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Africamerica
Mostra collettiva di giovani artisti africani e latinoamericani operanti a Milano
Comunicato stampa
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Cercare di presentare, in una piccola selezione, significativi esempi della produzione di alcuni artisti latinoamericani e africani attualmente operanti in Italia, e nello specifico a Milano; provare, altresì, a mettere a confronto realtà apparentemente lontane tra loro ma unite da radici similari, e vedere come tali radicamenti abbiano assunto, nelle opere di giovani artisti contemporanei, accezioni diverse, e – in ultimo – come il confronto con l’arte recente europea abbia ulteriormente influito sulle loro ricerche espressive.
Tali sono gli obiettivi della mostra collettiva, curata e progettata da Andrea Coppini e organizzata dall’Associazione culturale Sud Milano, che si inaugura il prossimo 20 maggio presso la galleria Artelier di via Frisi 12, a Milano.
In esposizione le opere di: Renata Lang (Brasile), scultrice di raffinata sensibilità, che crea, utilizzando particolari pietre artificiali, figure astratte e sintetiche, di grande afflato meditativo; Adriana Lohmann (Brasile), che realizza sculture luminose utilizzando vari tipi di materiali; Margoth Lopez Barriere (El Salvador), pittrice che ha esposto numerose volte in Europa e America Latina aggiudicandosi parecchi riconoscimenti; le sue opere, pur non discostandosi da un impianto figurativo tradizionale, indagano la spiritualità umana con originalità; Mor Talla Seck (Senegal), pittore e scultore, che fa ampio utilizzo di materiale di recupero e porta avanti una ricerca estremamente articolata; Abdela Suleman (Eritrea), pittore figurativo di grandissima profondità e impegno.
In esposizione, nella funzione di trait d’union filologico, anche i suggestivi scatti fotografici realizzati da Daniele Tamagni durante i suoi soggiorni in America Latina (Cuba) e in Africa (Benin). È una selezione meditata e un compendio ineludibile alla mostra; Tamagni stesso la illustra così:
“Benin e Cuba, due Paesi che, seppur rappresentano solo una minima parte di due continenti vastissimi, sono significativi per comprendere quella commistione o sincretismo fra culture. Infatti dal Benin, ex regno del Dahomey, e più in generale dalla costa situata lungo il golfo di Guinea, sono partiti nei secoli scorsi migliaia di schiavi africani. Brasile, Haiti, Giamaica, Cuba sono tra i paesi del Nuovo Mondo nei quali, per esigenze di manodopera da parte dei coloni, gli schiavi africani di etnia yoruba sono confluiti in maggior numero lasciando un’eredità culturale tuttora presente. La cultura yoruba, che è solo una delle tante etnie dell’Africa fa da collante tra la religione vodoun, voodoo, o vodù, a secondo delle aree, il condomblè e la macuba brasiliana e la santeria cubana. Il sincretismo religioso in particolare, dove gli dei vodoun si definiscono orishas, è entrato a far parte dell’identità del popolo cubano. Questa influenza culturale si manifesta non solo negli archetipi religiosi ma anche nella musica e nelle altre forme espressive artistiche. Un ruolo determinante nella sopravvivenza della cultura africana nei paesi ospitanti furono le aggregazione nere che si crearono tra gli schiavi assumendo il ruolo di centri socio religiosi e agirono da punti di riferimento dell’identità africana garantendone la sopravvivenza ben oltre il periodo colonialista. Da una parte immagini realizzate in Benin a Ouidah e Porto Novo in passato centro di smistamento degli schiavi dove ogni anno si svolge il festival del vodoun e dall’altro alcune foto scattate in un precedente viaggio a Cuba. Se si è parlato solo d’influenza africana nel nuovo mondo è vero che per ragioni storiche anche in Benin si è assistito a un fenomeno se non di sincretismo per lo meno di coesistenza fra orientamenti religiosi. La diffusione del cattolicesimo dell’islamismo e di varie sette o differenti come la chiesa dei cristiani celesti si contrappongono al vodoun ma senza cancellare l’identità culturale che unisce africani di etnie differenti.”
Nel corso della serata inaugurale verranno eseguiti brani musicali della tradizione senegalese (Mor Talla Seck si esibirà con alcuni strumenti tipici del suo Paese) e brasiliana (al pianoforte Silvana Vendramel)
Tali sono gli obiettivi della mostra collettiva, curata e progettata da Andrea Coppini e organizzata dall’Associazione culturale Sud Milano, che si inaugura il prossimo 20 maggio presso la galleria Artelier di via Frisi 12, a Milano.
In esposizione le opere di: Renata Lang (Brasile), scultrice di raffinata sensibilità, che crea, utilizzando particolari pietre artificiali, figure astratte e sintetiche, di grande afflato meditativo; Adriana Lohmann (Brasile), che realizza sculture luminose utilizzando vari tipi di materiali; Margoth Lopez Barriere (El Salvador), pittrice che ha esposto numerose volte in Europa e America Latina aggiudicandosi parecchi riconoscimenti; le sue opere, pur non discostandosi da un impianto figurativo tradizionale, indagano la spiritualità umana con originalità; Mor Talla Seck (Senegal), pittore e scultore, che fa ampio utilizzo di materiale di recupero e porta avanti una ricerca estremamente articolata; Abdela Suleman (Eritrea), pittore figurativo di grandissima profondità e impegno.
In esposizione, nella funzione di trait d’union filologico, anche i suggestivi scatti fotografici realizzati da Daniele Tamagni durante i suoi soggiorni in America Latina (Cuba) e in Africa (Benin). È una selezione meditata e un compendio ineludibile alla mostra; Tamagni stesso la illustra così:
“Benin e Cuba, due Paesi che, seppur rappresentano solo una minima parte di due continenti vastissimi, sono significativi per comprendere quella commistione o sincretismo fra culture. Infatti dal Benin, ex regno del Dahomey, e più in generale dalla costa situata lungo il golfo di Guinea, sono partiti nei secoli scorsi migliaia di schiavi africani. Brasile, Haiti, Giamaica, Cuba sono tra i paesi del Nuovo Mondo nei quali, per esigenze di manodopera da parte dei coloni, gli schiavi africani di etnia yoruba sono confluiti in maggior numero lasciando un’eredità culturale tuttora presente. La cultura yoruba, che è solo una delle tante etnie dell’Africa fa da collante tra la religione vodoun, voodoo, o vodù, a secondo delle aree, il condomblè e la macuba brasiliana e la santeria cubana. Il sincretismo religioso in particolare, dove gli dei vodoun si definiscono orishas, è entrato a far parte dell’identità del popolo cubano. Questa influenza culturale si manifesta non solo negli archetipi religiosi ma anche nella musica e nelle altre forme espressive artistiche. Un ruolo determinante nella sopravvivenza della cultura africana nei paesi ospitanti furono le aggregazione nere che si crearono tra gli schiavi assumendo il ruolo di centri socio religiosi e agirono da punti di riferimento dell’identità africana garantendone la sopravvivenza ben oltre il periodo colonialista. Da una parte immagini realizzate in Benin a Ouidah e Porto Novo in passato centro di smistamento degli schiavi dove ogni anno si svolge il festival del vodoun e dall’altro alcune foto scattate in un precedente viaggio a Cuba. Se si è parlato solo d’influenza africana nel nuovo mondo è vero che per ragioni storiche anche in Benin si è assistito a un fenomeno se non di sincretismo per lo meno di coesistenza fra orientamenti religiosi. La diffusione del cattolicesimo dell’islamismo e di varie sette o differenti come la chiesa dei cristiani celesti si contrappongono al vodoun ma senza cancellare l’identità culturale che unisce africani di etnie differenti.”
Nel corso della serata inaugurale verranno eseguiti brani musicali della tradizione senegalese (Mor Talla Seck si esibirà con alcuni strumenti tipici del suo Paese) e brasiliana (al pianoforte Silvana Vendramel)
20
maggio 2006
Africamerica
Dal 20 al 26 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTELIER
Milano, Via Paolo Frisi, 12, (Milano)
Milano, Via Paolo Frisi, 12, (Milano)
Orario di apertura
feriali 15.30-23, domenica 18.30-23
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 18,30
Autore
Curatore