Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Adoplh Gottlieb – Una retrospettiva
Per la prima volta in Italia la Collezione Peggy Guggenheim celebra, con un’antologica, l’artista americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per la prima volta in Italia la Collezione Peggy Guggenheim celebra, con un’antologica, l’artista
americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974). La mostra si colloca nell’ambito di una linea di indagine,
perseguita dal museo veneziano, incentrata su quell’emblematica generazione d’artisti d’oltreoceano del
secondo dopoguerra, il cui linguaggio nasce e matura proprio negli anni in cui Peggy Guggenheim apre
a New York la sua galleria Art of this Century. Scopo di questa serie di esposizioni è di avvicinare il
pubblico italiano e internazionale alla conoscenza di quel periodo, attraverso le opere dei grandi maestri
americani, come è già accaduto in passato in occasione delle personali dedicate a William Baziotes e
Richard Pousette-Dart.
La storia di Adolph Gottlieb è perfettamente in linea con quelle degli esponenti dell’Espressionismo
astratto. Amico stretto di Milton Avery e Mark Rothko fin dagli inizi degli anni ’30, nel 1935 Gottlieb
fonda “The Ten”, una sorta di gruppo di pittori espressionisti, e sul finire di quegli stessi anni lavora per
il Federal Art Project del New Deal. Fortemente attratto dall’avanguardia europea, con un particolare
interesse verso Cubismo e astrattismo, sviluppa negli anni ’40 un schema pittorico che chiama
Pictograph, costituito da una griglia in cui l’artista inserisce un proprio linguaggio simbolico fatto di
forme, evocatrici di una mitologia primitiva. Nel 1950 crea gli “Irascibili”, gruppo che si forma a protesta
della propria esclusione dal Metropolitan Museum of Art, immortalato dalla famosa immagine di Nina
Leen. Alla fine degli anni ’50 l’opera di Gottlieb si fa più astratta, gestuale ed espressionista, e sfocia nei
Bursts, i lavori per cui oggi l’artista è maggiormente conosciuto.
La mostra è articolata in un percorso che parte dagli inizi degli anni quaranta, con una sezione
incentrata su una serie di studi, acqueforti e disegni che conducono al primo nucleo fondante del lavoro
di Gottlieb. Nelle tre sale iniziali si trovano appunto i Pictographs, elaborati in un momento cruciale tra
la fine degli anni quaranta e i primissimi anni cinquanta, in cui l’artista matura il proprio linguaggio
simbolico. Attraverso importanti e significativi lavori di questa fase, in cui la ricerca segnica e pittorica di
Gottlieb, già in sé unica, si avvicina a quella dei suoi compagni di percorso attivi attorno a Peggy
Guggenheim – da Jackson Pollock a William Baziotes – si arriva alle opere degli anni cinquanta, in cui il
gesto mescola colore e materia, sino alle realizzazioni di grande dimensione, i celeberrimi Bursts e
Landscapes, simboli di una forma cosmica e universale. Le grandi dimensioni di questi dipinti
permetteranno di creare nelle sale espositive degli “ambienti totali” dove il pubblico potrà confrontarsi
con la pittura di Gottlieb istaurando una relazione molto ravvicinata e intima. A completamento di
questa prima retrospettiva italiana, sarà presentata al pubblico anche una selezione di piccole sculture
delll’artista americano, meno note al grande pubblico: opere in cartone colorato, come studi primigeni
di un suo linguaggio plastico, accostate secondo la cronologia alle tematiche pittoriche che li hanno
ispirati.
Adolph Gottlieb. Una retrospettiva è organizzata in collaborazione con la Fondazione Adolph and
Esther Gottlieb, New York e con il supporto di Terra Foundation for American Art, Chicago, Illinois.
Include prestiti provenienti dall’American Contemporary Art Gallery di Monaco, da collezioni private,
nonché da importanti istituzioni museali quali il museo Solomon R. Guggenheim, il Musée National
d’Art Moderne (Centre Pompidou), e il Museum Frieder Burda.
americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974). La mostra si colloca nell’ambito di una linea di indagine,
perseguita dal museo veneziano, incentrata su quell’emblematica generazione d’artisti d’oltreoceano del
secondo dopoguerra, il cui linguaggio nasce e matura proprio negli anni in cui Peggy Guggenheim apre
a New York la sua galleria Art of this Century. Scopo di questa serie di esposizioni è di avvicinare il
pubblico italiano e internazionale alla conoscenza di quel periodo, attraverso le opere dei grandi maestri
americani, come è già accaduto in passato in occasione delle personali dedicate a William Baziotes e
Richard Pousette-Dart.
La storia di Adolph Gottlieb è perfettamente in linea con quelle degli esponenti dell’Espressionismo
astratto. Amico stretto di Milton Avery e Mark Rothko fin dagli inizi degli anni ’30, nel 1935 Gottlieb
fonda “The Ten”, una sorta di gruppo di pittori espressionisti, e sul finire di quegli stessi anni lavora per
il Federal Art Project del New Deal. Fortemente attratto dall’avanguardia europea, con un particolare
interesse verso Cubismo e astrattismo, sviluppa negli anni ’40 un schema pittorico che chiama
Pictograph, costituito da una griglia in cui l’artista inserisce un proprio linguaggio simbolico fatto di
forme, evocatrici di una mitologia primitiva. Nel 1950 crea gli “Irascibili”, gruppo che si forma a protesta
della propria esclusione dal Metropolitan Museum of Art, immortalato dalla famosa immagine di Nina
Leen. Alla fine degli anni ’50 l’opera di Gottlieb si fa più astratta, gestuale ed espressionista, e sfocia nei
Bursts, i lavori per cui oggi l’artista è maggiormente conosciuto.
La mostra è articolata in un percorso che parte dagli inizi degli anni quaranta, con una sezione
incentrata su una serie di studi, acqueforti e disegni che conducono al primo nucleo fondante del lavoro
di Gottlieb. Nelle tre sale iniziali si trovano appunto i Pictographs, elaborati in un momento cruciale tra
la fine degli anni quaranta e i primissimi anni cinquanta, in cui l’artista matura il proprio linguaggio
simbolico. Attraverso importanti e significativi lavori di questa fase, in cui la ricerca segnica e pittorica di
Gottlieb, già in sé unica, si avvicina a quella dei suoi compagni di percorso attivi attorno a Peggy
Guggenheim – da Jackson Pollock a William Baziotes – si arriva alle opere degli anni cinquanta, in cui il
gesto mescola colore e materia, sino alle realizzazioni di grande dimensione, i celeberrimi Bursts e
Landscapes, simboli di una forma cosmica e universale. Le grandi dimensioni di questi dipinti
permetteranno di creare nelle sale espositive degli “ambienti totali” dove il pubblico potrà confrontarsi
con la pittura di Gottlieb istaurando una relazione molto ravvicinata e intima. A completamento di
questa prima retrospettiva italiana, sarà presentata al pubblico anche una selezione di piccole sculture
delll’artista americano, meno note al grande pubblico: opere in cartone colorato, come studi primigeni
di un suo linguaggio plastico, accostate secondo la cronologia alle tematiche pittoriche che li hanno
ispirati.
Adolph Gottlieb. Una retrospettiva è organizzata in collaborazione con la Fondazione Adolph and
Esther Gottlieb, New York e con il supporto di Terra Foundation for American Art, Chicago, Illinois.
Include prestiti provenienti dall’American Contemporary Art Gallery di Monaco, da collezioni private,
nonché da importanti istituzioni museali quali il museo Solomon R. Guggenheim, il Musée National
d’Art Moderne (Centre Pompidou), e il Museum Frieder Burda.
03
settembre 2010
Adoplh Gottlieb – Una retrospettiva
Dal 03 settembre 2010 al 09 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM
Venezia, Dorsoduro, 701, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 701, (Venezia)
Biglietti
euro 12; euro 10 senior oltre i 65 anni; euro 7 studenti; gratuito 0-10 anni
Orario di apertura
ore 10.00-18.00; chiuso il martedì
Editore
GIUNTI
Autore
Curatore