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Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto
Tre noti personaggi del mondo dell’arte, Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli,
curano un progetto speciale per l’Accademia Tadini di Lovere: opere di arte moderna e contemporanea provenienti dalle loro tre collezioni saranno inserite nelle sale dell’Accademia con lo scopo di dare nuova attenzione ad una raccolta straordinaria, che troppo spesso soffre del fatto di non essere ubicata in un grande centro.
Comunicato stampa
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LOVERE (BG). Verrà inaugurata venerdì 1 maggio alla Galleria dell’Accademia di belle arti Tadini di Lovere la mostra “Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto”, nata dall’inedita collaborazione fra l’importante istituto loverese, uno tra i più antichi musei lombardi, aperto nel 1828 dal conte Luigi Tadini, e tre galleristi d’arte contemporanea come Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli.
La collezione Tadini. La Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere è tra i più antichi musei della Lombardia e vanta all’interno della sua collezione d’arte antica capolavori di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra’ Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon.
La mostra. L’idea di questa mostra prende vita proprio dal riconoscimento del valore artistico delle opere dell’Accademia da parte di tre noti galleristi e collezionisti d’arte, tre “amici” dell’Accademia, originari di Lovere, Darfo e Pisogne, che da anni lavorano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che con la realizzazione di questo evento hanno voluto rendere omaggio alla loro terra d’origine. Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Lucien Bilinelli hanno proposto all’Accademia Tadini un progetto di allestimento inusuale quanto affascinante.
Tradizione e modernità. Nell’occasione di questa mostra, alcune delle opere provenienti dalle rispettive collezioni dei tre galleristi saranno inserite nell’attuale percorso museale dell’Accademia e messe a confronto con i capolavori classici abitualmente ospitati nelle sale della Galleria, nel segno di un dialogo fra arte antica e modernità.
L’accostamento di epoche e stili diversi, di capolavori antichi e contemporanei, darà vita a una mostra di eccezionale importanza, che avrà il pregio innanzitutto di proporre al pubblico la visione di opere provenienti da quattro diverse straordinarie collezioni, ma anche di valorizzare un museo straordinario come quello dell’Accademia loverese.
Sono nato a Pisogne qualche anno fa, forse troppo presto, tanto è vero che le medie ed il ginnasio li ho fatti a Lovere perchè a Pisogne non c’erano. A Lovere invece non c’era il liceo, e me ne sono andato a Brescia.
Quando è stato il momento dell’università a Brescia non c’era ancora, così me ne sono partito per Milano.
Fossi nato solo tre anni più tardi la mia vita sarebbe forse stata completamente diversa. Chissà se mi sarei innamorato delle arti visive…
Comunque, nato in tempi eroici, ho avuto Lovere come seconda patria per diversi e bellissimi anni.
A scuola si andava in battello ed in primavera bicicletta.
I più bravi riuscivano a farla tutta senza mani sul manubrio, anche al Ponte Barcotto..
Per l’ora di disegno con Remigio Mihich portavamo la tavoletta e la riga a ‘Ti’ Con la riga ce le davamo di santa ragione ed erano tutte sbeccate ed inservibili.
La Fiocchi insegnava matematica, e non l’abbiamo certo dimenticata, come nei migliori film di Fellini.
Insomma…
Va poi a finire che, non sapendo cosa fare nella vita, avendo orrore del sangue e terrore della matematica, mi iscrivo a legge a Milano.
Qui scopro l’arte moderna, giro per mostre e incontro Claudia Gian Ferrari, nella galleria mitica del babbo. Mamma era di Darfo, figlia di Timo Bortolotti, lo scultore
Che avremo anche qui nella mostra.
Apro la mia galleria nel 1973, non pensavo sarei andato così lontano. Adesso desidero fare un omaggio alla mia terra natale, ai luoghi dove ho studiato ed appreso i primi segreti della cultura,
della storia, del latino con la Paoletti, del francese con la Rosa, del greco con il mitico preside Barbieri…
Luciano Bilinelli invece, l’ho incontrato a Zurigo negli anni ottanta. Credevo fosse un belga ed invece poi scopro che è nato a Rogno. Anche per questa comune origine nasce una lung amicizia che oggi si manifesta con questa avventura.
Tre nativi del luogo che per strade diverse restano folgorati sulla via dell’arte, un certo giorno decidono di fare un omaggio alla loro terra ed individuano nell’Accademia Tadini il luogo d’elezione, il museo delle arti voluto dal Conte Tadini e miracolosamente anora aperto e funzionante dopo quasi due secoli, una istituzione da ammirare, da difendere, da promuovere.
Un museo che probabilmente è anche alla radice di una tradizione di pittori che Lovere possiede a differenza di altri paesi vicini, una differenza che rende Lovere Città e non paese, grazie alla Cultura ed alla Pittura.
Porto dunque a Lovere come debito di riconoscenza alcune opere della mia collezione che, con quelle di Claudia e Luciano sono una testimonianza dell’ affetto per la nostra terra, la valle ed il lago, oggi terre un poco appartate nel dibattito culturale, terre di periferia, ma centrali nella nostra memoria e nel deiderio di tenerle alte, sul palmo di mano.
Massimo Minini
Aprile 2009
La collezione Tadini. La Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere è tra i più antichi musei della Lombardia e vanta all’interno della sua collezione d’arte antica capolavori di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra’ Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon.
La mostra. L’idea di questa mostra prende vita proprio dal riconoscimento del valore artistico delle opere dell’Accademia da parte di tre noti galleristi e collezionisti d’arte, tre “amici” dell’Accademia, originari di Lovere, Darfo e Pisogne, che da anni lavorano nel settore dell’arte moderna e contemporanea e che con la realizzazione di questo evento hanno voluto rendere omaggio alla loro terra d’origine. Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Lucien Bilinelli hanno proposto all’Accademia Tadini un progetto di allestimento inusuale quanto affascinante.
Tradizione e modernità. Nell’occasione di questa mostra, alcune delle opere provenienti dalle rispettive collezioni dei tre galleristi saranno inserite nell’attuale percorso museale dell’Accademia e messe a confronto con i capolavori classici abitualmente ospitati nelle sale della Galleria, nel segno di un dialogo fra arte antica e modernità.
L’accostamento di epoche e stili diversi, di capolavori antichi e contemporanei, darà vita a una mostra di eccezionale importanza, che avrà il pregio innanzitutto di proporre al pubblico la visione di opere provenienti da quattro diverse straordinarie collezioni, ma anche di valorizzare un museo straordinario come quello dell’Accademia loverese.
Sono nato a Pisogne qualche anno fa, forse troppo presto, tanto è vero che le medie ed il ginnasio li ho fatti a Lovere perchè a Pisogne non c’erano. A Lovere invece non c’era il liceo, e me ne sono andato a Brescia.
Quando è stato il momento dell’università a Brescia non c’era ancora, così me ne sono partito per Milano.
Fossi nato solo tre anni più tardi la mia vita sarebbe forse stata completamente diversa. Chissà se mi sarei innamorato delle arti visive…
Comunque, nato in tempi eroici, ho avuto Lovere come seconda patria per diversi e bellissimi anni.
A scuola si andava in battello ed in primavera bicicletta.
I più bravi riuscivano a farla tutta senza mani sul manubrio, anche al Ponte Barcotto..
Per l’ora di disegno con Remigio Mihich portavamo la tavoletta e la riga a ‘Ti’ Con la riga ce le davamo di santa ragione ed erano tutte sbeccate ed inservibili.
La Fiocchi insegnava matematica, e non l’abbiamo certo dimenticata, come nei migliori film di Fellini.
Insomma…
Va poi a finire che, non sapendo cosa fare nella vita, avendo orrore del sangue e terrore della matematica, mi iscrivo a legge a Milano.
Qui scopro l’arte moderna, giro per mostre e incontro Claudia Gian Ferrari, nella galleria mitica del babbo. Mamma era di Darfo, figlia di Timo Bortolotti, lo scultore
Che avremo anche qui nella mostra.
Apro la mia galleria nel 1973, non pensavo sarei andato così lontano. Adesso desidero fare un omaggio alla mia terra natale, ai luoghi dove ho studiato ed appreso i primi segreti della cultura,
della storia, del latino con la Paoletti, del francese con la Rosa, del greco con il mitico preside Barbieri…
Luciano Bilinelli invece, l’ho incontrato a Zurigo negli anni ottanta. Credevo fosse un belga ed invece poi scopro che è nato a Rogno. Anche per questa comune origine nasce una lung amicizia che oggi si manifesta con questa avventura.
Tre nativi del luogo che per strade diverse restano folgorati sulla via dell’arte, un certo giorno decidono di fare un omaggio alla loro terra ed individuano nell’Accademia Tadini il luogo d’elezione, il museo delle arti voluto dal Conte Tadini e miracolosamente anora aperto e funzionante dopo quasi due secoli, una istituzione da ammirare, da difendere, da promuovere.
Un museo che probabilmente è anche alla radice di una tradizione di pittori che Lovere possiede a differenza di altri paesi vicini, una differenza che rende Lovere Città e non paese, grazie alla Cultura ed alla Pittura.
Porto dunque a Lovere come debito di riconoscenza alcune opere della mia collezione che, con quelle di Claudia e Luciano sono una testimonianza dell’ affetto per la nostra terra, la valle ed il lago, oggi terre un poco appartate nel dibattito culturale, terre di periferia, ma centrali nella nostra memoria e nel deiderio di tenerle alte, sul palmo di mano.
Massimo Minini
Aprile 2009
01
maggio 2009
Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto
Dal primo maggio al primo novembre 2009
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA TADINI – PINACOTECA
Lovere, Via Tadini, 40, (Bergamo)
Lovere, Via Tadini, 40, (Bergamo)
Biglietti
5 euro
Orario di apertura
il sabato dalle ore 15.00 alle 19.00,
domenica dalle 10.00 alle 12.00, dalle 15.00 alle 19.00
Vernissage
1 Maggio 2009, ore 16. Alle ore 18 incontro con Giulio Paolini. Visite guidate con i curatori della mostra fino alle 21.00.
Autore
Curatore