Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Adriana Marchetto / Giusi Santoro
Nelle opere della Marchetto il segno si presenta per scandire partiture geometriche morbide, con incroci velati; la Santoro per i suoi lavori usa un supporto ligneo di forma quadrata, nella quale si esprime con componimenti liberi, fluidi ed eleganti in cui il segno musica l’intera creazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra appartiene al ciclo di esposizioni dedicate alle tecniche espressive programmate dalla curatrice Graziella Zardo per la stagione gennaio/maggio 2008.
Una ventina di opere esposte per un confronto di modi espressivi che rivela un’intesa tra le due autrici: nelle opere di Adriana Marchetto, eseguite con acrilico su cartoncino, il segno si presenta per scandire partiture geometriche morbide, con incroci velati; Giusi Santoro sceglie per i suoi lavori, realizzati con tecnica mista, un supporto ligneo rigorosamente di forma quadrata, nella quale si esprime con componimenti liberi, fluidi ed eleganti in cui il segno musica l’intera creazione.
ADRIANA MARCHETTO E GIUSI SANTORO
Adriana Marchetto e Giusi Santoro, sono due artiste che hanno seguito spesso insieme un percorso di vita nell’arte, approfondendo individualmente e in piena autonomia un loro stile artistico che con gli anni è maturato nella singolare capacità di sintesi espressiva, lasciando respirare le tematiche a compimento della diversa forza sensibile con cui hanno attinto dalle esperienze del loro vissuto.
Adriana Marchetto: geometrie di bianchi e neri
Nel lungo percorso artistico, sono state rare le volte in cui l’autrice ha esposto i disegni, lasciando largo spazio alle opere eseguite con tecnica mista su supporto rigido o su tela. In questo caso è stato doveroso dare visione delle opere su cartoncino, i disegni eseguiti con acrilici che sempre hanno accompagnato Adriana Marchetto nel suo bisogno di dialogo con l’arte.
La struttura geometrica genera e si rigenera, con ritmo incalzante, attraverso situazioni espressive ricercate e assimilate nel tempo: dalla figurazione divenuta astrattismo di forme delle opere del primo periodo, alla pura concertazione di geometrie libere che, come in un intreccio vorticoso visto in primissimo piano, man mano si va a dipanare verso forme geometriche di ampio respiro, raccolte in cromatismi dalle tonalità calde.
Le opere in bianco e nero invece, eseguite con tecnica ad acrilico, contengono la giusta sintesi di un lungo percorso narrativo, proponendo in bicromia la massima esemplificazione del segno e della struttura compositiva, realizzata su un supporto leggero come lo è il cartoncino, in dimensioni contenute.
Le geometrie si liberano da ogni tensione, e gli effetti di chiaroscuro, gli sfumati a volte intensi, a volte delicatissimi, si dilatano e poi si intersecano sostenendosi in un impianto di composizioni orchestrate da morbide forme geometriche.
Il segno viaggia tra le volumetrie degli sfumati, con fare deciso come un passaggio veloce tra situazioni di varia natura: un segno equilibratore che determina, come l’ultima parola di un discorso, il chiaro suggerimento di lettura dell’intera opera.
Giusi Santoro: il segno al quadrato
Benché la matericità sia una costante nelle opere di Giusi Santoro, non si può non intuire che ogni segno, ogni increspatura, ogni singolo effetto è il risultato di un’incolmabile necessità di confrontarsi e attingere dalla fonte di risorse illimitate stabilite da una vitalità intensa.
Nulla è così sognato e meditato nello stesso momento: tanta è la fisicità che viene riversata sul supporto per realizzare gli sfondi con una tecnica esperita, tanto più il pensiero si allontana alleggerendosi e cercando respiro in un movimento che vuole grandi spazi: ecco svelarsi le aperture tra macchie di colore, le fenditure, i “drappeggi” della materia, le evoluzioni dei cromatismi, gli sfumati dal giallo al rosso al cinereo, che si rincorrono in spirali dal raffinato aspetto cosmico.
Una materia che appare come roccia guardandola in vicinanza, ma che in lontananza si smuove accompagnata da impercettibili vibrazioni delle delicate tonalità cromatiche e delle luci intercalate da lievi ombreggiature, rivelate dagli strati di materia amalgamati.
Nulla viene trascurato, ancor meno il segno che ricompare costantemente, un segno di cui si può raccontare l’intera evoluzione osservando le opere del primo periodo: qui il segno si racchiudeva in cerchi concentrici che nel tempo si sono allontanati e “spezzati” lasciando traboccare il loro contenuto che vediamo ora elegantemente fluire sulle opere. Un segno che però ha bisogno di spazialità, un segno che ha mantenuto la rotta circolare, anche se segmentata, sostenuta per la maggior parte dallo spazio del supporto di forma quasi esclusivamente quadrata. Il segno riprende a vibrare, unendosi partecipe allo spazio in cui è circoscritto: un segno che si eleva al quadrato, ma che si rivela protagonista di intimi racconti.
[Graziella Zardo, 6 febbraio 2008]
BIOGRAFIE
Adriana Marchetto nasce a Vicenza e si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Le esperienze di viaggio in Francia e in altri paesi del Nord sono fondamentali per affinare la sua sensibilità fortemente attratta dalla luce e dall’atmosfera di queste regioni. Soggiorna a lungo a Parigi e dedica a questa città la sua prima personale di disegni “Impressioni di Parigi” alla Casa del Palladio di Vicenza, proposta da Neri Pozza e presentata da Salvatore Maugeri. Fa parte dei fondatori primo gruppo della “Bilancia”. Espone con mostre personali in varie città d’Italia ottenendo consensi di critica. È invitata in numerose collettive nazionali e internazionali vincendo alcuni premi; tra i più significativi il premio di “Omira” a Milano per il Bianco e Nero, e la medaglia d’oro a Foggia per la pittura. Frequenta i corsi di litografia all’Accademia di Oskar Kokoschka di Salisburgo e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Conclusa la sua attività di insegnante rivolge le sue esperienze di viaggio verso paesi come la Turchia, la Siria, la Giordania e il Marocco. Scopre il deserto e rimane fortemente affascinata dal paesaggio aspro e roccioso. Inizia così a rielaborare i propri criteri espressivi dilatando il concetto di segno verso una rinnovata spazialità.
Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Tra le ultime personali ricordiamo: “Tracce”, Spazio Arte, Sovizzo (VI) a cura di A. Miolo; “Variazioni sintattiche”, Villa Thiene di Quinto Vicentino (VI), a cura di R. Amaglio; Galleria Sgarro, Lonigo (VI), presentata da S. Stocco; Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino di Vicenza con l’antologica “II Segno, il Colore, lo Spazio” a cura di R. Amaglio; “76x57 - Carte”, Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino di Vicenza, a cura di R. Amaglio, G. Menato e S.Stocco; San Donato Milanese (MI) presso la galleria d’arte contemporanea Cascina Roma, a cura di R. Amaglio; “Arte a due voci”, Palazzo Fogazzaro di Schio (VI) presentata da G. Grossato.
Artista di origine siciliana, inizia la sua formazione culturale presso il Liceo Classico Maurolico di Messina. Frequenta la facoltà di Architettura e completa gli studi presso l’ Accademia di Belle Arti di Brera, in pittura, scultura e decorazione, con i maestri A. Carpi, D. Cantatore, Manfrini e Purificato. Continua le sue ricerche artistiche presso l’Accademia Raffaello di Urbino, dove si impegna nell’ arte della litografia e nel restauro di reperti archeologici. Si reca in Spagna alla “Escola di Labisball“ per approfondire la conoscenza della composizione dei minerali relativa all’applicazione nell’arte ceramica. Insegna materie artistiche nelle scuole statali. La sua attività espositiva inizia già durante la frequenza alla facoltà di pittura. È invitata a numerose collettive nazionali ed internazionali, ottenendo premi e consensi di critica. Soggiorna in Francia, Inghilterra e Olanda dove affina le sue conoscenze artistiche e dove si incontra e collabora con artisti di diversa nazionalità. Espone in mostre personali in varie città d’Italia e organizza happening con la partecipazione dal vivo di artisti. Partecipa come esperta di pittura, scultura e ceramica in enti pubblici e privati. Le sue opere figurano in collezioni private in Italia e all’estero. Pubblicazioni su riviste e libri d’arte. Lavora nel laboratorio artistico della Civica scuola d’arte “William Ciola“, dove attualmente insegna ceramica e scultura .
Tra le ultime mostre personali ricordiamo: a San Donato Milanese (MI) presso la galleria d’arte contemporanea Cascina Roma, a cura di R. Amaglio; “Arte a due voci”, Palazzo Fogazzaro di Schio (VI) presentata da G. Grossato; l’acquisizione di un’opera al Museo di Maccagno (“Acquisizioni”).
Una ventina di opere esposte per un confronto di modi espressivi che rivela un’intesa tra le due autrici: nelle opere di Adriana Marchetto, eseguite con acrilico su cartoncino, il segno si presenta per scandire partiture geometriche morbide, con incroci velati; Giusi Santoro sceglie per i suoi lavori, realizzati con tecnica mista, un supporto ligneo rigorosamente di forma quadrata, nella quale si esprime con componimenti liberi, fluidi ed eleganti in cui il segno musica l’intera creazione.
ADRIANA MARCHETTO E GIUSI SANTORO
Adriana Marchetto e Giusi Santoro, sono due artiste che hanno seguito spesso insieme un percorso di vita nell’arte, approfondendo individualmente e in piena autonomia un loro stile artistico che con gli anni è maturato nella singolare capacità di sintesi espressiva, lasciando respirare le tematiche a compimento della diversa forza sensibile con cui hanno attinto dalle esperienze del loro vissuto.
Adriana Marchetto: geometrie di bianchi e neri
Nel lungo percorso artistico, sono state rare le volte in cui l’autrice ha esposto i disegni, lasciando largo spazio alle opere eseguite con tecnica mista su supporto rigido o su tela. In questo caso è stato doveroso dare visione delle opere su cartoncino, i disegni eseguiti con acrilici che sempre hanno accompagnato Adriana Marchetto nel suo bisogno di dialogo con l’arte.
La struttura geometrica genera e si rigenera, con ritmo incalzante, attraverso situazioni espressive ricercate e assimilate nel tempo: dalla figurazione divenuta astrattismo di forme delle opere del primo periodo, alla pura concertazione di geometrie libere che, come in un intreccio vorticoso visto in primissimo piano, man mano si va a dipanare verso forme geometriche di ampio respiro, raccolte in cromatismi dalle tonalità calde.
Le opere in bianco e nero invece, eseguite con tecnica ad acrilico, contengono la giusta sintesi di un lungo percorso narrativo, proponendo in bicromia la massima esemplificazione del segno e della struttura compositiva, realizzata su un supporto leggero come lo è il cartoncino, in dimensioni contenute.
Le geometrie si liberano da ogni tensione, e gli effetti di chiaroscuro, gli sfumati a volte intensi, a volte delicatissimi, si dilatano e poi si intersecano sostenendosi in un impianto di composizioni orchestrate da morbide forme geometriche.
Il segno viaggia tra le volumetrie degli sfumati, con fare deciso come un passaggio veloce tra situazioni di varia natura: un segno equilibratore che determina, come l’ultima parola di un discorso, il chiaro suggerimento di lettura dell’intera opera.
Giusi Santoro: il segno al quadrato
Benché la matericità sia una costante nelle opere di Giusi Santoro, non si può non intuire che ogni segno, ogni increspatura, ogni singolo effetto è il risultato di un’incolmabile necessità di confrontarsi e attingere dalla fonte di risorse illimitate stabilite da una vitalità intensa.
Nulla è così sognato e meditato nello stesso momento: tanta è la fisicità che viene riversata sul supporto per realizzare gli sfondi con una tecnica esperita, tanto più il pensiero si allontana alleggerendosi e cercando respiro in un movimento che vuole grandi spazi: ecco svelarsi le aperture tra macchie di colore, le fenditure, i “drappeggi” della materia, le evoluzioni dei cromatismi, gli sfumati dal giallo al rosso al cinereo, che si rincorrono in spirali dal raffinato aspetto cosmico.
Una materia che appare come roccia guardandola in vicinanza, ma che in lontananza si smuove accompagnata da impercettibili vibrazioni delle delicate tonalità cromatiche e delle luci intercalate da lievi ombreggiature, rivelate dagli strati di materia amalgamati.
Nulla viene trascurato, ancor meno il segno che ricompare costantemente, un segno di cui si può raccontare l’intera evoluzione osservando le opere del primo periodo: qui il segno si racchiudeva in cerchi concentrici che nel tempo si sono allontanati e “spezzati” lasciando traboccare il loro contenuto che vediamo ora elegantemente fluire sulle opere. Un segno che però ha bisogno di spazialità, un segno che ha mantenuto la rotta circolare, anche se segmentata, sostenuta per la maggior parte dallo spazio del supporto di forma quasi esclusivamente quadrata. Il segno riprende a vibrare, unendosi partecipe allo spazio in cui è circoscritto: un segno che si eleva al quadrato, ma che si rivela protagonista di intimi racconti.
[Graziella Zardo, 6 febbraio 2008]
BIOGRAFIE
Adriana Marchetto nasce a Vicenza e si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Le esperienze di viaggio in Francia e in altri paesi del Nord sono fondamentali per affinare la sua sensibilità fortemente attratta dalla luce e dall’atmosfera di queste regioni. Soggiorna a lungo a Parigi e dedica a questa città la sua prima personale di disegni “Impressioni di Parigi” alla Casa del Palladio di Vicenza, proposta da Neri Pozza e presentata da Salvatore Maugeri. Fa parte dei fondatori primo gruppo della “Bilancia”. Espone con mostre personali in varie città d’Italia ottenendo consensi di critica. È invitata in numerose collettive nazionali e internazionali vincendo alcuni premi; tra i più significativi il premio di “Omira” a Milano per il Bianco e Nero, e la medaglia d’oro a Foggia per la pittura. Frequenta i corsi di litografia all’Accademia di Oskar Kokoschka di Salisburgo e all’Accademia di Belle Arti di Urbino. Conclusa la sua attività di insegnante rivolge le sue esperienze di viaggio verso paesi come la Turchia, la Siria, la Giordania e il Marocco. Scopre il deserto e rimane fortemente affascinata dal paesaggio aspro e roccioso. Inizia così a rielaborare i propri criteri espressivi dilatando il concetto di segno verso una rinnovata spazialità.
Le sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Tra le ultime personali ricordiamo: “Tracce”, Spazio Arte, Sovizzo (VI) a cura di A. Miolo; “Variazioni sintattiche”, Villa Thiene di Quinto Vicentino (VI), a cura di R. Amaglio; Galleria Sgarro, Lonigo (VI), presentata da S. Stocco; Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino di Vicenza con l’antologica “II Segno, il Colore, lo Spazio” a cura di R. Amaglio; “76x57 - Carte”, Chiesa dei SS. Ambrogio e Bellino di Vicenza, a cura di R. Amaglio, G. Menato e S.Stocco; San Donato Milanese (MI) presso la galleria d’arte contemporanea Cascina Roma, a cura di R. Amaglio; “Arte a due voci”, Palazzo Fogazzaro di Schio (VI) presentata da G. Grossato.
Artista di origine siciliana, inizia la sua formazione culturale presso il Liceo Classico Maurolico di Messina. Frequenta la facoltà di Architettura e completa gli studi presso l’ Accademia di Belle Arti di Brera, in pittura, scultura e decorazione, con i maestri A. Carpi, D. Cantatore, Manfrini e Purificato. Continua le sue ricerche artistiche presso l’Accademia Raffaello di Urbino, dove si impegna nell’ arte della litografia e nel restauro di reperti archeologici. Si reca in Spagna alla “Escola di Labisball“ per approfondire la conoscenza della composizione dei minerali relativa all’applicazione nell’arte ceramica. Insegna materie artistiche nelle scuole statali. La sua attività espositiva inizia già durante la frequenza alla facoltà di pittura. È invitata a numerose collettive nazionali ed internazionali, ottenendo premi e consensi di critica. Soggiorna in Francia, Inghilterra e Olanda dove affina le sue conoscenze artistiche e dove si incontra e collabora con artisti di diversa nazionalità. Espone in mostre personali in varie città d’Italia e organizza happening con la partecipazione dal vivo di artisti. Partecipa come esperta di pittura, scultura e ceramica in enti pubblici e privati. Le sue opere figurano in collezioni private in Italia e all’estero. Pubblicazioni su riviste e libri d’arte. Lavora nel laboratorio artistico della Civica scuola d’arte “William Ciola“, dove attualmente insegna ceramica e scultura .
Tra le ultime mostre personali ricordiamo: a San Donato Milanese (MI) presso la galleria d’arte contemporanea Cascina Roma, a cura di R. Amaglio; “Arte a due voci”, Palazzo Fogazzaro di Schio (VI) presentata da G. Grossato; l’acquisizione di un’opera al Museo di Maccagno (“Acquisizioni”).
16
febbraio 2008
Adriana Marchetto / Giusi Santoro
Dal 16 febbraio al 09 marzo 2008
arte contemporanea
Location
PRIMO PIANO ARTE STUDIO
Bolzano Vicentino, Via Marosticana, 24, (Vicenza)
Bolzano Vicentino, Via Marosticana, 24, (Vicenza)
Orario di apertura
da mercoledì a venerdì 15 - 19;
sabato e domenica 16 - 20;
mattino di giovedì e sabato 10 - 13;
fuori orario su appuntamento
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18.00
Autore