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Ada Mascolo – A 360°
In mostra circa novanta tavolette di piccolo formato compongono che un’installazione dove il corpo nello spazio ci si rivela in molteplici immagini e possibilità, ed una grande tela di seta…
Comunicato stampa
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Gli acquerelli di Ada Mascolo ci proiettano in uno spazio tridimensionale, di lontani orizzonti che si perdono all'infinito, di ascesi verticale di corpi sospesi in volo. La figura umana - protagonista dei lavori esposti - si muove in una dimensione che non è semplicemente definita da coordinate ortogonali indici di piani paralleli e perpendicolari, ma da una profondità rotonda ben suggerita dal titolo della mostra.
La visione a trecentosessanta gradi definisce un campo d'indagine e di percezione che si espande e prende in considerazione la totidirezionalità. L'ampiezza dell'angolo così definito descrive uno spazio infinito, un angolo giro per il quale non esistono bisettrici esterne: tutto è compreso, tutto è degno di attenzione, di riflessione, passibile di scelta.
Lo sguardo umano, indagatore e ricettore di immagini, posto al vertice di tale angolo si ritrova così al centro di una sfera virtuale senza limiti in cui avanza nel suo percorso alla scoperta del mondo. E' un mondo visionario, onirico, proiezione mentale del proprio immaginario privato e nello stesso tempo altro da sé, sconosciuto con cui entrare in contatto, in cui trovare il proprio posto, cercandovi una relazionalità possibile, la propria.
In mostra circa novanta tavolette di piccolo formato compongono che un'installazione dove il corpo nello spazio ci si rivela in molteplici immagini e possibilità, ed una grande tela di seta sulla quale la figura umana si innalza in volo in tutta la sua leggerezza - cromatica e segnica - e centralità di corpo semitrasparente, coraggiosamente pronto ad essere trapassato dagli avvenimenti del caso.
Le campiture leggere con le quali l'artista colora gli spazi di questo mondo visionario, quello di una natura panteistica e romantica che include tutte le cose, si distinguono dalla figura, spesso semplicemente tracciata a matita, incolore, in via di definizione e ancora alla ricerca di una propria identità.
La dimensione panica che accompagna il viaggio dell'uomo verso la conoscenza di sé e la coscienza del proprio esistere è rintracciabile nell'arbitraria distanza con cui esso si relaziona alla realtà, in questo caso rappresentata da arbusti che paiono alghe, fluide e larghe foglie che nascono da pavimenti a scacchiera dalle tenui tonalità di fondali marini, volando sul limite dentro/fuori, immanenza/ascesi, riportandoci alle annose sentenze a proposito delle vera sfera di coscienza e del risveglio dell'uomo dal sonnambulismo indotto della ciclicità materiale e quotidiana.
Francesca Solero
La visione a trecentosessanta gradi definisce un campo d'indagine e di percezione che si espande e prende in considerazione la totidirezionalità. L'ampiezza dell'angolo così definito descrive uno spazio infinito, un angolo giro per il quale non esistono bisettrici esterne: tutto è compreso, tutto è degno di attenzione, di riflessione, passibile di scelta.
Lo sguardo umano, indagatore e ricettore di immagini, posto al vertice di tale angolo si ritrova così al centro di una sfera virtuale senza limiti in cui avanza nel suo percorso alla scoperta del mondo. E' un mondo visionario, onirico, proiezione mentale del proprio immaginario privato e nello stesso tempo altro da sé, sconosciuto con cui entrare in contatto, in cui trovare il proprio posto, cercandovi una relazionalità possibile, la propria.
In mostra circa novanta tavolette di piccolo formato compongono che un'installazione dove il corpo nello spazio ci si rivela in molteplici immagini e possibilità, ed una grande tela di seta sulla quale la figura umana si innalza in volo in tutta la sua leggerezza - cromatica e segnica - e centralità di corpo semitrasparente, coraggiosamente pronto ad essere trapassato dagli avvenimenti del caso.
Le campiture leggere con le quali l'artista colora gli spazi di questo mondo visionario, quello di una natura panteistica e romantica che include tutte le cose, si distinguono dalla figura, spesso semplicemente tracciata a matita, incolore, in via di definizione e ancora alla ricerca di una propria identità.
La dimensione panica che accompagna il viaggio dell'uomo verso la conoscenza di sé e la coscienza del proprio esistere è rintracciabile nell'arbitraria distanza con cui esso si relaziona alla realtà, in questo caso rappresentata da arbusti che paiono alghe, fluide e larghe foglie che nascono da pavimenti a scacchiera dalle tenui tonalità di fondali marini, volando sul limite dentro/fuori, immanenza/ascesi, riportandoci alle annose sentenze a proposito delle vera sfera di coscienza e del risveglio dell'uomo dal sonnambulismo indotto della ciclicità materiale e quotidiana.
Francesca Solero
08
febbraio 2005
Ada Mascolo – A 360°
Dall'otto febbraio al 31 marzo 2005
arte contemporanea
Location
41 ARTECONTEMPORANEA
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Torino, Strada Val Salice, 9, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16-19,30. Mattino su appuntamento
Vernissage
8 Febbraio 2005, ore 18,30
Autore
Curatore