Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Akira Arita
la prima personale italiana dell’artista giapponese, naturalizzato americano ora di base ad Asolo in Vento, AKIRA ARITA (classe 1947).
La mostra ripercorre gli ultimi 10 anni dell’artista che per l’occasione dopo 30 anni torna al disegno figurativo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria Marignana Arte di Venezia presenta la prima mostra personale in Italia del pittore
giapponese, naturalizzato americano, Akira Arita (1947).
Una nuova grande opera su carta, introduce la mostra e farà da contrappunto a opere pittoriche
selezionate nel lavoro degli ultimi dieci anni, tutte inedite.
La preoccupazione principale di Arita nei suoi dipinti e disegni è radicata nella logica visiva, la sua
opera è frutto di un’incessante ricerca rivolta a una semplicità estrema, con uso limitato di
colori. Considerando i propri dipinti non come un’illusione, ma come un’entità tangibile, egli riduce il
vocabolario pittorico a un unico colore o ad accumuli casuali di linee tracciate con un regolo,
come a testare dove e quando venga meno la coerenza pittorica.
A prima vista, le opere di Arita sembrano riflettere immagini minimaliste; in realtà, rifuggono il concetto
di minimalismo.
Incessante è l’attrazione per un senso dicotomico del reale in continua evoluzione, in cui il realismo
assume un aspetto astratto e l’astrazione diviene realista. Il lavoro oscilla tra equilibrio e squilibrio,
la ragione e la contraddizione. Ad esempio, componendo le stesse forme e colori per la costruzione
di due immagini diametralmente opposte in un dittico, o un foglio di carta bianco accompagnato da
un’immagine disegnata con grande intensità. Nei lavori meno recenti, si può notare il tentativo di
staccarsi dall’opera simmetrica, l’interruzione della prospettiva lineare e una maggiore adesione
alla rappresentazione isometrica che massimizza l’effetto non illusionistico, come se le opere
seguissero le orme di Matisse.
Le opere non sono viste come una parte o un prolungamento dell’artista. Al contrario, hanno vita
propria. Mentre dipinge egli ascolta le immagini per seguirne e guidarne gli sviluppi possibili. È
molto simile a un pianista o direttore che cerca di estrarre l’essenza della musica dalle note musicali
del compositore. Invece che controllare o pianificare, Arita lascia che l’opera prenda una direzione
propria. Dopo un trentennio è tornato al disegno figurativo. Le opere in mostra comprendono
gli ultimi dieci anni di sperimentazione e sono rappresentative dell’evoluzione artistica di questo
autore.
giapponese, naturalizzato americano, Akira Arita (1947).
Una nuova grande opera su carta, introduce la mostra e farà da contrappunto a opere pittoriche
selezionate nel lavoro degli ultimi dieci anni, tutte inedite.
La preoccupazione principale di Arita nei suoi dipinti e disegni è radicata nella logica visiva, la sua
opera è frutto di un’incessante ricerca rivolta a una semplicità estrema, con uso limitato di
colori. Considerando i propri dipinti non come un’illusione, ma come un’entità tangibile, egli riduce il
vocabolario pittorico a un unico colore o ad accumuli casuali di linee tracciate con un regolo,
come a testare dove e quando venga meno la coerenza pittorica.
A prima vista, le opere di Arita sembrano riflettere immagini minimaliste; in realtà, rifuggono il concetto
di minimalismo.
Incessante è l’attrazione per un senso dicotomico del reale in continua evoluzione, in cui il realismo
assume un aspetto astratto e l’astrazione diviene realista. Il lavoro oscilla tra equilibrio e squilibrio,
la ragione e la contraddizione. Ad esempio, componendo le stesse forme e colori per la costruzione
di due immagini diametralmente opposte in un dittico, o un foglio di carta bianco accompagnato da
un’immagine disegnata con grande intensità. Nei lavori meno recenti, si può notare il tentativo di
staccarsi dall’opera simmetrica, l’interruzione della prospettiva lineare e una maggiore adesione
alla rappresentazione isometrica che massimizza l’effetto non illusionistico, come se le opere
seguissero le orme di Matisse.
Le opere non sono viste come una parte o un prolungamento dell’artista. Al contrario, hanno vita
propria. Mentre dipinge egli ascolta le immagini per seguirne e guidarne gli sviluppi possibili. È
molto simile a un pianista o direttore che cerca di estrarre l’essenza della musica dalle note musicali
del compositore. Invece che controllare o pianificare, Arita lascia che l’opera prenda una direzione
propria. Dopo un trentennio è tornato al disegno figurativo. Le opere in mostra comprendono
gli ultimi dieci anni di sperimentazione e sono rappresentative dell’evoluzione artistica di questo
autore.
27
settembre 2014
Akira Arita
Dal 27 settembre 2014 al 17 gennaio 2015
arte contemporanea
Location
MARIGNANA ARTE
Venezia, Dorsoduro, 141, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 141, (Venezia)
Orario di apertura
martedì e mercoledì 14.00-18.30,giovedì, venerdì, sabato: 11.00-13.30 14.00-18.30.
Domenica e lunedì su appuntamento
Vernissage
27 Settembre 2014, ore 18.30
Ufficio stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Autore