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Across
Otto artisti invitati a riflettere sull’insieme dei significati storici, culturali e concettuali del Muro di Berlino a distanza di 20 anni dalla sua caduta. Lo attraversano, lo rispecchiano, lo identificano, lo denunciano, lo simboleggiano, lo valicano, lo confrontano e ci camminano intorno
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La definizione di una semplice linea, tracciata fisicamente o simbolicamente, retta o curva, nitida o nebulosa,
frammentata o infinita, caratterizza gran parte della nostra storia recente. Delimitando un confine non solo si può
stabilire una differenza, una separazione o un contrasto di qualunque natura, ma diventa anche facile inserire una
polarità che diviene gradualmente insita nell’immaginario collettivo, istigando a cadere in un dualismo che vieta,
cela o nasconde una comprensione più articolata della realtà. La tragedia contemporanea si fonda su questa
imposizione di paradigmi dialettici, di limiti o di confini che vengono definiti e la cui configurazione o ubicazione
rientra in un inganno della metamorfosi. Il confine cambia luogo, identità, tipologia o contenuto senza rischiare
di essere sciolto, distrutto o valicato. In questo modo, ciò che caratterizza il confine non è tanto la privazione del
movimento, quanto la difesa di un’assoluta staticità in cui la passività e la contemplazione dominano sull’azione.
Però “il limite non implica la staticità dei riferimenti, ma la violenza di un gesto. Impone la forza del movimento
contro la rassicurante identità delle coordinate. È l’abbandono stesso di tutte le coordinate possibili” (Judith
Revel). Così, mentre Focault affermava che un atto è trasgressivo quando sposta i confini del lecito, rimanendo
nella soglia della passività, Jean-Luc Nancy incentra tutta l’ontologia dell’essere proprio riflettendo su questo
confine. Passeggiando sull’orlo dell’abisso per scrutarlo dall’alto, attraversandolo e infrangendolo senza aver
paura di cosa ci sarà nell’aldilà del già conosciuto. Ed è questo ciò che fanno gli otto artisti invitati davanti al
muro: lo attraversano, lo rispecchiano, lo identificano, lo denunciano, lo simboleggiano, lo valicano, lo
confrontano e ci camminano intorno fino a scioglierlo e dimenticarlo.
frammentata o infinita, caratterizza gran parte della nostra storia recente. Delimitando un confine non solo si può
stabilire una differenza, una separazione o un contrasto di qualunque natura, ma diventa anche facile inserire una
polarità che diviene gradualmente insita nell’immaginario collettivo, istigando a cadere in un dualismo che vieta,
cela o nasconde una comprensione più articolata della realtà. La tragedia contemporanea si fonda su questa
imposizione di paradigmi dialettici, di limiti o di confini che vengono definiti e la cui configurazione o ubicazione
rientra in un inganno della metamorfosi. Il confine cambia luogo, identità, tipologia o contenuto senza rischiare
di essere sciolto, distrutto o valicato. In questo modo, ciò che caratterizza il confine non è tanto la privazione del
movimento, quanto la difesa di un’assoluta staticità in cui la passività e la contemplazione dominano sull’azione.
Però “il limite non implica la staticità dei riferimenti, ma la violenza di un gesto. Impone la forza del movimento
contro la rassicurante identità delle coordinate. È l’abbandono stesso di tutte le coordinate possibili” (Judith
Revel). Così, mentre Focault affermava che un atto è trasgressivo quando sposta i confini del lecito, rimanendo
nella soglia della passività, Jean-Luc Nancy incentra tutta l’ontologia dell’essere proprio riflettendo su questo
confine. Passeggiando sull’orlo dell’abisso per scrutarlo dall’alto, attraversandolo e infrangendolo senza aver
paura di cosa ci sarà nell’aldilà del già conosciuto. Ed è questo ciò che fanno gli otto artisti invitati davanti al
muro: lo attraversano, lo rispecchiano, lo identificano, lo denunciano, lo simboleggiano, lo valicano, lo
confrontano e ci camminano intorno fino a scioglierlo e dimenticarlo.
20
novembre 2009
Across
Dal 20 novembre al 30 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA INGRESSO PERICOLOSO
Roma, Via Capo D'africa, 46, (Roma)
Roma, Via Capo D'africa, 46, (Roma)
Orario di apertura
da martedi a venerdi ore 15,30 - 19,30
Vernissage
20 Novembre 2009, ore 19,00
Autore