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Ahmad Nejad / Martina Gagliardi / Jacopo Mandich / Beatriz Basso / Anna Valla – Ritmi dell’Esistere
GART Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra Ritmi dell’Esistere, un percorso espositivo che, attraverso il segno e le opere di 5 artisti, unisce l’Italia, l’Iran e il Brasile raccontando di esistenze individuali con-temporanee che sfiorano un senso di connessione universale.
Comunicato stampa
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La galleria GART Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra Ritmi dell’Esistere, un percorso espositivo che, attraverso le opere di 5 artisti, unisce l’Italia, l’Iran e il Brasile raccontando di esistenze individuali con-temporanee che trascendono la dimensione del tempo e dello spazio, sfiorando un senso di connessione universale attraverso i linguaggi plurimi dell’arte dell’essere umano.
Dall’arcaico linguaggio incisivo all’immediatezza del gesto istintivo, si percepisce un’atmosfera rivelatrice di indizi, codici grafici che esplorano dimensioni intime quanto universali. Inevitabilmente il pensiero va all’atto primigenio del segno lasciato sulla parete della caverna 30.000 anni fa: segni che raggiungono un’essenza impalpabile, come quelli generati dall'espressione contemporanea di Martina Gagliardi. Un linguaggio tramite cui trame e tracce di elementi e corpi, ormai decomposti, rendono possibile un’altra realtà del mondo che siamo abituati a conoscere. Impronte materiche dell’effimero si posano su veli di tnt da cui traspare la più disarmante fragilità, ma evolvendosi qui in nuove e segniche architetture conducono alla riflessione sul ciclo eterno del deperimento e della rinascita, indagando il legame tra spiritualità e forma.
Le forme poetiche essenziali, quasi primordiali di Jacopo Mandich, segnate della forza del fuoco in cui affonda il metallo, nella materia visceralmente avvinte, trattengono l’emozione in una dimensione in cui la memoria, la conoscenza animica e l’intuito rimangono impressi nell’attimo della loro eterna creazione. Un linguaggio scultoreo, quello di Mandich, generato da contrasti armonici, da contravvenzioni alla logica dei materiali che si palesano davanti ai nostri occhi in una simbiotica osmosi.
E il segno si fa poesia.
Le incisioni negli stucchi trasformano versi in opera materica di rara bellezza. Stiamo parlando
dell’arte di Ahmad Nejad, artista iraniano che, approfondendo la storia e l’iconologia degli affreschi rinvenuti negli antichi mausolei, ha sviluppato il grande potere creativo della memoria, facoltà della mente analoga alla materia prima con la quale gli esseri umani esplorano i contorni del mondo e di sé stessi nel tempo contemporaneo.
I segni diventano fluidi, ciclici, ripetitivi. Come onde sismografiche, i segni di Anna Valla sono sensibili ai moti interiori, ai flussi di coscienza che evolvono in testi gestuali per lasciar traccia del sé e del proprio fluire.
Nato da una profonda connessione con la Natureza, radicata tra le foreste e le spiagge di Rio de Janeiro, il segno di Beatriz Basso evolve dall’introspezione al movimento. L’atteggiamento volto al flessibile traccia segni essenziali di intimità visiva che tendono a nuove possibilità percettive: danze di pensieri al palpito dell’anima.
Dall’arcaico linguaggio incisivo all’immediatezza del gesto istintivo, si percepisce un’atmosfera rivelatrice di indizi, codici grafici che esplorano dimensioni intime quanto universali. Inevitabilmente il pensiero va all’atto primigenio del segno lasciato sulla parete della caverna 30.000 anni fa: segni che raggiungono un’essenza impalpabile, come quelli generati dall'espressione contemporanea di Martina Gagliardi. Un linguaggio tramite cui trame e tracce di elementi e corpi, ormai decomposti, rendono possibile un’altra realtà del mondo che siamo abituati a conoscere. Impronte materiche dell’effimero si posano su veli di tnt da cui traspare la più disarmante fragilità, ma evolvendosi qui in nuove e segniche architetture conducono alla riflessione sul ciclo eterno del deperimento e della rinascita, indagando il legame tra spiritualità e forma.
Le forme poetiche essenziali, quasi primordiali di Jacopo Mandich, segnate della forza del fuoco in cui affonda il metallo, nella materia visceralmente avvinte, trattengono l’emozione in una dimensione in cui la memoria, la conoscenza animica e l’intuito rimangono impressi nell’attimo della loro eterna creazione. Un linguaggio scultoreo, quello di Mandich, generato da contrasti armonici, da contravvenzioni alla logica dei materiali che si palesano davanti ai nostri occhi in una simbiotica osmosi.
E il segno si fa poesia.
Le incisioni negli stucchi trasformano versi in opera materica di rara bellezza. Stiamo parlando
dell’arte di Ahmad Nejad, artista iraniano che, approfondendo la storia e l’iconologia degli affreschi rinvenuti negli antichi mausolei, ha sviluppato il grande potere creativo della memoria, facoltà della mente analoga alla materia prima con la quale gli esseri umani esplorano i contorni del mondo e di sé stessi nel tempo contemporaneo.
I segni diventano fluidi, ciclici, ripetitivi. Come onde sismografiche, i segni di Anna Valla sono sensibili ai moti interiori, ai flussi di coscienza che evolvono in testi gestuali per lasciar traccia del sé e del proprio fluire.
Nato da una profonda connessione con la Natureza, radicata tra le foreste e le spiagge di Rio de Janeiro, il segno di Beatriz Basso evolve dall’introspezione al movimento. L’atteggiamento volto al flessibile traccia segni essenziali di intimità visiva che tendono a nuove possibilità percettive: danze di pensieri al palpito dell’anima.
30
novembre 2024
Ahmad Nejad / Martina Gagliardi / Jacopo Mandich / Beatriz Basso / Anna Valla – Ritmi dell’Esistere
Dal 30 novembre al 29 dicembre 2024
arte contemporanea
Location
GART Arte Contemporanea
Borgonovo, Via Rocca, 31, (CN)
Borgonovo, Via Rocca, 31, (CN)
Orario di apertura
lunedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica, dalle ore 10-13 e 14-18
Vernissage
30 Novembre 2024, 16:30
Sito web
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