Gallarati Scotti segna l’artista
al punto che decide di aprire il suo atelier nella piccola frazione di Loppia , prospiciente ai Giardini,
proprio alle porte del luogo così caro al Duca, riprendendo quella tradizione artistica che per secoli ha caratterizzato l’Italia e che oggi è motivo di vanto e unicità in tutto il mondo.
Dimensioni dell’opera : 80x50x40 cm . Marmo bianco apuano.
I GIARDINI
La nuova opera verrà collocata in forma permanente nella meravigliosa cornice di uno dei luoghi più
belli del Lago di Como, i Giardini di Villa Melzi , premiati nel 2016 come “Parco più bello d’Italia”, e
che fanno parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani, un armonia tra natura e architettura sognata dal
duca Francesco Melzi d’Eril all’inizio dell’Ottocento e realizzata da insigni artisti come Giocondo Albertolli,
Luigi Canonica e Luigi Villoresi. I giardini di villa Melzi si stendono lungo la riva del lago e si inseriscono
armoniosamente nel quadro collinare della penisola di Bellagio che divide i due rami del Lario. Al loro interno
la villa, la cappella e la serra degli aranci, oggi allestita a museo storico, sono una splendida espressione
di stile neoclassico, e come tali dichiarati monumento nazionale. Il complesso fu realizzato tra il 1808
e il 1810 per Francesco Melzi d’Eril (1753-1816), duca di Lodi, vice presidente della Repubblica Italiana
con Napoleone e, successivamente, gran cancelliere del Regno Italico. Egli affidò l’incarico all’architetto e
ornatista Giocondo Albertolli (1742-1839), esponente di grande rilievo del neoclassicismo, quale chiese
una villa di aspetto sobrio e elegante, le cui linee e volumi semplici mettessero ancor più in risalto il meraviglioso
paesaggio circostante.
L'ARTISTA
Abele Vadacca_ Scultore e pittore italiano, vincitore di Cattedra Accademica,
si dedica fin da giovanissimo alla scultura su marmo: allievo di Floriano Bodini, eredita dai vecchi maestri
la sapienza e la tecnica tipiche del vecchio Continente.
Si innamora del Lago di Como e da qualche anno lavora nel suo atelier a Bellagio.
Sfrutta con grande virtuosismo le proprietà dei materiali portando il marmo, con l’abilità manuale, ad un
‘estrema leggerezza.
Affronta temi onirici e metafisici le sue opere sono ricche di simbolismi, uno dei ricorrenti è la piuma, quale
raffigurazione di : leggerezza, delicatezza, libertà .
Le opere su velluto nero sono realizzate con tecniche pittoriche inedite per mezzo di ossidi metallici in oro
e argento. Vanta la realizzazione di diverse opere pubbliche e di committenze d’eccellenza in tutto il mondo.
Apertura al pubblico a partire dal primo pomeriggio in
concomitanza con “La giornata delle Camelie”
L’opera rimarrà nei giardini a far parte della
collezione permanente della Fam. Gallarati Scotti.
L’opera si inizia per volere degli attuali proprietari della Villa, la Fam. Gallarati Scotti e parte con lo studio storico della documentazione riferita e scritta dal Duca oltre che da un’attenta ricerca fotografica.
I documenti rimangono solo la prima parte dell’indagine e la ricerca introspettiva , più affascinante, si basa sul racconto della famiglia , delle persone che lo hanno conosciuto.
La fase di studio ha impegnato l’artista per circa un anno, e delinea una analisi morfologica attenta e basata su una valutazione psicologica e biografica che ha richiesto, data la levatura del soggetto e la ricchezza intellettuale, diversi mesi.
Sono stati osservati gli scritti del Duca, intervistate le persone ancora viventi che ne avevano memoria e che lo ricordavano assiduo frequentatore della villa in diversi periodi della sua vita .
Tutta la fase creativa si è svolta nella villa , questo ha permesso all’artista di “vivere” nell’ambiente tanto amato dal Duca , di percepire la stessa influenza creativa che solo un un luogo così unico può concedere , d’avvicinarsi alla sua stessa emozione, come in un salto temporale.
L’intervento artistico parte da studi preliminari a disegno , riportati poi in un modello in argilla.
Una volta condiviso il modello in argilla con la Committenza , secondo antica tradizione da bottega d’arte, attraverso la tecnica della ‘puntatura’ il modello è stato riportato su marmo per essere poi finito a regola d’arte.
La scultura ripropone delle dimensioni leggermente superiori al naturale così come da tradizione
classica e l’inganno è alla base delle forme che plasticamente acquisiscono espressività.
La modifica delle forme avviene a seconda della materia, le rifrazioni dei cristalli marmorei esigono
un particolare approccio tecnico che definisce il volume a seconda dell’effetto scelto.
Il marmo selezionato è un bianco apuano. Il blocco di partenza da cui è stata selezionata la
parte migliore era di più di 11 q.li.
La sinergia e la condivisione degli eventi personali della famiglia Gallarati Scotti, riportata dal nipote
Principe Fulco Gallarati Scotti ha permesso di definire un quadro molto approfondito del personaggio .
Diplomatico , intellettuale, che ha contribuito a infondere alto valore di ideologia all’Italia , una
nazione che il Duca rappresenta all’estero come ambasciatore prima in Spagna poi in
Inghilterra .
Una nazione che lui ama e che non vuole lasciare anche quando si vede costretto a raggiungere la Svizzera.
Ha circa 66 quando si alza nell’incantevole proprietà di Bellagio che sa di dover lasciare , il futuro
è ignoto; questo è il momento che viene fissato nel marmo dallo scultore, lo sguardo di un
uomo che guarda al suo destino con il cuore rivolto ai luoghi che ama . La storia lo sostiene e le capacità di quest’uomo diplomatico e lungimirante gli consentiranno un rapido rientro in patria, finite le vicissitudini del ‘conflitto mondiale.’
È in questo momento che l’artista lo coglie , fissandolo nell’eterno , uno sguardo che penetra
i massicci delle prealpi e guarda verso la sua obbligata meta, ma lo sguardo volge anche, di sfuggita, verso il luogo che è la sua casa la villa Melzi, l’Italia . Certo che non sarà
un’addio ma un arrivederci ma con nel cuore le ansie e le sofferenze di un periodo così instabile
e cruento in cui ogni ideologia diviene strumento di rivendicazione .
L’emozione espressiva dell’opera deve raggiungere il cuore dell’osservatore , la presenza del
personaggio narrato diviene presente e tangibile.
La scelta dello scultore è stata difficile perché ha dovuto coniugare gli stilemi personali per l’armonioso
inserimento nella villa che ha un’impostazione neoclassica pura .
La scelta stilistica della base è un richiamo evidente al neoclassicismo che domina nel complesso
architettonico e dei giardini.
L’impostazione voluta dalla Committenza fa si che l’opera si inserisce a completare la già
preziosissima collezione di sculture presenti nei giardini di Villa Melzi, fermando nel tempo l’immagine di quest’uomo che tanto rese all’Italia , il Duca Tommaso Fulco Gallarati Scotti .
L’esperienza creativa nella Villa e la conoscenza di Tommaso Fulco Gallarati Scotti segna l’artista
al punto che decide di aprire il suo atelier nella piccola frazione di Loppia , prospiciente ai Giardini,
proprio alle porte del luogo così caro al Duca, riprendendo quella tradizione artistica che per secoli ha caratterizzato l’Italia e che oggi è motivo di vanto e unicità in tutto il mondo.
Dimensioni dell’opera : 80x50x40 cm . Marmo bianco apuano.
I GIARDINI
La nuova opera verrà collocata in forma permanente nella meravigliosa cornice di uno dei luoghi più
belli del Lago di Como, i Giardini di Villa Melzi , premiati nel 2016 come “Parco più bello d’Italia”, e
che fanno parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani, un armonia tra natura e architettura sognata dal
duca Francesco Melzi d’Eril all’inizio dell’Ottocento e realizzata da insigni artisti come Giocondo Albertolli,
Luigi Canonica e Luigi Villoresi. I giardini di villa Melzi si stendono lungo la riva del lago e si inseriscono
armoniosamente nel quadro collinare della penisola di Bellagio che divide i due rami del Lario. Al loro interno
la villa, la cappella e la serra degli aranci, oggi allestita a museo storico, sono una splendida espressione
di stile neoclassico, e come tali dichiarati monumento nazionale. Il complesso fu realizzato tra il 1808
e il 1810 per Francesco Melzi d’Eril (1753-1816), duca di Lodi, vice presidente della Repubblica Italiana
con Napoleone e, successivamente, gran cancelliere del Regno Italico. Egli affidò l’incarico all’architetto e
ornatista Giocondo Albertolli (1742-1839), esponente di grande rilievo del neoclassicismo, quale chiese
una villa di aspetto sobrio e elegante, le cui linee e volumi semplici mettessero ancor più in risalto il meraviglioso
paesaggio circostante.
L'ARTISTA
Abele Vadacca_ Scultore e pittore italiano, vincitore di Cattedra Accademica,
si dedica fin da giovanissimo alla scultura su marmo: allievo di Floriano Bodini, eredita dai vecchi maestri
la sapienza e la tecnica tipiche del vecchio Continente.
Si innamora del Lago di Como e da qualche anno lavora nel suo atelier a Bellagio.
Sfrutta con grande virtuosismo le proprietà dei materiali portando il marmo, con l’abilità manuale, ad un
‘estrema leggerezza.
Affronta temi onirici e metafisici le sue opere sono ricche di simbolismi, uno dei ricorrenti è la piuma, quale
raffigurazione di : leggerezza, delicatezza, libertà .
Le opere su velluto nero sono realizzate con tecniche pittoriche inedite per mezzo di ossidi metallici in oro
e argento. Vanta la realizzazione di diverse opere pubbliche e di committenze d’eccellenza in tutto il mondo.
06
aprile 2019
Abele Vadacca – Il ritratto del duca Fulco Tommaso Gallarati Scotti
Dal 06 aprile al 31 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
ABELE VADACCA SCULTORE
Oliveto Lario, Via Sant'ambrogio, 32, (Lecco)
Oliveto Lario, Via Sant'ambrogio, 32, (Lecco)
Biglietti
Intero € 6,50; ridotto € 5,00;
Orario di apertura
da lunedì a domenica 9.30 -18.30
Vernissage
6 Aprile 2019, ore 10:30 su invito
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