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Africa. Arte subsahariana tra XIX e XX secolo
Dopo il successo della personale di Gavino Ganau e la rassegna in due parti “It’s only a game”, curate da Davide Mariani, il Museo Mud’A propone una straordinaria ed unica mostra dedicata all’arte dell’Africa subsahariana a cura di Luigi Agus.
Comunicato stampa
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Dopo il successo della personale di Gavino Ganau e la rassegna in due parti “It’s only a game”, curate da Davide Mariani, il Museo Mud’A propone una straordinaria ed unica mostra dedicata all’arte dell’Africa subsahariana a cura di Luigi Agus. L’esposizione, dal titolo “Africa”, vedrà in fila oltre trenta opere databili tra XIX e inizi XX secolo provenienti dalla parte occidentale del continente, eccezionalmente prestate al Mud’A’ da un importante collezionista privato. Realizzata dall’Istituto di Studi, Ricerche e Formazione Giulio Cossu, con il patrocinio e il contributo del Comune di Aglientu, permetterà di ammirare opere uniche – visibili solo nei più grandi musei d’Europa – che col loro fascino “primitivo” hanno influenzato le avanguardie e i maggiori artisti del ‘900, da Picasso a Braque, da Modigliani, fino a Biasi.
Quasi concordemente “La decouverte de l’art negre” viene datata agli inizi del XX secolo in ambiente parigino. Le cosiddette “opere negre”, attraverso la semplificazione dei piani, l’anamorfosi nelle proporzioni ed il particolare uso del colore, apparirono improvvisamente a stravolgere una cultura, che da una parte era appiattita sull’accademismo più ortodosso, mentre dall’altra spingeva nel cercare un rinnovamento radicale, sentito, ormai, come esigenza prioritaria. Fu Gaugin che per primo subì il fascino esotico delle forme e dei colori che l’arte oceaniana offriva. Tuttavia, la vera “révélation” fu quella dell’estate del 1905, quando Vlaminck, in un caffè di Argenteuil, vide casualmente tre sculture africane. Fu una folgorazione, che influenzò soprattutto Derain, artista col quale Vlaminck divideva l’atelier di Chatou, che poco dopo arriverà fino a Matisse, Picasso e molti altri, tra i quali, in Italia, Modigliani e Biasi che si recò anche in Africa personalmente.
Sul solco dello straordinario interesse internazionale verso le espressioni dell’arte subsahariana, sia per il ruolo ispiratore svolto verso i principali movimenti artistici del nostro secolo, sia per comprendere meglio le storie e le culture con le quali – attraverso l’immigrazione sempre più massiccia – conviviamo quotidianamente, a distanza di un secolo da quel primo incontro parigino, il Mud’A’ propone alla Sardegna un evento unico e irripetibile, preceduto – per importanza – solo da quelli realizzati a Parigi nel 1967 (Arts primitifs dans les ateliers d’artistes, Musée del’Homme), a Basilea (Resonances, Galerie Greub) e New York nel 1984 (Primitivism in the 20th century art, The Museum of Modern Art).
Quasi concordemente “La decouverte de l’art negre” viene datata agli inizi del XX secolo in ambiente parigino. Le cosiddette “opere negre”, attraverso la semplificazione dei piani, l’anamorfosi nelle proporzioni ed il particolare uso del colore, apparirono improvvisamente a stravolgere una cultura, che da una parte era appiattita sull’accademismo più ortodosso, mentre dall’altra spingeva nel cercare un rinnovamento radicale, sentito, ormai, come esigenza prioritaria. Fu Gaugin che per primo subì il fascino esotico delle forme e dei colori che l’arte oceaniana offriva. Tuttavia, la vera “révélation” fu quella dell’estate del 1905, quando Vlaminck, in un caffè di Argenteuil, vide casualmente tre sculture africane. Fu una folgorazione, che influenzò soprattutto Derain, artista col quale Vlaminck divideva l’atelier di Chatou, che poco dopo arriverà fino a Matisse, Picasso e molti altri, tra i quali, in Italia, Modigliani e Biasi che si recò anche in Africa personalmente.
Sul solco dello straordinario interesse internazionale verso le espressioni dell’arte subsahariana, sia per il ruolo ispiratore svolto verso i principali movimenti artistici del nostro secolo, sia per comprendere meglio le storie e le culture con le quali – attraverso l’immigrazione sempre più massiccia – conviviamo quotidianamente, a distanza di un secolo da quel primo incontro parigino, il Mud’A’ propone alla Sardegna un evento unico e irripetibile, preceduto – per importanza – solo da quelli realizzati a Parigi nel 1967 (Arts primitifs dans les ateliers d’artistes, Musée del’Homme), a Basilea (Resonances, Galerie Greub) e New York nel 1984 (Primitivism in the 20th century art, The Museum of Modern Art).
20
settembre 2014
Africa. Arte subsahariana tra XIX e XX secolo
Dal 20 settembre al 20 ottobre 2014
arte etnica
Location
MUD’A’ – CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA DELLA CIVILTA’ DEGLI STAZZI
Aglientu, Via Vecchio Molino, (Olbia-tempio)
Aglientu, Via Vecchio Molino, (Olbia-tempio)
Biglietti
Ingresso libero
Orario di apertura
martedì-domenica 15-22
Vernissage
20 Settembre 2014, ore 19.00
Curatore