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Adolfina De Stefani – “Oh pun legs, Alice!”. White Running
Nello spazio di U-MAN Adolfina De Stefani incontra il mito dell’infanzia e mette al centro della scena la meraviglia (le fantasie, le peripezie, le cose) di una ragazza sorprendente quanto innocente:
Alice, la creatura raccontata dal reverendo Charles Lutwidge Dogson, meglio conosciuto come Lewis Carroll.
Comunicato stampa
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"OH PUN LEGS ALICE!"
White Running
Solo Show di Adolfina De Stefani
a cura di Federica Bianconi
“I tuoi alberi non sono creature adatte a innamorare i distratti, esibiscono la malattia universale…” (Rubina Giorgi)
Nello spazio di U-MAN Adolfina De Stefani incontra il mito dell’infanzia e mette al centro della scena la meraviglia (le fantasie, le peripezie, le cose) di una ragazza sorprendente quanto innocente:
Alice, la creatura raccontata dal reverendo Charles Lutwidge Dogson, meglio conosciuto come Lewis Carroll.
La storia è risaputa: Alice incontra Bianconiglio che le indica il percorso da seguire in un nuovo mondo dettato dalla fantasia e dall’immaginazione.
Comincia una corsa a perdifiato irta di ostacoli e cadute, interrogativi e curiose presenze, per passare dalla fanciullezza ad un’adolescenza più consapevole:
una dimensione reale nei cui codici non le è facile inserirsi né per Alice né per Adolfina.
Attratta dal cortocircuito d’impronta carolliana l’artista veste i panni di Alice per raccontare il Suo viaggio dentro ad un mondo rovesciato e
dare voce ad una condizione esistenziale scandita da dilemmi e sorprese, a volte sinistre, ma mai definitive.
"Oh pun legs, Alice!" si rivela una operazione magica ed enigmistica carica di implicazioni simboliche e di sogni, un percorso articolato capace di oltrepassare ogni porta, ogni scatola chiusa, ogni ostacolo.
Tra letteratura ed arte, metafore e giochi di parole, l’artista perde e rincorre se stessa attraverso l’incanto di Alice poi, per farsi ritrovare, dissemina indizi.
Il pellegrinaggio di Alice non è tracciato sistematicamente ma alluso e ricostruito nelle sculture, di grande forza vitale e immaginifica, nei dipinti e nella vasta architettura della scacchiera, in cui lo spettatore può immergersi e collocarsi direttamente dentro alla Sua storia (come sulla torre merlata, tra la scarpa, il mondo, i libri, uno specchio, i fiori…) giocando la partita della vita e scegliendo ruoli intercambiabili.
"It's a dreamy weather we're on"
(Tom Waits)
Senso, nonsenso, tanti rimandi e una buona dose d’ironia si manifestano nelle opere senza lenire alcun contrasto e abdicando i colori.
Prevale il bianco in mostra e non sono concesse sfumature, come nella vita di Adolfina, in cui ogni caduta aspira a un immediato riscatto e la realtà esiste solo perché riferita alla consolazione di un sogno: l’altra faccia del cielo.
“Nulla sarebbe ciò che è, perchè tutto sarebbe ciò che non è, ed anche il contrario – ciò che è non sarebbe e ciò che non sarebbe, lo sarebbe. Vedi?”
(dal racconto di Lewis Carroll)
Alice’s tales si esibisce attraverso due sguardi speculari: davanti e dietro, piccola e grande, di rosso vestita.
In quest’opera Alice non rifugge Lolita, lo sguardo non evita lo specchio, la medaglia porge l’altra faccia, invitandola o condannandola a conviverci.
Su tre lastre di plexiglass opaline verticali di grandi dimensioni si delineano altrettanti alberi fioriti le cui gemme (oggetti ripetuti e disseminati in serie sulla chioma) rappresentano un elogio alla bellezza naturale e alla vita. Ogni riferimento/oggetto incastonato dall’artista è fiore di memoria, spazio di riflessione autoreferenziale, un messaggio e il suo inverso.
Il tema del bordo, della perdita d’identità, dello sguardo tinto di stupore di chi sta sulla soglia tra infanzia e maturità, alla ricerca di una prospettiva personale su ciò che di inatteso ci circonda, si formalizza in mostra nelle tredici scatole (aperte) realizzate dall’artista.
Sproporzioni, assenza di colore, numeri dispari e simboli ricorrenti (lo specchio, l’albero della vita, la rosa…) sono gli elementi ricorrenti sia del percorso espositivo presso U-MAN
sia della mostra precedente sempre dedicata ad Alice, realizzata a Vicenza presso Palazzo Valmarana.
Come descrive bene Michele Govoni, curatore del primo progetto, Adolfina De Stefani individua una sorta di geografia ambivalente: da un lato, infatti, essa individua lo spazio reale entro il quale lo spettatore si muove ed interagisce con le opere o con l'azione; dall’altro, essa sottolinea una descrizione tematica che si raffronta con il pensiero nella sua accezione più filosoficamente legata all’esistenza.
Non esiste privilegio per Adolfina che si abbandona alla vita come Alice: detta regole del gioco trasgredibili, evita ogni logica troppo adulta e vaga sospesa lungo Il Percorso, a tratti fuori forma, fuori luogo, fuori tempo.
“Io …
ho bisogno di sentimenti
di parole
di parole scelte sapientemente
di fiori detti pensieri
di rose dette presenze
di sogni che abitino gli alberi”
(Alda Merini)
02
marzo 2012
Adolfina De Stefani – “Oh pun legs, Alice!”. White Running
Dal 02 marzo al 02 aprile 2012
arte contemporanea
Location
U-MAN
Marano d'Isera, Via Giovan Battista Miori, 4, (Trento)
Marano d'Isera, Via Giovan Battista Miori, 4, (Trento)
Vernissage
2 Marzo 2012, ore 18.00
Autore
Curatore