Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ad agosto ritornano le rondini
Prima mostra personale di Not Vital in galleria, Ad agosto ritornano le rondini, in presenza dell’artista.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La condizione ideale per il lavoro e la ricerca di Not Vital è quella del viaggio. Not parte giovanissimo, dopo gli anni formativi parigini, alla volta di Roma; poi New York e poi Lucca, del Cairo, del Niger, di Pechino, della Patagonia Cilena, di Rio de Janeiro e dell’isola di Flores in Indonesia fino a Tonga in Oceania. Da questi viaggi riemerge con un bagaglio di esperienze e conoscenze che gli consentono di riconoscersi sempre di più. L’esperienza personale non diviene racconto intimo, ma il punto di partenza per intrecciare le sue radici con quelle del mondo intero. Essa è il punto di partenza, poi si tratta di rielaborarla in un’immagine simbolo dove le qualità del materiale e la tecnica esecutiva hanno un ruolo insostituibile, Vital va alla ricerca in paesi remoti dei più abili artigiani.
La sua natura è quella del visionario e il suo motivo di ricerca lo porta sempre a cimentarsi in progetti audaci. Not Vital appartiene a quella schiera di scultori moderni radicalmente innovatori che hanno costellato il ‘900, in linea con i vari Brancusi, Schwitters, Fontana, Christo, Smithson e con quest’ultimo altri che hanno sentito un forte legame tra territorio e natura. C’è comunque un’enorme passione per la materia, che sia marmo, argento, oro, bronzo, acciaio, vetro, gesso o sapone. Vital si sforza di mostrare la bellezza dei materiali e di usarli in modi inaspettati arrivando a testare i loro limiti e rendendo quindi la forma scultorea più particolare e spesso sorprendente.
All’origine dell’arte di Vital vi è innanzitutto un dato concettuale, un concetto all’origine che si sposa con la passione per la materia e che viene applicato ad essa con un alto gradi di complessità. Ne diviene il marchio personale, la via scelta per svincolarsi dai limiti stretti della coerenza formale, rivendicando il primato dell’individualità e della propria indipendenza. Il suo essere visionario gli dà modo e forza di agire con grande libertà inventiva e intellettuale.
Nella sua ricerca artistica un principio a lui molto caro è l’instabilità. Esemplare in questo senso è la serie di sculture a forma di asta, appoggiate alla parete come fossero degli attrezzi di lavoro di agricoli o i pali segnaletici usati per i sentieri in montagna. Essi diventano dei punti di riferimento visivi che portano alla loro estremità lavori appartenenti a serie iconiche dell’artista. In mostra: Tongue, 2016, House to Watch the Sunset, 2016 e Tower, 2016. Essi conducendo lo sguardo verso l’alto, il modo di osservare le cose prediletto dall’artista e influenzato dal luogo di nascita, Sent, un paese della Bassa Engadina, circondato da montagne che stimolano così lo sguardo sempre verso la loro vetta. Piz Ajüz, 2022 è un altro esempio di lavoro ispirato dal contesto dove l’artista ha trascorso l’infanzia, egli dedica molti disegni e ritratti alle sue montagne: Piz Ajüz, la sua preferita ma anche Piz S-chalambert, Piz Pisoc, etc. I ritratti vengono declinati in varie forme come il disegno, la scultura in marmo, gesso o vetro. Di fronte alle sue opere si prova un senso di smarrimento, soprattutto se unitamente a questo principio d’instabilità viene meno quello della centralità. Not Vital sa di creare tensione accostando elementi opposti, il geometrico con l’organico, il figurativo all’astratto, persino generando opposizione tra l’oggetto stesso e il materiale con cui lo rappresenta. Il lavoro Totò, 2022 fa parte della serie dei ritratti in argento, dedicati negli anni a personaggi come Christian Dior, Samuel Beckett, Alvar Aalto o Alexander McQueen. Inizia a lavorare con l’argento durante il periodo trascorso nel deserto del Niger dove ha collaborato (come sua prassi) con i migliori artigiani locali, i Tuareg, grandi maestri argentieri. Essi martellano le lamine d’argento manualmente, rendendolo non più specchiante. Le opere di questa serie hanno un’estetica minimalista intonata proprio ai paesaggi locali come succede anche nell’istallazione Camel, 2003 composta da alcune sfere in argento. In questi lavori Not usa la geometria per raffigurare la persona basandosi sulla data di nascita, come se fosse qualcosa di concreto legato alla matematica e alla geometria stesse. Qui la data di nascita di Totò è stata scelta perché è anche quella dell’artista, il 15 febbraio, un tributo al personaggio e alla città ma anche una coincidenza davvero particolare. In queste opere geometriche l’artista vuole quasi inglobare l’aura di qualcuno o qualcosa, contenerla, fino a renderla astratta.
Oltre alle sculture, per cui è molto noto, Not realizza disegni, stampe, costruzioni e dipinti. I tre Self-portrait in mostra (datati 2021 e 2022), sono oli su tela. Not ha iniziato a dipingere dal 2009 a circa 60 anni a Pechino, in Cina e non ha più smesso. Il ritratto e soprattutto l’auto-ritratto sono un tema molto caro all’artista, anche in chiave ironica e vengono declinati in vari modi. Il dipingere per lui non è una routine o un’ossessione ma è qualcosa di molto prezioso, è il miglior modo per vedere, percepire e addirittura annusare la luce. I ritratti ricordano sempre le persone dipinte, i soggetti si riconoscono da poche caratteristiche, nonostante siano ridotti ai minimi termini. Mai presenti sono i colori, a Not non interessano, le valli dell’Engadina sono coperte di neve per gran parte del tempo, la regione viene infatti chiamata Grigioni (la terra grigia). Not parte sempre dal disegnare l’area intorno al viso, quasi un’aurea che come un satellite circonda la testa. In Cina, quando ha iniziato, era sempre messo a stretto confronto con grandi folle di persone e la prima cosa che notava era proprio la testa.
Not Vital ha trascorso gli anni formativi circondato da pietre, pelli di animali, neve e legno caratteristici dei monti dell’Engadina, in Svizzera. La natura, gli animali e questi materiali si ritrovano spesso nel suo lavoro. In tal modo, l’artista compete con la bellezza della natura.
Nell’esecuzione dei lavori scultorei, Vital si avvale della collaborazione di abili artigiani. I motivi che lo spingono a collaborare con loro sono due, Vital vuole che il lavoro sia di ottima qualità: per molti versi è un artista concettuale ma è soprattutto uno scultore, l’oggetto deve essere il più raffinato possibile. In secondo luogo continua a servirsi degli artigiani perché mosso da una straordinaria curiosità e dall’esigenza d’interazione umana. Questa tensione umana è un elemento importante della sua creazione artistica.
Significativo è l’interesse dell’artista per il vetro e per la sua capacità di riprodurre i colori, la consistenza e la temperatura del ghiaccio e della neve. La neve è un aspetto importante dell’iconografia di Vital, radicata nel clima e nel paesaggio dell’Engadina. Vital sperimenta una varietà di materiali per rappresentare il vetro e la neve. L’esempio più costante è il gesso, che ha usato durante l’intera carriera traendo piacere dal fato che, per alcuni minuti prima che si indurisca, ha a suo dire la stessa consistenza della neve.
Tra le opere in marmo esposte tre lavori dalla serie dei Dali Stones Piz, 2011, Boat, 2011 e Clouds, 2011. Vital ha scoperto queste pietre, che prendono il nome dalla città di Dali e il cui termine cinese significa marmo, durante i suoi viaggi nella Cina meridionale. Sono pietre marmoree che tagliate rievocano paesaggi dalle delicate sfumature di grigi e neri, perfettamente intonate ai colori prescelti dell’artista. L’artista dall’inizio inizia a incastonarli in cornici di gesso che riprendono le forme delle finestre engadinesi come se fosse il negativo della visione da quelle stesse finestre.
Un’altra sua scoperta in ambito di materiali è l’acciaio inossidabile. A partire dal 2008 trascorre quattro mesi l’anno a Pechino dove ha trovato degli artigiani esperti. Invece di essere fuso l’acciaio inossidabile viene lavorato a mano: i fogli martellati sono saldati tra loro e poi lucidati con un macchinario manuale. Non sorprende che Vital sia un grande ammiratore di Brancusi, pioniere dell’uso delle superfici lisce e riflettenti che rendono forma e contenuto fluidi.
Fra i soggetti prediletti, la lingua, è presente nell’opera di Vital dal 1985, quando si trovava a Lucca per lavorare con il marmo e il bronzo, è entrato da un macellaio e ha acquistato una lingua di bovino, ne ha prodotto un calco, dal quale ha poi ricavato una scultura in bronzo di 39 cm da li in poi una lunga serie di lingue, Tongues. In mostra Tongue, 2022 in bronzo bianco e Tongue, 2018 in granito nero. Ne apprezzò molto sia la forma ruvida, elegante ed erotica, sia la trasformazione da bene di uso quotidiano a oggetto d’arte. Nel suo lavoro la lingua come forma diventa iconica, eppure il significato resta ambiguo, da allora riprodotta in varie dimensioni e con vari materiali, quella in acciaio inossidabile si discosta dalla forma e dal significato iniziali, avvicinandosi a una costruzione architettonica totemica.
Not Vital (Sent, 1948) ha studiato a Roma e Parigi prima di trasferirsi a New York nel 1974, dove ha iniziato la sua carriera artistica. Vital si è costruito una reputazione come artista-nomade guidato dalla passione per l'esplorazione di luoghi remoti e la creazione di nuove case e siti di produzione. Questa spinta ossessiva a, per così dire, situare la sua arte in una cornice globale e il suo fascino per altre culture e modi di vita lo hanno guidato in una ricerca itinerante di cinque decenni in giro per il mondo. Nel corso degli anni, Vital ha fondato studi in America, Italia, Niger, Cina e Brasile, lavorando con artigiani locali e immergendosi nelle loro tradizioni e culture. Attualmente vive e lavora tra Sent e Rio de Janeiro.
Il lavoro di Vital è stato presentato in numerose mostre internazionali, tra cui la 49a Biennale di Venezia (2001), a cura di Harald Szeemann, e la 17a Biennale Internazionale di Architettura (2021). Grandi mostre personali istituzionali si sono tenute alla Kunsthalle Bielefeld (2005); the Arts Club di Chicago (2006); UCCA Center for Contemporary Art, Pechino (2011); Yorkshire Sculpture Park, Wakefield (2016); Ateneum Art Museum, Helsinki (2018); Museum der Moderne, Salisburgo (2020).
La sua natura è quella del visionario e il suo motivo di ricerca lo porta sempre a cimentarsi in progetti audaci. Not Vital appartiene a quella schiera di scultori moderni radicalmente innovatori che hanno costellato il ‘900, in linea con i vari Brancusi, Schwitters, Fontana, Christo, Smithson e con quest’ultimo altri che hanno sentito un forte legame tra territorio e natura. C’è comunque un’enorme passione per la materia, che sia marmo, argento, oro, bronzo, acciaio, vetro, gesso o sapone. Vital si sforza di mostrare la bellezza dei materiali e di usarli in modi inaspettati arrivando a testare i loro limiti e rendendo quindi la forma scultorea più particolare e spesso sorprendente.
All’origine dell’arte di Vital vi è innanzitutto un dato concettuale, un concetto all’origine che si sposa con la passione per la materia e che viene applicato ad essa con un alto gradi di complessità. Ne diviene il marchio personale, la via scelta per svincolarsi dai limiti stretti della coerenza formale, rivendicando il primato dell’individualità e della propria indipendenza. Il suo essere visionario gli dà modo e forza di agire con grande libertà inventiva e intellettuale.
Nella sua ricerca artistica un principio a lui molto caro è l’instabilità. Esemplare in questo senso è la serie di sculture a forma di asta, appoggiate alla parete come fossero degli attrezzi di lavoro di agricoli o i pali segnaletici usati per i sentieri in montagna. Essi diventano dei punti di riferimento visivi che portano alla loro estremità lavori appartenenti a serie iconiche dell’artista. In mostra: Tongue, 2016, House to Watch the Sunset, 2016 e Tower, 2016. Essi conducendo lo sguardo verso l’alto, il modo di osservare le cose prediletto dall’artista e influenzato dal luogo di nascita, Sent, un paese della Bassa Engadina, circondato da montagne che stimolano così lo sguardo sempre verso la loro vetta. Piz Ajüz, 2022 è un altro esempio di lavoro ispirato dal contesto dove l’artista ha trascorso l’infanzia, egli dedica molti disegni e ritratti alle sue montagne: Piz Ajüz, la sua preferita ma anche Piz S-chalambert, Piz Pisoc, etc. I ritratti vengono declinati in varie forme come il disegno, la scultura in marmo, gesso o vetro. Di fronte alle sue opere si prova un senso di smarrimento, soprattutto se unitamente a questo principio d’instabilità viene meno quello della centralità. Not Vital sa di creare tensione accostando elementi opposti, il geometrico con l’organico, il figurativo all’astratto, persino generando opposizione tra l’oggetto stesso e il materiale con cui lo rappresenta. Il lavoro Totò, 2022 fa parte della serie dei ritratti in argento, dedicati negli anni a personaggi come Christian Dior, Samuel Beckett, Alvar Aalto o Alexander McQueen. Inizia a lavorare con l’argento durante il periodo trascorso nel deserto del Niger dove ha collaborato (come sua prassi) con i migliori artigiani locali, i Tuareg, grandi maestri argentieri. Essi martellano le lamine d’argento manualmente, rendendolo non più specchiante. Le opere di questa serie hanno un’estetica minimalista intonata proprio ai paesaggi locali come succede anche nell’istallazione Camel, 2003 composta da alcune sfere in argento. In questi lavori Not usa la geometria per raffigurare la persona basandosi sulla data di nascita, come se fosse qualcosa di concreto legato alla matematica e alla geometria stesse. Qui la data di nascita di Totò è stata scelta perché è anche quella dell’artista, il 15 febbraio, un tributo al personaggio e alla città ma anche una coincidenza davvero particolare. In queste opere geometriche l’artista vuole quasi inglobare l’aura di qualcuno o qualcosa, contenerla, fino a renderla astratta.
Oltre alle sculture, per cui è molto noto, Not realizza disegni, stampe, costruzioni e dipinti. I tre Self-portrait in mostra (datati 2021 e 2022), sono oli su tela. Not ha iniziato a dipingere dal 2009 a circa 60 anni a Pechino, in Cina e non ha più smesso. Il ritratto e soprattutto l’auto-ritratto sono un tema molto caro all’artista, anche in chiave ironica e vengono declinati in vari modi. Il dipingere per lui non è una routine o un’ossessione ma è qualcosa di molto prezioso, è il miglior modo per vedere, percepire e addirittura annusare la luce. I ritratti ricordano sempre le persone dipinte, i soggetti si riconoscono da poche caratteristiche, nonostante siano ridotti ai minimi termini. Mai presenti sono i colori, a Not non interessano, le valli dell’Engadina sono coperte di neve per gran parte del tempo, la regione viene infatti chiamata Grigioni (la terra grigia). Not parte sempre dal disegnare l’area intorno al viso, quasi un’aurea che come un satellite circonda la testa. In Cina, quando ha iniziato, era sempre messo a stretto confronto con grandi folle di persone e la prima cosa che notava era proprio la testa.
Not Vital ha trascorso gli anni formativi circondato da pietre, pelli di animali, neve e legno caratteristici dei monti dell’Engadina, in Svizzera. La natura, gli animali e questi materiali si ritrovano spesso nel suo lavoro. In tal modo, l’artista compete con la bellezza della natura.
Nell’esecuzione dei lavori scultorei, Vital si avvale della collaborazione di abili artigiani. I motivi che lo spingono a collaborare con loro sono due, Vital vuole che il lavoro sia di ottima qualità: per molti versi è un artista concettuale ma è soprattutto uno scultore, l’oggetto deve essere il più raffinato possibile. In secondo luogo continua a servirsi degli artigiani perché mosso da una straordinaria curiosità e dall’esigenza d’interazione umana. Questa tensione umana è un elemento importante della sua creazione artistica.
Significativo è l’interesse dell’artista per il vetro e per la sua capacità di riprodurre i colori, la consistenza e la temperatura del ghiaccio e della neve. La neve è un aspetto importante dell’iconografia di Vital, radicata nel clima e nel paesaggio dell’Engadina. Vital sperimenta una varietà di materiali per rappresentare il vetro e la neve. L’esempio più costante è il gesso, che ha usato durante l’intera carriera traendo piacere dal fato che, per alcuni minuti prima che si indurisca, ha a suo dire la stessa consistenza della neve.
Tra le opere in marmo esposte tre lavori dalla serie dei Dali Stones Piz, 2011, Boat, 2011 e Clouds, 2011. Vital ha scoperto queste pietre, che prendono il nome dalla città di Dali e il cui termine cinese significa marmo, durante i suoi viaggi nella Cina meridionale. Sono pietre marmoree che tagliate rievocano paesaggi dalle delicate sfumature di grigi e neri, perfettamente intonate ai colori prescelti dell’artista. L’artista dall’inizio inizia a incastonarli in cornici di gesso che riprendono le forme delle finestre engadinesi come se fosse il negativo della visione da quelle stesse finestre.
Un’altra sua scoperta in ambito di materiali è l’acciaio inossidabile. A partire dal 2008 trascorre quattro mesi l’anno a Pechino dove ha trovato degli artigiani esperti. Invece di essere fuso l’acciaio inossidabile viene lavorato a mano: i fogli martellati sono saldati tra loro e poi lucidati con un macchinario manuale. Non sorprende che Vital sia un grande ammiratore di Brancusi, pioniere dell’uso delle superfici lisce e riflettenti che rendono forma e contenuto fluidi.
Fra i soggetti prediletti, la lingua, è presente nell’opera di Vital dal 1985, quando si trovava a Lucca per lavorare con il marmo e il bronzo, è entrato da un macellaio e ha acquistato una lingua di bovino, ne ha prodotto un calco, dal quale ha poi ricavato una scultura in bronzo di 39 cm da li in poi una lunga serie di lingue, Tongues. In mostra Tongue, 2022 in bronzo bianco e Tongue, 2018 in granito nero. Ne apprezzò molto sia la forma ruvida, elegante ed erotica, sia la trasformazione da bene di uso quotidiano a oggetto d’arte. Nel suo lavoro la lingua come forma diventa iconica, eppure il significato resta ambiguo, da allora riprodotta in varie dimensioni e con vari materiali, quella in acciaio inossidabile si discosta dalla forma e dal significato iniziali, avvicinandosi a una costruzione architettonica totemica.
Not Vital (Sent, 1948) ha studiato a Roma e Parigi prima di trasferirsi a New York nel 1974, dove ha iniziato la sua carriera artistica. Vital si è costruito una reputazione come artista-nomade guidato dalla passione per l'esplorazione di luoghi remoti e la creazione di nuove case e siti di produzione. Questa spinta ossessiva a, per così dire, situare la sua arte in una cornice globale e il suo fascino per altre culture e modi di vita lo hanno guidato in una ricerca itinerante di cinque decenni in giro per il mondo. Nel corso degli anni, Vital ha fondato studi in America, Italia, Niger, Cina e Brasile, lavorando con artigiani locali e immergendosi nelle loro tradizioni e culture. Attualmente vive e lavora tra Sent e Rio de Janeiro.
Il lavoro di Vital è stato presentato in numerose mostre internazionali, tra cui la 49a Biennale di Venezia (2001), a cura di Harald Szeemann, e la 17a Biennale Internazionale di Architettura (2021). Grandi mostre personali istituzionali si sono tenute alla Kunsthalle Bielefeld (2005); the Arts Club di Chicago (2006); UCCA Center for Contemporary Art, Pechino (2011); Yorkshire Sculpture Park, Wakefield (2016); Ateneum Art Museum, Helsinki (2018); Museum der Moderne, Salisburgo (2020).
16
settembre 2022
Ad agosto ritornano le rondini
Dal 16 settembre al 05 novembre 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA ALFONSO ARTIACO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato ore 10-19
Vernissage
15 Settembre 2022, 19-21
Sito web
Autore