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Adriana Cifuentes – Disegni
L’artista venezuelana, laureata in psicologia e in storia dell’arte, presenta parte dell’esteso corpus di lavori su carta realizzati dopo dieci anni di inattività
Comunicato stampa
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Ritorno alla caverna / Back To The Cave
La Federico Luger Gallery è lieta di presentare la prima personale italiana di Adriana Cifuentes.
La mostra presenta parte dell’esteso corpus di lavori su carta realizzato dall’artista venezuelana dopo dieci anni di inattività. Laureata in psicologia e in storia dell’arte, la Cifuentes ha esposto in passato presso numerose gallerie e musei del Venezuela. In seguito ha maturato la decisione di proseguire la propria ricerca come outsider, completamente svincolata dal sistema ufficiale dell’arte. Non bisogna lasciarsi ingannare dallo stile apparentemente lowbrow delle sue opere. Artista dai molteplici interessi culturali, Adriana Cifuentes ha elaborato una poetica visionaria che attraverso l’immediatezza del disegno scandaglia le profondità della coscienza individuale e collettiva. Le immagini prendono forma attraverso un tratto scarno e vigoroso, realizzato con umile materiale di cancelleria: il pennarello, quasi sempre nero, e la vernice bianca del correttore. La prospettiva è azzerata o ridotta all’essenziale, ma la sintesi visiva e la rinuncia pressoché totale al colore non impediscono all’artista di dare vita a un universo figurativo di grande forza espressiva. Non si tratta di quel genere di minimalismo freddo e rigoroso che circonfonde di un’aurea mistica la materia (Morriss, Judd, per fare alcuni esempi). Quello proposto da Adriana Cifuentes è un minimalismo arcaicizzante, un viaggio iniziatico che si affida all’essenzialità del simbolo e al potere evocativo del mantra. La parola infatti interviene nello schema compositivo di molti suoi disegni come se volesse offrire un indizio per decifrare l’enigma della rappresentazione. Vengono in mente i dipinti rupestri delle caverne di Lascaux (Francia) e Altamira (Spagna), realizzati decine di migliaia di anni fa dai primi artisti della storia d’Occidente. Un salto immenso all’indietro nel tempo, laddove la bellezza si dischiuse per la prima volta davanti agli occhi dell’uomo e questi poté cogliere la gratuità - ovvero la Grazia - del creato. E’ il momento che segna la “nascita” dello Spirito e la capacità di realizzare cose che esprimono un valore al tempo stesso immanente all’oggetto e trascendente la sua funzione d’uso. Quelle antiche pitture rupestri - che affascinarono Picasso a tal punto da fargli affermare che “non abbiamo imparato niente in ventimila anni” - furono considerate arte “preistorica”; in realtà la loro storia si estende per un tempo dieci volte superiore a quello della nostra arte “antica”, “moderna” e “contemporanea”. Forse allora le nostre classificazioni storiografiche sono inopportune perché tutte riconducibili a un’arte ancora in fasce se paragonata a quella che si estese dall’Età della pietra all’Età del bronzo. Da questo punto di vista gli stereotipi della critica vengono sovvertiti e la definizione di outsider art acquista maggiore pregnanza. Adriana Cifuentes è una outsider innanzitutto perché i suoi lavori si collocano prima e al di fuori della Storia, quasi in una dimensione mitologica. Il suo è un itinerario inverso rispetto a quello proposto da Platone. Alla luce del sole lei preferisce l’oscurità della caverna, in cui fa ritorno per contemplare le ombre danzanti, convinta che siano più vere della realtà là fuori. Come recita un suo disegno “siamo il sogno di qualcun altro e quando questi si sveglia sopraggiunge la morte”. La nostra esistenza è vincolata alla notte e al sogno. In uno dei suoi ultimi romanzi, dal titolo “La casa del sonno” (2003), il romanziere inglese Jonathan Coe fa affermare a uno dei personaggi che “nessuno direbbe mai una bugia mentre dorme”. Contemplando l’articolata cosmogonia che si manifesta nelle centinaia di opere su carta di Adriana Cifuentes si percepisce il recupero di una esperienza estetica dove bellezza e verità sono parte di un tutto indissolubile.
Luca Vona
La Federico Luger Gallery è lieta di presentare la prima personale italiana di Adriana Cifuentes.
La mostra presenta parte dell’esteso corpus di lavori su carta realizzato dall’artista venezuelana dopo dieci anni di inattività. Laureata in psicologia e in storia dell’arte, la Cifuentes ha esposto in passato presso numerose gallerie e musei del Venezuela. In seguito ha maturato la decisione di proseguire la propria ricerca come outsider, completamente svincolata dal sistema ufficiale dell’arte. Non bisogna lasciarsi ingannare dallo stile apparentemente lowbrow delle sue opere. Artista dai molteplici interessi culturali, Adriana Cifuentes ha elaborato una poetica visionaria che attraverso l’immediatezza del disegno scandaglia le profondità della coscienza individuale e collettiva. Le immagini prendono forma attraverso un tratto scarno e vigoroso, realizzato con umile materiale di cancelleria: il pennarello, quasi sempre nero, e la vernice bianca del correttore. La prospettiva è azzerata o ridotta all’essenziale, ma la sintesi visiva e la rinuncia pressoché totale al colore non impediscono all’artista di dare vita a un universo figurativo di grande forza espressiva. Non si tratta di quel genere di minimalismo freddo e rigoroso che circonfonde di un’aurea mistica la materia (Morriss, Judd, per fare alcuni esempi). Quello proposto da Adriana Cifuentes è un minimalismo arcaicizzante, un viaggio iniziatico che si affida all’essenzialità del simbolo e al potere evocativo del mantra. La parola infatti interviene nello schema compositivo di molti suoi disegni come se volesse offrire un indizio per decifrare l’enigma della rappresentazione. Vengono in mente i dipinti rupestri delle caverne di Lascaux (Francia) e Altamira (Spagna), realizzati decine di migliaia di anni fa dai primi artisti della storia d’Occidente. Un salto immenso all’indietro nel tempo, laddove la bellezza si dischiuse per la prima volta davanti agli occhi dell’uomo e questi poté cogliere la gratuità - ovvero la Grazia - del creato. E’ il momento che segna la “nascita” dello Spirito e la capacità di realizzare cose che esprimono un valore al tempo stesso immanente all’oggetto e trascendente la sua funzione d’uso. Quelle antiche pitture rupestri - che affascinarono Picasso a tal punto da fargli affermare che “non abbiamo imparato niente in ventimila anni” - furono considerate arte “preistorica”; in realtà la loro storia si estende per un tempo dieci volte superiore a quello della nostra arte “antica”, “moderna” e “contemporanea”. Forse allora le nostre classificazioni storiografiche sono inopportune perché tutte riconducibili a un’arte ancora in fasce se paragonata a quella che si estese dall’Età della pietra all’Età del bronzo. Da questo punto di vista gli stereotipi della critica vengono sovvertiti e la definizione di outsider art acquista maggiore pregnanza. Adriana Cifuentes è una outsider innanzitutto perché i suoi lavori si collocano prima e al di fuori della Storia, quasi in una dimensione mitologica. Il suo è un itinerario inverso rispetto a quello proposto da Platone. Alla luce del sole lei preferisce l’oscurità della caverna, in cui fa ritorno per contemplare le ombre danzanti, convinta che siano più vere della realtà là fuori. Come recita un suo disegno “siamo il sogno di qualcun altro e quando questi si sveglia sopraggiunge la morte”. La nostra esistenza è vincolata alla notte e al sogno. In uno dei suoi ultimi romanzi, dal titolo “La casa del sonno” (2003), il romanziere inglese Jonathan Coe fa affermare a uno dei personaggi che “nessuno direbbe mai una bugia mentre dorme”. Contemplando l’articolata cosmogonia che si manifesta nelle centinaia di opere su carta di Adriana Cifuentes si percepisce il recupero di una esperienza estetica dove bellezza e verità sono parte di un tutto indissolubile.
Luca Vona
18
gennaio 2007
Adriana Cifuentes – Disegni
Dal 18 gennaio al 23 febbraio 2007
disegno e grafica
Location
FEDERICO LUGER GALLERY (FL GALLERY)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 15:30 alle 19
Vernissage
18 Gennaio 2007, ore 19.30
Autore