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Aci e la ninfa Galatea col Burka
Performance artistica di Marilena Vita e Grace Zanotto al castello di Aci Castello (Catania) dove è allestita la rassegna internazionale d’arte contemporanea Terzo Rinascimento – Linguaggi della sensibilità ibrida
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sceneggiatura Carmelo Strano, Marilena Vita, Grace Zanotto
Protagonisti le artiste Marilena Vita e Grace Zanotto, il sindaco on. Filippo Drago, il pubblico
Performance artistica di Marilena Vita e Grace Zanotto al castello di Aci Castello (Catania) dove è allestita la rassegna internazionale d’arte contemporanea TERZO RINASCIMENTO-Linguaggi della sensibilità ibrida (fino al 10 ottobre), curata da Angelo Cruciani, Carmelo Strano, Grace Zanotto, e con la quale si inaugura l’attività di ẢCAOS, Galleria Civica d’Arte Contemporanea del Comune di Aci Castello diretta da Carmelo Strano.
Anche la mitologia si aggiorna. Lo fa con lo spirito del rinascimento (celebratissima la Ninfa Galatea nel 400, a cominciare dal “Trionfo” dipinto da Raffaello). Ma soprattutto con lo spirito del TERZO RINASCIMENTO, secondo il titolo della mostra che fa da cornice alla performance. Aci, pastorello bellissimo amato dalla ninfa Galatea, torna a calarsi nella riviera Jonica, e precisamente nel Lido dei Ciclopi. Intorno ad Aci Castello? No, dentro il maniero del Comune etneo. Luogo di storie e non storie, di miti, di misfatti, di innamoramenti, di gelosie con risvolto tragico. E poi aleggia il respiro degli uomini di Ulisse e lì, a poche bracciate di nuoto, i Faraglioni scagliati contro il re di Itaca da Polifemo accecato.
Aci e Galatea: un grande amore. Ma Polifemo aveva già messo i suoi famelici occhi sulla ninfa. Cerca di attirare l’amata col tranello del suo flauto, ma…niente da fare. Povero Aci! Diversamente da Ulisse non la scampa e viene colpito a morte dal macigno scagliato dal terribile rivale. A Galatea non rimane che fare sopravvivere l’amato tramutando il suo sangue in fiume. Il fiume Aci che lambisce o attraversa una serie di centri etnei che, come le Siracusa americane, costituiscono un network urbanistico legato dalla stessa cultura e dalle stesse tradizioni: Aci Castello, Aci Trezza, Aci Catena, Acireale, ecc. ecc.
Il povero Aci e la dolce Galatea (nel rinascimento celebrata in modo bucolico) oggi fanno i conti con un mondo totalmente mutato. Vengono inghiottiti dalla condizione globalizzata e multiculturale.
La performance propone una nuova edizione di questo mito. Aci riesce a sposare una ninfa speciale, espressione delle tensioni sociali del nostro tempo e delle sue multiformi culture. Egli insegue la sua ninfa. Lei è speciale, per nulla coperta dalla nuda pelle secondo la tradizione. Coperta, invece, da una quantità infinita di vestiti, cappelli e vari accessori. Vestita di molto e di molte griffes. Una Niki Lauda del fashion. Un peso notevole e trasfigurante sulle spalle. La ninfa procede solenne, ma a tratti pensosa, per i sentieri e i meandri del castello normanno. Un corpo musicale insinua dal vivo melodie di varie epoche e culture. Un capo d’abbigliamento ogni tanto si stacca. La corte di pubblico segue liberamente il cammino della ninfa. Qualcuno si avvicina e toglie all’attrice parte del copioso abbigliamento. Spoliazione e disvelamento. Il velo di Maya si rivela presto. E’ un velo vero, simbolo di una condizione diffusa della donna. Infatti, l’ultimo capo, ineliminabile, è il burka: ecco, dietro il velo di Maya, il vero volto, anche sociale, della ninfa. Ella (impersonata dall’artista Marilena Vita) è pronta all’unione con Aci (panni assunti dall’artista Grace Zanotto), anch’egli pronto a far sua l’amata. L’unione è seria e richiede una solenne celebrazione. Una strana unione, una strana cerimonia. Il sindaco di Aci Castello, on. Filippo Drago, ornato della sua fascia solenne, attende gli strani emblematici sposi. Il pubblico si tramuta in coro greco, fra il bucolico e il tragico. Il burka, ultimo capo d’abbigliamento della protagonista, continua a coprire, a nascondere, a farsi intrigante. Parole solenni del celebrante, e stura di numerose bottiglie di spumante. Il mito di Aci si rinnova, scampato alle ire di Polifemo.
La sede espositiva
La mostra Terzo Rinascimento ha inaugurato l’apertura di Ácaos, Galleria civica d’arte contemporanea di Aci Castello nelle sue sedi, a partire dal castello normanno (XI secolo) per proseguire nei saloni del limitrofo palazzo Russo, anch’esso sotto tutela. Il maniero si erge a strapiombo sul mare, e si affaccia da una parte verso l’Africa e dall’altro verso l’Etna. Proprio ad Aci Castello sono presenti vulcaniti formatesi in ambiente sottomarino 500 o 600 mila anni fa. Non a caso si parla di “Golfo preetneo”, esaltato anche dai “Pillows” (blocchi lavici sferici a cuscino). Nel castello è allestito un museo civico etnopaleontologico. Il contesto racconta di miti (i faraglioni scagliati da Polifemo contro Ulisse e i suoi) e di storia letteraria: Aci Trezza, dove Verga ambientò i Malavoglia; la Casa del Nespolo conserva reperti etnoantropologici e materiali fotografici del film “La terra trema” nel quale Luchino Visconti, nel 1947, raccontò le vicende del romanzo.
L’Associazione Famiglia Margini
L’Associazione Famiglia Margini, realtà d’avanguardia nata a Milano, impegnata nella costruzione di un futuro che vada oltre la crisi e lo spaesamento emozionale contemporaneo, coglie a piene mani le rinate esigenze e i chiari segni di un passaggio epocale: “Terzo Rinascimento” nasce per lanciare una sfida nella nuova era che si sta formando. Per ottenere una risposta non solo da esperti, studiosi e addetti ai lavori, ma anche (e soprattutto) dal più vasto pubblico e da coloro che si misurano, in qualsiasi modo, con l’arte contemporanea, si tratti di appassionati o dei suoi più radicali contestatori.
Protagonisti le artiste Marilena Vita e Grace Zanotto, il sindaco on. Filippo Drago, il pubblico
Performance artistica di Marilena Vita e Grace Zanotto al castello di Aci Castello (Catania) dove è allestita la rassegna internazionale d’arte contemporanea TERZO RINASCIMENTO-Linguaggi della sensibilità ibrida (fino al 10 ottobre), curata da Angelo Cruciani, Carmelo Strano, Grace Zanotto, e con la quale si inaugura l’attività di ẢCAOS, Galleria Civica d’Arte Contemporanea del Comune di Aci Castello diretta da Carmelo Strano.
Anche la mitologia si aggiorna. Lo fa con lo spirito del rinascimento (celebratissima la Ninfa Galatea nel 400, a cominciare dal “Trionfo” dipinto da Raffaello). Ma soprattutto con lo spirito del TERZO RINASCIMENTO, secondo il titolo della mostra che fa da cornice alla performance. Aci, pastorello bellissimo amato dalla ninfa Galatea, torna a calarsi nella riviera Jonica, e precisamente nel Lido dei Ciclopi. Intorno ad Aci Castello? No, dentro il maniero del Comune etneo. Luogo di storie e non storie, di miti, di misfatti, di innamoramenti, di gelosie con risvolto tragico. E poi aleggia il respiro degli uomini di Ulisse e lì, a poche bracciate di nuoto, i Faraglioni scagliati contro il re di Itaca da Polifemo accecato.
Aci e Galatea: un grande amore. Ma Polifemo aveva già messo i suoi famelici occhi sulla ninfa. Cerca di attirare l’amata col tranello del suo flauto, ma…niente da fare. Povero Aci! Diversamente da Ulisse non la scampa e viene colpito a morte dal macigno scagliato dal terribile rivale. A Galatea non rimane che fare sopravvivere l’amato tramutando il suo sangue in fiume. Il fiume Aci che lambisce o attraversa una serie di centri etnei che, come le Siracusa americane, costituiscono un network urbanistico legato dalla stessa cultura e dalle stesse tradizioni: Aci Castello, Aci Trezza, Aci Catena, Acireale, ecc. ecc.
Il povero Aci e la dolce Galatea (nel rinascimento celebrata in modo bucolico) oggi fanno i conti con un mondo totalmente mutato. Vengono inghiottiti dalla condizione globalizzata e multiculturale.
La performance propone una nuova edizione di questo mito. Aci riesce a sposare una ninfa speciale, espressione delle tensioni sociali del nostro tempo e delle sue multiformi culture. Egli insegue la sua ninfa. Lei è speciale, per nulla coperta dalla nuda pelle secondo la tradizione. Coperta, invece, da una quantità infinita di vestiti, cappelli e vari accessori. Vestita di molto e di molte griffes. Una Niki Lauda del fashion. Un peso notevole e trasfigurante sulle spalle. La ninfa procede solenne, ma a tratti pensosa, per i sentieri e i meandri del castello normanno. Un corpo musicale insinua dal vivo melodie di varie epoche e culture. Un capo d’abbigliamento ogni tanto si stacca. La corte di pubblico segue liberamente il cammino della ninfa. Qualcuno si avvicina e toglie all’attrice parte del copioso abbigliamento. Spoliazione e disvelamento. Il velo di Maya si rivela presto. E’ un velo vero, simbolo di una condizione diffusa della donna. Infatti, l’ultimo capo, ineliminabile, è il burka: ecco, dietro il velo di Maya, il vero volto, anche sociale, della ninfa. Ella (impersonata dall’artista Marilena Vita) è pronta all’unione con Aci (panni assunti dall’artista Grace Zanotto), anch’egli pronto a far sua l’amata. L’unione è seria e richiede una solenne celebrazione. Una strana unione, una strana cerimonia. Il sindaco di Aci Castello, on. Filippo Drago, ornato della sua fascia solenne, attende gli strani emblematici sposi. Il pubblico si tramuta in coro greco, fra il bucolico e il tragico. Il burka, ultimo capo d’abbigliamento della protagonista, continua a coprire, a nascondere, a farsi intrigante. Parole solenni del celebrante, e stura di numerose bottiglie di spumante. Il mito di Aci si rinnova, scampato alle ire di Polifemo.
La sede espositiva
La mostra Terzo Rinascimento ha inaugurato l’apertura di Ácaos, Galleria civica d’arte contemporanea di Aci Castello nelle sue sedi, a partire dal castello normanno (XI secolo) per proseguire nei saloni del limitrofo palazzo Russo, anch’esso sotto tutela. Il maniero si erge a strapiombo sul mare, e si affaccia da una parte verso l’Africa e dall’altro verso l’Etna. Proprio ad Aci Castello sono presenti vulcaniti formatesi in ambiente sottomarino 500 o 600 mila anni fa. Non a caso si parla di “Golfo preetneo”, esaltato anche dai “Pillows” (blocchi lavici sferici a cuscino). Nel castello è allestito un museo civico etnopaleontologico. Il contesto racconta di miti (i faraglioni scagliati da Polifemo contro Ulisse e i suoi) e di storia letteraria: Aci Trezza, dove Verga ambientò i Malavoglia; la Casa del Nespolo conserva reperti etnoantropologici e materiali fotografici del film “La terra trema” nel quale Luchino Visconti, nel 1947, raccontò le vicende del romanzo.
L’Associazione Famiglia Margini
L’Associazione Famiglia Margini, realtà d’avanguardia nata a Milano, impegnata nella costruzione di un futuro che vada oltre la crisi e lo spaesamento emozionale contemporaneo, coglie a piene mani le rinate esigenze e i chiari segni di un passaggio epocale: “Terzo Rinascimento” nasce per lanciare una sfida nella nuova era che si sta formando. Per ottenere una risposta non solo da esperti, studiosi e addetti ai lavori, ma anche (e soprattutto) dal più vasto pubblico e da coloro che si misurano, in qualsiasi modo, con l’arte contemporanea, si tratti di appassionati o dei suoi più radicali contestatori.
27
luglio 2010
Aci e la ninfa Galatea col Burka
27 luglio 2010
performance - happening
Location
ÀCAOS – GALLERIA CIVICA DI ARTE CONTEMPORANEA
Acicastello, Via Savoia, 32, (Catania)
Acicastello, Via Savoia, 32, (Catania)
Vernissage
27 Luglio 2010, ore 21
Sito web
www.terzorinascimento.org
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