Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Acte I, Scène I
La mostra si costruisce in tre tempi o tre atti che si riferiscono a tre livelli di lettura.
Il primo tempo riunisce delle opere molto espressive che mettono in scena il racconto dei colori vivi e delle forme prominenti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra si costruisce in tre tempi o tre atti che si riferiscono a tre livelli di lettura.
Il primo tempo riunisce delle opere molto espressive che mettono in scena il racconto dei colori vivi e delle forme prominenti. Sono le opere di Raphaëlle Lavaud-Bonnard, pittrice, grafica e scultrice che dipinge da oltre dieci anni e insegna la materia "Colore e Creatività" al famoso Atelier Hourdé di Parigi. Parallelamente alle figure di Raphaëlle Lavaud-Bonnard, si scoprono le forme architettoniche della pittrice della luce: Rouma. L'elemento che predomina nella sua pittura è senza dubbio la luminosità, che vuole rendere viva e palpabile. Mentre il pittore, scultore Mustapha Raïth concentra la sua energia su due aspetti espressivi: materia e colori.
Con Lavaud-Bonnard, Rouma e Raïth, il pubblico è gentilmente invitato ad immergersi nel mondo delle sensazioni colorate.
Il secondo tempo mette in luce il lavoro di due famosi pittori e uno scultore: Affif Cherfaoui, Zouhir Boudjema e Falek che sono stati selezionati dal comitato ufficiale per l'anno dell'Algeria (sito ufficiale: www.djazair2003.org) che si svolge a Parigi dal 31 dicembre 2002 fino al 31 dicembre 2003.
Il lavoro di Cherfaoui si caratterizza in numerosi stili che si riferiscono al racconto del suo paese: l'Algeria. Le donne, la città e la natura (gli alberi) sono i temi essenziali della sua opera. Ogni tema corrisponde ad uno stile specifico, alcuni critici non esitano a parlare di Cherfaouisme per la serie dei suoi paesaggi. Non di meno, il Museo Nazionale di Zabana della città di Oran (Algeria) possiede una collezione delle sue opere.
L'antitesi di Cherfaoui è Zouhir Boudjema, anche lui pittore algerino, che appartiene alla nuova generazione di pittori che ha cominciato a lavorare dopo il 1988. Boudjema è il pittore che riproduce le scene quotidiane con uno sguardo profondo ed analitico. Reso famoso con la serie di coppie che ha realizzato negli anni 90, l'artista utilizza diversi supporti per il suo lavoro: tecnica murale, tela, carta, cartone, legno…. Boudjema racconta il dolore nel senso più fisico del termine, nello spirito di Francis Bacon.
L'essenza di vita della materia la percepiamo nelle sculture di Falek che stilizza le forme per estrarne l'aspetto più simbolico. Con Falek si conclude il secondo tempo narrativo: il segno come chiave di lettura plastica.
Con Anne Delaby, pittrice che insegna l'Arteterapia (2) entriamo nel terzo tempo narrativo che conclude la mostra "Acte I, Scène I". La sua opera è impregnata di simbolismo dove l'interiorità è quasi esoterica. L'acqua, le cortecce….sono trattati in modo da far sorgere la trasparenza degli elementi. La materia esiste, ma la sua trasparenza gli dà un significato più spirituale e più poetico.
Il primo tempo riunisce delle opere molto espressive che mettono in scena il racconto dei colori vivi e delle forme prominenti. Sono le opere di Raphaëlle Lavaud-Bonnard, pittrice, grafica e scultrice che dipinge da oltre dieci anni e insegna la materia "Colore e Creatività" al famoso Atelier Hourdé di Parigi. Parallelamente alle figure di Raphaëlle Lavaud-Bonnard, si scoprono le forme architettoniche della pittrice della luce: Rouma. L'elemento che predomina nella sua pittura è senza dubbio la luminosità, che vuole rendere viva e palpabile. Mentre il pittore, scultore Mustapha Raïth concentra la sua energia su due aspetti espressivi: materia e colori.
Con Lavaud-Bonnard, Rouma e Raïth, il pubblico è gentilmente invitato ad immergersi nel mondo delle sensazioni colorate.
Il secondo tempo mette in luce il lavoro di due famosi pittori e uno scultore: Affif Cherfaoui, Zouhir Boudjema e Falek che sono stati selezionati dal comitato ufficiale per l'anno dell'Algeria (sito ufficiale: www.djazair2003.org) che si svolge a Parigi dal 31 dicembre 2002 fino al 31 dicembre 2003.
Il lavoro di Cherfaoui si caratterizza in numerosi stili che si riferiscono al racconto del suo paese: l'Algeria. Le donne, la città e la natura (gli alberi) sono i temi essenziali della sua opera. Ogni tema corrisponde ad uno stile specifico, alcuni critici non esitano a parlare di Cherfaouisme per la serie dei suoi paesaggi. Non di meno, il Museo Nazionale di Zabana della città di Oran (Algeria) possiede una collezione delle sue opere.
L'antitesi di Cherfaoui è Zouhir Boudjema, anche lui pittore algerino, che appartiene alla nuova generazione di pittori che ha cominciato a lavorare dopo il 1988. Boudjema è il pittore che riproduce le scene quotidiane con uno sguardo profondo ed analitico. Reso famoso con la serie di coppie che ha realizzato negli anni 90, l'artista utilizza diversi supporti per il suo lavoro: tecnica murale, tela, carta, cartone, legno…. Boudjema racconta il dolore nel senso più fisico del termine, nello spirito di Francis Bacon.
L'essenza di vita della materia la percepiamo nelle sculture di Falek che stilizza le forme per estrarne l'aspetto più simbolico. Con Falek si conclude il secondo tempo narrativo: il segno come chiave di lettura plastica.
Con Anne Delaby, pittrice che insegna l'Arteterapia (2) entriamo nel terzo tempo narrativo che conclude la mostra "Acte I, Scène I". La sua opera è impregnata di simbolismo dove l'interiorità è quasi esoterica. L'acqua, le cortecce….sono trattati in modo da far sorgere la trasparenza degli elementi. La materia esiste, ma la sua trasparenza gli dà un significato più spirituale e più poetico.
28
gennaio 2004
Acte I, Scène I
Dal 28 gennaio al 15 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA POSTART
Milano, Via Pietro Giannone, 10, (Milano)
Milano, Via Pietro Giannone, 10, (Milano)
Orario di apertura
lunedì - sabato, 14.00 - 19.00
Vernissage
28 Gennaio 2004, 18.30 - 21