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Adriana Varejão – Azulejao
Tra gli artisti brasiliani più rinomati, Varejão è molto nota per la sua riflessione incisiva sulla storia e la cultura del Brasile, ricche e allo stesso tempo conflittuali, come rappresentato nella serie dei suoi dipinti “maiolica” iniziata nel 1988. Queste opere particolarmente creative simulano gli azulejos ovvero le maioliche dipinte che, attraverso complesse vicissitudini legate al commercio e alla colonizzazione, congiungono il Brasile con il Portogallo
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nel Barocco il bello e il grottesco convivono sempre come opposti: è un’estetica che ha a che fare con i contrasti.
—Adriana Varejão
Gagosian è lieta di annunciare una mostra di nuovi lavori di Adriana Varejão.
Tra gli artisti brasiliani più rinomati, Varejão è molto nota pe
r la sua riflessione incisiva sulla storia e la cultura del
Brasile, ricche e allo stesso tempo conflittuali, come rapprese
ntato nella serie dei suoi dipinti “maiolica” iniziata nel
1988. Queste opere particolarm
ente creative simulano gli
azulejos
ovvero le maioliche di
pinte che, attraverso
complesse vicissitudini legate al commercio e alla colo
nizzazione, congiungono il Brasile con il Portogallo. L’
azulejo
,
una mattonella quadrata in terracotta smaltata, è il me
zzo decorativo maggiormente im
piegato nell’arte nazionale
portoghese fin dal Medio Evo. Tradizionalmente i grandi e teatrali motivi degli
azulejos
venivano usati per decorare gli
edifici sia religiosi che secolari,
omogeneizzando così l’ar
chitettura in un’unica illusione pittorica.
L’
azulejo
ha costantemente rinnovato la sua forza nei secoli, riflettendo l’eclettismo naturale di una cultura espansiva
ed aperta al dialogo. La tecnica, che si
avvaleva delle lezioni degli ar
tigiani Moreschi ispirati alle ceramiche di Siviglia e
Valencia, si adattò in seguito alle formule ornamentali de
l Rinascimento italiano per arrivare a includere anche
l’esotismo della Cina orientale. Dopo un breve periodo di
ispirazione olandese, subentrarono narrazioni figurative
fantastiche in bianco e blu, a dimostrazione della perfet
ta assimilazione di diversi elementi, e diffuse in luoghi
dell’impero portoghese molto distanti tra loro come per esempio il Brasile. Il costante richiamo all’
azulejo
nell’arte di
Varejão è una metafora del mescolarsi dell
e culture, sia volontario che violento.
Le grandi maioliche dell’artista sono realizzate in gesso
e pittura a olio su tela. Uno strato generoso di gesso è
applicato sul fondo delle tele e poi lasciato ad asciugare. Dura
nte il processo di essiccazione
, iniziano ad apparire delle
crepe che, come nate da un fenomeno geologico naturale,
rendono ogni superficie unica ed irripetibile. Nell’arco di
vent’anni questi dipinti squadrati hanno mantenuto la lo
ro dimensione, talvolta andando a creare dei lavori
monumentali come
Celacanto provoca maremoto
(2004–08), ora ospitato in uno spazio apposito a Inhotim, lo
spettacolare parco museo di arte contemporanea nello Stato bras
iliano di Minas Gerais. In qu
esto lavoro le scritte sulla
storia, la cultura, il paesaggi
o, la geografia e il corpo umano, che popolavano
i primi dipinti di Varejão, sono incorporati
in un delirio torbido di motivi blu e bianchi e di immagi
ni frammentarie, rappresentat
e in una struttura a griglia a
simulare un’enorme parete di maioliche. I lavori in mostra
a Roma pensati appositamente per l’occasione, sono i più
grandi dipinti-maiolica che Varejão abbi
a prodotto finora (180 cm quadrati). I motivi, quali una testa d’angelo, una
colonna dorica, una rosa o una conchiglia, sono resi in
sfumature leggere di blu e bianco a seconda dei singoli
riferimenti storici e ingranditi fino al punto in cui iniziano a dissolversi in opulenti gesti astratti.
Seguendo un altro tema del lavoro di Varejão, vicino alle ca
ratteristiche illusorie del Barocco italiano che permea l’arte
e l’architettura romana, una singola scultura totemica a
ppare free-standing, come un frammento architettonico
maiolicato nel quale, da una sezione trasversale, si in
travedono scioccanti viscere insanguinate in un livido
trompe l’oeil.
In occasione della mostra, Varejã
o è stata invitata a presentare
Transbarroco
(2014), la sua unica installazione-video
multi-canale-all’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, a
ll’interno di Art Club, un progetto a cura di Pier Paolo
Pancotto e parte di un’ampia iniziativa culturale intitolata
“I giovedì della Villa - Que
stions d’art”. Questo magnifico
lavoro, con larghe inquadrature di inte
rni spettacolari delle chiese barocche di Minas Gerais e Bahia in Brasile e il
palpitante audio del rituale
candomblé
intervallato da letture di scritti-chiave pe
r l’identità brasiliana, viene esposto per
la prima volta fuori dal Brasile. Il Baro
cco profondamente ibrido che il video rifl
ette trova il giusto contrappunto nel
contesto del cuore di Roma.
Adriana Varejão
è nata nel 1964 a Rio de Janeiro, Brasile, dove
vive e lavora. Le sue opere si trovano nelle più
importanti collezioni museali, tra le quali: Metropolit
an Museum of Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum,
New York; il Museum of Contemporary Art San Diego; Tate
Modern, Londra; Fondation Cartier pour l’art contemporain,
Parigi; Fundación “la Caixa”, Barcellona; Stedelijk Museum, Amsterdam; e Hara Museum, Tokyo. Tra le mostre
personali in spazi istituzionali si annove
rano “Azulejões”, Centro Cultural Banc
o do Brasil, Rio de
Janeiro e Brasilia,
Brasile (2001); “Chambre d’échos / Câmara de ecos”, Fondatio
n Cartier pour l ́art Contemporain, Parigi (2005, e poi al
Centro Cultural de Belém a Lisbona e DA2 a Salamanca, Sp
agna); Hara Museum of Contemporary Art, Tokyo (2007);
“Adriana Varejão - Histórias às Margens”, Museu de Arte Moderna de São Paulo, Brasile (2012, e poi al Museu de Arte
Moderna do Rio de Janeiro, Brasile e al Museo de Arte Lati
noamericano de Buenos Aires,
MALBA, Argentina nel 2013);
“Adriana Varejão”, The Institute of Co
ntemporary Art, Boston (2014); e “Adr
iana Varejão: Kindred Spirits”, Dallas
Contemporary (2015). Varejão ha partecipa
to alle seguenti Biennali: Bienal de
São Paulo (1994 e 1998); Biennale of
Sydney (2001); SITE Santa Fe (2004); Mercosul Biennial in Vi
sual Art, Brasile (1997, 2005
e 2015); Istanbul Biennial
(2011); Bienal de Bucareste, Romania (2008); Liverpool Bienni
al (1999 e 2006); “30x Bienal”, Fundação Bienal di San
Paolo (2013); Bienal de Arte de Contemporânea de Coimbra,
Portogallo (2015). Nel 2008 è stata inaugurata la Galeria
Adriana Varejão, un padiglione dedicato all’arte dell’artist
a, progettato da Rodrigo Cerviño Lopez, a Inhotim Centro de
Arte Contemporânea, Brumadinho, Minas Gerais, Brasile. All’inizio del 2016 le è stato commissionato un murale
temporaneo basato su
Celacanto provoca maremoto
per l’intera facciata del Centro Aquatico in occasione delle
Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro.
L’installazione video
Transbarroco
di Varejão sarà in mostra all’Accademia
di Francia a Roma, Villa Medici da giovedì
29 settembre al 2 ottobre. Il programma settimanale “I giov
edì della Villa - Questions d’art” è un’iniziativa di Villa
Medici che mira a riflettere sullo stato della creatività co
ntemporanea-arti visive, cinema
, musica, teatro, letteratura e
storia—attraverso le interazioni tra i diversi pubblici e i
vari linguaggi che includono le
tture, concerti, performance,
mostre e installazioni. Creata da Luigi XIV nel 1666, l’Accade
mia di Francia a Roma è un’istituzione pubblica francese
con tre obiettivi statutari: il supporto agli artisti e ai ricerc
atori attraverso residenze; attivi scambi culturali ed artisti
ci,
e la conservazione e valorizzazione di Villa Medici.
L’Accademia di Francia a Roma celebra l’anniversario dei suoi
350 anni nel 2016. Per ulteriori informazioni si prega di
visitare il sito
www.villamedici.it
.
Per qualsiasi informazioni si prega di contattare la galleria a
+39.06.4208.6498
o
pressroma@gagosian.com
. Tutte le
immagini sono coperte da copyright. L’approvazione della
galleria deve essere concessa prima della riproduzione.
Ufficio Stampa
Karla Otto
karlaotto.com
Contact: Stefano Pitigliani
E.
stefano.pitigliani@karlaotto.com
T. + 39.02.655.6981
—Adriana Varejão
Gagosian è lieta di annunciare una mostra di nuovi lavori di Adriana Varejão.
Tra gli artisti brasiliani più rinomati, Varejão è molto nota pe
r la sua riflessione incisiva sulla storia e la cultura del
Brasile, ricche e allo stesso tempo conflittuali, come rapprese
ntato nella serie dei suoi dipinti “maiolica” iniziata nel
1988. Queste opere particolarm
ente creative simulano gli
azulejos
ovvero le maioliche di
pinte che, attraverso
complesse vicissitudini legate al commercio e alla colo
nizzazione, congiungono il Brasile con il Portogallo. L’
azulejo
,
una mattonella quadrata in terracotta smaltata, è il me
zzo decorativo maggiormente im
piegato nell’arte nazionale
portoghese fin dal Medio Evo. Tradizionalmente i grandi e teatrali motivi degli
azulejos
venivano usati per decorare gli
edifici sia religiosi che secolari,
omogeneizzando così l’ar
chitettura in un’unica illusione pittorica.
L’
azulejo
ha costantemente rinnovato la sua forza nei secoli, riflettendo l’eclettismo naturale di una cultura espansiva
ed aperta al dialogo. La tecnica, che si
avvaleva delle lezioni degli ar
tigiani Moreschi ispirati alle ceramiche di Siviglia e
Valencia, si adattò in seguito alle formule ornamentali de
l Rinascimento italiano per arrivare a includere anche
l’esotismo della Cina orientale. Dopo un breve periodo di
ispirazione olandese, subentrarono narrazioni figurative
fantastiche in bianco e blu, a dimostrazione della perfet
ta assimilazione di diversi elementi, e diffuse in luoghi
dell’impero portoghese molto distanti tra loro come per esempio il Brasile. Il costante richiamo all’
azulejo
nell’arte di
Varejão è una metafora del mescolarsi dell
e culture, sia volontario che violento.
Le grandi maioliche dell’artista sono realizzate in gesso
e pittura a olio su tela. Uno strato generoso di gesso è
applicato sul fondo delle tele e poi lasciato ad asciugare. Dura
nte il processo di essiccazione
, iniziano ad apparire delle
crepe che, come nate da un fenomeno geologico naturale,
rendono ogni superficie unica ed irripetibile. Nell’arco di
vent’anni questi dipinti squadrati hanno mantenuto la lo
ro dimensione, talvolta andando a creare dei lavori
monumentali come
Celacanto provoca maremoto
(2004–08), ora ospitato in uno spazio apposito a Inhotim, lo
spettacolare parco museo di arte contemporanea nello Stato bras
iliano di Minas Gerais. In qu
esto lavoro le scritte sulla
storia, la cultura, il paesaggi
o, la geografia e il corpo umano, che popolavano
i primi dipinti di Varejão, sono incorporati
in un delirio torbido di motivi blu e bianchi e di immagi
ni frammentarie, rappresentat
e in una struttura a griglia a
simulare un’enorme parete di maioliche. I lavori in mostra
a Roma pensati appositamente per l’occasione, sono i più
grandi dipinti-maiolica che Varejão abbi
a prodotto finora (180 cm quadrati). I motivi, quali una testa d’angelo, una
colonna dorica, una rosa o una conchiglia, sono resi in
sfumature leggere di blu e bianco a seconda dei singoli
riferimenti storici e ingranditi fino al punto in cui iniziano a dissolversi in opulenti gesti astratti.
Seguendo un altro tema del lavoro di Varejão, vicino alle ca
ratteristiche illusorie del Barocco italiano che permea l’arte
e l’architettura romana, una singola scultura totemica a
ppare free-standing, come un frammento architettonico
maiolicato nel quale, da una sezione trasversale, si in
travedono scioccanti viscere insanguinate in un livido
trompe l’oeil.
In occasione della mostra, Varejã
o è stata invitata a presentare
Transbarroco
(2014), la sua unica installazione-video
multi-canale-all’Accademia di Francia a Roma, Villa Medici, a
ll’interno di Art Club, un progetto a cura di Pier Paolo
Pancotto e parte di un’ampia iniziativa culturale intitolata
“I giovedì della Villa - Que
stions d’art”. Questo magnifico
lavoro, con larghe inquadrature di inte
rni spettacolari delle chiese barocche di Minas Gerais e Bahia in Brasile e il
palpitante audio del rituale
candomblé
intervallato da letture di scritti-chiave pe
r l’identità brasiliana, viene esposto per
la prima volta fuori dal Brasile. Il Baro
cco profondamente ibrido che il video rifl
ette trova il giusto contrappunto nel
contesto del cuore di Roma.
Adriana Varejão
è nata nel 1964 a Rio de Janeiro, Brasile, dove
vive e lavora. Le sue opere si trovano nelle più
importanti collezioni museali, tra le quali: Metropolit
an Museum of Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum,
New York; il Museum of Contemporary Art San Diego; Tate
Modern, Londra; Fondation Cartier pour l’art contemporain,
Parigi; Fundación “la Caixa”, Barcellona; Stedelijk Museum, Amsterdam; e Hara Museum, Tokyo. Tra le mostre
personali in spazi istituzionali si annove
rano “Azulejões”, Centro Cultural Banc
o do Brasil, Rio de
Janeiro e Brasilia,
Brasile (2001); “Chambre d’échos / Câmara de ecos”, Fondatio
n Cartier pour l ́art Contemporain, Parigi (2005, e poi al
Centro Cultural de Belém a Lisbona e DA2 a Salamanca, Sp
agna); Hara Museum of Contemporary Art, Tokyo (2007);
“Adriana Varejão - Histórias às Margens”, Museu de Arte Moderna de São Paulo, Brasile (2012, e poi al Museu de Arte
Moderna do Rio de Janeiro, Brasile e al Museo de Arte Lati
noamericano de Buenos Aires,
MALBA, Argentina nel 2013);
“Adriana Varejão”, The Institute of Co
ntemporary Art, Boston (2014); e “Adr
iana Varejão: Kindred Spirits”, Dallas
Contemporary (2015). Varejão ha partecipa
to alle seguenti Biennali: Bienal de
São Paulo (1994 e 1998); Biennale of
Sydney (2001); SITE Santa Fe (2004); Mercosul Biennial in Vi
sual Art, Brasile (1997, 2005
e 2015); Istanbul Biennial
(2011); Bienal de Bucareste, Romania (2008); Liverpool Bienni
al (1999 e 2006); “30x Bienal”, Fundação Bienal di San
Paolo (2013); Bienal de Arte de Contemporânea de Coimbra,
Portogallo (2015). Nel 2008 è stata inaugurata la Galeria
Adriana Varejão, un padiglione dedicato all’arte dell’artist
a, progettato da Rodrigo Cerviño Lopez, a Inhotim Centro de
Arte Contemporânea, Brumadinho, Minas Gerais, Brasile. All’inizio del 2016 le è stato commissionato un murale
temporaneo basato su
Celacanto provoca maremoto
per l’intera facciata del Centro Aquatico in occasione delle
Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro.
L’installazione video
Transbarroco
di Varejão sarà in mostra all’Accademia
di Francia a Roma, Villa Medici da giovedì
29 settembre al 2 ottobre. Il programma settimanale “I giov
edì della Villa - Questions d’art” è un’iniziativa di Villa
Medici che mira a riflettere sullo stato della creatività co
ntemporanea-arti visive, cinema
, musica, teatro, letteratura e
storia—attraverso le interazioni tra i diversi pubblici e i
vari linguaggi che includono le
tture, concerti, performance,
mostre e installazioni. Creata da Luigi XIV nel 1666, l’Accade
mia di Francia a Roma è un’istituzione pubblica francese
con tre obiettivi statutari: il supporto agli artisti e ai ricerc
atori attraverso residenze; attivi scambi culturali ed artisti
ci,
e la conservazione e valorizzazione di Villa Medici.
L’Accademia di Francia a Roma celebra l’anniversario dei suoi
350 anni nel 2016. Per ulteriori informazioni si prega di
visitare il sito
www.villamedici.it
.
Per qualsiasi informazioni si prega di contattare la galleria a
+39.06.4208.6498
o
pressroma@gagosian.com
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galleria deve essere concessa prima della riproduzione.
Ufficio Stampa
Karla Otto
karlaotto.com
Contact: Stefano Pitigliani
E.
stefano.pitigliani@karlaotto.com
T. + 39.02.655.6981
01
ottobre 2016
Adriana Varejão – Azulejao
Dal primo ottobre al 10 dicembre 2016
arte contemporanea
Location
GAGOSIAN GALLERY
Roma, Via Francesco Crispi, 16, (Roma)
Roma, Via Francesco Crispi, 16, (Roma)
Vernissage
1 Ottobre 2016, ore 18
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