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Albano Seguri – Dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti
La mostra Albano Seguri – dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti, curata da Gianfranco Ferlisi e promossa dalle Associazioni “Amici del Premio Suzzara”, “Amici del Museo del Premio”, e dal Lions club Mantova Ducale, con il sostegno del Comune di Suzzara e della Provincia di Mantova, documenta l’opera dello scultore mantovano, ritenuto da eminenti storici dell’arte uno dei più importanti maestri del ‘900.
Comunicato stampa
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La mostra Albano Seguri - dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti, curata da Gianfranco Ferlisi e promossa dalle Associazioni “Amici del Premio Suzzara”, “Amici del Museo del Premio”, e dal Lions club Mantova Ducale, con il sostegno del Comune di Suzzara e della Provincia di Mantova, documenta l’opera dello scultore mantovano, ritenuto da eminenti storici dell’arte uno dei più importanti maestri del ‘900.
Ad Albano Seguri (1913-2001) sono già state dedicate importanti mostre antologiche in prestigiosi musei e gallerie pubbliche. La rassegna che si inaugura stavolta, presso la sede Iveco di Suzzara, intende però rendergli uno speciale omaggio nel centenario dalla nascita. A Suzzara sono infatti legate alcune delle sue più importanti esperienze, a partire dai riconoscimenti tributatigli nelle edizioni del Premio del 1949 e del 1957.
Nello spazio di viale Stelvio Zonta, saranno così esposte 13 sculture e oltre quaranta dipinti inediti realizzati negli anni Cinquanta. Suzzara ricorda dunque lo scultore con una attenta selezione di opere che pongono l’accento su un momento di radicale cambiamento linguistico-espressivo, opere scelte fra la sua vasta produzione realizzata dal dopoguerra sino alla soglia degli anni Sessanta, nel periodo più felice della lunga carriera creativa.
Le opere di Seguri, attraverso un file rouge in cui una estremità si lega agli anni in cui alla Biennale del 1948 Marchiori presentava il Fronte Nuovo delle Arti e Suzzara inventava il Premio, toccano il periodo del neorealismo e dell’esplicito impegno civile e antifascista. Le opere si soffermano lungo i successivi cambiamenti linguistici quando molteplici orientamenti figurali lo portano a reinventare il modello plastico della tradizione. Perché la questione, allora, non era il possesso del mestiere ma il possesso di una lingua adeguata per plasmare il corpo vivo della materia con la più libera immaginazione, per sfrondarla dal suo corollario di eloquenza cerimoniale e di retorica.
Siamo di fronte a sculture con le anatomie sempre più stravolte ma in cui l’artista sa coniugare una stretta dialettica con l’antica artigianalità del mestiere: potenza plastica più ispirata carnalità. In queste opere la bizzarria dello scultore riesce a contenere l’estrosità in una forza chiusa, in un equilibrio difficile fatto di masse solide e di improvvise aperture di spazi, che si risolvono in architettura di nuovi ritmi, senza perdere di concretezza naturale. Albano Seguri mette a punto, negli anni Cinquanta, una sua parlata moderna, piena di nerbo e spregiudicata per la divertita irriverenza con cui sembra aggredire la materia stessa della scultura.
Arrivano dunque, giustamente, altri importanti riconoscimenti. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1954. Nel 1956, nel 1960 e nel 1965 è ancora alla Quadriennale di Roma.
La sua inquietudine creativa e il bisogno di sperimentare strade diverse, sono poi ravvisabili nei quaranta dipinti che fanno da cornice all’intelligenza dello scultore.
La mostra, evento collaterale della 48a edizione del Premio Suzzara, offre la misura di un artista profondamente immerso nel proprio lavoro e nei valori umani e sociali dell’arte.
Con questa importante iniziativa e con la rinnovata caratterizzazione del Premio dal titolo 'La terra si muove con il senso', Suzzara si conferma come una luogo di riferimento dell’arte contemporanea per tutto il territorio mantovano.
La mostra è accompagnata dal libro-catalogo Albano Seguri - dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti (ed. Sometti, Mantova, 2013) con un testo critico di Gianfranco Ferlisi.
Ad Albano Seguri (1913-2001) sono già state dedicate importanti mostre antologiche in prestigiosi musei e gallerie pubbliche. La rassegna che si inaugura stavolta, presso la sede Iveco di Suzzara, intende però rendergli uno speciale omaggio nel centenario dalla nascita. A Suzzara sono infatti legate alcune delle sue più importanti esperienze, a partire dai riconoscimenti tributatigli nelle edizioni del Premio del 1949 e del 1957.
Nello spazio di viale Stelvio Zonta, saranno così esposte 13 sculture e oltre quaranta dipinti inediti realizzati negli anni Cinquanta. Suzzara ricorda dunque lo scultore con una attenta selezione di opere che pongono l’accento su un momento di radicale cambiamento linguistico-espressivo, opere scelte fra la sua vasta produzione realizzata dal dopoguerra sino alla soglia degli anni Sessanta, nel periodo più felice della lunga carriera creativa.
Le opere di Seguri, attraverso un file rouge in cui una estremità si lega agli anni in cui alla Biennale del 1948 Marchiori presentava il Fronte Nuovo delle Arti e Suzzara inventava il Premio, toccano il periodo del neorealismo e dell’esplicito impegno civile e antifascista. Le opere si soffermano lungo i successivi cambiamenti linguistici quando molteplici orientamenti figurali lo portano a reinventare il modello plastico della tradizione. Perché la questione, allora, non era il possesso del mestiere ma il possesso di una lingua adeguata per plasmare il corpo vivo della materia con la più libera immaginazione, per sfrondarla dal suo corollario di eloquenza cerimoniale e di retorica.
Siamo di fronte a sculture con le anatomie sempre più stravolte ma in cui l’artista sa coniugare una stretta dialettica con l’antica artigianalità del mestiere: potenza plastica più ispirata carnalità. In queste opere la bizzarria dello scultore riesce a contenere l’estrosità in una forza chiusa, in un equilibrio difficile fatto di masse solide e di improvvise aperture di spazi, che si risolvono in architettura di nuovi ritmi, senza perdere di concretezza naturale. Albano Seguri mette a punto, negli anni Cinquanta, una sua parlata moderna, piena di nerbo e spregiudicata per la divertita irriverenza con cui sembra aggredire la materia stessa della scultura.
Arrivano dunque, giustamente, altri importanti riconoscimenti. Nel 1952 è invitato alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1954. Nel 1956, nel 1960 e nel 1965 è ancora alla Quadriennale di Roma.
La sua inquietudine creativa e il bisogno di sperimentare strade diverse, sono poi ravvisabili nei quaranta dipinti che fanno da cornice all’intelligenza dello scultore.
La mostra, evento collaterale della 48a edizione del Premio Suzzara, offre la misura di un artista profondamente immerso nel proprio lavoro e nei valori umani e sociali dell’arte.
Con questa importante iniziativa e con la rinnovata caratterizzazione del Premio dal titolo 'La terra si muove con il senso', Suzzara si conferma come una luogo di riferimento dell’arte contemporanea per tutto il territorio mantovano.
La mostra è accompagnata dal libro-catalogo Albano Seguri - dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti (ed. Sometti, Mantova, 2013) con un testo critico di Gianfranco Ferlisi.
15
settembre 2013
Albano Seguri – Dal dopoguerra agli anni Cinquanta: la stagione dei grandi cambiamenti
Dal 15 settembre al 03 novembre 2013
arte contemporanea
Location
PALAZZINA IVECO
Suzzara, Viale Stelvio Zonta, 56, (Mantova)
Suzzara, Viale Stelvio Zonta, 56, (Mantova)
Vernissage
15 Settembre 2013, ore 18,00
Curatore