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Agata Santa. Storia, arte, devozione
Oltre 250 opere tra dipinti, sculture, reperti archeologici, oggetti preziosi, documenti d’archivio in un percorso espositivo che va da circa la metà del Duecento sino alla seconda metà dell’Ottocento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Arcidiocesi di Catania si è resa promotrice di una grande mostra dedicata alla patrona della città.
Dal prossimo 29 gennaio si terrà a Catania un evento in tre sedi su SANT’AGATA fanciulla di nobili origini che subì il martirio dell’amputazione delle mammelle nel 251 per mano del governatore romano Quinziano. Oltre 250 opere tra dipinti, sculture, reperti archeologici, oggetti preziosi, documenti d’archivio - provenienti da 110 prestatori italiani e stranieri tra musei, istituti di culto e chiese - in un percorso espositivo che va da circa la metà del Duecento (quasi mille anni dopo il martirio della SANTA) sino alla seconda metà dell’Ottocento, a testimonianza di quanto, attraverso i secoli, sia sempre stato particolarmente vivo l’interesse nei confronti di SANT’AGATA fonte di ispirazione per molti maestri.
[Agata, fanciulla di nobile famiglia, bellissima di corpo e pura di cuore abitava a Catania e santamente venerava il Signore. Il console della Sicilia, Quinziano, uomo di bassa condizione, lussurioso, avaro e idolatra desiderava prendersi in moglie la beata vergine Agata perché era egli di umile origine e quella nobile; perché la bellezza della fanciulla eccitava i suoi sensi e le ricchezze di lei erano un’esca alla sua avarizia ...] (Jacopo da Varagine)
In mostra la Catania romana dove si svolsero i fatti, con le sue statue e i suoi resti archeologici, capolavori trecenteschi; inoltre opere di Bergognone, Sano di Pietro e Berbardino Luini, Jacopo Ligozzi, Caravaggio, Van Dyck, Tiepolo fino a Gustave Moreau, accompagnati dallo splendore degli ori e degli argenti che nei secoli grandi maestri crearono per onorare la Santa e contemporaneamente costruirne il mito. A completamento della mostra verranno esposte alcune sculture provenienti da chiese italiane.
La città di Catania è la sede di questa prima mostra iconografica sul culto di SANT’AGATA una occasione unica per conoscere gli episodi della vita di Agata, il contesto storico e culturale in cui ha vissuto e la devozione che ha sempre accompagnato la sua figura di martire e santa e che documenta, inoltre, come la sua venerazione non sia esclusivamente catanese. Per l’occasione è stato svolto per la prima volta un ampio lavoro di ricerca a cura di un prestigioso comitato scientifico internazionale.
La mostra anticipa di pochi giorni le celebrazioni della Santa che si tengono ogni anno agli inizi di febbraio a Catania, una delle processioni tra le più partecipate del mondo cristiano, oltre un milione di fedeli che la onorano nell’arco di tre giorni.
L’evento è promosso dall’Arcivescovado di Catania con il supporto dell’Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, della Provincia Regionale di Catania e della Fondazione Banco di Sicilia.
L’ideazione, il progetto scientifico e il coordinamento generale delle mostre sono a cura di Gilberto Algranti, la cui realizzazione è stata affidata alla Tekne Eventi.
Il catalogo, edito da Giunti Arte mostre musei, racconterà la storia della Santa attraverso le immagini e le schede di tutte le opere in mostra e i numerosi contributi critici, tra cui quelli di Gilberto Algranti, Mauro Lucco, Paolo Militello, Concetta Molè, Umberto Utro, Maurizio Vitella e Gaetano Zito.
La storia della martire
Agata, una ragazza di origini siciliane nata intorno al 235, visse sotto il governo dell'imperatore Decio e del governatore romano Quinziano. Cresciuta nella sua fanciullezza in bellezza e candore, sin da piccola sentì nel suo cuore il desiderio di appartenere totalmente a Cristo e quando giunse ai 15 anni decise di consacrarsi a Dio. La Sicilia, come l’intero immenso Impero Romano, era soggetta in quei tempi alle persecuzioni contro i cristiani cominciate sia pure occasionalmente intorno al 40 d.C. con Nerone, per proseguire più intense nel II secolo.
La fanciulla, riconosciuta come cristiana dal velo rosso portato dalle vergini consacrate, fu condotta alla presenza di Quinziano che, innamoratosi di lei, cercò di conquistarla e sedurla. Agata però non cedette alle sue lusinghe e per questo fu costretta a patire lo strappo dei seni con enormi tenaglie.
Portata in cella sanguinante e ferita le apparve S. Pietro apostolo che le risanò le mammelle amputate. Quinziano rimase sbalordito di fronte al prodigio delle ferite rimarginate e ordinò di bruciarla su un letto di carboni ardenti, con lamine arroventate e punte infuocate.
Tuttavia, nel momento dell’ultima prova fisica, l’Etna cominciò ad eruttare lava, un segno che fece chiedere agli abitanti un atto di clemenza. Quinziano cedette alle richieste della popolazione, ma Agata, agonizzante, morì in cella poco dopo essere stata tolta dalla brace. Secondo la tradizione, il velo rosso indossato dalla giovane non prese fuoco e fu così venerato e portato in processione a ricordo del martirio della fanciulla catanese.
Le reliquie della santa furono trafugate a Costantinopoli nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace. Nel 1126 due soldati dell'esercito bizantino le rapirono per consegnarle al vescovo di Catania Maurizio nel Castello di Aci.
Il 17 agosto 1126, le reliquie rientrarono nel duomo di Catania. Questi resti sono oggi conservati in parte all'interno del prezioso busto in argento (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni) e in parte dentro a reliquiari posti in un grande scrigno, anch'esso d'argento (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo).
Altre reliquie della santa, come ad esempio piccoli frammenti di velo e singole ossa, sono custodite in chiese e monasteri di varie città italiane e estere.
Percorso espositivo
La mostra avrà luogo presso tre sedi. La mostra di dipinti e sculture al Museo Diocesiano, quella di archeologia nella Chiesa di San Francesco Borgia, mentre quella di oreficeria, argenteria e oggetti sacri insieme a quella di urbanistica e archivistica si terrà nella Chiesa di San Placido.
Tappe fondamentali dell’itinerario di mostra saranno poi le chiese catanesi con i loro tesori di inestimabile valore artistico e religioso: la Cattedrale, Sant’Agata la Vetere, Sant’Agata al Carcere, San Biagio in Sant’Agata alla Fornace, San Gaetano alla Marina, Santa Maria di Gesù, Santo Carcere, San Nicola l’Arena, San Michele ai Minoriti, San Domenico, Santissima Annunziata al Carmine.
festeggiamenti che la città di Catania dedica a Sant’Agata nei giorni 3-4-5 febbraio e si concluderà domenica 4 maggio 2008.
Mostra dei dipinti e delle sculture
Ospitata presso il Museo Diocesano si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico di cui fanno parte Sergio Benedetti (Senior Curator alla National Gallery di Dublino), Mauro Lucco (Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Bologna), Wolfgang Prohaska (Conservatore Capo al Kunsthistorisches Museum di Vienna), con la partecipazione di Luisa Paladino (Università degli Studi di Catania) e Antonino Bilardo (storico dell’arte) e la collaborazione di Barbara Mancuso (Università degli Studi di Catania).
Il percorso espositivo, in cui sono presentati circa ottanta dipinti, apre con un nutrito nucleo di antiche tavole risalenti al XIV e XV secolo raffiguranti Sant’Agata con i simboli che le sono propri, spesso effigiata insieme ad altri santi attorno alla Vergine col Bambino. Di particolare interesse sono la preziosa tavola processionale proveniente dal Museo dell’Opera di Firenze realizzata dal “Maestro della Sant’Agata” e da Jacopo del Casentino e il grande polittico di Scarperia in cui la martire compare con Santa Caterina e Santa Lucia. Piccoli capolavori sono la tavola conservata nei Musei Vaticani realizzata da Puccio Capanna, pittore di scuola giottesca di estrema raffinatezza, e la delicatissima Sant’Agata di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone dell’Accademia Carrara di Bergamo. Altre opere prestigiose in mostra sono la tavoletta di Bernardino Luini della Galleria Borghese e il prezioso scomparto di predella dipinto da Lorenzo Lotto raffigurante Santa Lucia alla tomba di Sant’Agata, ora alla Pinacoteca Civica di Jesi. Sarà presente inoltre la tela del grande pittore bresciano Alessandro Bonvicino detto il Moretto raffigurante Santa Cecilia fra le sante Lucia, Agata, Barbara e Agnese. Anche nei secoli successivi le rappresentazioni di Agata nell’arte sono molto diffuse. Jacopo dal Ponte detto il Bassano, uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura veneta nella seconda metà del Cinquecento, dipinge Agata ai piedi della Vergine in gloria con i segni decisi e corposi di colore e la luminosità che caratterizzano la sua pittura. Del Cinquecento e del Seicento sono esposte opere di artisti di prestigio quali Denys Calvaert, Jacopo Ligozzi, Alessandro Tiarini, Alessandro Turchi detto Orbetto, Simon Vouet, Jacopo Vignali e Simone Pignoni. In mostra sarà presente anche la magnifica pala d’altare dell’Oratorio del Rosario di Palermo commissionata ad Antonie Van Dyck durante il suo soggiorno in Italia. Del XVIII secolo è il celeberrimo Martirio di Sant’Agata di Giovan Battista Tiepolo, realizzato per la Basilica di Sant’Antonio a Padova, in cui il martirio del taglio dei seni viene rappresentato attraverso una scenografica composizione dalle tinte ariose e delicate. Concluderanno il percorso espositivo le opere settecentesche e ottocentesche di Giuseppe Cades, Mariano Rossi, Marcello Leopardi e Gustave Moreau.
A completamento della mostra dei dipinti verrà esposto un piccolo nucleo di sculture provenienti da chiese italiane fra cui una Sant’Agata in marmo rosa realizzata dalla bottega di Nicola Pisano.
MOSTRA CONTESTO STORICO E ARCHEOLOGIA
Ospitata presso la Chiesa di San Francesco Borgia del Demanio Regionale e curata da Concetta Molè (Università degli Studi di Catania), Vittorio Rizzone (Studio Teologico S. Paolo di Catania), Mariarita Sgarlata (Università degli Studi di Catania, Ispettrice delle Catacombe della Sicilia Orientale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra) e Umberto Utro (Direttore Sezione Paleocristiana Musei Vaticani).
Questa sezione presenta materiali archeologici legati alla Catania pagana e al relativo contesto storico catanese e materiali legati al cristianesimo dei secoli III e IV con particolare riferimento all’imperatore Traiano Decio e ai documenti delle persecuzioni del 251 d.c.. Vengono inoltre esposti esempi di arte cristiana del III e IV secolo tra cui il sarcofago detto "della Via Salaria", uno dei più celebri reperti della collezione di antichità cristiane dei Musei Vaticani (per l’occasione esposto per la prima volta al di fuori del museo in cui è conservato), che costituisce un richiamo d'eccezione per la bellezza e la rilevanza delle sue raffigurazioni. In mostra sono presenti alcuni frammenti di sarcofagi, la maggior parte provenienti dai Musei Vaticani, numerose iscrizioni e gli affreschi provenienti dalle catacombe di Domitilla custoditi presso il Civico Museo di Castello Ursino.
Numerosi sono i materiali esposti connessi al culto dei martiri e al concetto di santità nella Chiesa delle origini, alla Catania Giudaica e a Sant’Agata e la Catania Cristiana. Tra questi vi è l’importantissima Iscrizione di Julia Fiorentina proveniente dal Musée du Louvre che venne recuperata nel 1730 nell’area della villa Rizzari, una vasta zona extraurbana che nell’antichità era adibita a cimitero. Si tratta della più antica testimonianza del culto dei martiri catanesi.
Tra i pezzi di maggior rilievo si potranno ammirare il prezioso Efebo di Selinunte custodito presso il Museo Civico di Castelvetrano e le meravigliose “teste” di Pantelleria risalenti al I sec. d.c, il Ritratto di Giulio Cesare, il Ritratto di una donna della famiglia giulio-claudina e il Ritratto dell'Imperatore Tito.
Nel percorso di mostra viene inoltre presentato un selezionato nucleo di dipinti il cui soggetto è legato a episodi di vita di Sant’Agata e al suo legame con la martire coetanea Santa Lucia: il celeberrimo Seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio del 1608, custodito presso la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro di Siracusa e Santa Lucia al sepolcro di Sant’Agata di Daniele Monteleone conservato presso la Chiesa del Collegio, sempre a Siracusa. Sarà in mostra anche il bozzetto del Beato Pietro Geremia ferma la colata del 1444 col Velo di Sant’Agata proveniente dal Museo Civico di Castello Ursino, che deve la sua notorietà al soggetto rappresentato, rara testimonianza figurativa di una prassi devozionale che attribuisce al velo del sepolcro di sant’Agata il potere di arginare le devastanti colate laviche verificatesi più volte nei secoli.
MOSTRA DELL’ARGENTERIA, OREFICERIA E OGGETTI SACRI
MOSTRA URBANISTICA E ARCHIVISTICA LIBRARIA
Chiesa di San Placido.
La mostra dei preziosi e oggetti sacri è curata da Maurizio Vitella (Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Palermo e presso l’Università Kore di Enna) con la collaborazione di Carmelo Signorello (Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali di Catania).
Calici, fibbie, candelieri, ostensori, parati, pendenti e reliquari vengono esposti a testimonianza della devozione per la santa che culmina con il grandioso Fercolo o «vara» custodito presso la Casa del Fercolo a Catania utilizzato per trasportare le reliquie di Sant’Agata durante i festeggiamenti di febbraio.
Tra i preziosi materiali esposti spiccano il braccio reliquiario di Sant’Agata del tesoro della Cattedrale di Palermo (appartenente alla categoria dei reliquiari antropomorfi, modellati cioè secondo la forma dell’arto contenuto), che è tra le più interessanti testimonianze d’oreficeria sacra realizzate in Sicilia in onore della martire; il Parato di Sant'Agata del Museo di Arte Sacra San Nicolò a Militello in Val di Catania, esempio di intera cappella, così come venivano chiamati i completi di vesti liturgiche negli antichi inventari, composto da piviale, pianeta, tonacelle, stole e manipoli, e infine un paliotto realizzato in rame dorato e corallo raffigurante il Trionfo con martirio di Sant’Agata proveniente dal Museo Regionale di Messina, straordinario manufatto più simile ad un trionfo a destinazione profana che ad una composizione di carattere sacro.
La sezione dedicata all’urbanistica è curata da Giuseppe Pagnano (Docente di Disegno dell’Architettura presso l’Università di Catania) e presenta antiche piante e stampe di Catania suddivise in tre nuclei relativi alla cronologia della città in rapporto a Sant’Agata: Catania sino alla metà del III secolo d.C., Catania fino al terremoto del 1963 e Catania dal 1963 ad oggi.
La sezione archivistica libraria è curata da Carmelo Crimi (Università degli Studi di Catania), Paolo Militello (Università degli Studi di Catania) e Gaetano Zito (Arcivescovado di Catania) ed è organizzata in due parti:
la prima è dedicata al rapporto fra Catania e la Santa, un rapporto volto non solo a rafforzare il processo di formazione dell’identità urbana ma anche a scongiurare – attraverso il miracoloso velo della martire - la minaccia dei “fuochi” dell’Etna; la seconda è dedicata alla ricostruzione storica della festa attraverso documenti d’archivio, descrizioni e iconografie in grado di rendere sia lo sguardo “interno” (della città e dei suoi cittadini) sia lo sguardo “esterno” (ad esempio dei viaggiatori del Grand Tour) sull’evento.
Informazioni
Sedi espositive:
Museo Diocesano, Via Etnea 8, Catania
Chiesa di San Francesco Borgia, Via dei Crociferi 17/A, Catania
Chiesa di San Placido, Piazza San Placido, Catania
Dal prossimo 29 gennaio si terrà a Catania un evento in tre sedi su SANT’AGATA fanciulla di nobili origini che subì il martirio dell’amputazione delle mammelle nel 251 per mano del governatore romano Quinziano. Oltre 250 opere tra dipinti, sculture, reperti archeologici, oggetti preziosi, documenti d’archivio - provenienti da 110 prestatori italiani e stranieri tra musei, istituti di culto e chiese - in un percorso espositivo che va da circa la metà del Duecento (quasi mille anni dopo il martirio della SANTA) sino alla seconda metà dell’Ottocento, a testimonianza di quanto, attraverso i secoli, sia sempre stato particolarmente vivo l’interesse nei confronti di SANT’AGATA fonte di ispirazione per molti maestri.
[Agata, fanciulla di nobile famiglia, bellissima di corpo e pura di cuore abitava a Catania e santamente venerava il Signore. Il console della Sicilia, Quinziano, uomo di bassa condizione, lussurioso, avaro e idolatra desiderava prendersi in moglie la beata vergine Agata perché era egli di umile origine e quella nobile; perché la bellezza della fanciulla eccitava i suoi sensi e le ricchezze di lei erano un’esca alla sua avarizia ...] (Jacopo da Varagine)
In mostra la Catania romana dove si svolsero i fatti, con le sue statue e i suoi resti archeologici, capolavori trecenteschi; inoltre opere di Bergognone, Sano di Pietro e Berbardino Luini, Jacopo Ligozzi, Caravaggio, Van Dyck, Tiepolo fino a Gustave Moreau, accompagnati dallo splendore degli ori e degli argenti che nei secoli grandi maestri crearono per onorare la Santa e contemporaneamente costruirne il mito. A completamento della mostra verranno esposte alcune sculture provenienti da chiese italiane.
La città di Catania è la sede di questa prima mostra iconografica sul culto di SANT’AGATA una occasione unica per conoscere gli episodi della vita di Agata, il contesto storico e culturale in cui ha vissuto e la devozione che ha sempre accompagnato la sua figura di martire e santa e che documenta, inoltre, come la sua venerazione non sia esclusivamente catanese. Per l’occasione è stato svolto per la prima volta un ampio lavoro di ricerca a cura di un prestigioso comitato scientifico internazionale.
La mostra anticipa di pochi giorni le celebrazioni della Santa che si tengono ogni anno agli inizi di febbraio a Catania, una delle processioni tra le più partecipate del mondo cristiano, oltre un milione di fedeli che la onorano nell’arco di tre giorni.
L’evento è promosso dall’Arcivescovado di Catania con il supporto dell’Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, della Provincia Regionale di Catania e della Fondazione Banco di Sicilia.
L’ideazione, il progetto scientifico e il coordinamento generale delle mostre sono a cura di Gilberto Algranti, la cui realizzazione è stata affidata alla Tekne Eventi.
Il catalogo, edito da Giunti Arte mostre musei, racconterà la storia della Santa attraverso le immagini e le schede di tutte le opere in mostra e i numerosi contributi critici, tra cui quelli di Gilberto Algranti, Mauro Lucco, Paolo Militello, Concetta Molè, Umberto Utro, Maurizio Vitella e Gaetano Zito.
La storia della martire
Agata, una ragazza di origini siciliane nata intorno al 235, visse sotto il governo dell'imperatore Decio e del governatore romano Quinziano. Cresciuta nella sua fanciullezza in bellezza e candore, sin da piccola sentì nel suo cuore il desiderio di appartenere totalmente a Cristo e quando giunse ai 15 anni decise di consacrarsi a Dio. La Sicilia, come l’intero immenso Impero Romano, era soggetta in quei tempi alle persecuzioni contro i cristiani cominciate sia pure occasionalmente intorno al 40 d.C. con Nerone, per proseguire più intense nel II secolo.
La fanciulla, riconosciuta come cristiana dal velo rosso portato dalle vergini consacrate, fu condotta alla presenza di Quinziano che, innamoratosi di lei, cercò di conquistarla e sedurla. Agata però non cedette alle sue lusinghe e per questo fu costretta a patire lo strappo dei seni con enormi tenaglie.
Portata in cella sanguinante e ferita le apparve S. Pietro apostolo che le risanò le mammelle amputate. Quinziano rimase sbalordito di fronte al prodigio delle ferite rimarginate e ordinò di bruciarla su un letto di carboni ardenti, con lamine arroventate e punte infuocate.
Tuttavia, nel momento dell’ultima prova fisica, l’Etna cominciò ad eruttare lava, un segno che fece chiedere agli abitanti un atto di clemenza. Quinziano cedette alle richieste della popolazione, ma Agata, agonizzante, morì in cella poco dopo essere stata tolta dalla brace. Secondo la tradizione, il velo rosso indossato dalla giovane non prese fuoco e fu così venerato e portato in processione a ricordo del martirio della fanciulla catanese.
Le reliquie della santa furono trafugate a Costantinopoli nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace. Nel 1126 due soldati dell'esercito bizantino le rapirono per consegnarle al vescovo di Catania Maurizio nel Castello di Aci.
Il 17 agosto 1126, le reliquie rientrarono nel duomo di Catania. Questi resti sono oggi conservati in parte all'interno del prezioso busto in argento (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni) e in parte dentro a reliquiari posti in un grande scrigno, anch'esso d'argento (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo).
Altre reliquie della santa, come ad esempio piccoli frammenti di velo e singole ossa, sono custodite in chiese e monasteri di varie città italiane e estere.
Percorso espositivo
La mostra avrà luogo presso tre sedi. La mostra di dipinti e sculture al Museo Diocesiano, quella di archeologia nella Chiesa di San Francesco Borgia, mentre quella di oreficeria, argenteria e oggetti sacri insieme a quella di urbanistica e archivistica si terrà nella Chiesa di San Placido.
Tappe fondamentali dell’itinerario di mostra saranno poi le chiese catanesi con i loro tesori di inestimabile valore artistico e religioso: la Cattedrale, Sant’Agata la Vetere, Sant’Agata al Carcere, San Biagio in Sant’Agata alla Fornace, San Gaetano alla Marina, Santa Maria di Gesù, Santo Carcere, San Nicola l’Arena, San Michele ai Minoriti, San Domenico, Santissima Annunziata al Carmine.
festeggiamenti che la città di Catania dedica a Sant’Agata nei giorni 3-4-5 febbraio e si concluderà domenica 4 maggio 2008.
Mostra dei dipinti e delle sculture
Ospitata presso il Museo Diocesano si avvale di un prestigioso Comitato Scientifico di cui fanno parte Sergio Benedetti (Senior Curator alla National Gallery di Dublino), Mauro Lucco (Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Bologna), Wolfgang Prohaska (Conservatore Capo al Kunsthistorisches Museum di Vienna), con la partecipazione di Luisa Paladino (Università degli Studi di Catania) e Antonino Bilardo (storico dell’arte) e la collaborazione di Barbara Mancuso (Università degli Studi di Catania).
Il percorso espositivo, in cui sono presentati circa ottanta dipinti, apre con un nutrito nucleo di antiche tavole risalenti al XIV e XV secolo raffiguranti Sant’Agata con i simboli che le sono propri, spesso effigiata insieme ad altri santi attorno alla Vergine col Bambino. Di particolare interesse sono la preziosa tavola processionale proveniente dal Museo dell’Opera di Firenze realizzata dal “Maestro della Sant’Agata” e da Jacopo del Casentino e il grande polittico di Scarperia in cui la martire compare con Santa Caterina e Santa Lucia. Piccoli capolavori sono la tavola conservata nei Musei Vaticani realizzata da Puccio Capanna, pittore di scuola giottesca di estrema raffinatezza, e la delicatissima Sant’Agata di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone dell’Accademia Carrara di Bergamo. Altre opere prestigiose in mostra sono la tavoletta di Bernardino Luini della Galleria Borghese e il prezioso scomparto di predella dipinto da Lorenzo Lotto raffigurante Santa Lucia alla tomba di Sant’Agata, ora alla Pinacoteca Civica di Jesi. Sarà presente inoltre la tela del grande pittore bresciano Alessandro Bonvicino detto il Moretto raffigurante Santa Cecilia fra le sante Lucia, Agata, Barbara e Agnese. Anche nei secoli successivi le rappresentazioni di Agata nell’arte sono molto diffuse. Jacopo dal Ponte detto il Bassano, uno dei protagonisti del rinnovamento della pittura veneta nella seconda metà del Cinquecento, dipinge Agata ai piedi della Vergine in gloria con i segni decisi e corposi di colore e la luminosità che caratterizzano la sua pittura. Del Cinquecento e del Seicento sono esposte opere di artisti di prestigio quali Denys Calvaert, Jacopo Ligozzi, Alessandro Tiarini, Alessandro Turchi detto Orbetto, Simon Vouet, Jacopo Vignali e Simone Pignoni. In mostra sarà presente anche la magnifica pala d’altare dell’Oratorio del Rosario di Palermo commissionata ad Antonie Van Dyck durante il suo soggiorno in Italia. Del XVIII secolo è il celeberrimo Martirio di Sant’Agata di Giovan Battista Tiepolo, realizzato per la Basilica di Sant’Antonio a Padova, in cui il martirio del taglio dei seni viene rappresentato attraverso una scenografica composizione dalle tinte ariose e delicate. Concluderanno il percorso espositivo le opere settecentesche e ottocentesche di Giuseppe Cades, Mariano Rossi, Marcello Leopardi e Gustave Moreau.
A completamento della mostra dei dipinti verrà esposto un piccolo nucleo di sculture provenienti da chiese italiane fra cui una Sant’Agata in marmo rosa realizzata dalla bottega di Nicola Pisano.
MOSTRA CONTESTO STORICO E ARCHEOLOGIA
Ospitata presso la Chiesa di San Francesco Borgia del Demanio Regionale e curata da Concetta Molè (Università degli Studi di Catania), Vittorio Rizzone (Studio Teologico S. Paolo di Catania), Mariarita Sgarlata (Università degli Studi di Catania, Ispettrice delle Catacombe della Sicilia Orientale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra) e Umberto Utro (Direttore Sezione Paleocristiana Musei Vaticani).
Questa sezione presenta materiali archeologici legati alla Catania pagana e al relativo contesto storico catanese e materiali legati al cristianesimo dei secoli III e IV con particolare riferimento all’imperatore Traiano Decio e ai documenti delle persecuzioni del 251 d.c.. Vengono inoltre esposti esempi di arte cristiana del III e IV secolo tra cui il sarcofago detto "della Via Salaria", uno dei più celebri reperti della collezione di antichità cristiane dei Musei Vaticani (per l’occasione esposto per la prima volta al di fuori del museo in cui è conservato), che costituisce un richiamo d'eccezione per la bellezza e la rilevanza delle sue raffigurazioni. In mostra sono presenti alcuni frammenti di sarcofagi, la maggior parte provenienti dai Musei Vaticani, numerose iscrizioni e gli affreschi provenienti dalle catacombe di Domitilla custoditi presso il Civico Museo di Castello Ursino.
Numerosi sono i materiali esposti connessi al culto dei martiri e al concetto di santità nella Chiesa delle origini, alla Catania Giudaica e a Sant’Agata e la Catania Cristiana. Tra questi vi è l’importantissima Iscrizione di Julia Fiorentina proveniente dal Musée du Louvre che venne recuperata nel 1730 nell’area della villa Rizzari, una vasta zona extraurbana che nell’antichità era adibita a cimitero. Si tratta della più antica testimonianza del culto dei martiri catanesi.
Tra i pezzi di maggior rilievo si potranno ammirare il prezioso Efebo di Selinunte custodito presso il Museo Civico di Castelvetrano e le meravigliose “teste” di Pantelleria risalenti al I sec. d.c, il Ritratto di Giulio Cesare, il Ritratto di una donna della famiglia giulio-claudina e il Ritratto dell'Imperatore Tito.
Nel percorso di mostra viene inoltre presentato un selezionato nucleo di dipinti il cui soggetto è legato a episodi di vita di Sant’Agata e al suo legame con la martire coetanea Santa Lucia: il celeberrimo Seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio del 1608, custodito presso la Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro di Siracusa e Santa Lucia al sepolcro di Sant’Agata di Daniele Monteleone conservato presso la Chiesa del Collegio, sempre a Siracusa. Sarà in mostra anche il bozzetto del Beato Pietro Geremia ferma la colata del 1444 col Velo di Sant’Agata proveniente dal Museo Civico di Castello Ursino, che deve la sua notorietà al soggetto rappresentato, rara testimonianza figurativa di una prassi devozionale che attribuisce al velo del sepolcro di sant’Agata il potere di arginare le devastanti colate laviche verificatesi più volte nei secoli.
MOSTRA DELL’ARGENTERIA, OREFICERIA E OGGETTI SACRI
MOSTRA URBANISTICA E ARCHIVISTICA LIBRARIA
Chiesa di San Placido.
La mostra dei preziosi e oggetti sacri è curata da Maurizio Vitella (Docente di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università di Palermo e presso l’Università Kore di Enna) con la collaborazione di Carmelo Signorello (Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali di Catania).
Calici, fibbie, candelieri, ostensori, parati, pendenti e reliquari vengono esposti a testimonianza della devozione per la santa che culmina con il grandioso Fercolo o «vara» custodito presso la Casa del Fercolo a Catania utilizzato per trasportare le reliquie di Sant’Agata durante i festeggiamenti di febbraio.
Tra i preziosi materiali esposti spiccano il braccio reliquiario di Sant’Agata del tesoro della Cattedrale di Palermo (appartenente alla categoria dei reliquiari antropomorfi, modellati cioè secondo la forma dell’arto contenuto), che è tra le più interessanti testimonianze d’oreficeria sacra realizzate in Sicilia in onore della martire; il Parato di Sant'Agata del Museo di Arte Sacra San Nicolò a Militello in Val di Catania, esempio di intera cappella, così come venivano chiamati i completi di vesti liturgiche negli antichi inventari, composto da piviale, pianeta, tonacelle, stole e manipoli, e infine un paliotto realizzato in rame dorato e corallo raffigurante il Trionfo con martirio di Sant’Agata proveniente dal Museo Regionale di Messina, straordinario manufatto più simile ad un trionfo a destinazione profana che ad una composizione di carattere sacro.
La sezione dedicata all’urbanistica è curata da Giuseppe Pagnano (Docente di Disegno dell’Architettura presso l’Università di Catania) e presenta antiche piante e stampe di Catania suddivise in tre nuclei relativi alla cronologia della città in rapporto a Sant’Agata: Catania sino alla metà del III secolo d.C., Catania fino al terremoto del 1963 e Catania dal 1963 ad oggi.
La sezione archivistica libraria è curata da Carmelo Crimi (Università degli Studi di Catania), Paolo Militello (Università degli Studi di Catania) e Gaetano Zito (Arcivescovado di Catania) ed è organizzata in due parti:
la prima è dedicata al rapporto fra Catania e la Santa, un rapporto volto non solo a rafforzare il processo di formazione dell’identità urbana ma anche a scongiurare – attraverso il miracoloso velo della martire - la minaccia dei “fuochi” dell’Etna; la seconda è dedicata alla ricostruzione storica della festa attraverso documenti d’archivio, descrizioni e iconografie in grado di rendere sia lo sguardo “interno” (della città e dei suoi cittadini) sia lo sguardo “esterno” (ad esempio dei viaggiatori del Grand Tour) sull’evento.
Informazioni
Sedi espositive:
Museo Diocesano, Via Etnea 8, Catania
Chiesa di San Francesco Borgia, Via dei Crociferi 17/A, Catania
Chiesa di San Placido, Piazza San Placido, Catania
29
gennaio 2008
Agata Santa. Storia, arte, devozione
Dal 29 gennaio al 04 maggio 2008
arte antica
arte moderna
arte moderna
Location
SEDI VARIE – Catania
Catania, (Catania)
Catania, (Catania)
Biglietti
€ 10 - biglietto intero
€ 8 - ridotto per residenti a Catania
€ 5 - ridotto per studenti e anziani
Orario di apertura
Martedì – domenica: 9:00 – 20:00
Chiuso il lunedì salvo che per le visite guidate.
Nei giorni 2 - 3 - 4 - 5 febbraio 2008 aperto 24 h.
Nei giorni 20 - 21 - 22 - 23 marzo 2008 apertura: 9:00 – 3:00
Editore
GIUNTI
Ufficio stampa
STUDIO ESTER DI LEO
Curatore