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Albert Steiner – Sopra valli e uomini
L’opera fotografica
Comunicato stampa
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Galleria Gottardo, Fondazione per la Cultura della Banca del Gottardo presenta dal 31 gennaio al 21 aprile 2007, la mostra Albert Steiner “Sopra valli e uomini”, curata da Peter Pfrunder e Beat Stutzer.
Tra i numerosi fotografi che si sono dedicati ai paesaggi alpini, Albert Steiner (1877-1965) occupa una posizione particolare. Formatosi nel rinomato atelier di Jean Moeglé (Thun) e Frédéric Boissonas (Ginevra), ispirato da pittori quali Giovanni Segantini e Ferdinand Hodler, Steiner è riuscito a tradurre il suo stupore per l’incontaminato mondo delle montagne in immagini piene di magia. Per 46 anni ha vissuto e lavorato in Engadina, trovando il paesaggio primordiale e paradisiaco in grado di assecondare al meglio la sua nostalgia. Oltre a evocare un grande rispetto per la natura, gli scatti di Steiner testimoniano gli sforzi instancabili che il fotografo ha dedicato alla ricerca di valori senza tempo e verità universali, dando vita a spettacolari scenari accuratamente concepiti, intrisi di luce e in grado di esprimere l’esperienza della fugacità umana.
Tra il 1910 e il 1930 le opere di Albert Steiner raggiunsero la piena maturità. In quel ventennio, nell’avanguardia fotografica si erano, infatti, affermate nuove interpretazioni circa la natura e le possibilità offerte dalla fotografia. Il pittorialismo aveva cercato di nobilitare la fotografia con la ricerca di effetti pittorici, contorni sfumati, tonalità soffuse e con motivi romantici, ma perse sempre più attrattiva. Verso il 1930, i rappresentanti di una concezione moderna della fotografia diffusero un linguaggio figurativo basato sull’immediatezza, l’obiettività, le forme nette e le composizioni rigorose.
Il passaggio dalla vecchia alla nuova concezione della fotografia si rispecchia chiaramente nelle opere di Steiner. La tecnica e l’interpretazione che permeano i suoi primi scatti sono in gran parte di ispirazione pittorica, e anche in anni successivi i suoi ingrandimenti si avvicinano al dipinto. Le sue fotografie sono tuttavia ripetutamente caratterizzate da una composizione precisa dell’immagine, dall’interesse nei confronti di superfici e strutture e da una rappresentazione semplice e diretta di ciò che appare alla vista. In questo senso Albert Steiner può considerarsi proiettato verso la modernità, come si evince al meglio dalle sue immagini su carta lucida in neutre tonalità di grigio, estremamente nitide e ricche di dettagli, in forma di negativi su vetro (18x24cm), che riproducono la realtà in modo oggettivo. Queste stampe a contatto non solo rappresentano il fondamento del suo archivio, ma sono anche la matrice delle riproduzioni su riviste e libri coevi, come l’opera Schnee Winter Sonne (1930), primo vero saggio fotografico sulla Svizzera, che rispecchia una concezione moderna della fotografia, paragonabile al più famoso Die Welt ist schön (1928) di Albert Ranger-Patzsch, uno dei principali esponenti della Nuova oggettività.
L’intenso, quasi ossessivo, legame di Steiner con il mondo della montagna è il frutto di una visione artistica molto personale. Diversamente da molti suoi contemporanei, per Steiner era chiaro che la fotografia si prestasse a creare opere d’arte in grado, non solo di documentare la realtà, ma di illustrare anche stati d’animo e atteggiamenti interiori.
Le opere esposte alla Galleria Gottardo - stampe ai sali d’argento eseguite personalmente - provengono da diverse collezioni private e pubbliche. Si tratta in parte di stampe a contatto (di solito firmate sul retro e recanti un titolo) e in parte di immagini su carta opaca colorata.
Albert Steiner ha datato i suoi lavori soltanto in casi eccezionali, ma in base a riscontri paralleli si può tuttavia presumere che le opere esposte risalgano in gran parte agli anni ’10 e ’20 del secolo scorso.
Tra i numerosi fotografi che si sono dedicati ai paesaggi alpini, Albert Steiner (1877-1965) occupa una posizione particolare. Formatosi nel rinomato atelier di Jean Moeglé (Thun) e Frédéric Boissonas (Ginevra), ispirato da pittori quali Giovanni Segantini e Ferdinand Hodler, Steiner è riuscito a tradurre il suo stupore per l’incontaminato mondo delle montagne in immagini piene di magia. Per 46 anni ha vissuto e lavorato in Engadina, trovando il paesaggio primordiale e paradisiaco in grado di assecondare al meglio la sua nostalgia. Oltre a evocare un grande rispetto per la natura, gli scatti di Steiner testimoniano gli sforzi instancabili che il fotografo ha dedicato alla ricerca di valori senza tempo e verità universali, dando vita a spettacolari scenari accuratamente concepiti, intrisi di luce e in grado di esprimere l’esperienza della fugacità umana.
Tra il 1910 e il 1930 le opere di Albert Steiner raggiunsero la piena maturità. In quel ventennio, nell’avanguardia fotografica si erano, infatti, affermate nuove interpretazioni circa la natura e le possibilità offerte dalla fotografia. Il pittorialismo aveva cercato di nobilitare la fotografia con la ricerca di effetti pittorici, contorni sfumati, tonalità soffuse e con motivi romantici, ma perse sempre più attrattiva. Verso il 1930, i rappresentanti di una concezione moderna della fotografia diffusero un linguaggio figurativo basato sull’immediatezza, l’obiettività, le forme nette e le composizioni rigorose.
Il passaggio dalla vecchia alla nuova concezione della fotografia si rispecchia chiaramente nelle opere di Steiner. La tecnica e l’interpretazione che permeano i suoi primi scatti sono in gran parte di ispirazione pittorica, e anche in anni successivi i suoi ingrandimenti si avvicinano al dipinto. Le sue fotografie sono tuttavia ripetutamente caratterizzate da una composizione precisa dell’immagine, dall’interesse nei confronti di superfici e strutture e da una rappresentazione semplice e diretta di ciò che appare alla vista. In questo senso Albert Steiner può considerarsi proiettato verso la modernità, come si evince al meglio dalle sue immagini su carta lucida in neutre tonalità di grigio, estremamente nitide e ricche di dettagli, in forma di negativi su vetro (18x24cm), che riproducono la realtà in modo oggettivo. Queste stampe a contatto non solo rappresentano il fondamento del suo archivio, ma sono anche la matrice delle riproduzioni su riviste e libri coevi, come l’opera Schnee Winter Sonne (1930), primo vero saggio fotografico sulla Svizzera, che rispecchia una concezione moderna della fotografia, paragonabile al più famoso Die Welt ist schön (1928) di Albert Ranger-Patzsch, uno dei principali esponenti della Nuova oggettività.
L’intenso, quasi ossessivo, legame di Steiner con il mondo della montagna è il frutto di una visione artistica molto personale. Diversamente da molti suoi contemporanei, per Steiner era chiaro che la fotografia si prestasse a creare opere d’arte in grado, non solo di documentare la realtà, ma di illustrare anche stati d’animo e atteggiamenti interiori.
Le opere esposte alla Galleria Gottardo - stampe ai sali d’argento eseguite personalmente - provengono da diverse collezioni private e pubbliche. Si tratta in parte di stampe a contatto (di solito firmate sul retro e recanti un titolo) e in parte di immagini su carta opaca colorata.
Albert Steiner ha datato i suoi lavori soltanto in casi eccezionali, ma in base a riscontri paralleli si può tuttavia presumere che le opere esposte risalgano in gran parte agli anni ’10 e ’20 del secolo scorso.
30
gennaio 2007
Albert Steiner – Sopra valli e uomini
Dal 30 gennaio al 21 aprile 2007
fotografia
Location
GALLERIA GOTTARDO
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Lugano, Viale Stefano Franscini, 12, (Lugano)
Orario di apertura
martedì 14.00 - 17.00; mercoledì - sabato 11.00 - 17.00. Chiuso domenica e lunedì
Vernissage
30 Gennaio 2007, ore 18-20
Ufficio stampa
UESSEARTE
Autore
Curatore