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Alberta Piazza – Né più cielo o più inferno di quanto vi sia ora
Incombenti e solenni come icone di epoche perdute, i personaggi di carta e pittura che ci dominano offrono un’evocativa visione di un presente lacerato da una crisi strisciante. Nella sua visione onirica possiamo ‘volare’ grazie alle ali di carta che l’artista ci offre.
Comunicato stampa
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Il lavoro di Alberta Piazza comprende oltre all’installazione nella vetrina di Largo Mesia, le carte dipinte e il video con le musiche di Sergio Vecia, gli interventi/dibattito di Chloè Bertini - attivista di Ultima Generazione - sul tema del collasso climatico e di Stefano Guerra - neuropsichiatra - sul tema del femminicidio: Venerdì 18 ottobre alle 18.30 e Venerdì 25 ottobre alle 19.00 nello spazio di Via Vulci 32
Questo tempo di orrori e di crolli spirituali è reso sopportabile dalle radici in terra e dalle campane in cielo. - Lettere a Mita, Cristina Campo
Incombenti, immobili, solenni, al pari di icone di un’epoca perduta, eppure furtivi, quasi impalpabili come ombre. Alberta Piazza, nella sua personale allo Spazio Mesia, offre un’evocativa visione di un presente lacerato e inquietato da una crisi strisciante, che dai telegiornali attraversa la psiche, risalendo verso timori primitivi. Qui prendono la forma cinque “personaggi” di carta e pittura, che dominano lo sguardo dello spettatore, scrutando i suoi abissi interiori. La loro apparizione dona un volto a tutto ciò che oggi risulta sfuggente, insieme invisibile e moltiplicato all’infinito, nella società dell’iper comunicazione digitale. Ma il rituale che li evoca non è un esorcismo, e non è nemmeno un incantesimo di magia bianca che conduce a uno scontato lieto fine. L’avventura di questa esperienza pittorica è fatta di sguardi sbiechi, infossati in prospettive impossibili, stratificati in un amalgama di citazioni e frammenti della storia dell’arte. Il tema della lotta del bene contro il male, presente nel discorso artistico di Piazza, ci pone una sfida. Noi spettatori, come gli eroi di una fiaba, dobbiamo andare incontro a questo bailamme. Immergendoci, anche grazie alla proiezione di uno video e alla presenza di carte dipinte, nel mondo che descrive, ci consente di affrontare quanto c’è di più crudo nella realtà, donandogli una forma riconoscibile. Chiunque è in grado di sentirsi toccato nel profondo, di riconoscere perfino qualcosa di ancestrale in essa, nella sopravvivenza della fiaba. Tale continua evoluzione ci permette di reinventarla continuamente, di creare in modo sempre nuovo la contrapposizione bene/male. La crisi del nostro presente ci espone a problematiche quando mai vaste, e il presunto “male” non è mai localizzabile in un nemico, nemmeno sottoforma di demone pittorico. Eppure, la visione onirica che Piazza ci offre rivela tutto il potenziale catartico della fiaba. Piuttosto che fuggire, possiamo “volare” davanti all’orrore che ci paralizza, e che ci affascina, grazie alle ali di carta che l’artista ci offre. Questo racconto immaginifico ci aiuta a vedere meglio soprattutto dentro le tenebre. Piazza nei suoi personaggi accoglie il “negativo”, ma non è mai tutto nero, perché non è omogeneo il suo universo artistico, che invece si presenta frastagliato, sfumato e ibridato. Non è bidimensionale, nonostante le sculture si pongano come piani dipinti, e non è scultoreo nel senso tradizionale del termine, perché l’immagine creata al loro interno scava una profondità impenetrabile. Immersi fra le radici marcescenti di un’attualità da incubo, sollevati dal rintocco di una pennellata che ci illustra il maleficio, possiamo compiere questa discesa degli inferi che rinnova il nostro sguardo.
Mattia Cucurullo
Chloè Bertini - Attivista di Ultima Generazione, progetto nato nell’ottobre del 2021 il cui fine è realizzare campagne di disobbedienza civile nonviolenta per sostenere richieste precise al governo che hanno l’obiettivo di affrontare il collasso climatico che avanza. Fa parte della rete internazionale A22 raggruppante campagne con lo stesso modello.
Stefano Guerra - Neuropsichiatria Infantile, è stato docente di Igiene Mentale e Neuropsichiatria Infantile negli Istituti secondari di II grado. Ha contemporaneamente svolto la libera professione di Neuropsichiatra infantile e Psicoterapeuta. Attualmente svolge attività di volontariato come consulente neuropsichiatra presso l’associazione “Hermes Onlus” di Roma ed ha ripreso l’attività libero-professionale di psicoanalista. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca con l’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali. Appassionato di cinema, è autore di numerose sceneggiature con due delle quali ha vinto una borsa di studio del Premio Solinas. È uno dei fondatori dell’associazione culturale Uno Studio in Holmes, che riunisce gli appassionati di Sherlock Holmes in Italia.
Alberta Piazza - veneziana, completa la sua formazione professionale a Milano, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera, lavorando poi a stretto contatto con esponenti del mondo culturale. Per molti anni art director nel settore pubblicitario milanese e romano. Le suggestioni e i riferimenti iniziali delle sue analisi pittoriche sono spesso i motivi del frammento naturale, radici d’albero e intrecci di rami. Il passaggio di animali selvatici e le tracce degli agenti atmosferici sulle tele, la conservazione e la cura dell'ambiente sono il focus degli ultimi lavori. Così come l'esperienza del vivere a contatto più stretto con la natura e la sua coltivazione, ha modificato profondamente la sua ricerca. Ha partecipato a numerose mostre in ambito nazionale e internazionale. Vive tra Roma e l’Umbria.
www.albertapiazza.com | al.berta-a@libero.it
Questo tempo di orrori e di crolli spirituali è reso sopportabile dalle radici in terra e dalle campane in cielo. - Lettere a Mita, Cristina Campo
Incombenti, immobili, solenni, al pari di icone di un’epoca perduta, eppure furtivi, quasi impalpabili come ombre. Alberta Piazza, nella sua personale allo Spazio Mesia, offre un’evocativa visione di un presente lacerato e inquietato da una crisi strisciante, che dai telegiornali attraversa la psiche, risalendo verso timori primitivi. Qui prendono la forma cinque “personaggi” di carta e pittura, che dominano lo sguardo dello spettatore, scrutando i suoi abissi interiori. La loro apparizione dona un volto a tutto ciò che oggi risulta sfuggente, insieme invisibile e moltiplicato all’infinito, nella società dell’iper comunicazione digitale. Ma il rituale che li evoca non è un esorcismo, e non è nemmeno un incantesimo di magia bianca che conduce a uno scontato lieto fine. L’avventura di questa esperienza pittorica è fatta di sguardi sbiechi, infossati in prospettive impossibili, stratificati in un amalgama di citazioni e frammenti della storia dell’arte. Il tema della lotta del bene contro il male, presente nel discorso artistico di Piazza, ci pone una sfida. Noi spettatori, come gli eroi di una fiaba, dobbiamo andare incontro a questo bailamme. Immergendoci, anche grazie alla proiezione di uno video e alla presenza di carte dipinte, nel mondo che descrive, ci consente di affrontare quanto c’è di più crudo nella realtà, donandogli una forma riconoscibile. Chiunque è in grado di sentirsi toccato nel profondo, di riconoscere perfino qualcosa di ancestrale in essa, nella sopravvivenza della fiaba. Tale continua evoluzione ci permette di reinventarla continuamente, di creare in modo sempre nuovo la contrapposizione bene/male. La crisi del nostro presente ci espone a problematiche quando mai vaste, e il presunto “male” non è mai localizzabile in un nemico, nemmeno sottoforma di demone pittorico. Eppure, la visione onirica che Piazza ci offre rivela tutto il potenziale catartico della fiaba. Piuttosto che fuggire, possiamo “volare” davanti all’orrore che ci paralizza, e che ci affascina, grazie alle ali di carta che l’artista ci offre. Questo racconto immaginifico ci aiuta a vedere meglio soprattutto dentro le tenebre. Piazza nei suoi personaggi accoglie il “negativo”, ma non è mai tutto nero, perché non è omogeneo il suo universo artistico, che invece si presenta frastagliato, sfumato e ibridato. Non è bidimensionale, nonostante le sculture si pongano come piani dipinti, e non è scultoreo nel senso tradizionale del termine, perché l’immagine creata al loro interno scava una profondità impenetrabile. Immersi fra le radici marcescenti di un’attualità da incubo, sollevati dal rintocco di una pennellata che ci illustra il maleficio, possiamo compiere questa discesa degli inferi che rinnova il nostro sguardo.
Mattia Cucurullo
Chloè Bertini - Attivista di Ultima Generazione, progetto nato nell’ottobre del 2021 il cui fine è realizzare campagne di disobbedienza civile nonviolenta per sostenere richieste precise al governo che hanno l’obiettivo di affrontare il collasso climatico che avanza. Fa parte della rete internazionale A22 raggruppante campagne con lo stesso modello.
Stefano Guerra - Neuropsichiatria Infantile, è stato docente di Igiene Mentale e Neuropsichiatria Infantile negli Istituti secondari di II grado. Ha contemporaneamente svolto la libera professione di Neuropsichiatra infantile e Psicoterapeuta. Attualmente svolge attività di volontariato come consulente neuropsichiatra presso l’associazione “Hermes Onlus” di Roma ed ha ripreso l’attività libero-professionale di psicoanalista. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca con l’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali. Appassionato di cinema, è autore di numerose sceneggiature con due delle quali ha vinto una borsa di studio del Premio Solinas. È uno dei fondatori dell’associazione culturale Uno Studio in Holmes, che riunisce gli appassionati di Sherlock Holmes in Italia.
Alberta Piazza - veneziana, completa la sua formazione professionale a Milano, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera, lavorando poi a stretto contatto con esponenti del mondo culturale. Per molti anni art director nel settore pubblicitario milanese e romano. Le suggestioni e i riferimenti iniziali delle sue analisi pittoriche sono spesso i motivi del frammento naturale, radici d’albero e intrecci di rami. Il passaggio di animali selvatici e le tracce degli agenti atmosferici sulle tele, la conservazione e la cura dell'ambiente sono il focus degli ultimi lavori. Così come l'esperienza del vivere a contatto più stretto con la natura e la sua coltivazione, ha modificato profondamente la sua ricerca. Ha partecipato a numerose mostre in ambito nazionale e internazionale. Vive tra Roma e l’Umbria.
www.albertapiazza.com | al.berta-a@libero.it
04
ottobre 2024
Alberta Piazza – Né più cielo o più inferno di quanto vi sia ora
Dal 04 al 25 ottobre 2024
arte contemporanea
Location
MESIA SPACE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Orario di apertura
dal Martedì al sabato ore 12.00 - 21.00
(lo spazio di Via Vulci apre di venerdì dalle 18 alle 21)
Vernissage
4 Ottobre 2024, dalle 18.00 alle 21.00
Sito web
Autore
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